Nel corso del convegno "Make it in Italy", organizzato presso l'Unione Industriale di Torino, l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler Sergio Marchionne ha dichiarato che la partnership delle due aziende farà sì che già nel 2011 sarà raggiunta la quinta posizione nella classifica dei costruttori. "Insieme venderemo quest'anno circa 4,2 milioni di vetture - ha detto il manager - diventando così il quinto più grande costruttore di auto del mondo. Questo numero è destinato a salire a 5,9 milioni di unità nel 2014. Forse è troppo presto per cogliere il pieno potenziale di questa alleanza - ha aggiunto Marchionne - al di là del valore strategico che ci offre nel forzare la convergenza di architetture e componenti e nel darci la possibilità di accedere al mercato NAFTA". Le classifiche vanno sempre prese con le pinze e vanno confermate da rilevazioni ufficiali e, soprattutto, indipendenti. Il quotidiano finanziario Bloomberg, comunque, ha pubblicato le proiezioni sulle posizioni dei gruppi industriali dell'automotive nel 2011 confermando la quinta posizione di Fiat-Chrysler. Per quanto riguarda gli altri costruttori, il gruppo Volkswagen potrebbe insediarsi al primo posto tra i costruttori scalzando l'attuale leader Toyota che passerebbe sul terzo gradino del podio. General Motors dovrebbe rimanere stabile in seconda posizione, mentre l'alleanza Renault-Nissan stazionerebbe al quarto posto. Se le parole di Marchionne si tradurranno in realtà, il gruppo Fiat-Chrysler scalerà di due posizioni la top-ten mondiale dei principali costruttori di automobili. Un risultato costruito in tre anni grazie all'alleanza delle due industrie che, a detta di Marchionne, "Ha permesso di raggiungere un duplice obiettivo. Da un lato, partecipare al processo di rifondazione dell'auto americana, sollecitato e voluto dal presidente Obama, salvando un'azienda come la Chrysler che stava perdendo agli inizi del 2009 quasi un miliardo di dollari al mese. Dall'altro, dare alla Fiat la possibilità di accedere al mercato nordamericano e allargare la sua offerta a vetture di segmento medio-alto, che storicamente era sempre stata una delle sue più grandi lacune. Quella partnership, tra due aziende perfettamente complementari, è stata la salvezza di entrambe". "Per sopravvivere alla crisi - sono ancora le parole di Marchionne - Fiat si è mossa in modo non lineare ed imprevedibile per i concorrenti con il chiaro obiettivo di cambiare drasticamente la fisionomia del gruppo. Ha rischiato la sua reputazione, ma non le sue finanze. Invece di richiudersi su se stessa, ha deciso di rafforzarsi, mentre gli altri giocavano in difesa".
(Fonte: www.motori.it - 25/10/2011)
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