martedì 30 aprile 2013

Maserati Ghibli: tutti i dettagli ufficiali


Le informazioni sulla Maserati Ghibli, presentata nei giorni scorsi al Salone di Shanghai, continuano ad accumularsi e il quadro sul modello si fa via via più chiaro. La nuova berlina, equipaggiata con nuovi V6 benzina e diesel, sarà disponibile con la trazione posteriore o l'integrale inseribile Q4. In tutti i casi, il cambio sarà l'automatico ZF a otto marce. Al top di gamma ci saranno le Ghibli S e S Q4, spinte dal 3.0 V6 biturbo da 410 CV, ma l'offerta delle motorizzazioni a benzina sarà completata con il powerstep da 330 CV della stessa unità, presentato sempre a Shanghai sulla nuova Quattroporte.
La Ghibli, 330 CV - Questa versione del sei cilindri nato a Maranello raggiunge la potenza massima a 5.000 giri, e secondo la Casa garantisce consumi più bassi rispetto all'altra variante. La motorizzazione eroga 450 Nm di coppia massima tra i 1.750 e i 4.500 giri, ma grazie alla funzione di overboost - disponibile in modalità Sport, con cui si libera anche un sound più aggressivo - il valore può raggiungere i 500 Nm. Con questa motorizzazione, la Ghibli scatta da 0 a 100 km/h in 5,7 s, raggiungendo la velocità massima di 263 km/h.
Con 20 CV in più alla conquista degli U.S.A. - Rispetto al V6 da 410 CV della Ghibli S, il motore della Ghibli "base" (disponibile solo con la trazione posteriore) è caratterizzato da alberi a camme e iniettori specifici, da una mappatura diversa della turbina e da una gestione elettronica dedicata. Negli Stati Uniti il powerstep da 330 CV non sarà commercializzato: al suo posto ci sarà una versione da 350 CV.
Le Ghibli S e S Q4, 410 CV - La variante da 410 CV del sei cilindri raggiunge la potenza massima a 5.500 giri ed eroga 550 Nm di coppia a partire da 1.750 giri, per un valore specifico di 183 Nm/l. La Ghibli S scatta da 0 a 100 in 5 secondi netti, raggiungendo i 285 km/h di velocità massima. Per quanto riguarda la S Q4, i valori corrispettivi sono di 4,8 secondi e 284 km/h.
Cinque modalità di guida, con la nuova I.C.E. - Tra le soluzioni tecniche delle nuove unità a benzina, vanno menzionate le turbine in parallelo, l'iniezione diretta a 200 bar e il doppio variatore di fase continuo sui lati aspirazione e scarico di ogni testata. Cinque saranno le modalità di guida disponibili: Auto Normal, Auto Sport, Manual Normal, Manual Sport e I.C.E., acronimo che sta per Increased Control & Efficiency e che indica il setting più attento al risparmio e alla sicurezza di marcia.
La Ghibli Diesel con Active Sound System - Come detto nei giorni scorsi, le unità a gasolio, destinate alla Ghibli Diesel, saranno un 3.0 V6 da 275 CV e una versione leggermente meno potente (250 CV) riservata al solo mercato italiano, dove godrà di una fiscalità più favorevole rispetto all'altra versione. L'incarnazione più potente del V6 diesel spinge la Ghibli ai 250 orari, con uno 0-100 da 6,3 secondi. La Ghibli a gasolio è peraltro dotata del nuovo Maserati Active Sound system, che consiste in due attuatori acustici posizionati vicino ai terminali di scarico, in grado di rendere più aggressiva la voce del motore.
Cambio, sospensioni, sterzo - L'architettura del veicolo prevede il posizionamento della scatola del cambio in posizione anteriore, alle spalle del motore. Per quanto riguarda lo schema delle sospensioni, la Maserati ha puntato sulla sofisticata scelta dei doppi triangoli in alluminio all'anteriore e di un multilink a cinque bracci al posteriore, per non scendere a compromessi in termini di dinamica di guida. Allo stesso scopo si è scelto un servosterzo ad assistenza idraulica variabile. Su richiesta c'è il sistema Skyhook di controllo elettronico degli ammortizzatori. È inoltre previsto un differenziale autobloccante posteriore, al 35% in trazione e al 45% in rilascio.
La trazione integrale Q4 - L'impianto frenante, sviluppato dalla Brembo, prevede dischi da 360x32 all'anteriore, con pinze a sei pistoncini e da 350x28 al posteriore, con pinze a quattro pistoncini. Il sistema di trazione integrale Q4 è del tipo inseribile: di base, la potenza viene inviata alle ruote posteriori, ma la gestione elettronica ne trasferisce parte all'asse anteriore, attivandosi in 150 millesimi di secondo e lavorando fino a un rapporto del tipo 50:50 tra i due assi.
Il Maserati Touch Control al centro della plancia - Allo stesso modo della Quattroporte, anche la Ghibli sarà equipaggiata con il Maserati Touch Control con schermo da 8,4". Il sistema permette di intervenire su tutti i principali dispositivi di bordo. La vettura sarà disponibile con cerchi da 18" di serie (caratterizzati da un nuovo design a 12 razze), ma saranno offerti su richiesta anche nelle misure di 19, 20 e 21". Tra gli altri optional, l'impianto hi-fi Bowers & Wilkins da 1.280 W con 15 speaker.
Le personalizzazioni - Sempre per quanto riguarda l'abitacolo, saranno disponibili al lancio tre diverse tinte per i rivestimenti in pelle (Nero, Cuoio e Sabbia), oltre alle combinazioni bicolore. Scegliendo gli interni in Poltrona Frau, si aggiungono le colorazioni Marrone e Rosso Trofeo. A livello di inserti si può invece scegliere tra il nero piano, l'alluminio, due essenze di legno, o la fibra di carbonio. Le pinze freno sono disponibili in Nero, Blu, Rosso o Alluminio.
(Fonte: www.quattroruote.it - 24/4/2013)

lunedì 29 aprile 2013

Delaware: continua il duello Fiat-Veba sul valore delle quote Chrysler


I legali di Fiat e del fondo sanitario del sindacato, il Veba, si sono scontrati davanti alla Corte del Delaware sulla valutazione delle quote di Chrysler ancora in mano alle Union. Il contenzioso è rimasto ancora senza soluzione. Gli avvocati di Fiat hanno affermato che "non ci sono ambiguità" sulla formula per calcolare il prezzo dei titoli, concordata e sottoscritta nel 2009 tra le parti. I rappresentanti di Veba ritengono invece che la formula debba oggi riflettere un "approssimato valore di mercato" dei titoli. Il giudice della Chancery Court, uno speciale tribunale che dirime dispute di business, nel corso di un'udienza durata oltre due ore ha espresso sensibilità per la posizione del Veba, ma ha anche riconosciuto validità ad argomenti avanzati dalla Fiat. Quello di giovedì è stato il primo appuntamento delle parti davanti al giudice dopo che Fiat ha presentato ricorso l'anno scorso contro le resistenze del Veba a vendere al prezzo calcolato dall'azienda italiana sulla base della formula del 2009. Il magistrato del Delaware, Donald Parsons, ha in particolare indicato che una richiesta del Veba di dare pieno valore di mercato alle quote in suo possesso non appare credibile, ma ha anche dichiarato di "propendere" per alcune tesi sindacali nel dibattito sulla valutazione. Quello che non ha fatto sapere a fine udienza è come intende procedere e secondo gli osservatori una sua decisione potrebbe non arrivare prima di giugno. Il fondo sindacale ha tuttora in mano il 41,5% di Chrysler, che Fiat intende acquistare in parte grazie a call option entro il 2016. La differenza di valutazione tra Fiat e sindacato, su una iniziale opzione call legata a una quota del 3,32%, è di circa 200 milioni di dollari. Il completo controllo di Chrysler è considerato essenziale per l'integrazione tra le due aziende. Fiat, stando a quanto rivelato dal Wall Street Journal nei giorni scorsi, sta anche studiando un collocamento alla borsa americana del nuovo gruppo nato dal merger.
(Fonte: http://america24.com - 26/4/2013)

domenica 28 aprile 2013

Buzzavo (Ca' Foscari) sulle mosse di Fiat


"Marchionne si è accorto che in un mercato che si polarizza tra offerte low cost e offerte premium è difficile essere presi nel mezzo. L'unico prodotto premium di Fiat è proprio la 500, che è stata valorizzata con una famiglia di prodotti smobilitando da altri che non sono in grado di assicurare né una formula low cost né una formula premium". Così Leonardo Buzzavo, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia e presidente di Quintegia, che commentando la nuova strategia annunciata dal manager italo-canadese ha indicato che "a livello dell'intero gruppo bisognerà capire come Marchionne riuscirà a bilanciare l'offerta di Fiat e quella di Jeep, che reputo molto interessante, con il percorso previsto per il brand Chrysler, mentre resto curioso, più che scettico, sulle sorti del marchio Alfa Romeo, che probabilmente passerà di mano". Parlando a margine della presentazione dell'11esima edizione di 'Automotive Dealer Day', Buzzavo ha aggiunto: "il gioco premium si fa sulla famiglia della 500 per riuscire a spuntare margini interessanti da un prodotto che costa un po' di più grazie alla sua caratterizzazione emotiva e personalità. Un prodotto premium non significa necessariamente un prodotto costoso, ma capace di ricevere un premio di prezzo dai clienti in virtù di un coinvolgimento emotivo e valoriale e su questo la partita della 500 è stata giocata in modo intelligente". Secondo Buzzavo, inoltre, "i recenti annunci di Marchionne hanno fatto chiarezza su quanto si cominciava a vedere nel gruppo da tempo. Innanzitutto, un alleggerimento degli investimenti di sviluppo nuovi prodotti, una smobilitazione del marchio Fiat, destinato a presidiare prodotti come la 500, la Panda, ma non molto altro, mentre si è consacrato il fatto che un marchio come Lancia non ha più ragione di esistere. In un mondo globalizzato come quello di oggi dobbiamo chiederci cosa fa valere un marchio e la risposta è la sua spendibilità globale".
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 16/4/2013)

sabato 27 aprile 2013

Chrysler, nuove nomine in Nord America


Sono quattro le novità annunciate da Chrysler all'interno del suo "Leadership Team". Reid Bigland diventa presidente e amministratore delegato del marchio Ram Truck. Il manager continua ad essere a capo delle vendite nel mercato americano oltre che a ricoprire le cariche di presidente e amministratore delegato di Chrysler Canada. Recentemente presiedeva e guidava il marchio Dodge. Bigland fa parte di Chrysler dal luglio del 2006. La controllata americana di Fiat ha spiegato in una nota che la guida del marchio Dodge passa a Timothy Kuniskis, che diventa presidente e amministratore delegato del brand. Recentemente era a capo del marchio Fiat in Nord America. Kuniskis è entrato nel gruppo di Detroit, in Michigan, dal 1992. Jason Stoicevich prende così le redini del marchio Fiat nel mercato nordamericano pur mantenendo il ruolo di direttore del California Business Center. Lavora per Chysler da 10 anni. Bruno Cattori, già direttore delle vendite retail e in leasing per tutti i marchi del gruppo Chrysler in Messico diventa anche presidente e amministratore delegato di Chrysler Messico. Cattori ha iniziato la sua carriera in Chrysler nel 1988, poi è stato presidente e amministratore delegato di Mercedes-Benz Messico e successivamente - all'inizio dell'anno scorso - è tornato nella controllata statunitense del Lingotto. Sergio Marchionne, presidente e amministratore delegato di Chrysler, ha spiegato in una nota che le nomine annunciate "fanno parte della strategia del gruppo di rafforzare costantemente la sua leadership mentre noi continuiamo sulla strada per raggiungere i nostri obiettivi di business".
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 15/4/2013)

venerdì 26 aprile 2013

Fiat 500: prodotto il primo milione di esemplari nello stabilimento di Tychy


Dalle linee di produzione dello stabilimento Fiat Auto Poland di Tychy è uscita la milionesima Fiat 500 prodotta in Polonia, il modello icona lanciato nel 2007 e commercializzato in 83 Paesi nel mondo: dall’Italia al Brasile, dal Sud Africa alla Polonia, dagli Stati Uniti al Giappone. Oltre che in Polonia, dal 2011 la Fiat 500 è anche realizzata nello stabilimento messicano di Toluca portando così la produzione totale a circa 1 milione 100 mila unità. Destinata al mercato italiano, l’esemplare “1.000.000” è una potente Abarth 500 1.4 da 135 CV di colore bianco. Il prestigioso traguardo di Tychy, raggiunto in 5 anni e 9 mesi dal lancio, segna un ulteriore passo nella storia di Fiat 500, un’auto che ha conquistato il pubblico e la critica internazionale come dimostrano gli oltre 40 premi mondiali finora vinti, compreso il prestigioso di "Car of The Year 2008", e più di 325 mila appassionati iscritti alla Fan Page ufficiale di Facebook. A questo palmares si aggiungono i numerosi record segnati da Fiat 500 nel proprio segmento, tra i quali ricordiamo: la prima city car ad offrire 7 airbag di serie, la prima a conquistare le 5 stelle EuroNCAP, la prima a rendere disponibile l’ESP evoluto sull’intera gamma, la prima vettura del Gruppo Fiat a portare al debutto la famiglia di propulsori bicilindrici TwinAir. Fiat 500 si è inoltre recentemente rinnovata con la gamma 2013 - versioni berlina e cabrio - introducendo numerose inedite tinte di carrozzeria, nuove versioni (per esempio Color Therapy) e altri dettagli stilistici che accentuano lo spirito allegro della vettura. Oggi 500 è proposta in numerosi allestimenti (Pop, Color Therapy, Lounge, S e "By Gucci") e motorizzazioni - 1.2 69 CV, 0.9 TwinAir Turbo 85 CV, 1.4 16v 100 CV e 1.3 Multijet 16v 95 CV - abbinati al cambio manuale oppure al cambio robotizzato sequenziale.
(Fonte: www.autoblog.it - 20/4/2013)

giovedì 25 aprile 2013

Marchionne: "Senza fusione Fiat e Chrysler non potrebbero sopravvivere"


Nè Fiat nè Chrysler sarebbero in grado di sopravvivere da sole. A ribadirlo è stato Sergio Marchionne, parlando a un gruppo di leader dell'industria dell'auto a Detroit, aggiungendo che al termine di questo difficile periodo di transizione per il settore resteranno soltanto cinque o sei grandi produttori mondiali. È in un simile scenario che la fusione tra la Fiat e la Chrysler è inevitabile, ha affermato giovedì sera l'a.d. di Fiat alla Society of Automotive Engineers World Congress. Marchionne ha illustrato a un pubblico di un migliaio di leader del settore dell'auto la sua visione per il futuro di Fiat-Chrysler. «Solo un'integrazione può creare le economie di scala per produrre almeno sei milioni di veicoli all'anno e consentire gli investimenti su larga scala necessari per offrire nuovi modelli». La convergenza e integrazione tra le due società, ha precisato, progrediscono ormai da anni soprattutto per le tre principali “architetture”, che produrrano l'80% del volume totale. Affrontando il tema dell'innovazione necessaria alla crescita futura, ha aggiunto che «nel settore automobilistico la globalizzazione ha permesso di costruire catene di fornitura altamente sofisticate». Sul fronte Chrysler, Fiat è in attesa di risolvere il contenzioso con il fondo sanitario Veba legato al sindacato UAW sul prezzo da pagare per rilevare il pacchetto del 41,5% dell'azienda americana non ancora in suo possesso e ottenere il controllo totale dell'azienda di Detroit (oggi Fiat possiede il 58,5%). Il tribunale potrebbe esprimersi a fine giugno e la fusione essere completata nel 2014, quando Marchionne festeggerà il decimo anno alla guida di Fiat che, ha sostenuto Marchionne in passato, ha sufficienti risorse per portare a termine la fusione. Al convegno di Detroit Marchionne ha anche colto l'occasione per lanciare un'accusa ai governi che impongono l'adozione di specifiche tecnologie per il risparmio energetico. Un riferimento ai regolamenti sulla produzione di auto elettriche varati negli stessi Stati Uniti. «Anche tenendo conto di tutti i sussidi offerti dallo stato, perderemo 10.000 dollari per ogni 500 elettrica venduta in California - ha detto l'amministratore delegato di Fiat -. Produrla su larga scala sarebbe quindi una sorta di masochismo industriale». La California obbliga tutte le case automobilistiche a vendere un prestabilito numero di auto elettriche ogni anno. Per Marchionne lo stato dovrebbe essere neutrale e non privilegiare una particolare tecnologia. «Oggi per esempio l'alternativa più pulita è il gas naturale» ha detto. L'a.d. ha comunque sottolineato che Fiat «è riconosciuta come il produttore europeo con la miglior performance ambientale» e che Chrysler ha aperto nuove frontiere all'efficienza producendo i primi pick-up a metano del Nord America. Le critiche di Marchionne hanno fatto eco a quelle pronunciate al convegno di Detroit poche ore prima dal vice presidente della General Motors Bob Lutz, che ha aspramente attaccato i requisiti sull'efficienza nei consumi varati dall'amministrazione Obama con scadenze nel 2017 e nel 2025. Secondo Lutz l'America dovrebbe piuttosto introdurre una tassa sulla benzina. Parlando del futuro, Marchionne ha inoltre ribadito che alla fine di questo periodo di consolidamento, emergeranno solo le case automobilisiche capaci di produrre almeno 6 milioni di veicoli all'anno. Per competere sarà necessario vendere almeno un milione di auto per ciascuna piattaforma, perchè lo sviluppo di ciascuna di queste ha un costo minimo di un miliardo di dollari. «In Europa - ha aggiunto Marchionne - abbiamo introdotto una strategia ben definita che ci permetterà di risolvere il problema della sovraccapacità nel segmento di mercato di massa nel corso dei prossimi anni, attraverso l'alta gamma con Alfa Romeo e Maserati e l'utilizzo di un eccesso di capacità per i mercati di esportazione al di fuori dell'Europa». Intanto le stime di un consensus di 21 analisti sul trimestre sono state pubblicate sul sito del Lingotto in attesa dei rispettivi consigli delle due società attesi per il 29 e 30 aprile. Nessuna sorpresa dal momento che già Sergio Marchionne aveva parlato di un trimestre «non eccezionale» per Fiat-Chrysler a causa della perdurare della crisi del mercato dell'auto in Europa e di un calo dell'utile della gestione ordinaria: per gli analisti si attesterà a 720 milioni, di cui 640 realizzati dalla casa di Detroit, rispetto agli 866 milioni dell'analogo periodo 2012, mentre l'utile netto dovrebbe ammontare a 150 milioni a fronte di 379 milioni e l'indebitamento netto industriale a 7,1 miliardi.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 20/4/2013)

mercoledì 24 aprile 2013

Salone di Shanghai: "assalto" alla Ferrari


A giudicare da quello che è successo al Salone dell'Automobile di Shanghai, viene da chiedersi se sia giusto che la Ferrari paghi per esporre. Il pubblico, davanti al nuovo modello a tiratura limitata in 499 esemplari "LaFerrari", è letteralmente impazzito con fotografi e cameraman che fin dalle prime ore di apertura del salone hanno preso d'assalto lo stand Ferrari, in attesa del momento in cui Amedeo Felisa, Amministratore Delegato della casa di Maranello, avrebbe svelato per la prima volta in Asia la nuova serie speciale limitata. “La Cina ha una grande importanza strategica per noi e continueremo ad investire su questo mercato” – ha ricordato Felisa nel suo intervento – “Ad oggi abbiamo già 25 dealership e vogliamo arrivare a quota 30 entro il 2013, per salire di altre cinque unità l’anno successivo”. Ecco perché poi le vendite volino anche su questo mercato così lontano: "Dopo le ottime performance della regione Grande Cina (Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong e Taiwan) - spiegano alla Ferrari - nel 2012, quando si è affermata come secondo mercato mondiale del Cavallino Rampante con quasi 800 vetture, sono positivi anche i risultati ottenuti nel primo trimestre di quest’anno. Particolare enfasi è stata dedicata dall’a.d. di Maranello al grande lavoro fatto dalla Ferrari sulla riduzione dei consumi e delle emissioni della gamma vetture, diminuiti del 40% nell’ultimo quinquennio a fronte di un aumento delle potenze di circa 100 HP. Che ci sia una grande attenzione alle tematiche ambientali in questo grande Paese lo ribadisce dall’adesione della Ferrari al progetto “One Million Tree”: sono stati ben 67.000 gli alberi piantati dall’azienda in una zona desertica della Cina per compensare le emissioni delle sue vetture che hanno circolato sul territorio cinese lo scorso anno".
(Fonte: www.repubblica.it - 21/4/2013)

martedì 23 aprile 2013

Wester (Maserati): "Nel 2014 previsioni per 13.000 Quattroporte e 25.000 Ghibli"


"Il diesel? Una scelta obbligata, se si vuol stare sul mercato europeo" Così risponde Harald Wester, numero uno della marca del Tridente, nel presentare la Ghibli, prima Maserati che nasce con l'opzione del motore a gasolio.
A gasolio, ma con caratteristiche da Maserati - "Se guardiamo ai risultati dei nostri concorrenti, vediamo che in questa categoria, in Europa, si vendono tre vetture a gasolio su quattro, in Gran Bretagna addirittura il 95%. E vale per tutti, Porsche compresa. Ovviamente serviva un diesel con le caratteristiche giuste per le nostre vetture, nelle prestazioni (la versione da 275 CV è accreditata di 250 orari, ndr), ma anche nel suono e nella qualità di marcia".
In estate sui mercati europei - Bocca cucita sui prezzi, invece: "La Ghibli starà sotto i 100mila euro" si limita a dire Wester, sebbene l'avvio della produzione sia ormai vicino, prima settimana di giugno, seguito a breve distanza dal lancio commerciale, in programma nel corso dell'estate sia per l'Europa sia per gli Stati Uniti. "Del resto il Nordamerica sarà il primo mercato per la Ghibli, seguito dal Medio Oriente e (forse) dall'Europa. A meno che la crisi non peggiori, nel qual caso farebbe meglio di noi pure l'Asia. Anche se qui vanno per la maggiore le berline più grandi, al punto che per la Quattroporte la Cina potrebbe presto diventare il primo mercato".
Quattroporte, oltre mille ordini in Cina - Tant'è che, espressamente per il mercato cinese, l'ammiraglia si è presentata al Salone di Shanghai anche con l'edizione meno potente del V6 benzina di tre litri, che dispone di "soli" 330 CV. "Su mercati come questo" spiega Wester "una larga parte della clientela non guarda tanto alla massima prestazione, sicché abbiamo pensato (come per la Ghibli del resto) di offrire una variante di motore più orientata alla coppia, con un'erogazione più morbida. In ogni caso, le prime avvisaglie sono quanto mai confortanti, in poche settimane qui in Cina abbiamo raccolto oltre mille ordini".
Gli obiettivi per il 2014 - Ma quando inizieranno le consegne della Quattroporte? "In Europa sono già partite, la rete ha già ricevuto i primi duecento esemplari, mentre negli Stati Uniti e in Cina inizieremo dal terzo trimestre. Ma la domanda c'è, tanto che nei giorni scorsi abbiamo annunciato per fine aprile l'introduzione di un secondo turno lavorativo nello stabilimento di Grugliasco (che come noto ha in carico sia la Quattroporte sia la Ghibli, ndr). Che a regime produrrà circa 200 vetture al giorno. L'obiettivo per il 2014, è di vendere 13mila Quattroporte e 25mila Ghibli".
La Levante e i futuri modelli del Biscione - Resta il dubbio che, a questo punto, in fabbrica ci sia spazio per una terza berlina, magari un'Alfa. "Per oggi parliamo di Maserati, taglia corto Wester, "dico solo che l'investimento effettuato sin qui è funzionale alla produzione di due vetture. Ne servirebbe uno aggiuntivo, anche se non di grande entità, per introdurne una terza e, magari, anche una quarta". A quando la Levante? Entro il 2014? "Difficile, più probabile che andremo al primo trimestre 2015".
(Fonte: www.quattroruote.it - 20/4/2013)

lunedì 22 aprile 2013

Mirafiori: accordo sulla cassa integrazione per la riorganizzazione dello stabilimento


Il prossimo 6 maggio Fiat avvierà un nuovo programma di cassa integrazione a Mirafiori in vista della riorganizzazione della fabbrica e del suo rilancio produttivo. I piani, di cui si è parlato a più riprese di recente, dopo l'accordo con i sindacati assumono uno spessore più significativo. La nuova cassa integrazione di Mirafiori durerà cinque mesi e si estenderà dunque ben oltre il precedente termine di luglio.
Oggi c'è solo la MiTo - Attualmente lo storico impianto torinese è praticamente fermo: dei 5.315 dipendenti, sono in 1.500 a lavorare, e solo per tre giorni al mese, sulle linee dell'Alfa Romeo MiTo, unico modello rimasto in fabbrica. Con la riorganizzazione, l'attuale stato di cose cambierà radicalmente.
Il primo nuovo arrivo: Maserati Levante - I primi investimenti, pari a circa venti milioni, saranno destinati a creare un polo a supporto delle attività industriali nel torinese e preparare la logistica per le linee Maserati: a Mirafiori, secondo i piani, vedrà la luce la Levante, inedita Suv del marchio modenese che concorrerà alla sua grande crescita commerciale programmata per i prossimi anni.
La "sorella" Alfa Romeo - Basata sulla piattaforma della Jeep Grand Cherokee, la Levante dovrebbe avere una versione a marchio Alfa Romeo. Sulla sport utility del Biscione, in ogni caso, è ancora presto per pronunciarsi, dal momento che non sono ancora chiare le sue dimensioni, né il suo segmento d'appartenenza. Secondo "La Repubblica", tuttavia, i lavori per le linee del modello Alfa Romeo partiranno nel corso dell'autunno.
Rinnovamento a 360 gradi - Nel processo di ristrutturazione sono previsti anche l'ammodernamento della pista di collaudo, in vista dell'arrivo dei nuovi modelli, nuove soluzioni per l'ergonomia e il risparmio energetico, il rifacimento di una parte delle officine di verniciatura e il trasferimento della lastratura dell'ex-Itca di Grugliasco. Anche i 333 addetti impiegati in questa sede rientreranno nel programma di cassa integrazione: secondo "La Stampa", i primi a spostarsi saranno i circa 50 addetti che lavorano sulla MiTo, che verranno poi seguiti dai colleghi impiegati sui modelli Maserati.
(Fonte: www.quattroruote.it - 17/4/2013)

domenica 21 aprile 2013

Marchionne e i 10 passi della svolta di Fiat


Sergio Marchionne ha celebrato se stesso nel corso dell'assemblea degli azionisti di Torino che ha approvato il bilancio 2012. Il manager ha sottolineato come dieci anni fa il gruppo fosse "sull'orlo dell'estinzione". Oggi "la realtà di allora non esiste più, i ricavi si sono più che triplicati, allora eravamo totalmente sbilanciati verso l'Europa. Eravamo l'undicesimo costruttore mondiale, oggi siamo i settimi. Siamo anni luce lontani da allora". Certo, di acqua sotto i ponti dal 2003 ne è passata: basti pensare che Gianni Agnelli moriva il 25 gennaio del 2003 e poco tempo dopo lo seguiva il fratello Umberto Agnelli. La fine di un'epoca. Oggi il Lingotto è una realtà completamente diversa: un gruppo mondiale anche se (ancora per poco) radicato a Torino, meno identificato con l'Italia e, forse anche per questo, dopo le aspre lotte sindacali che hanno portato alla rottura della Fiat con la Fiom, un po' meno amata. Ecco quindi i dieci punti essenziali del cambiamento:
1) La governance - Nel 2003 al vertice c'erano Umberto Agnelli e Giuseppe Morchio. John Elkann (attuale presidente ed erede designato dell'Avvocato) e Marchionne (a.d. dal giugno del 2004) sedevano nel cda. Tra i consiglieri non c'era nessuna donna. La svolta rosa risale solo allo scorso anno: Christine Morin Postel è la prima donna in oltre cent'anni di storia a varcare la soglia del cda del Ligotto, Maria Patrizia Grieco quella di Fiat Industrial.
2) Gli azionisti - La quota di riferimento, messa in salvo grazie al noto "equity swap", oggi come ieri apparteneva alla famiglia torinese (nel 2003, il 30% faceva capo a Ifil, oggi a Exor erede delle finanziarie del gruppo). Dieci anni fa tuttavia erano presenti i libici della Lia e le banche (Mediobanca, Generali, San Paolo Imi) entrate con l'inevitabile salvataggio del gruppo avvenuto con un aumento di capitale nel corso del 2003. Oggi, con quote superiori al 2%, ci sono solo istituzionali (Vanguard International al 2,1% e Ballie Gifford al 2% in Fiat e Harris Associates e il Fondo Sovrano di Singapore in Fiat Industrial).
3) La Borsa - Nell'aprile del 2003 il titolo viaggiava intorno ai 6,2 euro. Oggi Fiato Auto ha chiuso a 4,03 euro e Fiat Industrial a 8,5 euro.
4) I conti - Forse l'aspetto più impressionante. Fiat chiudeva il 2003 con 47 miliardi di fatturato e una perdita netta di 1,9 miliardi. Nel 2012, nonostante il freno dell'Europa, Fiat ha registrato un giro d'affari di 84 miliardi e un utile netto di 1,4. Fiat Industrial ha invece brindato a un utile netto di 921 milioni di euro su un giro d'affari di 25,8 miliardi.
5) Struttura più leggera e addio a partecipazioni non strategiche - Il processo di riorganizzazione e di semplificazione avviato nel 2003 (che conta, tra il resto, l'addio a Toro) è ormai definito o quasi. Tra le eredità di un passato, in cui il Lingotto era a tutti gli effetti nel circolo dei tra i salotti buoni di Piazza Affari, può ormai ricomprendersi a tutti gli effetti solo il 10,4% di Rcs, chiaramente legato al patto di sindacato.
6) L'espansione nei Paesi emergenti e in America - Una strategia vincente, vista la recessione in corso in Europa.
7) La rottura con GM nel 2005 - Grazie alla fine del matrimonio con GM, che risaliva al 2000, Marchionne ha portato a Torino 1,55 miliardi di euro. Il manager con un colpo di scena aveva minacciato gli americani dell'esercizio della put, ovvero li avrebbe obbligati all'acquisto, uno shopping che GM non poteva più permettersi.
8) L'acquisto di Chrysler nel 2009 - Oggi l'obiettivo, come ribadito da Marchionne, è l'unione delle due realtà. E ci sono ottime possibilità che questo accada prima del giugno del 2014.
9) Lo spin-off di Fiat Industrial - Dalla prima seduta del 2011 sono quotati in borsa due titoli distinti, Fiat Industrial e Fiat S.p.A., così da meglio valorizzare le diverse attività del gruppo. Come Marchionne aveva spiegato all'epoca, i diversi business (macchinari industriali e auto) ormai non avevano più punti in comune.
10) La contesa con Fiom e l'uscita da Confindustria - Quest'ultima, annunciata dalla fine del 2011, è operativa dal 2012.
(Fonte: http://economia.panorama.it - 9/4/2013)

sabato 20 aprile 2013

Elkann: il 2012 è il miglior anno di sempre per Fiat-Chrysler


''Il 2012 è stato il miglior anno di sempre nella storia pluricentenaria di Fiat e Chrysler''. Nella lettera agli azionisti di Exor, holding del gruppo Agnelli, il presidente John Elkann sottolinea i ''grandi risultati'' raggiunti dal gruppo in un contesto molto difficile, con il mercato europeo dell'auto in forte calo e ancor più quello italiano. ''Questo dimostra quanto profonda sia stata la trasformazione di Fiat-Chrysler, i cui ricavi oggi derivano dall'Italia per meno del 10%, rispetto a circa il 50% di dieci anni fa'' afferma Elkann, che riconosce a Sergio Marchionne il merito di avere ''saputo preservare il capitale, rimandando gli investimenti in nuovi modelli mentre tutti andavano dicendo che bisognava fare il contrario''. ''Fiat-Chrysler è fortunata - dice Elkann agli azionisti citando John Maynard Keynes - perché Sergio sa molto bene quanto sia rischioso basarsi sul senso comune. Infatti invece di chiudere le fabbriche e tagliare posti di lavoro, come si farebbe dando ascolto ai più, Fiat-Chrysler ha deciso di non rinunciare all'Europa e di utilizzare gran parte della sua capacità produttiva e dei suoi lavoratori per dare vita a prodotti premium con i prestigiosi marchi italiani Maserati e Alfa Romeo''. Proprio oggi inizia, in attesa dell'annuncio dell'investimento, il cammino verso la nuova Mirafiori, con l'accordo tra Fiat e sindacati per trasformare la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione in cassa per riorganizzazione fino a settembre. Bene il titolo del Lingotto che chiude in crescita del 2,37%. Agli azionisti di Exor, che avranno un dividendo invariato rispetto al 2012 (0,3350 euro per azione ordinaria, 0,3867 per privilegiata e 0,4131 le risparmio), Elkann garantisce un risultato 2013 positivo dopo un esercizio chiuso con un utile consolidato in calo da 504,2 a 398,2 milioni, mentre il valore netto degli attivi (Nav) sale a 7,6 miliardi. L'assemblea, che l'anno scorso si era svolta allo Juventus Stadium, avrà anche quest'anno - la convocazione è per il 30 maggio - un'inedita sede, il Fiat Industrial Village di Torino, lo show-room di 23.000 mq di Torino, con la possibilità per gli azionisti di testare i camion Iveco. Anche per Exor il 2012 è stato un anno di cambiamento, all'insegna della semplificazione. ''Era il principale obiettivo - spiega Elkann - che ci eravamo posti per il 2012: abbiamo ceduto 3 società (Alpitour, Btg Pactual e Vision); abbiamo poi chiuso la partnership JRE in Cina e in India e ridotto la nostra partecipazione in Sequana dal 28,4 al 18,74%''. Unica nota negativa l'investimento in Vision, società di gestione del risparmio con sede a Hong Kong. ''Cercheremo di migliorare ancora - afferma il presidente di Exor - in termini di chiarezza e di concentrazione, tenendo però bene a mente la raccomandazione di Albert Einstein: 'Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, ma non più semplice di cosi'''. Tra gli investimenti effettuati Elkann cita quello in Almacantar, ''che sta crescendo molto bene'', mentre Cushman & Wakefield ''ha attraversato bene la tempesta ed è ora assestata''.
(Fonte: www.ansa.it - 17/4/2013)

venerdì 19 aprile 2013

Jeep Cherokee: in Cina si chiamerà "Zi You Guang" ("Luce della Libertà")


"Zi You Guang" è un’espressione cinese traducibile in "Luce della Libertà". Zi You Guang è anche il nome scelto dalla filiale cinese del marchio Jeep per la nuova Cherokee, che verrà dunque ribattezzata Jeep Zi You Guang. L’azienda statunitense non ha ovviamente previsto alcuna modifica di carattere estetico – scrive CarNewsChina –, scegliendo invece di mantenere un evidente legame con la tradizione: l’espressione "Luce della Libertà" rimanda evidentemente al nome Liberty, utilizzato dalla Jeep Cherokee negli Stati Uniti e che sarà presto abbandonato (anche oltreoceano verrà impiegato il nome Cherokee). Lo stesso sito cinese informa poi che la Jeep Cherokee di seconda generazione fu venduta nella Repubblica Popolare come "Qinuoji", ovvero un’espressione priva di senso ma dalla fonia simile a Cherokee. La Jeep Cherokee verrà prodotta in Cina da una joint-venture fra Guangzhou e Fiat, collaborazione inaugurata dalla Fiat Viaggio. Sarà in vendita con il motore 1.4 T-Jet nelle varianti da 120 CV e 150 CV, entrambe abbinate al cambio manuale a cinque rapporti o all’automatico doppia frizione DCT (non è inizialmente previsto il 2.4 benzina). La Jeep Cherokee utilizza un’evoluzione del pianale C-Evo, denominato Compact U.S. Wide (CUS-wide) e realizzato per il 65% grazie all’uso di acciai ad alta resistenza, con sospensioni anteriori MacPherson e posteriori multi-link. Il sistema di trazione integrale è declinato in tre versioni. Il Jeep Active Drive I non richiede alcun intervento del conducente e gestisce la distribuzione della coppia fra i due assi in modo automatico; il Jeep Active Drive II prevede l’assetto rialzato di 1.6 centimetri ed un più sofisticato sistema di gestione; il Jeep Active Drive Lock rappresenta un evoluzione del Jeep Active Drive II a cui integra un differenziale posteriore bloccabile.
(Fonte: www.carnewschina.com - 14/4/2013)

giovedì 18 aprile 2013

Fiat-Chrysler e le eccellenze del Sud Italia (2): a Adler Plastic i telai dell'Alfa Romeo 4C


Un investimento pubblico-privato da alcune decine di milioni di euro, una capacità di produzione pari a 20 telai in fibra di carbonio al giorno per sei anni, oltre 200 dipendenti, di cui un centinaio riassorbiti dalla Cig (ex Benfil e Tessival). Sono alcuni dei numeri della Adler Plastic, la fabbrica high-tech inaugurata il 26 marzo 2013 nell'ex polo tessile di Airola (Benevento) che si segnala come il più grande stabilimento industriale italiano (38 mila metri quadri di capannone rimessi a nuovo in meno di un anno) destinato alla produzione di componenti in fibra di carbonio per l'industria automotive. Adler Plastic ha ottenuto da Fiat la commessa per la produzione del telaio della Alfa Romeo 4C, un coupé di nuova concezione dal telaio leggerissimo e dai consumi contenuti per un impatto ambientale particolarmente basso. «Siamo i primi in Italia», ha spiegato il presidente del gruppo Adler, il napoletano Paolo Scudieri, «a produrre telai solo in fibra di carbonio, un record per la Campania che conferma la nostra grande tradizione nel campo dell'automotive». Scudieri è partito con un investimento personale pari a 12 milioni cui si aggiungono fondi pubblici legati a vari contratti di programma e destinati ai servizi. Dovrebbero essere sbloccati a inizio aprile altri 30 milioni del Pac destinati all'area di crisi di Airola (42 le aziende che hanno fatto domanda). «Nonostante il perdurare della crisi», ha detto Scudieri, «oggi scriviamo una pagina positiva. Lo facciamo scommettendo sui nostri valori di riferimento: l'innovazione e l'internazionalizzazione, senza dimenticare il territorio». Lo sbarco sul mercato dell'auto è stato previsto per settembre. Una curiosità: del progetto fa parte anche un'azienda inglese, la Amber, che ha deciso di stabilirsi presto ad Airola per fornire il carbonio da lavorare in Adler.
(Fonte: www.lettera43.it - 26/3/2013)

mercoledì 17 aprile 2013

Fiat-Chrysler e le eccellenze del Sud Italia (1): a CMD le testate per i diesel VM


Produrrà ogni anno oltre 130mila testate di nuovi motori diesel VM per le nuove Maserati Ghibli e Jeep "Grand Cherokee": ha ottenuto infatti una nuova e importante commessa da 100 milioni per cinque anni la CMD (Costruzioni Motori Diesel) che, per farvi fronte, si è dotata, nello stabilimento di Atella (Potenza), di una linea produttiva inaugurata il 18 marzo. Si tratta di un impianto fornito dalla tedesca SW, completamente robotizzato, che ha richiesto un investimento di 10 milioni. Per la prima volta un propulsore diesel verrà installato nel cofano di una Maserati, più precisamente un V6 di 3.0 litri da oltre 250 CV, capace di offrire prestazioni adeguate al blasone del marchio, in alternativa al V6 benzina. L'auto sarà presentata in Cina in aprile, al Salone di Shanghai. CMD ha già pronto un nuovo prototipo di motore diesel per il settore aeronautico, studiato per velivoli o droni e risponde a caratteristiche prestazionali acrobatiche. Tale propulsore in realtà copre un vuoto produttivo in campo mondiale. «Stiamo valutando – dice il presidente di CMD, Salvatore Antonio De Biasio – tra le possibilità che il mercato mondiale offre, quale è la più interessante applicazione». Il progetto ha impegnato un investimento di 6 milioni, in parte sostenuto con un contributo della legge statale 297 del 1999. Per CMD la ricerca è attività intensa a cui dedica investimenti pari all'11% del proprio fatturato annuo, che nel 2012 ha quasi raggiunto i 22 milioni. L'azienda nasce nel 1970: Bruno Negri, padre di Mariano, oggi amministratore delegato, fonda a Capodrise (Caserta) la Fratelli Negri Macchine Diesel, azienda di progettazione e di produzione di motori, oggi utilizzati da alcune delle più importanti case automobilistiche, Fiat, Audi, Ford, e Volkswagen. Vent'anni dopo, nel 1990, figli e nipoti costituiscono la Costruzioni Motori Diesel S.p.A. . CMD nel 2000 comincia a produrre propulsori nautici diesel e turbodiesel per applicazioni entrobordo ed entrofuoribordo, che vengono commercializzati con il marchio FNM, segmento che oggi rappresenta il 25% del core business aziendale nonostante la crisi del mercato nautico nazionale. Nel 2007 è la volta dei motori per l'aeronautica. Oggi CMD occupa circa 150 persone in Italia, con una sede a San Nicola La Strada (Caserta), due impianti ad Atella (Potenza), un centro di ricerca, sempre nel Casertano, e una base logistica a Morra De Sanctis, in Irpinia. Dal 2004 è presente in Cina con un proprio stabilimento a Changsha, nella provincia dello Hunan, dove al momento sono impiegate più di 300 persone.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 16/3/2013)

martedì 16 aprile 2013

Fiat 500e: noleggio o vendita in California


Fiat ha comunicato il prezzo di listino della 500e per il mercato californiano, dove sarà disponibile a partire da 32.500 dollari (circa 24.500 euro al cambio attuale), con rata mensile di 199 dollari per il noleggio a 36 mesi, identica a quella dei modelli a benzina. Grazie agli incentivi governativi, i clienti californiani potranno pagare la vettura elettrica italo-americana a partire da 20.500 dollari (circa 15.700 euro al cambio attuale), prezzo che comprende anche l'innnovativo servizio 500e Pass, che offre un pacchetto prepagato per noleggiare vetture tradizionali per spostamenti a lungo raggio.
Sotto controllo con un'app - Ai clienti della 500e verrà inoltre dedicata una linea telefonica riservata, da contattare anche nei giorni di chiusura delle concessionarie ufficiali, per chiarire qualunque dubbio sull'utilizzo della propria vettura. La 500e viene offerta di serie con sistema di navigazione satellitare, che permette di raggiungere i punti di ricarica predisposti e valutare il range ottimale di utilizzo in base allo stato di carica delle batterie. Questo dato, insieme ad altre informazioni, può essere consultato anche in remoto tramite l'app dedicata per smartphone, sviluppata su piattaforma Apple e Android.
Aerodinamica specifica - Secondo i dati di omologazione Epa, la 500e può percorrere circa 87 miglia (circa 140 km) con una carica completa delle batterie, che richiede circa quattro ore. Alla riduzione dei consumi contribuisce il disegno dedicato di paraurti, profili aerodinamici e cerchi in lega, un intervento che ha richiesto oltre 140 ore in galleria del vento per ridurre il Cx del 13% fino a 0,31.
(Fonte: www.quattroruote.it - 15/4/2013)

lunedì 15 aprile 2013

Una Fiat 500L da 10.900 Euro per la Serbia


Fiat ha deciso di produrre una versione particolarmente economica della 500L, destinata al mercato della Serbia, la nazione che ospita la fabbrica di Kragujevac dove nasce il modello. Secondo le indicazioni provenienti dalla filiale locale della Casa, la nuova versione sarà proposta a 10.900 Euro.
L'ha anticipato il Ministro delle Finanze - La notizia, ripresa da Automotive News e dal direttore di Quattroruote sul suo account Twitter, è stata anticipata dal quotidiano locale Blic, che cita il Ministro delle Finanze Mladjan Dinkic.
Il governo di Belgrado continua a investire - La fabbrica, costruita con un investimento di un miliardo di euro è posseduta per il 67% da Fiat e per il restante 33 dal Governo di Belgrado: la Serbia metterà a disposizione dell'impianto un ulteriore finanziamento, volto a supportare l'assunzione di altri 1.400 dipendenti per la produzione del nuovo modello d'ingresso. Per ciascun nuovo assunto verrà corrisposto alla Casa un contributo una tantum pari a 10.000 Euro.
Le condizioni per Fiat - Il provvedimento rientra nel programma di lotta alla disoccupazione del governo serbo, che deve contrastare un tasso di non impiegati pari a circa il 25% della popolazione in età lavorativa. Per farlo, a Belgrado puntano con convinzione soprattutto sugli investimenti provenienti dall'estero. I contributi pubblici verranno erogati a condizione che Fiat si impegni con le banche e le compagnie di leasing locali ad offrire finanziamenti quinquennali al 3% in Euro, la valuta preferita nel Paese, candidato a entrare nell'Unione Europea.
Volumi in crescita per la 500L - La Serbia intende incrementare il proprio export del 25%, portando il suo valore a 11 miliardi nel 2013. Il 20% di questa cifra sarà rappresentato dal settore auto e Fiat, che punta a produrre un volume di 500L compreso tra 110.000 e 180.000 unità, svolgerà un ruolo cruciale per la crescita delle esportazioni del Paese.
(Fonte: www.quattroruote.it - 27/3/2013)

domenica 14 aprile 2013

Alfa Romeo-Audi: resistere alla tentazione?


Secondo gli ultimi rumors rilanciati dal sito "wardsauto.com", l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, e quello di Audi, Rupert Stadler, starebbero per chiudere una transazione significativa nel breve periodo. Al centro delle trattative ci sarebbero cessioni da parte del gruppo Fiat ad Audi. In particolare, si starebbe valutando la vendita di Alfa Romeo insieme alla fabbrica di Pomigliano o, in alternativa, di Magneti Marelli. Nel primo caso Fiat potrebbe incassare una cifra di circa 2,5 miliardi di euro, mentre nel secondo più di 1,5 miliardi. L’obiettivo della transazione per Marchionne sarebbe quello di ottenere le risorse necessarie per arrivare all’agognato 100% di Chrysler prima che la corte del Delaware si pronunci o prima che il Veba (il sindacato americano) riesca nell’intento di quotare Chrysler. Il tribunale americano è stato chiamato in causa quando tra Fiat e i sindacati americani non si è raggiunto un accordo sul prezzo delle azioni Chrysler in mano a questi ultimi che il Lingotto ha diritto di comprare. Risolvere ogni controversia con un acquisto per cassa che eviti decisioni sfavorevoli dei giudici o che annulli il rischio di quotazione con conseguente rialzo dei prezzi (per comprendere il rischio basta guardare un qualsiasi grafico di un indice azionario americano alle stelle per l’eccesso di liquidità) consentirebbe a Fiat di chiudere, con un indubbio successo, la “partita-Chrysler” una volta per tutte. L’acquisizione sposterebbe definitivamente il baricentro del nuovo gruppo verso il Nord-America, posizionandolo in un mercato estremamente più vivo di quello agonizzante che c’è in Europa, con le auto vendute in calo drammatico e una competizione feroce che vede i governi, come quello francese, aiutare materialmente le aziende di casa in difficoltà. Marchionne ha smentito più volte la cessione di Alfa Romeo, annunciando a più riprese un rilancio in grande stile che però non è mai avvenuto. Per questo stesso fatto i rumors di cessione, nonostante le ripetute smentite, non sono mai finiti; nel mercato auto sono evidenti le potenzialità enormi di un marchio che gode ancora oggi di un fascino e di una reputazione unici tra i consumatori, che associano al “biscione” anche gli aspetti migliori dell’italianità in termini di eleganza e prestazioni (Ferrari, Lamborghini e Maserati, dopotutto, sono “italiane”). Allo stesso modo sono evidenti le potenzialità, davvero enormi, che il marchio potrebbe avere se gestito diversamente, con investimenti importanti e una rete commerciale diffusa. Il gruppo Volkswagen, tramite Audi, sarebbe quanto di meglio per fare in modo che il marchio Alfa possa annullare la differenza, oggi molto importante, tra potenzialità e realtà attuale. Per quanto la cessione di Alfa possa consentire a Fiat un incasso da capogiro e la desiderata riduzione di capacità produttiva in Italia, Marchionne non sembra però intenzionato a premere il grilletto della cessione. I motivi che normalmente spiegano questa decisione sono che la vendita di Alfa sarebbe difficilmente sostenibile in termini di immagine e nei rapporti coi sindacati. È molto più probabile, però, che i motivi siano di natura industriale e, soprattutto, competitiva. Con la cessione di Alfa a un gruppo come Volkswagen, Fiat creerebbe un concorrente assai temibile anche in Italia e in Europa; molto meglio tenersi il marchio, anche se del tutto depotenziato, piuttosto che questa eventualità. Nella genesi di un rumor che ormai si presenta puntuale da almento tre anni, nonostante le smentite, concorrono quindi una serie di considerazioni di buon senso: l’esigenza di cassa di Fiat per completare l’acquisizione di Chrysler, un marchio con grandi potenzialità ma sottoutilizzato e infine la volontà del gruppo Volkswagen, ben testimoniata dalla recente acquisizione di Ducati, di aggiungere al proprio portafoglio un marchio che possa essere sportivo e premium insieme con quel tocco italiano che non solo non guasta, ma che conferisce al tutto un fascino particolare. La cessione di Magneti Marelli potrebbe però consentire al gruppo Fiat di raggiungere comunque l’obiettivo Chrysler ma, evidentemente, non avrebbe lo stesso impatto dirompente sul mercato. Rimane sullo sfondo, però, un’altra questione non secondaria. L’altra "questione" è l’interesse industriale dell’Italia. Se Audi/Volkswagen garantisse il pieno utilizzo di un impianto, magari in una regione dall’economia particolarmente depressa, in un settore che ancora oggi impiega uomini a migliaia e magari una presenza in termini di ricerca e sviluppo (il design?), l’interesse industriale dell’Italia sarebbe evidente. Se qualcuno si facesse carico di questo interesse (sindacati, politici, informazione) si potrebbe immaginare un futuro migliore per Alfa a tutto vantaggio dell’Italia. Fiat vuole con tutte le forze Chrysler, la quotazione a New York come mercato primario e sta facendo fare gli investimenti alla stessa Chrysler. Tra Audi/Volkswagen e Fiat qual è il gruppo “italiano”, a parte una tradizione ormai passata? Probabilmente nessuno dei due, e quindi la valutazione si dovrebbe spostare su un piano molto più pratico, dove le domande giuste sono quelle su chi investe di più e meglio sul suolo italiano.
(Fonte: http://wardsauto.com - 28/3/2013)

sabato 13 aprile 2013

Alfa Romeo Giulietta è "Fast&Furious 6"


Per gli amanti del genere, il film “Fast&Furious” è un vero cult movie. Il sesto episodio della fortunata saga dedicata ai motori e alla velocità vede coinvolta l’Alfa Romeo Giulietta, tra l’altro protagonista in questi giorni di una sorprendente campagna pubblicitaria. Il film vede la regia di Justin Lin, mentre i protagonisti sono gli attori Vin Diesel (Toretto), Dwayne Johnson (Hobbs), Paul Walker (O'Conner), Michelle Rodriguez (Letty), e sarà presentato in anteprima mondiale a Londra il prossimo 7 maggio (in Italia uscirà il 22 maggio). Fast&Furious 6 è stato ambientato nella capitale inglese ed è la prima volta che la serie viene girata in Europa. Una delle scene più emozionanti della pellicola si svolge proprio a Londra, con una rocambolesca corsa che vede O'Conner e Letty a bordo di una scattante Alfa Romeo Giulietta, come sottolineano alla Casa del Biscione: “In particolare, la vettura prima “sbarca” da un enorme Antonov in fase di decollo, poi cerca di fermare la rincorsa dell'aereo cargo con un inseguimento mozzafiato. Alla fine avrà ragione la Giulietta che, grazie alle prestazioni brillanti del modello e al coraggio dei due protagonisti, porterà l'aeromobile ad uscire rovinosamente dalla pista di decollo. Le stesse emozionanti scene sono state impiegate per il nuovo spot di Giulietta che è on air sulle principali reti televisive nazionali. Si tratta di un vero e proprio trailer cinematografico che promuove sia l'imminente uscita del film sia il modello che tanto successo sta riscuotendo nel mondo: in termini assoluti, dal lancio - maggio 2010 - ad oggi le Giulietta ordinate in tutto il mondo sono state oltre 192.000 unità. Inoltre, nel 2012 Giulietta ha registrato una quota nel suo segmento del 21,59% in Italia, dove per diversi mesi è stata la più venduta berlina compatta 5 porte del segmento”. La campagna di comunicazione studiata dagli strateghi del marketing del brand sportivo del gruppo Fiat prevede, inoltre, un “porte aperte” dedicato alla Giulietta, in programma il 13 e 14 aprile. Per l'occasione, grazie anche al contributo dei concessionari, la versione equipaggiata con il cambio sequenziale sportivo Alfa TCT sarà offerta allo stesso prezzo di quella con il cambio manuale (fino al 30 aprile, ad esempio, la Giulietta 1.4 TB 170 Cv TCT Distinctive è in vendita al prezzo promozionale di 24.810 euro). Grazie a questa promozione sarà possibile acquistare una delle versioni più richieste della Giulietta, ovvero quella dotata di cambio sequenziale sportivo Alfa TCT, capace di abbinare il piacere di guida con la massima efficienza.
(Fonte: www.repubblica.it - 8/4/2013)

venerdì 12 aprile 2013

Fiat Punto: iniziative speciali per i 20 anni


Fiat si prepara a festeggiare i 20 anni della Punto, presentata al Salone di Francoforte del 1993, con una serie di iniziative promozionali, tra cui un concorso realizzato in collaborazione con la nostra testata che mette in palio una Punto Easy cinque porte 1.3 Multijet 85 CV, speciali test drive organizzati da Quattroruote e altri gadget griffati Fiat.
Il sito del concorso - Attraverso il portale "punto20.quattroruote.it" i lettori potranno inviare un video di 30 secondi in cui descrivono i record stabiliti con il proprio esemplare: il numero di km percorsi, le città visitate, il numero di Punto possedute oppure un'avventura vissuta con la propria vettura. I vincitori potranno veder inseriti i propri contributi nella nuova campagna pubblicitaria.
La gamma 2013 - La Fiat Punto si rinnova anche con inedite offerte commerciali: la gamma 2013 prevede gli allestimenti Easy e Lounge abbinabili alle carrozzerie a tre e cinque porte e a otto motorizzazioni, tra benzina (1.2 69 CV, 0.9 Twinair 85 CV e 1.4 77 CV), diesel (1.3 MultiJet 75, 85 e 95 CV), metano (1.4 70 CV) e Gpl (1.4 77 CV).
I pacchetti di accessori - In opzione sono disponibili il Pack Comfort (800 euro), che comprende climatizzatore e sensori di parcheggio, e il Pack Techno (800 euro), che comprende radio Cd Mp3 e navigatore TomTom Go Live per la Easy e sistema Blue&me con navigatore e cruise control per la Lounge. Viene infine proposto a 1.600 euro il Pack Sport Look, che sulla Easy benzina e diesel con cambio manuale offre cerchi in lega da 16", assetto sportivo, fendinebbia con funzione cornering, vetri oscurati, gruppi ottici con fondo scuro, montanti nero lucido, terminale di scarico cromato, spoiler posteriore, minigonne, inserti Tarmac per la plancia, volante e pomello cambio in pelle, finitura interna nera del padiglione e sedili in tessuto Sportex nero e grigio.
La promozione sulla base - I prezzi di listino sono compresi tra 11.900 e 17.500 euro, ma proprio in occasione dei festeggiamenti per i 20 anni del modello viene proposta anche una speciale versione 1.2 Easy 69 CV tre porte con climatizzatore, Esp, radio Cd Mp3 e navigatore TomTom Go Live a 9.800 euro, con una vantaggiosa formula di finanziamento, disponibile fino al 15 aprile.
Nata per sostituire la Uno - Fiat ha venduto in Europa ben 8,7 milioni di esemplari della Punto, nata per sostuire la Uno e vincitrice del titolo "Auto dell'Anno 1995". Fin dal suo debutto, il modello ha offerto un'ampia gamma di varianti, come la turbodiesel TD70, la GT 1.4 Turbo 136 CV, la Selecta con cambio CVT, la Cabrio disegnata da Bertone e la Sporting con cambio a sei marce.
La seconda e la terza serie - Nel 1999 viene presentata la seconda serie, sulla quale debutta il 1.9 Jtd common rail, il servosterzo elettrico con funzione City e il cambio robotizzato Speedgear. Nel 2003 è la volta del 1.3 Multijet, nella sua prima versione da 70 CV e della prima bi-fuel a metano, mentre è del 2005 il debutto della Grande Punto, cresciuta nelle dimensioni, negli standard di sicurezza e nelle dotazioni. Nel 2009, infine, è la volta della Punto Evo, giunta fino a oggi con aggiornamenti continui, contenuti tecnologici come il sistema Blue&Me e il software Eco:Drive, e un'ampia gamma di propulsori.
(Fonte: www.quattroruote.it - 4/4/2013)

giovedì 11 aprile 2013

Maserati Ghibli: ecco le prime foto ufficiali!


Nuovo corso Maserati, atto secondo. La Casa del Tridente ha diffuso le prime immagini ufficiali della nuova Ghibli, il modello che segnerà l'ingresso del marchio del Tridente nel segmento E. La nuova berlina, che sarà presentata nei prossimi giorni al Salone di Shanghai, può essere considerata in tutto e per tutto una figlia della Quattroporte, dal momento che nascerà su una versione accorciata della piattaforma utilizzata dall'ammiraglia.
Poco sopra i cinque metri - Dal modello di categoria superiore, caratterizzato da una lunghezza di 5,26 metri, la Ghibli riprenderà anche le dimensioni generose: la nuova Maserati dovrebbe superare di un soffio i cinque metri, offrendo qualche centimetro in più rispetto alle dirette rivali, come le Mercedes-Benz Classe E e CLS e le BMW Serie 5 e Serie 6 Gran Coupé.
Due V6: il 3.0 benzina... - Anche la gamma motori deve molto alla Quattroporte: la Ghibli non adotterà il 3.8 V8 biturbo da 530 CV, ma sarà in ogni caso equipaggiata con il 3.0 V6 con doppia sovralimentazione da 410 CV. Come sulla Quattroporte, il sei cilindri sarà disponbile sia con la trazione posteriore sia con la nuova integrale Q4.
...e il turbodiesel - Oltre al benzina sviluppato dalla Ferrari, sulla Ghibli ci sarà spazio per un'importante novità per il marchio, l'inedito 3.0 V6 biturbo diesel. L'unità, realizzata dalla VM, è accreditata, secondo le nostre informazioni, di 270 CV circa. Sia l'unità a benzina sia quella a gasolio saranno abbinate al noto cambio automatico otto marce sviluppato dalla ZF.
Il futuro passa da Grugliasco - Il modello, che sarà prodotto nel rinnovato impianto di Grugliasco intitolato a Gianni Agnelli, svolgerà un ruolo cruciale nella nuova strategia globale della Casa, che intende raggiungere volumi pari a 50.000 unità l'anno. L'impianto alle porte di Torino avrà una capacità produttiva iniziale di 200 unità al giorno, ma è già pronto per raddoppiare i volumi, in vista della produzione di altri modelli, non solo a marchio Maserati.
(Fonte: www.quattroruote.it - 9/4/2013)

mercoledì 10 aprile 2013

Marchionne agli azionisti Fiat: "Target raggiunti, fusione con Chrysler inevitabile"


«Negli ultimi mesi in Europa sono esplose molte delle contraddizioni che avevamo previsto e segnalato da tempo. Diversi costruttori sono entrati in crisi profonda e hanno annunciato licenziamenti e chiusure di stabilimenti. Ma noi no: noi manterremo l’occupazione». Così, con malcelato orgoglio, il presidente di Fiat, John Elkann, ha oggi aperto i lavori dell’assemblea del gruppo, convocata per approvare i conti 2012. L’amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha a sua volta sottolineato che il gruppo lo scorso anno ha chiuso con il più alto risultato della gestione ordinaria nei suoi 114 anni di vita. «Fiat-Chrysler è oggi un gruppo forte, in crescita e attento alla sostenibilità - ha detto ancora Elkann - Quando parlo della forza di Fiat-Chrysler mi riferisco ai suoi numeri: nel 2012 i ricavi hanno sfiorato gli 84 miliardi di euro, l’utile della gestione ordinaria ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro. Abbiamo venduto più di 4 milioni di automobili e veicoli commerciali». Nessun dividendo agli azionisti, ma, come ha spiegato il manager italo-canadese, «per mantenere un’elevata liquidità». Certo, la situazione nel Vecchio Continente continua a essere pesantissima e Marchionne non lo nasconde. «Nel mercato europeo rimangono significativi livelli di incertezza. A fine aprile, quando pubblicheremo i dati del secondo trimestre - ha spiegato l’ad - aggiorneremo i target 2013 per le varie aree geografiche». Poi ha spiegato che le condizioni dei mercati dell’America del Nord, dell’America Latina e dell’Asia «continuano a supportare le nostre proiezioni, mentre per il mercato europeo rimangono significativi livelli di incertezza». Il Lingotto confida che le attività auto in Europa nel 2015-2016 arriveranno al pareggio operativo. Ma, per quanto riguarda l’Italia, resta oggi un problema di governabilità. «La certezza di gestione del Paese è essenziale per gestire qualsiasi realtà industriale - ha ricordato il manager - Spero che si faccia in fretta a fare un governo per ridare all’Italia, anche a livello internazionale, quella credibilità necessaria per andare avanti». Marchionne mette le mani avanti. «Prevedo che il mercato sia in ulteriore calo in Italia, sta peggiorando di giorno in giorno. Per la prima volta non riesco a vedere il fondo. Se qualcuno mi avesse detto che nel 2013 saremmo arrivati a 1,3 milioni di auto non gli avrei mai creduto. La cosa buona è che Fiat ha la forza finanziaria e operativa per potere gestire questo calo». Fiat, ha precisato Marchionne, avrebbe potuto «chiudere uno o più stabilimenti in Italia», ma ha cercato un punto di equilibrio tra logiche industriali e responsabilità sociale: questa è la ragione per cui alla via più facile abbiamo preferito quella del coraggio e della responsabilità». C’è poi il capitolo della fusione fra Fiat e Chrysler. «E’ inevitabile - ha detto Marchionne - ma non vedo la soluzione entro il trimestre. Spero che entro la fine dell’anno avremo più certezze su come raggiungerla». L’ad si è spinto a fare qualche previsione. «Abbiamo più del 50% di probabilità di chiudere l’operazione entro giugno 2014, quando farò dieci anni di Fiat. Scommetterei che è così, ma io non scommetto». In vista dell’acquisizione delle quote Chrysler e della fusione, Fiat dovrà rafforzare il capitale nel medio-lungo periodo. «Stiamo analizzando come fare - ha aggiunto Marchionne - abbiamo tantissime alternative ma è prematuro parlarne adesso. L’aumento di capitale non è sul nostro tavolo, non è necessario visto l’ammontare della liquidità. Fiat e Chrysler hanno ancora tantissimo da fare per assicurarci di arrivare alla fine di questo progetto e assicurarci di sistemare il gruppo una volta per tutte in modo chiaro». Nel frattempo Fiat, che ha ancora in pancia il 2,8% di Fiat Industrial, potrebbe quanto prima metterlo sul mercato. «E’ un asset - ha detto Marchionne durante la conferenza stampa - che potrebbe essere liberato, è la quota più liquida del gruppo». L’ultima battuta è su Maurizio Crozza. «Confermo di averlo incontrato - ha detto il manager con il maglioncino nero, spesso nel mirino del comico genovese - E’ una persona estremamente piacevole, abbiamo parlato di tutto. Non condivido l’imitazione che fa di me, gli ho consigliato di migliorarla, imita gli altri molto meglio».
(Fonte: www.lastampa.it - 9/3/2013)

martedì 9 aprile 2013

Manley: "In Russia esaminiamo tutte le opzioni produttive per Jeep"


Chrysler ha annunciato che dal prossimo anno dovrebbe iniziare a costruire i Suv a marchio Jeep in Russia, nonostante non ci sia ancora un accordo con il suo partner russo sull'impianto nel quale saranno prodotti. "Stiamo esaminando tutte le possibilità," ha dichiarato Mike Manley, amministratore delegato del brand Jeep, che ha aggiunto: "Per ora non c'è alcuna ragione che ci faccia pensare di ritardare la partenza della produzione". "Non abbiamo raggiunto un accordo definitivo, punto", ha risposto Manley a chi, a margine del Salone dell'Auto di New York, gli ha chiesto se ci sarebbe stata un'intesa con TagAz per un impianto vicino ai confini ucraini. Fiat, l'azienda che controlla Chrysler, da circa un anno sta cercando di arrivare a un accordo: per ora i veicoli Jeep vengono importati in Russia, facendo aumentare il loro prezzo a causa delle tasse doganali molto alte. L'anno scorso Fiat aveva proposto di costruire fino a 120.000 Suv Jeep all'anno in un nuovo stabilimento di San Pietroburgo in collaborazione con Sberbank, la più grande banca russa controllata dallo Stato. L'istituto finanziario ha detto di stare riconsiderando con Fiat un piano per la costruzione di una fabbrica che produca le sport utility a marchio Jeep.
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 28/3/2013)

lunedì 8 aprile 2013

Maserati conferma: presentazione della nuova Ghibli al Salone di Shanghai


Maserati ha svelato una prima immagine teaser della nuova Maserati Ghibli, berlina di segmento E che debutterà nella sua forma definitiva nel corso dell’imminente Salone dell’Auto di Shanghai 2013, che aprirà le porte al pubblico il prossimo 21 aprile. L’immagine non mostra altro che il corpo della nuova Maserati Ghibli ricoperto da un telo che ne nasconde le esatte forme. La Ghibli sembra poter contare su una forma piuttosto allungata, con un cofano molto accentuato nelle dimensioni ed una coda compatta da coupé. La nuova Maserati Ghibli avrà un ruolo fondamentale per comprendere le strategie future della casa italiana. Con la Ghibli, infatti, Maserati punta ad ampliare la propria gamma verso il basso provando, cosi ad ampliare in modo consistente i propri volumi di vendita. La Maserati Ghibli verrà prodotta nello stabilimento di Grugliasco e sarà la prima vettura della storia del marchio italiano a poter contare sull’apporto di un motore V6 diesel. Il comparto motoristico della nuova berlina di casa Maserati si arricchirà, secondo le ultime indiscrezioni, anche con il motore benzina V6 Turbo Pentastar da oltre 400 CV. In un secondo momento, dalla piattaforma della nuova Maserati Ghibli potrebbe nascere, stando agli ultimi rumors, anche la nuova ammiraglia di casa Alfa Romeo la cui realizzazione, probabile ma non ancora certa, sarà legata a doppio filo al successo che la nuova berlina di casa Maserati sarà in grado di ottenere all’interno del settore premium del mercato delle quattro ruote.
(Fonte: www.automobili10.it - 3/4/2013)

domenica 7 aprile 2013

La strada stretta e tortuosa di Marchionne


Tramontata l'idea di ridurre in modo concordato la capacità produttiva dell'industria automobilistica europea, Marchionne punta su Panda e 500, ma soprattutto su Alfa Romeo e Maserati. Con una strategia che potrebbe anche avere successo, al prezzo però di snaturare i marchi. Il nodo dell'Alfa.
STRATEGIA AD ALTO RISCHIO - La strategia di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat-Chrysler, per il rilancio del gruppo è ad alto rischio. Non a caso, l’ad stesso la definisce not for the faint-hearted, non per i deboli di cuore. La sovracapacità installata in Europa nell'auto è stimata in 25 milioni di pezzi. La UE ha rinunciato all'idea di ridurla in modo concordato. È prevalsa la visione tedesca: chi fa buone auto a prezzi competitivi le vende e ci guadagna. Chi non ci riesce, chiuda lui, senza imporre inconcludenti negoziati agli altri. E poi, come mettersi d’accordo su chi dovrebbe chiudere, su dove allocare le produzioni con più margine e aggregare le essenziali catene di subfornitura? Il negoziato fallirebbe spianando la via al nazionalismo protezionista. Gli U.S.A., dove tale piano è riuscito, sono una repubblica federale. L’Europa aveva sì concordato, in tempi meno aspri e quando ne aveva il potere, tagli di capacità nelle acciaierie, che però sono impianti di processo, quasi senza indotto. L’auto è prodotto complesso che traina intere filiere; per non perderle, dalla Polonia alla Spagna si scatenerebbe la guerra, rispetto alla quale anche una guerriglia di sussidi (pur sempre vietati) sarebbe il male minore. Marchionne ne ha preso atto e il suo ultimo piano (l'ottavo in otto anni) quasi rottama il nome Fiat puntando su Panda e 500 come marchi autonomi, ma soprattutto su Alfa Romeo e Maserati. Le ultime due dovrebbero crescere molto, fra Suv e utilizzi incrociati (con Chrysler) delle piattaforme; si punta quindi sull'alto di gamma, un'acrobazia al trapezio, senza rete. È vero che in questi segmenti si guadagna di più, ma ciò richiede anni di grandi investimenti e un'ossessiva coerenza nella cura dell'immagine del marchio. Si veda il pluri-decennale lavoro di Volkswagen sull'Audi, che trenta o quaranta anni fa era un marchio debole e senza identità. Solo con questo lavoro si possono ottenere risultati durevoli sui segmenti alti, quelli che i nostri governi, premuti da Fiat, hanno tartassato con ogni mezzo. Ed è appunto dai segmenti alti che arrivano i profitti con i quali Volkswagen sussidia una politica di prezzi stracciati sul basso di gamma che strozza i produttori di quelle auto, come Fiat e in parte anche Peugeot, alle prese con mercati domestici in grave affanno. Marchionne invece ha un approccio americano, vede i marchi come tasti di una tastiera su cui la fantasia può sbizzarrirsi, non curandosi della coerenza nell’immagine di marchio. Così facendo riuscirà sì, pur con i bassi volumi attuali, a sfruttare qualche economia di scala, seppur inferiore a quelle dei “giganti”. Ma lo farà a spese dei marchi, che in tal modo si snaturano e scolorano. Un significativo dettaglio: Marchionne punta su Mazda per realizzare la nuova versione del mitico “Duetto” e in Europa il motore nel cofano sarà Alfa, ma si dice che altrove i modelli potrebbero avere un propulsore Mazda. Per i mercati mondiali questo nuovo “Duetto” sarà dunque un'Alfa, un'Azda, o cosa? La catena di subfornitura poi non è un dettaglio: se sarà in Asia, l’immagine del marchio ne verrebbe ulteriormente confusa.
LA QUESTIONE ALFA - Chissà, forse nel breve periodo la tattica americana della tastiera potrebbe rivelarsi più vantaggiosa della strategia tedesca; con i pochi soldi a disposizione si fa quel che si può, è vero, ma in un settore come questo non esistono scorciatoie. E la scommessa di puntare tutto sul segmento alto, in queste condizioni, è ancor più rischiosa di quella su Chrysler, con la quale Marchionne ha osato e vinto, salvando Fiat. A proposito di Alfa: Volkswagen, si sa, vorrebbe comprarla e produrre nuovi modelli in un impianto italiano, che rileverebbe da Fiat. Marchionne però non ci sente: dopo aver in passato “sparato” una richiesta di 20 miliardi, ha infine risposto facendo proprio dell’Alfa un tassello essenziale del nuovo piano. L'Alfa è sua e Fiat ha diritto di tenersela stretta, magari sbiadendone del tutto il marchio, pur di non veder parcheggiare Volkswagen nel cortile di casa. Ma l’Italia non è un cortile: il Governo, l'esistente o quello che verrà, faccia valere gli interessi del paese, parlando forte e chiaro. Fiat lo deve all’Italia che tanto le ha dato: venda Alfa Romeo a chi ha i soldi per farla crescere senza snaturarla. Potrà usare l'incasso per sostenere gli investimenti sui nuovi modelli. Così si smentirà anche il sottotesto di tante uscite, per le quali da noi si lavora poco e male. In Germania, dove conoscono gli operai italiani, ne hanno un’idea migliore: magari grazie a un gruppo tedesco e a operai italiani risorgerà la nostra industria automobilistica. Di recente Luca di Montezemolo ha riconosciuto che Fiat, acquistando Alfa Romeo per stoppare Ford (nel 1986), sbagliò. Venderla ora farebbe bene anche a Fiat-Chrysler: meglio farlo senza aspettare che fra venti anni qualcuno ammetta l'errore. Se invece Fiat-Chrysler vuole tenersela e puntare sull'alto di gamma, dovrà investire un sacco di soldi: se, come pare, a Torino e a Detroit non sanno dove trovarli, potrebbero cominciare a chiedere alla famiglia Agnelli/Elkann notizie sul miliardo di euro che l'avvocato Giovanni Agnelli - secondo la procura di Milano che indagava su fatti legati alle liti per la spartizione della sua eredità - avrebbe imboscato fra Svizzera e Liechtenstein. Quel tesoretto, di cui evidentemente si ritiene sconveniente o poco elegante parlare, è frutto, con tutta probabilità, di vaste appropriazioni di "benefici privati del controllo" da parte della famiglia reale: se così fosse davvero, quei soldi non spetterebbero all'uno o all'altro dei rami familiari in guerra, ma sarebbero stati sottratti alle imprese (finanziarie o manifatturiere) del gruppo. Ed è lì che dovrebbero tornare. Ci sarebbe poi l'aspetto fiscale, ma in Italia è un dettaglio: quel tesoretto sarà stato, previdentemente, quanto anonimamente, “scudato”.
(Fonte: www.lavoce.info - 26/3/2013)

sabato 6 aprile 2013

Crozza testimonial Fiat? "No, grazie"


Spot per Fiat? Meglio di no. Maurizio Crozza si sottrae al corteggiamento di Marchionne. Non è bastata una cena tra il comico e l'amministratore delegato per trovare un accordo. Cordiale richiesta, cordiale rifiuto. Dunque non vedremo Crozza volto e sponsor per Fiat, lui che dell'imitazione di Marchionne, golfino girocollo d'ordinanza, ha fatto uno dei suoi pezzi migliori. Sui motivi della rinuncia poco si sa. Si sussurrano pochi dettagli. L'incontro, la cena, la richiesta, il rifiuto. Ci sono conferme, ma anche smentite. In primis, quella dell'agente del comico, Beppe Caschetto: «Crozza non ha mai ricevuto, dunque nemmeno rifiutato questa proposta». Al netto delle posizioni, si possono immaginare le ragioni del diniego. Forse proprio il fatto che Marchionne sia stato uno dei suoi bersagli preferiti ha spinto Crozza a decidere per il no. Un modo soprattutto per sentirsi battitore libero, lui che sullo sberleffo e sull'ironia verso i potenti - politici in testa - ha costruito il successo di una carriera. Del resto il comico non ha mai fatto sconti a Marchionne e Fiat, e spesso ha ironizzato su quelle auto a cui avrebbe dovuto fare pubblicità: «Abbiamo la Panda base, la sport, quella con due ruote motrici a destra, quella con una sola ruota motrice dietro, penne Panda prosciutto e piselli, fragole con Panda, Panda montata...». Non sarebbe la prima volta che Fiat ingaggia nomi dello spettacolo per sponsorizzare le vetture del gruppo. A partire da Abatantuono formato pupazzo, che ha prestato la sua voce alle ultime promozioni di Fiat Professional («So' Dieco, ti spieco» è la fortunata battuta dello spot) per il Fiat Doblò. Prima invece era stato Fiorello a fare da testimonial per la Casa torinese. Fiorello, nel suo contesto più naturale, il palco di un teatro, mette in scena gli spot come se appartenessero tutti ad un unico grande spettacolo, il Fiat Show. Come quando, poeta di nero vestito con un francese volutamente maccheronico e con un'aria esageratamente drammatica esalta le virtù del metano o i vantaggi del finanziamento Fiat.
(Fonte: www.corriere.it - 4/4/2013)

venerdì 5 aprile 2013

Chrysler 200: a gennaio 2014 la nuova generazione su base Fiat


La nuova generazione della Chrysler 200 sarà presentata con ogni probabilità ai primi del 2014. Stando a un documento interno della Casa, la produzione dell'attuale modello (che avviene nella fabbrica di Sterling Heights, alle porte di Detroit), terminerà alla metà del mese di gennaio, lasciando spazio alle operazioni di assemblaggio dell'erede.
Confermate le parole di Marchionne - Il documento, citato da Automotive News, non fa riferimento alla sorella della 200, la Dodge Avenger, ma costituisce la conferma di una dichiarazione rilasciata da Marchionne nei mesi scorsi. Il numero uno di Fiat-Chrysler aveva indicato proprio il mese di gennaio come quello scelto per il debutto della nuova berlina Chrysler.
Un miliardo di dollari per la fabbrica - La Casa americana sta investendo un miliardo di dollari nella costruzione delle nuove officine di verniciatura e carrozzeria, destinate ad ampliare l'impianto di Sterling Heights. I due progetti, che accresceranno significativamente la superficie della fabbrica, saranno ultimati entro la fine dell'anno, in tempo utile per l'arrivo del nuovo modello.
Debutto a Detroit - La presentazione della nuova 200 a gennaio si traduce direttamente in un debutto in prima mondiale al Salone di Detroit. Anche quest'anno è stata operata una scelta simile, facendo coincidere il lancio della Grand Cherokee restyling con la più importante rassegna americana.
Piattaforma Fiat e automatico nove marce - La nuova 200, che nascerà sulla piattaforma Cusw di origine Fiat, segnerà il debutto del nuovo cambio automatico a nove marce, realizzato dalla ZF e destinato a un crescente numero di impieghi sui modelli del Gruppo.
(Fonte: www.autonews.com - 18/3/2013)

giovedì 4 aprile 2013

Fiat-Chrysler: intervista a Saltalamacchia


Progetti targati Marchionne. Se ne parla da tanto tempo. L'ammistratore delegato di Fiat ha due obiettivi: la fusione con la Chrysler e il cambio delle produzioni. La novità sta nei tempi di realizzazione indicati, vale a dire entro il 1° giugno 2014. Si tratta di una corsa contro il tempo, di un’impresa impossibile o di un percorso tranquillamente percorribile? L'abbiamo chiesto a un esperto del settore, Marco Saltalamacchia, consulente strategico ed esperto del settore automotive.
Ce la farà secondo lei Marchionne a rispettare i tempi?
Per quanto riguarda la fusione societaria sotto il profilo strettamente finanziario e azionario è certamente possibile e anche necessario. Ricordiamo che Marchionne deve ancora risolvere il problema della liquidazione dello scomodo socio azionista Veba.
Per quanto riguarda, invece, il cambio di produzione?
Sotto il profilo industriale mi sembra molto meno realistico, perché i processi di integrazione industriali hanno orizzonti temporali molto più lunghi. Basti guardare al lavoro di integrazione tra Renault e Nissan, iniziato dieci anni fa, che sta per compiersi solo adesso.
Ci dobbiamo immaginare tempi lunghi quindi?
Sì, considerando che il tempo di rinnovo di una singola piattaforma non è mai inferiore ai 4 o 5 anni, prima che tutte le piattaforme possano essere integrate. Con un orizzonte così breve non è immaginabile, a meno che non si tratta di promuovere con un badge diverso dei prodotti su piattaforme Chrysler o viceversa - abbiamo visto qualcosa di simile con la Chrysler 300 e la Lancia Thema. Se con quello definiamo il trasferimento di produzioni allora si può realizzare, se, invece, parliamo di vere e proprie integrazioni di piattaforme i tempi si allungano. Nella precedente gestione Chrysler con Daimler non erano arrivati sostanzialmente, dopo circa 8 anni, all’integrazione delle piattaforme, ma avevano semplicemente sviluppato alcune sinergie a livello di componentistica.
Secondo lei, spostare la produzioni di utilitarie nell’est Europa può funzionare?
Spostare la produzione di vetture a basso valore unitario in mercati a più basso costo è la tendenza generale. Va aggiunto, però, che questo non significa solo spostarsi nelle aree a basso costo, ma presidiarie le aree di mercato rilevanti per la marca.
In che modo?
Toyota, ad esempio, è un marchio globale e la sua globalità la si misura nel fatto che è presente commercialmente nelle aree rilevanti del mondo (nord America, Europa, sud est asiatico), ma è anche presente nelle medesime aree attraverso installazioni produttive e questo permette in una logica di lungo termine di proteggere la casa produttrice da fluttuazione legate, per esempio alle valute e alla domanda di mercato.
Può fare un esempio?
Se in assoluto produrre nell’est Europa può essere vantaggioso rispetto all’Italia, siamo comunque nell’area euro. Questo porterebbe a dire che se Chrysler e Fiat diventano una società che opera almeno in due delle tre aree mondiali (Europa e Nord America) sarà necessario che si doti di eguali capacità produttive su modelli che condividono la medesima piattaforma anche negli Stati Uniti, in modo che quanto meno la società sia protetta a lungo termine sulle svalutazioni tra dollaro e euro.
Quale sarà il destino degli stabilimenti Fiat in Italia?
Devono servire principalmente, almeno per quanto riguarda il marchio Fiat, l’area euro. Non è immaginabile, attraverso stabilimenti in area euro servire mercati del Nord America o del sud est asiatico. Per la struttura dei costi che si ha in Europa, che si sia in Polonia o Italia, questo non è possibile.
Fiat vorrebbe produrre in Italia modelli di alta gamma...
Potrebbe avere senso, ma è certamente un lavoro di grandissima riorganizzazione. Resta il fatto che i soli che hanno stabilimenti in Europa che servono mercati non europei sono i tedeschi, Bmw e Audi, e anche loro, però, hanno stabilimenti fuori dall’area euro. C’è da aggiungere che prima di arrivare a questa fase hanno servito le aree del mondo partendo dall’Europa.
Fiat potrebbe replicare questo modello?
Questo è possibile se il prodotto è di fascia alta, e quindi il prezzo medio è normalmente il triplo rispetto al prodotto di gamma generalista. E per farlo serve che il prodotto abbia un mercato, perché le fabbriche dovrebbero essere in grado di sostenere volumi di produzione di quel segmento alto. È un obiettivo ambizioso. Il tema non è solo lo sviluppo tecnologico di piattaforme, ma anche lo sviluppo della credibilità dei marchi. Il mercato è affollato, è un segmento altamente competitivo. Servono, quindi, investimenti sia sul prodotto sia sul brand.
Marchionne sembra puntare sul made in Italy...
Puntare sul made in Italy va bene se parliamo di moda o prodotti enogastronomici. È vero che il made in Italy nell’automobile ha certamente una sua storia, specie in vetture di nicchia o di lusso(Ferrari, Lamborghini). In effetti non è un mistero che Marchionne pensi a Maserati come un cavallo di battaglia per la crescita nei volumi. Certo, Maserati può avere la forza del brand ma non basta, occorrono anche consistenti investimenti. La fusione di Chrysler dovrebbe generare quei capitali che a partire da quel momento potrebbero permettere di finanziare una strategia così ambiziosa e a lungo termine.
Se la fusione ci sarà la sede rimarrà a Torino oppure verrà trasferita a Detroit?
Bisognerà chiederlo ai nuovi azionisti, ma immagino che la fusione sia preliminare a una quotazione a New York. Se il cuore finanziario dell’azienda si sposta negli Stati Uniti trasferire la sede è una possibilità non così remota. I tedeschi, per esempio, dirigono molto bene il mercato americano senza bisogno di spostarsi da Monaco o da Stoccarda. È tutto possibile. Dipenderà molto dalle evoluzioni della compagine azionaria che potrebbe guidare Fiat.
(Fonte: www.ilsussidiario.net - 25/3/2013)