martedì 31 dicembre 2013

Chrysler: accordo Fiat-Veba più vicino?


Fiat è pronta a ripartire da Detroit, dove il 12 gennaio è in programma la conferenza stampa d'apertura del Salone dell'Automobile, mentre le Borse guardano al Lingotto nell'ultima seduta dell'anno in attesa di sviluppi della trattativa con il sindacato Uaw sul 41,5% di Chrysler ancora in mano al fondo pensione Veba. Prima di Natale l'ad Sergio Marchionne e Bob King, presidente dello Uaw, si erano incontrati per discutere una proposta di transazione più vicina alle richieste U.S.A. (5 miliardi di dollari contro i 3 offerti dal Lingotto), senza raggiungere un accordo. Ora con il sindacato tratta per conto di Marchionne Ron Bloom, già vicepresidente di Lazard e consigliere del presidente Obama nei mesi della crisi dell'auto del 2011. L'ipotesi di accordo che eviti la quotazione in Borsa di Chrysler si fa più concreta, dato che il divario tra domanda e offerta sarebbe inferiore al miliardo di dollari. Il valore di Chrysler, calcolato dagli advisor in vista della quotazione in Borsa, è 10 miliardi di dollari e Torino, nell'ultima offerta, lo avrebbe superato con 4,2 miliardi. Cifra ancora insufficiente per il sindacato U.S.A., che però potrebbe accettare un ulteriore sforzo di Fiat e chiudere a 4,5 miliardi. Un compromesso che, per un analista, sarebbe ampiamente apprezzato dal mercato. Proprio la Borsa si prepara alla corsa finale e la partita di Fiat su Chrysler rientra nell'elenco dei dossier ancora aperti. Il titolo in Borsa si prepara a chiudere l'anno al di sopra del rialzo del listino (+53,96% a 5,83 euro contro +16,49% dell'indice Ftse Mib rispetto alla chiusura del 2012), ma sotto al massimo di 6,53 euro del 19 agosto. Nella lettera ai dipendenti, inviata per le festività, Marchionne e il presidente di Fiat John Elkann si sono detti «convinti di poter centrare gli obiettivi» e hanno parlato di investimenti che «proseguiranno nei mesi e negli anni a venire». Parole che, associate all'obiettivo indicato agli analisti finanziari il 30 ottobre di presentare l'aggiornamento del piano industriale quinquennale in occasione dei dati del primo trimestre 2013 in aprile, indicano che il sogno di Marchionne ed Elkann di avere un solo piano per i due marchi non è così lontano.
(Fonte: www.larena.it - 29/12/2013)

lunedì 30 dicembre 2013

Ipotesi Lotus per il salvataggio De Tomaso: un altro marchio italiano in mani straniere?


Lo storico marchio creato da Alejandro De Tomaso nel 1959 potrebbe presto rivivere su una vettura costruita in Italia. Infatti, l’azienda fallita ormai due anni fa ha ricevuto delle offerte per essere rilevata e riportata in vita. Si tratterebbe di capitali esteri e ci sarebbero almeno un paio di cordate di finanziatori interessate all’operazione. Una di queste pare sia costituita dal team Lotus di Formula 1 e facente capo alla Genii Capital di proprietà di Gerard Lopez, mentre l’altra è quella della cinese Ming-Jun Industry che però al momento sembra in svantaggio rispetto alla scuderia inglese appoggiata da un fondo di investimento lussemburghese. Le indiscrezioni sul destino della De Tomaso si trascinano ormai da mesi ma, come riporta il quotidiano piemonetese La Stampa, si potrebbe presto arrivare ad una soluzione. La manovra fornirebbe ai circa 1000 dipendenti degli stabilimenti di Grugliasco e di Livorno una notevole boccata d’ossigeno, visto che il perido di cassa integrazione di questi ultimi è ormai agli sgoccioli e al 4 di gennaio sarebbero partiti i primi licenziamenti. La trattativa per cercare di salvare lo storico marchio automobilistico è stata condotta direttamente dalla Regione Piemonte con le cordate interessate, alle quali è stato consegnato un fascicolo informativo sulle condizioni di utilizzo dei diritti del brand dopo un’istruttoria realizzata in vari paesi tra cui l’Australia. La prossima settimana dovrebbe arrivare anche l’estensione per altri quattro mesi del periodo di cassa integrazione per i dipendenti, dal momento che in questo lasso di tempo potranno essere formalmente finalizzate le offerte economiche per assumere il controllo della De Tomaso. Gli obiettivi, dovesse finire nella mani della Lotus e dei suoi partner, potrebbero essere quelli di rilanciare con una super sportiva l’azienda e rivedere finalmente lo scudetto bianco azzurro simbolo dell’ex pilota argentino capeggiare sul cofano di una granturismo, insieme a quello che potrebbe essere un eventuale coinvolgimento nel mondo delle corse così come accadde negli anni 60.
(Fonte: www.f1passion.it - 28/12/2013)

domenica 29 dicembre 2013

Ron Arad "In Reverse": la vecchia Fiat 500 "schiacciata" diventa un'opera d'arte


Le migliaia di fan del mitico “cinquino” grideranno allo scandalo. L’amata 500 finita sotto una pressa e ridotta come una “sottiletta” è un sacrilegio. Ma anche l’arte richiede i suoi sacrifici poiché le “povere” 500 pressate sono parte del lavoro realizzato da Ron Arad, designer e architetto di fama internazionale ed appartengono a un progetto presentato per la prima volta quest’anno al Design Museum di Holon. La mostra, intitolata “In Reverse”, attraverso esperimenti fisici e simulazioni digitali, esplora il modo in cui le carrozzerie delle automobili (soprattutto Fiat 500), si comportano sotto compressione. L’esposizione, di cui Fiat è main sponsor, potrà essere ammirata fino al prossimo 30 marzo presso la Pinacoteca Agnelli di Torino dove troneggia sulle pareti bianche e pulite degli spazi disegnati da Renzo Piano, al IV piano, al livello della pista del Lingotto dove in passato i collaudatori provavano le auto Fiat tra anche cui le 500. “Quando ho conosciuto Ron Arad – ha dichiarato John Elkann, Presidente della Fiat – ho pensato a quanto sarebbe stato suggestivo ospitare questa mostra proprio alla Pinacoteca. L’ex fabbrica Fiat del Lingotto aggiunge ulteriore fascino e rende davvero unica questa esposizione”. “La realizzazione di ‘In Reverse’ – ha aggiunto Ron Arad – è stato un affascinante viaggio con mille incognite e numerosi alti e bassi. Pensavamo che il viaggio si fosse concluso con l’apertura della mostra nel Museo che abbiamo progettato a Holon. Ma ecco un’altra sorpresa: le 500 se ne ritornano a casa”. “Ho incontrato Ron a Londra in ottobre e mi ha parlato del suo meraviglioso lavoro legato alla 500 – ha spiegato Ginevra Elkann, presidente della Pinacoteca Agnelli – Il suo lavoro è un mix di forza, tecnologia e poesia. Lui usa il linguaggio della botanica e della conservazione della natura su un elemento di design e tecnologia; un linguaggio contemporaneo e nostalgico. Ron è un uomo ispirato, creativo, e sempre in perenne rinnovamento. Con un team meraviglioso. È stato un vero regalo lavorare con tutti loro. Come dice Ron questa mostra è come tornare a casa”. La mostra ospita quindi le “Pressed Flowers” ovvero sei Fiat 500 “schiacciate e appiattite in modo da togliere il senso della profondità come in un cartone animato o nel disegno di un bambino. I veicoli schiacciati circondano un telaio di formatura in legno ricurvo: si tratta del modello utilizzato per sagomare e adattare i pannelli metallici della 500 realizzato nel 1956 dal team di Dante Giacosa e preso in prestito dall’Archivio Storico e Museo Fiat. In mostra anche ‘Roddy Giacosa’ (2013), una nuova scultura creata posizionando centinaia di barre in acciaio inox lucido su un’armatura metallica con la forma di una Fiat 500. Ogni sezione sagomata riprende la linea dei pannelli della vettura e i componenti si integrano per formarne la carrozzeria. Esposto pure ‘Blame the Tools’, lo stampo reticolato in acciaio inox tagliato a laser e utilizzato per quest’opera”. Insieme alle “500-sottiletta” sono esposte opere e oggetti che aiutano il visitatore a comprendere il percorso di sperimentazione intrapreso dall’artista “dai suoi primi lavori negli anni 80 alle sedute in acciaio, dai numerosi oggetti schiacciati, come un’automobilina della polizia che Ron Arad trovò quarant’anni fa in una strada di Tel Aviv, ad altri studi e prove tra i quali un portabottiglie appiattito da un rullo compressore. La mostra ‘In Reverse’ presenta anche ‘Slow Outburst’ (2013), la simulazione digitale dell’artista del processo di schiacciamento del modello più recente della Fiat 500, così come una scultura ricavata da un fotogramma del film ‘Drop’ (2013) realizzato con una tecnica di stampa in 3D. Infine, stampe digitali su carta – ‘Lets Drop It, OK?’ (2013) – catturano i risultati di compressioni digitali simulate di Roddy Giacosa”. Insomma anche se la “materia prima” utilizzata da Ron Arad potrà far rabbrividire gli afficionados della mamma ti tutte le citycar (per come è stata ridotta...), la mostra merita sicuramente di essere visitata per l’unicità e l’originalità delle opere esposte e per saperne di più basta visitare il sito web della sede espositiva http://pinacoteca-agnelli.it.
(Fonte: www.repubblica.it - 23/12/2013)

sabato 28 dicembre 2013

Il Centro Storico Fiat vola sui social network


Più di 100mila amici, almeno 35 mila persone che ne parlano. Sono i numeri del Centro Storico Fiat, ovvero il museo italiano più popolare su Facebook che, inaugurato nel 1963 ha ovviamente sede a Torino ed espone automobili, aeroplani, treni, trattori, camion, biciclette, lavatrici, frigoriferi con marchio Fiat. Modellini in scala, ricostruzioni di parti del processo produttivo, manifesti e bozzetti pubblicitari completano la collezione. La parte archivistica (Fiat e Lancia) conserva più di 6.000 metri lineari di documenti cartacei, 400.000 disegni tecnici, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, 6 milioni di immagini, 500 ore di filmati storici. Questo prezioso patrimonio storico è visitabile dal vivo gratuitamente tutte le domeniche dalle 10 alle 19. E da pochi mesi è consultabile anche online, sui principali social network con notevole successo. La pagina Facebook del Centro Storico Fiat in soli sei mesi ha già ricevuto più “Mi piace” di quella della Galleria degli Uffizi e Musei Vaticani messi insieme. Il dato significativo è, in particolare, quante persone “ne parlano” (oltre 35 mila), cioè gli utenti Facebook unici che hanno creato una storia in relazione alla pagina del Centro Storico Fiat (cliccando "Mi piace" sulla pagina o sui post, scrivendo sulla bacheca, commentando o condividendo, rispondendo ad una domanda, taggando o menzionando la pagina). Il numero delle persone che ne parlano, cioè coinvolte, è il barometro della quantità di conversazione generata e della qualità dei contenuti della pagina stessa e colloca la pagina Facebook del Centro Storico Fiat allo stesso livello dei grandi musei mondiali: dal Moma di New York al Louvre di Parigi. Il profilo di chi segue la pagina del Centro Storico Fiat è uniformemente distribuito sia nell’età che nella nazionalità: un quarto dei fan sono in Italia, ma molti sono anche in Sudamerica, India, Stati Uniti, Messico.
(Fonte: www.repubblica.it - 28/11/2013)

venerdì 27 dicembre 2013

Conclusa a Londra "Fiat Two of a Kind"


Conclusa a Londra “Fiat Two of a Kind”. L’iniziativa, che è inserita nel progetto “Fiat Likes U”, si è svolta nella Royal College of Art, ha ottenuto un grande successo e sarà replicata il prossimo anno. Il prestigioso ateneo britannico è stato il primo istituto universitario europeo ad essere coinvolto nella seconda edizione dell’evento voluto dalla casa del Lingotto per promuovere la creatività dei giovani designer. Sono stati 51 gli studenti universitari impegnati nell’immaginare le possibili evoluzioni dei modelli 500 e Panda entro il 2020, che rappresentavano il tema del concorso. I partecipanti sono stati suddivisi in team interdisciplinari e hanno avuto il compito di sviluppare nuove soluzioni, sia per gli interni che per gli esterni, proponendo idee innovative e immediate come l’interattività, l’interfaccia digitale, la sostenibilità e l’appeal globale. Tutte caratteristiche dovevano essere applicabili ai modelli 500 e Panda, nel rispetto degli stilemi del marchio Fiat tenendo in considerazione anche i diversi mercati di destinazione. Nell’esaminare i progetti, la giuria composta da Lorenzo Ramaciotti (Head of Global Design Fiat-Chrysler), Andreas Wuppinger (Emea Design Fiat), senior designer e da docenti e autorità del Royal College of Art ha considerato parametri come valore stilistico, funzionalità, innovazione, originalità, connessione, coerenza di mercato, prodotto, utenza, comunicazione e qualità della presentazione. Al termine delle valutazioni sono stati premiati 10 studenti ai quali è stato offerto un soggiorno a Torino, dove potranno visitare il Centro Stile Fiat-Chrysler e accedere ad altrettanti stage da luglio 2014 a febbraio 2015. “Gli interni ispirati al caffè della Fiat 500 ‘Spresso’ – spiegano alla Fiat – sono valsi a Alexander Ibbett (Design di interni) e a Liza Ricciardi (Materiali) un premio ciascuno, e anche la rielaborazione futuristica degli esterni della 500 ‘Cheerfully Irresponsible’ proposta da Pierre Andlauer ha catturato l’interesse dei giudici. Premiato pure Francesco Binaggia per l’innovativa modularità degli interni della Panda ‘Hug’ mentre gli esterni della Panda Roomy, concepiti come un’estensione dello spazio vitale personale, hanno assicurato un viaggio a Torino anche a Ji Won Yun. Nella categoria ‘Interazione con la vettura’ i vincitori sono stati Adam Peacock con ’500 Experience’ e Xinglin Sun con ‘Panda Vivo’: il concetto di cruscotto virtuale di Adam ha individuato l’esatto equilibrio tra futurismo e realismo, così come i comandi touch-screen e la connettività ai social network di Xinglin. Per la sua proposta ‘Panda Flex’, Gemma Waggett si aggiudicata un premio per l’uso innovativo dei materiali mentre Amy Lee, con lo studio ‘Anima Panda’, è stata premiata per la sua visione del service design dalla Panda 2020. Uno speciale riconoscimento è andato a Hoe Young Hwang per la sua proposta di design Fiat 500+, che includeva un modello in clay degli esterni Super Normale”. Gli studenti del Royal College of Art di Londra, come già avvenuto in precedenza con le altre iniziative di Fiat Likes U, hanno potuto provare l’intera gamma di vetture del gruppo Fiat, opportunità che è stata molto apprezzata. Ma il successo dell’iniziativa presso l’ateneo londinese è andato oltre ogni previsione (tutti i posti disponibili nell’attuale edizione sono andati esauriti quasi immediatamente), tant’è che Fiat Group Automobiles UK ha deciso di continuare il progetto anche per il prossimo anno.
(Fonte: www.repubblica.it - 17/12/2013)

giovedì 26 dicembre 2013

Il motore della 500e ed il diesel V6 3.0 di VM Motori tra i Best Engines 2014 di WardsAuto


Ci sono anche due motori di Fiat-Chrysler fra i 10 vincitiori del premio Best Engines Ward 2014 organizzato dal mensile americano WardsAuto. Le unità sono state selezionate tra un ventaglio di 44 propulsori che migliorano significativamente le pretazioni e che vanno in vendita con il primo trimestre del 2014. I motori FGA individuati dai giurati sono il turbodiesel V6 da 3.0 litri DOHC da 240 cavalli (570 Nm di coppia) con tecnologia Fiat Multijet II montato sotto il cofano non solo del pick-up RAM 1500 Ecodiesel, ma anche di Jeep Grand Cherokee (dal 2014, appunto) e l'unità elettrica da 83 kW di Fiat 500e da 87 miglia di autonomia, unico sistema “Zero Emissioni” a comparire nella graduatoria di Wards Auto. Per Chrysler si tratta della quarta presenza consecutiva nella top 10 dei motori stilata dal magazine statunitense. Gli altri propulsori premiati dalla rivista sono il 3.0 TFSI sovralimentato DOHC V-6 di Audi S5, il DOHC I-6 con stessa cilindrata di Bmw 535d, l'EcoBoost 1.0 di Ford Fiesta, il 2 litri turbodiesel DOHC I-4 di Chevrolet Cruze, il 6.2 litri OHV V-8 di Chevrolet Corvette Stingray, il 3.5 litri SOHC V-6 che equipaggia Honda Accord, il 2.7L DOHC H -6 boxer di Porsche Cayman e l'1.8L DOHC I-4 di Volkswagen Jetta.
(Fonte: http://wardsauto.com - 12/12/2013)

mercoledì 25 dicembre 2013

martedì 24 dicembre 2013

Marchionne: niente auguri ai dirigenti


Niente strette di mano, brindisi o fette di panettone. Solo un’e-mail di saluto, niente più. Quest’anno, infatti, sia l’amministratore delegato Sergio Marchionne sia il presidente John Elkann non parteciperanno all’incontro di Natale organizzato dai dirigenti Fiat all’auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto. Uno strappo alla tradizione che, per qualcuno, si sposa bene con l’austerità che Marchionne predica in un anno di vacche davvero magre. O che, forse con più fondamento, si spiega con il momento delicato delle trattative con il sindacato U.S.A. sul prezzo di Chrysler. All’appuntamento di Natale, un anno fa, parteciparono via streaming, per la prima volta, anche i manager della casa americana conquistata da Fiat. Un gesto simbolico, tanto per anticipare gli effetti di un matrimonio che sembrava alle porte e che invece tarda a concludersi. Ritardo che, secondo quanto si sente dalle parti del Lingotto, comincia a innervosire Elkann. Anzi, dopo avere meditato a lungo su una possibile diversificazione degli investimenti della finanziaria di famiglia Exor, l’erede dell’Avvocato sembra ormai deciso a investire buona parte della liquidità per mantenere anche dopo la fusione con Detroit una quota che garantisca la leadership assoluta dell’Exor sul nuovo gruppo. Marchionne, però, tiene duro. Del resto, non è facile piegarsi a pagare i 5,8 miliardi di dollari chiesti dal sindacato Uaw per il 41,5 per cento della casa di Detroit dopo aver dichiarato che, per avere quei soldi, «l’Uaw deve comprare un biglietto della lotteria». Così come non è facile per il sindacato accettare di fare sconti, anche modesti, pena il rischio di una class action lanciata da qualche Landini d’oltreoceano. Così, nell’attesa di una fumata bianca dagli States, i dirigenti Fiat devono rinunciare a un appuntamento che l’Avvocato Agnelli prima, il fratello Umberto poi, hanno sempre rispettato anche negli anni più bui. E che forse avrebbe contribuito a rafforzare il morale degli ufficiali di un esercito in difficoltà. In cifre il 2013 si avvia a essere, almeno in l’Italia, l’anno più nero per il Gruppo Fiat: nei primi 11 mesi dell’anno ha venduto nella Penisola solo 348.879 vetture, il 10,4 per cento in meno rispetto al 2011. Brilla solo Maserati, in crescita stellare (più 600 per cento). Un buon auspicio per il gruppo che verrà, com’è nelle intenzioni di Marchionne per cui Fiat e Chrysler sono già un tutt’uno.
(Fonte: http://economia.panorama.it - 16/12/2013)

lunedì 23 dicembre 2013

Marchionne e Elkann ai dipendenti: "Continueremo ad investire in Italia"


Gli investimenti avviati da Fiat «proseguiranno nei mesi e negli anni a venire». Nel giorno in cui l'azienda automobilistica torna a trattare con il United Auto Workers (UAW) per l'acquisto della quota di Chrysler ancora in suo possesso, John Elkann e Sergio Marchionne tranquillizzano i dipendenti del Gruppo sul futuro degli stabilimenti, a cominciare da quelli italiani: «Invece di chiudere alcuni impianti, abbiamo scelto di puntare alla parte alta del mercato - scrivono presidente e ad del Lingotto ai lavoratori dell'azienda - sfruttando appieno le potenzialità dei nostri marchi e i numerosi vantaggi che ci derivano dall'alleanza con Chrysler». L'occasione per tracciare un bilancio del 2013 e individuare gli obiettivi per l'anno nuovo è la tradizionale lettera che i vertici del Lingotto hanno inviato a tutte le persone che lavorano nel Gruppo nel mondo. «Il mercato europeo dell'auto, e quello italiano in particolare, hanno continuato a mostrare segni di debolezza, rendendo ancora più impegnativo il nostro compito», scrivono Elkann e Marchionne che, proprio per questo motivo, rivolgono il loro «primo pensiero» a chi non ha mai fatto venire meno «dedizione e concentrazione». Un «grazie!» ai dipendenti Fiat, dunque, prima di ricordare le «decisioni coraggiose» a proposito degli stabilimenti italiani che - sottolineano Elkann e Marchionne - «ci ripagheranno nei prossimi anni». «L'obiettivo - spiegano - è di usare i nostri stabilimenti come base per la produzione di veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo». Una strada già intrapresa con lo stabilimento Maserati "Giovanni Agnelli" di Grugliasco. I suoi segnali, osservano, «sono molto positivi e ci incoraggiano a proseguire su questa strada» in un 2014 che i vertici del Lingotto prevedono «ricco di sfide impegnative» e che «porterà nuove occasioni per realizzare grandi progetti». «Sappiamo che il mercato continuerà ad essere difficile, ma siamo convinti di poter centrare gli obiettivi che ci siamo posti», è l'assicurazione di Elkann e Marchionne. Parole che vengono accolte con ottimismo dai sindacati - «si tratta di un testo che apprezziamo per i contenuti», dice il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, «e per il senso di prospettiva che conferma al settore Auto in Italia» - nel giorno in cui è proseguito, all'Unione Industriale di Torino, il confronto sul rinnovo del contratto di lavoro collettivo. Una trattativa che riguarda gli oltre 80 mila lavoratori del Gruppo che ha fatto segnare «passi in avanti». «Dall'azienda sono venute alcune aperture alle nostre richieste - hanno concordato i rappresentanti di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri - mentre restano da affrontare le questioni relative all'inquadramento professionale e all'assenteismo, tema quest'ultimo sul quale da parte dell'azienda sono venute risposte ancora parziali». Il confronto, oggi incentrato sulla parte normativa del contratto, riprenderà il 13 e 14 gennaio. «Affrontiamo con fiducia la ripresa del confronto - hanno concluso i sindacati - all'incontro ci presenteremo con le nostre modifiche e integrazioni ai testi che ci sono stati presentati e sui quali speriamo sia possibile raggiungere un'intesa per poi passare ad affrontare le questioni legate al secondo livello e al salario».
(Fonte: http://motori.ilmessaggero.it - 21/12/2013)

domenica 22 dicembre 2013

Ma Renzi sta con Marchionne o con Landini?


Matteo Renzi, apparente nuovo dominus di questo Paese paralizzato, fra i suoi primi atti pubblici ha abbracciato Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. Guardo la foto sui giornali: sarà Photoshop, ma che c’entrano i due? Che io sappia, è stato Renzi a chiamare Landini un paio di settimane fa ma non mi risulta analoga telefonata a Sergio Marchionne, con cui l’idillio finì in televisione da Fabio Fazio il giorno della cancellazione da parte Fiat del piano Fabbrica Italia: “Marchionne ha preso in giro lavoratori e politici”. Seguirono, da parte del manager, risposta piccata al sindaco (“Renzi è la brutta copia di Obama”) e parole sfuggite al senno sulla città di Firenze, poco più di un anno fa. Nel frattempo, Marchionne e Landini stanno trovando un concordato per chiudere tutte le liti in tribunale dopo che la Fiom è stata riammessa in fabbrica per vie legali. Insomma, non è photoshop e allora faccio qualche telefonata per capire che sta succedendo. Il succo? Renzi, partito bene al centro e a destra, ha pensato di coprirsi un po’ a sinistra, e chi meglio di Landini? Il segretario generale della Fiom, da parte sua, ha bisogno di un alleato importante perché si faccia la legge di rappresentanza sindacale. Renzi è l’unico che oggi potrebbe imporla. E non la farebbe comunque come piacerebbe a Bonanni. Per cui, ecco l’abbraccio in pubblico. Ma non è Photoshop: perché tra i due le distanze politiche restano e, mi si dice, verranno fuori appena si tornerà a parlare di lavoro. Renzi non ha invece chiamato ancora Marchionne, anche se scorgo qualche manovra di avvicinamento tramite la scorciatoia Piero Fassino. Il sindaco di Torino, da sempre molto vicino a Marchionne, pende adesso per Renzi. Ma non sembra tempo di telefonate: il manager ha in testa solo il completamento della scalata Chrysler, altrimenti Fiat è morta. Anche se tra i due, non credo ci sia distanza politico culturale su lavoro e industria, quando un giorno si siederanno a un tavolo per parlarne. Al più tardi, entro il primo semestre 2014.
(Fonte: www.carblogger.it - 16/12/2013)

sabato 21 dicembre 2013

Privauto: una scossa al mercato dell’usato


Una scossa al mercato dell’usato arriva con "Privauto". I Motor Village Italia, dealer di proprietà del Gruppo Fiat, di Milano, Roma e Torino hanno ospitato nel weekend l’originale iniziativa creata per favorire la vendita diretta di auto usate tra privati. "Privauto – affermano in Fiat – è un format dalle grandi potenzialità in quanto mette in contatto domanda e offerta senza costi da parte dei partecipanti: infatti, chi desidera vendere la propria vettura beneficia di un luogo privilegiato di incontro con potenziali clienti e di una vetrina del proprio annuncio senza precedenti per comunicazione e visibilità. Invece, chi è alla ricerca di un’auto da acquistare può trovare esposte e riunite in un solo luogo moltissime occasioni, ottimizzando tempo e risorse. Oltre a fornire lo spazio, i Motor Village mettono a disposizione gratuitamente la competenza dei propri professionisti per alcuni utili servizi come la valutazione dello stato d’uso esterno della vettura". Il funzionamento dell’iniziativa è semplice, basta compilare il form online sul sito "privauto.net" oppure telefonare al numero 334.6291355, mentre sul canale video YouTube è disponibile un filmato animato che spiega il format di Privauto. Anche sulla pagina ufficiale Facebook di Privauto si possono trovare tanti dettagli e informazioni sull’iniziativa oppure è possibile interagire con il personale dedicato. All’ingresso dei Motor Village interessati dall’iniziativa sarà realizzata un’area "Accettazione" dove i venditori riceveranno tutte le informazioni e, per quelli che lo desiderano, ci sarà la possibilità di richiadere la pubblicazione dell’inserzione di vendita sui principali portali web con tanto di foto dell’auto.
(Fonte: www.repubblica.it - 17/12/2013)

venerdì 20 dicembre 2013

Le Fiat 500 per Enjoy, il car sharing di Eni


Il nuovo car sharing "Made in Italy" si chiama Enjoy, vede per la prima volta insieme i tre grandi operatori italiani della mobilità (Eni, Fiat e Trenitalia) e gioca la carta del "fare sistema" per lanciare la sfida alla Daimler e alle Smart del Car2go, che a Milano ha registrato un vero exploit, con oltre 50.000 iscritti in quattro mesi. Il nuovo servizio è stato presentato oggi a Palazzo Reale, alla presenza dei vertici delle tre società, Paolo Scaroni, numero uno dell'Eni, Mauro Moretti, ad del gruppo Ferrovie dello Stato, e Alfredo Altavilla, a capo dei marchi Fiat e Chrysler per il mercato Emea, oltre che del sindaco Giuliano Pisapia e dell'assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran.
Modello collaudato - Le 650 Fiat 500 rosse (50 delle quali in versione L, con motori 1.2 a benzina e 1.3 diesel) con il cane a sei zampe di Enjoy sulle portiere già da giorni circolano in città e si fanno notare. Il meccanismo per utilizzarle è quello già sperimentato dal Car2go, con qualche differenza che lo rendono ancora più semplice: l'iscrizione è gratuita, si fa online sul sito enjoy.eni.com o con lo smartphone tramite l'app dedicata e non richiede alcuna tessera. Ci si registra, si inseriscono i dati della propria carta di credito (anche prepagata) e, se la procedura va a buon fine, si può cominciare a noleggiare da subito, utilizzando lo smartphone per aprire le vetture (per chi non ce l'ha, basta inviare un sms nei pressi della vettura, che verrà aperta da remoto). Il noleggio si fa al volo su strada, con prenotazione via telefonino o web, ma si possono anche prendere liberamente quelle disponibili. Le auto si lasciano poi in qualunque punto della città, sulle strisce bianche, gialle e blu, oltre che negli spazi riservati presso alcune stazioni di servizio Eni. Le vetture non pagano la sosta né l'Area C e possono trasportare fino a quattro persone (cinque, nel caso della 500L). Sulle tariffe si gioca la partita con il Car2go: il costo per il noleggio è di 25 centesimi di euro al minuto, tutto incluso (4 centesimi meno dei concorrenti, che richiedono anche una quota di iscrizione di 19 euro). Per percorrenze oltre i 50 km, alla tariffa oraria viene applicata anche quella chilometrica, pari a 25 centesimi al km. Con Enjoy è anche possibile tenere occupata la vettura durante la sosta a un prezzo inferiore rispetto alla tariffa in movimento (10 centesimi al minuto) per sbrigare incombenze veloci.
Partner funzionali - La scelta della Fiat come partner per l'Eni è stata quasi scontata. "Da sempre la 500 è sinonimo dell'Italia che si mette in moto - ha spiegato Alfredo Altavilla - e con Enjoy si mette in moto un nuovo concetto di mobilità cittadina". Anche le Ferrovie dello Stato, in particolare i treni Frecciarossa, sono un complemento ideale al servizio: "Abbiamo riportato la clientela business nelle stazioni - ha dichiarato Mauro Moretti - grazie alle linee ad alta velocità e ad alta frequenza. Ora, con il car sharing, daremo ai nostri viaggiatori un ulteriore strumento per muoversi una volta arrivati in città". Le partnership avranno anche un controvalore tangibile per i clienti: per i titolari CartaFreccia, infatti, sono previsti sconti sul noleggio, mentre chi, dopo aver provato le Fiat di Enjoy, deciderà di acquistarne una, potrà contare su condizioni di favore.
Fenomeno in crescita - Con il debutto di Enjoy a Milano, che per la parte operativa si affida a Leasys, società specializzata nel noleggio a lungo termine, la partita del car sharing entra nel vivo. A oggi le vetture in condivisione sono 1.500 e il bando indetto dal Comune per aprire il mercato agli operatori privati resterà aperto fino al 31 dicembre. Per allora non è detto che non si faccia avanti anche qualche altro gruppo, visto che, secondo le stime di Palazzo Marino, Milano può assorbire fino a 2.000 auto in condivisione. La sperimentazione nel capoluogo lombardo aprirà la strada anche al lancio del servizio in altre città (Roma e Torino sono già in prima fila sia per Enjoy che per Car2go). "Milano è la città europea in cui il car sharing è più utilizzato - ha commentato il sindaco Giuliano Pisapia - e questa nuova sfida, che arriva da tre eccellenze italiane, dimostra come si possano trovare nuove idee per una mobilità più sostenibile".
(Fonte: www.quattroruote.it - 16/12/2013)

giovedì 19 dicembre 2013

Polonia: la Fiat di Tychy medaglia d'oro WCM


Che lo stabilimento polacco di Tychy fosse un impianto modello era già noto da tempo. E l’attenzione e la cura che il gruppo Fiat ha riversato nella struttura della cittadina situata a circa 300 chilometri da Varsavia - gemellata con lo stabilimento di Cassino - sono state premiate con la medaglia d’oro nella classifica mondiale del World Class Manufacturing. L’importante riconoscimento è stato attribuito alla fabbrica polacca grazie alla metodologia di organizzazione del ciclo produttivo nella gestione degli stabilimenti secondo i migliori standard a livello mondiale, considerando fattori come la sicurezza l’ambiente, la manutenzione, la logistica e la qualità. “L’impianto di Tychy - ricordano alla Fiat - è entrato in funzione nel 1975 e nel corso degli anni ha ricevuto importanti investimenti che l’hanno reso una delle più moderne realtà produttive automobilistiche a livello internazionale. Attualmente sono in produzione la Fiat 500, la Abarth 500, la Lancia Ypsilon e la Ford Ka. Oltre a Tychy, in Polonia è presente un altro impianto con la medaglia d’oro del WCM: è quello di Bielsko-Biala, dove si producono i motori diesel 1.3 Multijet e benzina 0.9 Twin Air, che ha ottenuto l’importante riconoscimento lo scorso anno. Dal 2006 ad oggi la quasi totalità degli stabilimenti Fiat è stata coinvolta nel World Class Manufacturing e 58 di essi hanno ricevuto, nel corso di questi anni, almeno un riconoscimento dalla WCM Association, a dimostrazione che la struttura produttiva del Gruppo è costantemente migliorata e ha raggiunto sempre di più una dimensione competitiva di assoluto rilievo”. Il sistema di attribuzione del riconoscimento prevede una serie di valutazioni periodiche da parte di auditor certificati per verificare i risultati ottenuti dallo stabilimento, al termine delle quali viene assegnato un punteggio tra 0 e 100, con tre step intermedi (Bronze, Silver e Gold), prima del conseguimento finale del World Class Level. E sempre con la medaglia d’oro del WCM erano stati premiati recentemente gli stabilimenti della Tofas a Bursa, in Turchia, e quello napoletano di Pomigliano d’Arco.
(Fonte: www.repubblica.it - 13/12/2013)

mercoledì 18 dicembre 2013

Nuova Chrysler 200: ecco le forme definitive


La Chrysler 200 si fa vedere per la prima volta su strada, già in veste definitiva, in alcune foto "rubate" durante una sessione notturna di foto ufficiali in cui la nuova berlina era impegnata per la realizzazione del servizio di lancio.
Il trattamento del volume di coda - Il modello sarà presentato negli Stati Uniti nel corso dei prossimi mesi - possibile il suo debutto a gennaio, al Salone di Detroit 2014 - e lancerà la sfida alle varie Ford Fusion (la nostra futura Mondeo), Kia Optima e Volkswagen CC: con la quattro porte tedesca, scelta come vettura di riferimento durante i passati collaudi stradali, la nuova 200 sembra condividere il particolare andamento della coda, con il lunotto raccordato al volume posteriore.
Cambio automatico, addio alla leva - Prime foto anche per il selettore del cambio automatico: al posto della tradizionale leva, c'è qui un controller girevole, del tutto analogo a quello adottato dai modelli Jaguar e Land Rover. Sulla 200 dovrebbe essere adottato il nuovo ZF a nove marce portato al debutto dalla nuova Jeep Cherokee.
(Fonte: www.quattroruote.it - 14/12/2013)

martedì 17 dicembre 2013

Melfi: svelata agli operai la Jeep B-SUV


Sono stati "tolti i veli alla nuova Jeep che dal 2014 sarà prodotta nella Fiat-Sata di Melfi (Potenza): le tute blu - che saranno protagoniste con i tecnici e il management di Fiat-Chrysler della piccola Jeep e della gemella Fiat 500X - per la prima volta hanno potuto osservarla nello stabilimento di Melfi''. Lo ha reso noto il segretario regionale della Basilicata della Uilm, Vincenzo Tortorelli, secondo il quale ''siamo in perfetta linea con il cronoprogramma degli investimenti che il Gruppo si era impegnato a rispettare, attraverso l'accordo sindacale, per la ristrutturazione dello stabilimento di Melfi e e pertanto confidiamo che la produzione della Jeep possa partire a primavera 2014 e la 500X a inizio autunno del prossimo anno''. Il rappresentante sindacale ha poi evidenziato che ''i lavoratori della Sata che continuano a produrre la Grande Punto sono ancor più motivati della nuova produzione che li ripaga dei sacrifici specie in quest'anno per la cassa integrazione straordinaria a rotazione e la conseguente metà circa della forza lavoro presente ogni giorno. Riprendiamo dunque quel 'segnale di fiducia' nei confronti dell'Italia lanciato dal Gruppo Fiat-Chrysler che si è reso protagonista di un impegno al punto di vista industriale che sarà concretizzato con importanti progetti che coinvolgono le nostre fabbriche in Italia. Le tute blu e la Sata si riprendono la scena riacquisendo consapevolezza della portata storica dell'investimento Fiat. Ritengo infine particolarmente significato il messaggio che è venuto dal vertice del brand Jeep di trasferire i valori del marchio per coinvolgere direttamente i lavoratori lucani. E' una sfida di alto profilo che - ha concluso Tortorelli - ci sentiamo di raccogliere''.
(Fonte: www.ansa.it - 9/12/2014)

lunedì 16 dicembre 2013

Fiat-Chrysler: investimenti in Europa senza perdere d’occhio Cina, Brasile e U.S.A.


Il gruppo Fiat corre a velocità diverse nel mondo. In particolare, il Lingotto corre negli Stati Uniti grazie alla spinta di Chrysler, vende bene in Sudamerica, soprattutto in Brasile, e si sta espandendo in Asia. In Italia, invece, sembra andare a rilento, se non in retromarcia, e la conferma è arrivata dai dati di vendita di ottobre, che hanno segnato calo nelle vendite del 12% su base mensile. Le previsioni per il futuro sembrano dare ossigeno al Lingotto e, come ha fatto emergere Bloomberg, il gruppo torinese ha deciso di investire 9 miliardi di Euro entro il 2016 in Europa, lanciando la nuova Alfa Romeo Giulia, la 4C spider, e mandando in pensione la Punto dopo 20 anni, per lasciare spazio alla versione a cinque porte della 500. I movimenti più grossi al momento sono all’estero: ad esempio in Cina il Lingotto sta spingendo sull’acceleratore e al Salone di Guangzhou ha presentato la Ottimo, secondo modello Fiat prodotto e venduto in loco, dopo la Viaggio. Così, grazie all’accordo siglato nel 2010 con Gac (Guangzhou Automobile Group), Fiat ha iniziato un processo di espansione in un mercato che cresce a doppia cifra anno dopo anno. E per i prossimi anni l’obiettivo per lo stabilimento produttivo, che si trova a Changsha, è di assemblare a pieno regime 300mila veicoli all’anno. Una cifra ancora lontana, ma che potrebbe essere spinta dall’espansione commerciale del marchio, che vedrà anche la vendita di 500, Freemont e Jeep Cherokee. La Ottimo sembra avere le carte in regola per fare successo nel nuovo mercato, grazie al design italiano, derivato dalla Giulietta, al motore 1-4 T-Jet, e al prezzo di circa 12.300 Euro. Questo modello, dedicato a un mercato specifico potrebbe replicare il successo ottenuto dal marchio in Brasile con modelli come la Fiat Uno (che non ha niente in comune con la storica utilitaria, e deriva dalla Panda) oppure la Mille. Per quest’ultima, modello fedele alla vecchia Uno, entro la fine del 2013 è stato previsto lo stop della produzione, mettendo la parola fine sull’auto disegnata da Giorgetto Giugiaro e assemblata in quasi 9 milioni di esemplari dal suo lancio nel 1983. Ma se il Brasile negli ultimi anni è stato il fiore all’occhiello per Fiat, che ha la prima quota di mercato, la stella torinese potrebbe eclissarsi. Lo sviluppo del mercato verdeoro (il terzo al mondo) ha generato grandi profitti per il Lingotto, ma ultimamente gli incentivi statali hanno falsato il mercato. Complice l’inflazione e il calo della domanda, il guadagno per ogni auto potrebbe scendere sotto l’8-9% attuale, già lontano dal picco del 17% ottenuto tra il 2005 e il 2007. Invece negli Stati Uniti, in attesa dell’ipo di Chrysler, che ormai arriverà nel 2014, il gruppo sta utilizzando una strategia simile a quella (fallimentare) che ha portato in Italia le Chrysler 200 e 300, chiamandole Lancia Flavia e Thema. Oltreoceano, il Lingotto vuole portare lo stile italiano nel segmento dei veicoli commerciali e ha già portato il Ducato, venduto a marchio Ram e chiamato ProMaster. Oltre a nome e logo, il gruppo ha dovuto installare sotto il cofano dei motori che rendessero il mezzo appetibile negli U.S.A., tra cui spicca il benzina 3.6 V6 Pensastar, con una potenza di 280 cavalli. E verso la fine del 2014 anche il Doblò sbarcherà in America, con il nome di Ram ProMaster City.
(Fonte: www.ilfattoquotidiano.it - 10/12/2013)

domenica 15 dicembre 2013

Le nostre "anti-Jeep" (2): Alfa Romeo Matta


Un detto romano recita: Se non sono matti non li vogliamo. A questo sembra si sia adeguata la prima (e unica) fuoristrada costruita dall’Alfa Romeo, nata come AR51 (Autoveicolo da Ricognizione, omologata nel 1951), ma subito ribattezzata “Matta” dopo che il direttore generale dell’Alfa all’epoca la vide compiere evoluzioni ritenute impossibili, e il nick name le è rimasto addosso ancora oggi. La nascita della AR51 si deve al periodo post bellico, quando le Jeep lasciate in Italia dall’esercito americano erano ormai “strapazzate” dagli anni di lavoro e, sia l’esercito italiano, sia i Corpi come Polizia e Carabinieri, chiedevano un veicolo fuoristrada adatto ad operare sul territorio anche in condizioni di terreni con fondi difficili. Fu una gara di velocità con la Fiat, che stava progettando la Campagnola, ma all’Alfa, allora azienda non legata al marchio torinese, si puntava alla qualità prima ancora che a vincere eventuali bandi di gara ministeriali. Così, mentre in Fiat realizzavano una 4x4 adottando componenti delle vetture di serie, in Alfa comprarono una fuoristrada usata a Lugano (fonti autorevoli qui si dividono, chi dice fosse una Jeep, chi una delle prime Land Rover) camuffandone la carrozzeria ed equipaggiandola con il motore della berlina 1900 super, la “Pantera” usata all’epoca dalla Polizia di Stato. Così iniziò la carriera della AR51, salendo la scalinata della Basilica di Assisi o il “monte Stella” a Milano (collina ricavata dalle macerie belliche), ma anche guadando torrenti o superando terreni fangosi. Al Portello decisero di affidare l’incarico di realizzarla ad un tecnico con esperienze in Ferrari, Giuseppe Busso, cui fu detto di realizzare una fuoristrada per le forniture all’esercito, con ampio margine di selezionare componenti e materiali. La storia ci ricorda che la gara fu vinta dalla Campagnola, molto meno costosa, ma l’Alfa realizzò ugualmente il suo progetto. La AR51 venne così prodotta fino al 1955 in 2059 esemplari, comprendendo in questo numero anche le 154 AR 52, versione destinata ad impieghi civili. Non tutti ricorderanno che il motore della 1900 era un quattro cilindri in linea a corsa lunga, con cilindrata 1884 cc e potenza massima di 65 Cv a 4400 giri/min. Lo schema progettuale del motore era chiaramente sportivo, con due alberi a camme in testa, un carburatore monocorpo e lubrificazione forzata con radiatore olio, modificando la coppa a sbattimento, che andava bene per una berlina ma non in una fuoristrada dagli impieghi ben più gravosi. La trazione era posteriore, con l’anteriore inseribile e blocco manuale al differenziale posteriore. Il cambio ancora a 4 velocità con riduttore e frizione monodisco a secco. La vera novità però era nello schema delle sospensioni, classico con ponte al posteriore, ma già con ruote indipendenti e bracci trasversali all’anteriore. Velocità di circa 110 orari, ma un valore difficilmente ritrovabile anche nei fuoristrada moderni nel limite di pendenza superabile del 120% (50 gradi), mentre oggi le fuoristrada arrivano al massimo al 100%. All’inizio del 1952 cominciò la produzione delle Matta di serie, costruite a mano singolarmente nello stabilimento aeronautico dell’Alfa a Pomigliano d’Arco. Delle 116 AR51 vendute a privati due furono utilizzate dal Conte Leonardo Bonzi di Milano per una spedizione in Sud America, dove aprì una nuova via tra Atlantico e Pacifico. Oggi la “Matta” è diventata oggetto di culto fra i collezionisti, ma non è raro incontrarne ancora qualche esemplare (magari con un trapianto di motore un po’ anomalo) ai raduni e alle gare di fuoristrada.
(Fonte: www.repubblica.it - 21/11/2013)

sabato 14 dicembre 2013

Le nostre "anti-Jeep" (1): Fiat Campagnola


Era terminata da poco la seconda Guerra Mondiale e l’Italia si trovava a ricostruire il suo esercito – sia pure entro i limiti imposti dagli Alleati agli sconfitti – senza un mezzo fuoristrada in grado di competere con l’americana Jeep, icona del fuoristrada stesso e veicolo di cui i militari italiani avevano imparato ad apprezzare le capacità polivalenti. Venne indetto un bando pubblico alla fine degli anni 40 per la fornitura di vetture destinate all’Esercito Italiano. Se lo aggiudicò la Fiat 1101 Alpina, subito ribattezzata Campagnola per estendere il proprio raggio d’azione e soddisfare tutti gli usi militari (e quelli civili e agricoli, per questi venne presentata alla Fiera del Levante di Bari nel 1951 una versione apposita). La Campagnola misurava 3,775 metri di lunghezza, 1,60 di larghezza e 1,945 in altezza. L'interasse era di m.1,36 e il passo 2,30, con una luce a terra di 27 centimetri, tanti anche rispetto a molti fuoristrada moderni, che si attestano intorno ai 21. Il motore di 1.900 cc – come molti altri componenti di questo fuoristrada tutto italiano – vennero prelevati cannibalizzando parti delle berline 1100, 1400 e 1900 dalla produzione Fiat di serie. La struttura era tradizionale con schema di trasmissione a trazione posteriore con l’anteriore inseribile (solo a veicolo fermo), mentre il cambio a 4 rapporti era affiancato da un riduttore. L’abbondante uso di parti derivate dalla produzione di larga serie fruttò alla neonata “Campagnola” la vittoria del bando, superando l’Alfa Matta che, pur valida meccanicamente, costava molto di più. Poliedrica quanto mai, la Campagnola venne allestita in versione spazzaneve, carro attrezzi (era tra i primi mezzi destinati al servizio rimozione auto del comune di Roma), ma anche adattata per Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco e altri servizi civili, dall’ENEL fino alla versione trivella per pozzi artesiani. La rivoluzione arrivò nel 1974, con la seconda serie della Campagnola, una delle prime 4x4 con carrozzeria autoportante e ruote indipendenti. I freni però erano ancora a tamburo. Motore benzina due litri derivato dalla Fiat 132, capace di 80 cavalli (il diesel era il SOFIM aspirato 2.445 cc da 72 Cv). Cambio a 5 marce con riduttore e schema di trasmissione invariato, con trazione posteriore e anteriore inseribile. La mobilità ottenuta con le ruote indipendenti era incredibile per i tempi, purtroppo il solo difetto di questa vettura era l’innescarsi di punti di ruggine nella carrozzeria (portante!). Le dimensioni erano state mantenute pressoché invariate: altezza da terra di 27,5 centimetri, lunghezza di m. 3,775 per la versione corta, la lunga arrivava a m. 4,025 con un maggiore sbalzo posteriore, e fino a 7 posti. Sempre 3 le porte e tetto in tela o metallo. Costruita fino al 1987, la Campagnola 2 sarebbe attuale ancora oggi, magari con motori adeguati, infatti molti 4x4 sono arrivati alla soluzione della scocca portante. C’erano dei buoni progettisti nell’azienda torinese. Oggi il nome Campagnola è tornato a farsi vedere, sul fuoristrada costruito con marchio IVECO (c’è la Massif a passo lungo).
(Fonte: www.repubblica.it - 17/11/2013)

venerdì 13 dicembre 2013

LaFerrari: esaurita l'intera produzione


I 499 esemplari della LaFerrari sono andati esauriti. Lo ha rivelato nelle scorse ore Marco Mattiacci, amministratore delegato di Ferrari Nord America, intervenuto durante una collegamento televisivo sulla CNBC. Il manager ha definito la nuova V12 quale “punto di riferimento” dell’attuale mercato automobilistico ed indicato la notevole commistione fra “il più incredibile design e l’esperienza manifatturiera italiana”, ragion per cui è considerata l’automobile “più calda oggi in commercio”. Mattiacci ha poi rivelato che 120 dei 499 esemplari erano riservati agli Stati Uniti, mercato sul quale la nuova V12 a motore centrale è stata venduta ad 1,4 milioni di dollari. La sportiva è da qualche giorno esposta a Miami, all’ultimo piano del 1111 di Lincoln Road, dove sono esposte una serie di automobili trasformate in sculture da grandi artisti moderni e contemporanei di tutto il mondo, come Damien Hirst, Keith Haring, Cesar e Kenny Scharf. La mostra è denominata Piston Head: Artists Engage the Automobile. LaFerrari utilizza il V12 da 6.262 cc e può dunque contare su 800 CV. A tale valore vanno poi aggiunti 120 kW forniti dal motore elettrico. La potenza complessiva è di ben 963 cavalli, con una coppia mas- sima superiore ai 900 Nm. Il dodici cilindri è abbinato al cambio doppia frizione a sette rapporti. Questo mix di soluzioni garantisce delle performance davvero interessanti. LaFerrari accelera da 0 a 100 km/h in meno di tre secondi, archivia lo sprint da 0 a 200 km/h in meno di sette secondi e raggiunge la ragguardevole velocità di 300 km/h (con partenza da fermo) dopo 15 secondi. La velocità di punta, infine, supera i 350 km/h.
(Fonte: www.autoblog.it - 6/12/2013)

giovedì 12 dicembre 2013

Fiat leader contro i cambiamenti climatici


Orgoglio italiano: per il secondo anno consecutivo, il Gruppo Fiat è leader indiscusso tra le aziende italiane per l’impegno e i risultati conseguiti nel contrasto ai cambiamenti climatici. Un traguardo ovviamente certificato dagli indici CDP Italy 100 Climate Disclosure Leadership Index (CDLI) e Climate Performance Leadership Index (CPLI) 2013. Così nel CDP Italy 100 Climate Change Report 2013, redatto da Accenture, si scopre che Fiat ha conquistato il punteggio più alto (99/100) per la trasparenza nella comunicazione. Ma anche il massimo punteggio (A) per l’impegno dimostrato nell’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica. "Entrambe le valutazioni del CDP confermano - commentano alla Fiat - che la riduzione del proprio impatto ambientale è parte integrante della nostra strategia di business. In uno scenario globale sempre più competitivo, il Gruppo non ha rinunciato al suo imperativo di leadership responsabile e ha continuato ad intraprendere azioni concrete per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, progettando, producendo e commercializzando prodotti e servizi sostenibili. Fiat oggi pubblica anche un piccolo schema con i principali risultati conseguiti nel 2012. Eccolo:
- la leadership di Fiat, per il sesto anno consecutivo, tra i principali marchi europei per il più basso livello di emissioni di CO2 delle proprie autovetture (fonte: JATO Dynamics);
- la riduzione cumulativa delle tonnellate di CO2 emesse dagli stabilimenti del Gruppo negli ultimi 2 anni, pari a 600.000 tonnellate, equivalenti alle emissioni medie annuali di una città delle dimensioni di Firenze;
- il coinvolgimento di più di 60 business partner nell’iniziativa CDP Supply Chain, aumentando la condivisione dei principi e delle best practice di sostenibilità lungo tutta la catena di fornitura.
Il Gruppo Fiat inoltre, dal 2012, è uno dei pochi costruttori di automobili a partecipare attivamente a tutte le iniziative promosse da CDP (CDP Climate Change, CDP Water, CDP Forest e CDP Supply Chain).
(Fonte: www.repubblica.it - 3/12/2013)

mercoledì 11 dicembre 2013

Maserati: al via le celebrazioni per i 100 anni


Con il mese di dicembre Maserati entra ufficialmente nel 100esimo anno della propria storia in un periodo di successo e crescita senza precedenti. Il riferimento va alle oltre 23mila auto vendute l'anno. Una coda non da poco per un marchio "tra i brand in più rapida crescita negli Stati Uniti - come spiegano al Gruppo Fiat - e una realtà concreta in quasi 70 mercati nel mondo intero, a partire dalla Cina, che per Maserati rappresenta la seconda più importante realtà commerciale a livello mondiale". Il costruttore ha anche presentato di recente al salone dell'auto di Los Angeles novità in tema di immagine e di strategia di comunicazione ispirate al concetto 'the absolute opposite of ordinary', che "sintetizza il retaggio dei primi 100 anni di storia aziendale e una linea guida per i prossimi 100, ovvero fuggire sempre da qualsiasi standardizzazione". Il costruttore ha anche presentato il logo del proprio centenario: il tridente, simbolo da sempre della Maserati, che si ispira alla cultura e alla scultura italiana. La storia della Maserati è bella e affascinante: è stata fondata a Bologna il primo dicembre 1914 e ha iniziato ufficialmente l'attività il 14 dicembre dello stesso anno. Il cuore dell'azienda era allora rappresentato da Alfieri Maserati e da due dei suoi fratelli, Ettore ed Ernesto. Si interessavano tutti di meccanica e amavano la velocità. Nonostante l'impegno a livello tecnico e commerciale trovarono tutti il modo e il tempo di mettersi al volante di un'automobile da corsa negli anni d'oro delle competizioni. Un quarto fratello, Bindo, si unì all'azienda alla morte di Alfieri nel 1932. Si attribuisce invece a Mario Maserati, altro fratello ancora, la creazione del famoso logo Maserati, ispirato alla fontana del Nettuno nel centro storico di Bologna. Maserati costruì la sua prima automobile nel 1926. Si trattava di un'auto da corsa denominata tipo 26. Debuttò con una vittoria alla targa Florio dello stesso anno. Fu quella la prima di una serie di successi che includono due edizioni della 500 miglia di Indianapolis, 9 vittorie in formula uno e il campionato del mondo di F1 nel 1957. Nel 1947 Maserati stupì il mondo con la sua prima vettura stradale, la A6 Granturismo. Nel 1963, con la prima generazione della Quattroporte, Maserati creò un segmento del mercato che non esisteva in precedenza, quello della berlina sportiva di lusso. In termini di gamma di prodotto il centenario cade in un periodo particolare per la società con l'arrivo sul mercato di modelli come Quattroporte e Ghibli. Per celebrare i primi 100 anni Maserati ha programmato una serie di eventi in tutti i principali mercati nel mondo. Il culmine delle celebrazioni sarà rappresentato dal raduno ufficiale a Modena, dal 19 al 21 settembre 2014, dove si stima che si riuniranno non meno di 250 modelli del Tridente provenienti da tutto il mondo. Il programma di tre giorni comprenderà un'esperienza di guida lungo itinerari scenografici legati alla storia di Maserati e sessioni in pista. Nella seconda metà del 2014 Modena ospiterà inoltre un'esposizione di alcuni dei modelli più evocativi della storia di Maserati. Il museo casa Enzo Ferrari esporrà numerosi modelli maserati sia stradali sia da competizione, assurti a icone del marchio e riuniti per il significato speciale che rivestono nella storia della casa del Tridente. Insomma, appuntamenti da non perdere.
(Fonte: www.repubblica.it - 2/12/2013)

martedì 10 dicembre 2013

Alfa Romeo: piano di rilancio in primavera?


Con tutta probabilità ad aprile 2014, in occasione della presentazione dei risultati del primo trimestre, Fiat presenterà un nuovo piano per tutti i suoi marchi, ma Marchionne ha voluto sottolineare che per Alfa Romeo sarà il vero piano della svolta, quello capace di rilanciare un marchio che ha fama e prestigio in tutto il mondo, ma che chiuderà il 2013 sotto le 100.000 vetture prodotte, il risultato peggiore dal 1969, con una gamma composta solo da MiTo e Giulietta.
INVESTIMENTI - Il nuovo piano fisserà ancora il target del Biscione per il 2018 ad "oltre 300.000 unità", il triplo rispetto alle attuali, ma per il 2018 tutti e tre i concorrenti diretti - Audi, BMW e Mercedes - puntano a produzioni tra 1,8 e 2 milioni di pezzi; Lexus, marchio premio di Toyota, tanto per fare un esempio, pur inesistente in Europa è già oggi a quota 600.000. Sembra un ennesimo obiettivo arduo da raggiungere - dopo i precedenti di 500.000 (2010) poi scesi a 400.000 (2011) - e sul suo conseguimento molti analisti continuano a restare scettici. I dubbi vertono sulla capacità finanziaria di Fiat di sostenere gli investimenti, elevati, che servirebbero per riempire di contenuti e di una gamma degna di questo nome, un marchio che dovrebbe con tutti gli onori essere annoverato tra i premium brand di prestigio e dare utili. Dicono, i critici, che è vero che la ripartenza di Maserati è un successo a fronte di investimenti, per ora, inferiori ai due miliardi di euro, ma che quello del tridente è comunque un marchio di nicchia, che infatti punta ad un target a regime e con gamma interamente rinnovata di 50.000 vetture l'anno. Quello di Alfa Romeo è invece un mercato di massa, sia pure premium, e quindi la domanda è se e in che misura Fiat possa sostenere gli investimenti necessari, tanto più con l'incognita ancora aperta dell'acquisizione delle quote restanti di Chrysler. Se Chrysler costerà tra i 4 e i 5 miliardi di euro, dove troverà Fiat i capitali per investirne almeno altrettanti nel rilancio di Alfa Romeo? La risposta ai dubbi, posto che il brillante andamento di Chrysler non subisca arresti o rallentamenti, potrebbe venire proprio dai vantaggi delle sinergie con Chrysler e Dodge. La nuova piattaforma a trazione posteriore o integrale, attualmente in sviluppo con un piccolo team di ingegneri che lavorano alla Maserati di Modena, servirebbe per tutta la futura gamma Alfa Romeo (ad eccezione della Giulietta) nonché alle grosse americane di Dodge e Chrysler per le nuove generazioni di Charger, Challenger e 300C. Dunque quanto dell'investimento sarebbe specificamente attribuito ad Alfa? Certamente la condivisione consente di spalmare i costi e maggior facilità a reperire finanziamenti da mercato, ma basterà?
PRODOTTI - La decisione di adottare la nuova piattaforma ha intanto prodotto un ulteriore slittamento della tormentata nascita della Giulia, inizialmente prevista in lancio nel 2014 insieme alla Chrysler 200C a trazione anteriore. Invece, sulla nuova piattaforma a trazione posteriore e integrale nascerebbero sei modelli previsti per il rilancio. Nell'ordine e con debutto solo dalla seconda metà del 2015: Giulia Berlina e Sportwagon, già previste, cui si aggiungerebbe una Giulia GT, per concorrere ad esempio con BMW serie 4; ammiraglia, quella inizialmente pensata come declinazione Alfa della Maserati Ghibli e che potrebbe invece adottare la nuova piattaforma e potrebbe essere proposta una GT; un grande SUV, anch'esso sino ad ora immaginato sulla base del Maserati Levante e che potrebbe migrare sulla nuova piattaforma. A questi prodotti sul nuovo pianale si aggiungerebbero, Giulietta, 4C coupè e spider, il nuovo Duetto a trazione posteriore che nascerà in joint con Mazda insieme alla nuova Miata, un SUV Alfa basato sul nuovo JEEP Cherokee e un crossover compatto sulla medesima base. Sparirebbe Mito, senza eredi. Una gamma da sogno, magari, sembra anche troppo ambiziosa. Dunque un ennesimo miraggio di ritorno alla ribalta per Alfa Romeo, con quali probabilità di successo è difficile dire. Quello che è certo è che questa sembra veramente l'ultima chance, se questo piano dovesse fallire come i precedenti non ce ne sarà probabilmente un quinto. Il piano prodotti sembra corretto nella copertura dell'offerta che il mercato potenziale degli Alfisti attende. Restano le incognite sulla disponibilità delle risorse necessarie per attuarlo e non vorremmo vedere ancora una volta cancellati prima di nascere i modelli indispensabili per il rilancio. Occorre ora un buon lavoro ingegneristico, un'accorta caratterizzazione nella definizione dello stile, un piano efficace per la presenza sui mercati ricchi e per le reti di vendita e assistenza, ma soprattutto disponibilità finanziaria. Auguri Alfa Romeo, il cuore "sportivo" di tanti appassionati, in tutto il mondo, accelera il battito e crede nella rinascita.
(Fonte: www.motori.it - 6/12/2013)

lunedì 9 dicembre 2013

Il marchio Fiat si fa in due: una linea su base Panda (razionalità) e una su base 500 (stile)


La strategia per rimettere in moto le vendite del marchio Fiat? Puntare sui modelli di maggior successo, facendoli diventare vere e proprie linee di prodotto. Più o meno come ha fatto il Gruppo BMW, che ha creato una gamma di sette diverse vetture Mini sullo stile della piccola tre porte. Per entrare nel concreto, ecco i piani del Lingotto secondo quanto riportato da Automotive News Europe. Il marchio Fiat dovrebbe presto sdoppiarsi in due linee: le auto più razionali ed economiche diventeranno una famiglia allargata chiamata ‘Panda’, mentre la gamma 500 raccoglierà i modelli più ‘stilosi’ e meglio equipaggiati. In totale, 12 versioni per coprire i segmenti A, B e C, vale a dire quelli delle minicar, delle piccole e delle compatte. La linea Panda potrebbe arrivare a comprendere cinque varianti. A fianco dell’eterna tuttofare e dell’affermata Panda 4×4, si affiancherebbe un modello a trazione integrale con l’aspetto di una piccola Suv, secondo l’esempio della Panda Cross della generazione precedente. Anche la sostituta della Bravo assomiglierà un po’ alla celebre citycar torinese: si chiamerà Panda L e, secondo i piani, abbandonerà la classica formula della berlina a due volumi per diventare una “crossover”, cioè una vettura spaziosa e alta da terra, come va di moda adesso. Al top della gamma Panda, invece, nascerà una versione ristilizzata dell’attuale Suv Freemont, che cambierebbe il suo nome in Panda XL. Grandi progetti anche per la famiglia 500. La tre porte, nata nel 2007, sembra non invecchiare mai: beneficerà di un restyling nel 2015, a otto anni d’età, cioè quando normalmente i modelli vengono sostituiti. Alla “classica” 500, negli anni, si sono già aggiunte negli anni la cabrio 500C e le monovolume costruite in Serbia: la 500L, la versione allungata 500L Living e la 500L Trekking, che si distingue per i paraurti rinforzati e un differenziale elettronico che migliora la trazione, sempre anteriore. Fra la 500 e la 500L si piazzerà un nuovo modello a cinque porte, di cui ancora non si conosce il nome, che sostituirà di fatto, l’attuale Punto: la nuova segmento B sarà costruita sulla stessa piattaforma della 500 nella stessa fabbrica, in Polonia, a Tychy. Infine, una seconda new entry: la 500X, una piccola Suv che sostituirà la Sedici e sarà disponibile con trazione anteriore o integrale. La X sarà costruita in Basilicata, a Melfi, su una nuova base meccanica condivisa con un modello Jeep di dimensioni simili. In Europa, il marchio Fiat ha venduto 444.079 vetture nei primi nove mesi dell’anno, il 2% in meno rispetto allo stesso periodo del 2012. I modelli più venduti sono la 500 (121.489 unità) e la Panda (118.678), seguiti dalla Punto (82.268) e dalla 500L con le sue varianti (55.615). Secondo l’associazione dei costruttori Acea, Fiat è oggi il decimo “top selling brand” in Europa.
(Fonte: www.ilfattoquotidiano.it - 4/12/2013)

domenica 8 dicembre 2013

Ferrari & musei (2): affidata alla Rossa la gestione del Museo Enzo Ferrari di Modena


Il dado è tratto. E' cosa fatta: Ferrari entra ufficialmente di gran carriera nella gestione del MEF, il Museo casa Enzo Ferrari, situato a Modena e inaugurato appena un anno e mezzo fa, il 20 marzo 2012. L’annuncio ufficiale che sigilla il patto tra gli enti locali co-proprietari della struttura ideata da Jan Kaplicky (Comune di Modena a Camera di commercio), la Fondazione Casa Natale Enzo Ferrari (a capo del MEF) e Ferrari è stato dato ieri sera. Il nuovo capo del museo sarà Antonio Ghini, già responsabile del Museo Ferrari di Maranello. Il Cavallino così estende notevolmente il suo percorso turistico, ampliandosi fino a Modena e potendo così contare ora sulla galleria di Maranello, la fabbrica, il circuito di Fiorano (visitabili questi ultimi due però solo in particolari situazioni), il MEF e la casa natale del Drake, che è situata proprio accanto alla struttura a forma di cofano giallo. Il contratto di gestione del museo scatta dal 1° gennaio 2014 ed è di 6 anni, rinnovabile per altri 6. Ferrari elargirà subito un milione e mezzo di euro, arrivando poi a 2,5 milioni entro la fine del 2016. La Fondazione passa la mano (e il presidente Mauro Tedeschini, ex direttore di Quattroruote, si è dimesso per protesta contro una gestione dell’affare giusta nel fine, ma che avrebbe ignorato la stessa Fondazione) con i seguenti numeri: quasi 90mila visite in un anno e mezzo, fatturato mensile di 150mila euro. Lo stesso Mauro Tedeschini racconta con un po’ di amarezza alcuni particolari del rapporto con l’azienda di Maranello in questi anni: “Al momento della creazione del MEF ricevemmo una dura lettera di Jean Todt, al momento in Ferrari, con la quale ci faceva presente che Maranello avrebbe messo solo 25mila euro e nulla più. A quel tempo il museo aziendale di Maranello si chiamava Galleria mentre oggi ha ripreso a chiamarsi Museo Ferrari”. La Fondazione Casa Natale prese vita nel 2003 e all'epoca Ferrari era pronta a creare nell’area di via Paolo Ferrari il museo Maserati: “Poi nel 2005 la società Ferrari vendette Maserati alla Fiat e cambiò il contesto”. Ed ora rimane insoluta la solita domanda: che cosa farà la Ferrari? Esposizioni permanenti o temporanee? Si potranno ammirare solo auto Ferrari o di altri marchi “amici” come Alfa Romeo e Maserati? Di certo non si vedranno più delle F1 McLaren, Mercedes e Williams come è possibile adesso nella mostra “Grand Prix – Le monoposto del mondiale di Formula 1”.
(Fonte: www.f1passion.it - 26/11/2013)

sabato 7 dicembre 2013

Ferrari & musei (1): record di visitatori al Museo Ferrari di Maranello


Il Museo Ferrari di Maranello festeggia i trecentomila visitatori. L’importante traguardo, ottenuto per la prima volta, è stato appena raggiunto ed entro la fine dell’anno sarà sicuramente ancora incrementato. A staccare il biglietto numero 300.000 è stata una coppia di turisti russi, Yuliya Gilazova e Yuriy Petrov, di San Pietroburgo, in Italia per una vacanza alla scoperta delle nostre bellezze: “Abbiamo visitato tante città e abbiamo deciso di venire anche a Maranello per visitare il Museo Ferrari, che abbiamo scoperto grazie ad Internet – ha raccontato Yuliya, sfoggiando anche qualche parola d’italiano – E’ stata una bellissima sorpresa essere accolti in maniera così speciale: non ci volevo credere!” Per Yuriy la visita al museo ha rappresentato la realizzazione di un sogno e vedere finalmente le Ferrari dal vivo, una grande emozione: “A casa ho una collezione di modellini della Rossa che faccio sin da quando ero piccolo ed è davvero un’emozione poter essere qui e visitare questo fantastico museo”. Entrambi i giovani poi attendono l’anno prossimo quando la Russia ospiterà per la prima volta un Gran Premio di Formula 1 sul nuovo circuito in costruzione a Sochi “Andremo lì per le Olimpiadi invernali e sarebbe bellissimo tornarci anche per vedere la corsa!”. I due turisti russi sono stati degnamente festeggiati dallo staff del museo, guidato dal direttore Antonio Ghini, ed hanno ricevuto in dono una maglietta celebrativa, raffigurante un tachimetro Ferrari con l’indicatore di velocità che supera la barriera dei 300.000... visitatori, che hanno immediatamente sfoggiato con orgoglio durante la visita. “Il traguardo dei trecentomila visitatori annui – ha sottolineato Ghini – è un risultato molto significativo, che conferma che la struttura di Maranello è una delle più visitate in Italia. La crescita degli ultimi anni – nel 2011 le presenze erano state poco più di 220.000, salite a 250.000 l’anno successivo – conferma che la strada intrapresa, con il rafforzamento della collezione permanente e un serrato programma di mostre tematiche, come la Ferrari Sporting Spirit, che consentono di vedere da vicino gli ultimi gioielli prodotti a Maranello affiancate ad esemplari rarissimi, è quella giusta”.
(Fonte: www.repubblica.it - 15/11/2013)

venerdì 6 dicembre 2013

Fiat al 100% di VM Motori: le prospettive


Nei giorni scorsi, il gruppo Fiat ha rilevato il restante 50% del pacchetto azionario di VM Motori ancora in mano a General Motors, per una cifra totale di 34,1 milioni di euro. La divisione Fiat Group Automobiles già deteneva il 50% delle azioni del costruttore italiano di motori diesel, acquistate nel 2010. Questa operazione, sia finanziaria che industriale, consentirà al gruppo automobilistico torinese di controllare direttamente tutta la produzione dei motori diesel destinati ai propri modelli. Infatti, fino a poche settimane fa, VM Motori figurava come fornitore delle motorizzazioni 2.8 TD e 3.0 TD, destinate ai brand Lancia e Jeep, ma soprattutto a Maserati. Quindi, il gruppo Fiat ha voluto salvaguardare il know how motoristico dei propri premium brand. Ora resta da capire se avverrà o meno l’integrazione con Fiat Powertrain Technologies, la divisione che si occupa della progettazione di motori e trasmissioni. Inoltre, VM Motori porta in dote non solo le tecnologie nei motori diesel per auto, ma anche l’esperienza nei motori marini, industriali e del settore power generation. Altro nodo della questione sarà lo sviluppo dell’attuale gamma di VM Motori, composta da cinque unità. Il fiore all’occhiello della produzione è al momento rappresentato dal motore 3.0 V6 turbodiesel, proposto negli step di potenza da 250 CV e 275 CV per le nuove Maserati Ghibli e Quattroporte, ma anche nelle versioni depotenziate per i modelli Lancia Thema e Jeep Grand Cherokee. VM Motori produce anche il 2.8 turbodiesel a 4 cilindri nelle versioni da 177 CV della Lancia Voyager e 200 CV della Jeep Wrangler, affiancato dal 2.5 turbodiesel da 156 CV destinato all’ultimo modello del tipico Taxi di Londra. Non è noto, invece, il destino dei motori 1.5 turbodiesel a 3 cilindri da 110 CV e 2.0 turbodiesel a 4 cilindri da 163 CV, adeguati all’attuale normativa Euro 5 e in passato prodotti su licenza anche da Hyundai in Corea del Sud. Queste due unità, tuttavia, offrono prestazioni molto simili ai propulsori a 4 cilindri 1.6 MultiJet e 2.0 MultiJet, prodotti da Fiat nell’impianto campano di Pratola Serra (AV). VM Motori rappresenta l’ultimo tassello della storia automobilistica italiana che entra nell’orbita Fiat. Fondata nel 1947 da Claudio Vancini e Ugo Martelli, l’azienda di Cento (FE) ha fatto parte del gruppo Finmeccanica fino al 1989. Nel ’95 è diventata di proprietà dell’americana Detroit Diesel Corporation, poi affiancata da Daimler Chrysler che è entrata nell’azionariato cinque anni dopo. Al 2003 risale l’ingresso nel capitale del gruppo Penske, mentre nel 2007 il posto di DaimlerChrysler è stato preso da General Motors. Infine, il restante pacchetto sociale del 50% in mano a Penske è stato rilevato dal gruppo Fiat nel 2010. In passato, VM Motori ha fornito propulsori diesel a Dodge per il pick-up Dakota (venduto solo negli U.S.A.), a Ford per la ammiraglia Scorpio, a Land Rover per la lussuosa Range Rover, a Opel per la fuoristrada Frontera, a Rover per le berline SD1 prima e Serie 800 poi, nonché a Toyota per la versione europea dell’inarrestabile Land Cruiser. Tuttavia, il nome di VM Motori in campo automobilistico è legato a doppio filo con Alfa Romeo, dato che la Casa del Biscione fu la prima ad adottare un motore turbodiesel prodotto dalla società italiana. Infatti, dopo il fallimentare esperimento della Giulia diesel con il motore della inglese Perkins, al Salone di Francoforte del 1979 Alfa Romeo presentò la versione turbodiesel della rinnovata Alfetta che raccolse molti consensi sul mercato, anche tra gli alfisti più intransigenti. In seguito, VM Motori ha permesso lo sviluppo delle versioni diesel delle berline Alfa 6, Alfa 90, Alfa 75, Alfa 164 e Alfa 155, mentre per la compatta Alfa 33 fu progettato lo specifico motore 1.8 turbodiesel con l’atipica configurazione a 3 cilindri.
(Fonte: www.ilfattoquotidiano.it - 17/11/2013)

giovedì 5 dicembre 2013

Grugliasco festeggia quota 10mila Maserati


Festa grande in casa Maserati. Nello stabilimento modello “Avvocato Giovanni Agnelli” di Grugliasco (Torino) è stato appena celebrato il raggiungimento dell’importante traguardo delle prime 10.000 Maserati prodotte. Lo stabilimento torinese, che si è aggiunto alla tradizionale storica sede di Modena, è stato inaugurato lo scorso 30 gennaio ed ospita attualmente la produzione delle due nuove berline sportive di lusso della casa del tridente, ovvero la Quattroporte e la Ghibli. Strutturato su due turni di lavoro giornalieri, lo stabilimento ha grandi potenzialità in forte crescita produttiva e dalle sue linee di montaggio escono quotidianamente circa 140 esemplari dei due modelli. Da segnalare poi che dall’inizio della produzione, avvenuta in contemporanea con il lancio commerciale della nuova Quattroporte, la moderna struttura torinese ha già prodotto circa 8.200 unità dell’ammiraglia Maserati. Per quanto riguarda invece il dato produttivo della Ghibli, dall’inizio della sua produzione, avviata a fine luglio del 2013, ha già visto la produzione di oltre 1.800 unità. In base alle richieste dei mercati di tutto il mondo, l’impianto di Grugliasco potrà essere modulato per rispondere a un incremento della produzione, cosa che al quartier generale del brand auspicano vivamente anche a seguito dell’aumento dell’export nel primo semestre del 2013 verso Cina, Giappone e Stati Uniti.
(Fonte: www.repubblica.it - 14/11/2013)

mercoledì 4 dicembre 2013

Fiat Ottimo: in Cina la Viaggio perde la coda


Operazione Cina, avanti tutta. Dopo la Viaggio, arriva la Ottimo, seconda Fiat prodotta e commercializzata laggiù in forza dell’accordo raggiunto nel 2010 con GAC (Guangzhou Automobile Group). La nuova Fiat all’orientale è stata presentata al recente Salone di Guangzhou, dove è stato annunciato che la commercializzazione avrà inizio nella primavera del 2014 al prezzo di centomila yuan, cioè circa 12.300 euro. Esclusa, per ora, l’esportazione su altri mercati, con ogni probabilità non la vedremo mai in Italia, anche se a prima vista sembrerebbe una degnissima erede della Fiat Bravo.
Produzione in crescita - L’obiettivo della Fiat è conquistare una fascia di pubblico giovane, puntando sulla sportività dello stile (ricorda molto quello della Giulietta) e sulle buone prestazioni. Con la Ottimo, inoltre, l’alleanza italo-cinese conta di portare a regime la capacità produttiva dello stabilimento di Changsha, dove attualmente viene prodotta la Fiat Viaggio ad un ritmo inadeguato alle potenzialità del mercato. L’obiettivo finale, al momento lontanissimo, è raggiungere le 300.000 unità/anno. A rinforzare l’offensiva, arriverà tra qualche mese anche la nuova Jeep Cherokee, in aggiunta al Suv Freemont e alla piccola 500.
Come è fatta - Progettata in Italia, sull’asse Torino-Pomigliano, la nuova Fiat Ottimo condivide il pianale compact US Wide di derivazione Giulietta con la Chrysler Dart e con la Viaggio, di cui incarna la versione a due volumi. Dalla berlina tre volumi, che è in produzione in Cina da giugno del 2012, la Ottima si distingue per una linea più sportiva che ricorda molto l’Alfa Romeo Giulietta. Più in dettaglio, è stato rivisitato il frontale, con una nuova calandra, più sottile, nuovi fari fendinebbia con elementi a Led e paraurti rimodellato. Del tutto nuova, ovviamente, la parte posteriore, con grande portellone, luci di coda di forma diversa, paraurti più grande. Immutati, invece, gli interni.
Motori italiani - Oltre al pianale, la Ottimo condivide con la Viaggio anche la meccanica e le motorizzazioni. Sotto al cofano, dunque, viene alloggiato il motore 1.4 T-Jet nelle due varianti da 120 e 150 cavalli. Due le alternative previste anche in fatto di trasmissioni: cinque marce automatico e sette marce doppia frizione Tct.
(Fonte: http://motori.ilmessaggero.it - 24/11/2013)

martedì 3 dicembre 2013

Fiat-Veba: Chrysler rinvia l'ingresso in Borsa al primo trimestre 2014


Se da una parte l'accordo tra Fiat e Veba, che consentirebbe al Lingotto di chiudere la partita sul 100% di Chrysler, potrebbe arrivare a cavallo di dicembre con gennaio, dall'altra si registra la nota con cui il gruppo americano «reputa non fattibile il lancio e il completamento di un'offerta pubblica prima della fine del 2013» (complici anche le imminenti festività che per gli americani, con il Thanksgiving, inizieranno da domani). La decisione del cda di Chrysler è arrivata dopo aver ascoltato i consigli dei propri consulenti legali. Un comunicato di Fiat sottolinea, a questo punto, che «non è possibile assicurare se e quando un'offerta verrà lanciata poiché il lancio sarà subordinato alle condizioni di mercato e alle ulteriori valutazioni del caso». Questa situazione di stallo, salvo uno sblocco improvviso dei negoziati a favore del Lingotto, non fa certo piacere a Sergio Marchionne, il quale vede protrarsi troppo in là nel tempo l'integrazione Fiat-Chrysler con tutti problemi di programmazione e strategie industriali che ne derivano. E così, mentre il mercato guarda con favore allo slittamento dell'Ipo del 16,6% di Chrysler al primo trimestre 2014 («c'è più tempo per trattare con Veba - commenta un analista - e Fiat, inoltre, potrà esercitare, in gennaio, la quarta call sul 3,3% di Chrysler con più serenità e a un costo più basso»), l'impressione è che Marchionne si sia stancato di questo tira e molla. Anche perché, più si va avanti con i mesi, più cresce il rischio di incertezza per la situazione economica U.S.A. . Prima o poi, infatti, la Fed comincerà a diminuire la liquidità immessa sul mercato. Non è un caso che il Tesoro americano abbia annunciato l'intenzione di cedere, entro il 2014, i restanti 31,1 milioni di azioni, pari al 2,2% della società, che ancora detiene nella General Motors. Alla luce di tutto questo, si fanno sempre più insistenti le voci di un raffreddamento del feeling tra Marchionne e Chrysler, nel senso che il top manager avrebbe deciso di ribilanciare la propria attenzione, nonché presenza, guardando di più, da ora in poi, alla soluzione dei non pochi problemi del gruppo in Europa e ai nuovi piani di sviluppo in Brasile (il nuovo mega-impianto di Pernambuco comincerà a produrre nel 2014), mercato centrale per il Lingotto. Ci si deve attendere, dunque, un Marchionne più presente da questa parte dell'Atlantico rispetto al passato allo scopo di seguire, in prima persona, la scommessa sui marchi premium Maserati e Alfa Romeo. Ma anche in America Latina, dove il nuovo investimento a Pernambuco di oltre 3 miliardi di reais permetterà di sfornare tra 200 e 250mila veicoli l'anno in aggiunta a quelli che vengono prodotti nello storico stabilimento di Betim destinato a sfiorare il milione di unità prodotte. Il segnale che Marchionne intende mandare agli americani è chiaro: ulteriori ritardi sull'integrazione non sono più ammessi in quanto finiscono inevitabilmente per ripercuotersi sulla programmazione dei nuovi modelli. E la decisione dell'amministratore delegato di Fiat di annunciare il nuovo piano industriale dopo la prima trimestrale del 2014 fa capire come, per quella data, la vertenza con Veba dovrà essere definita, in un modo o nell'altro. Intanto, se la quarta opzione call su Chrysler sarà esercitata a gennaio, a quel punto Fiat avrà il diritto di acquistare un altro 3,3% del gruppo U.S.A. in mano a Veba a un prezzo più favorevole - essendo l'Ipo ancora nel limbo - perché parametrato sul valore del titolo Fiat degli ultimi 20 giorni. La caduta delle azioni di ieri (-3,5%), secondo alcuni analisti, andrebbe proprio in questa direzione e sarebbe, quindi, «tattica». Sul fronte Chrysler, dunque, il clima è destinato ad arroventarsi, e non solo per quanto riguarda la scalata di Fiat al 100%. In gioco, a questo punto, c'è il futuro dell'asse Torino-Detroit.
(Fonte: www.ilgiornale.it - 26/11/2013)