sabato 30 giugno 2012

Boom del "Low Cost di Qualità": Innocenti (o Autobianchi) possibile risposta a Dacia?


Tutti pazzi per il "low cost". In un mercato sempre più globale, ma messo in ginocchio dalla crisi economica, tutti puntano al risparmio. Così i dati messi in risalto dal quarto rapporto annuale di Assolowcost, l'associazione che riunisce le imprese "Low Cost di Qualità", non stupiscono più di tanto. A fronte delle continue emorragie nelle vendite di tutte le Case, infatti, il settore Low Cost di Qualità continua la sua crescita nel nostro Paese. Nel 2011 il comparto ha messo a segno una crescita del 7,43% rispetto al 2010, per un valore totale che supera gli 82 miliardi di euro, mentre per l'anno in corso si prevede un incremento compreso tra il 5% e il 7%. Secondo gli organizzatori, "Le ragioni di questo successo sono intrinseche al modello stesso di business del Low Cost di Qualità, che oggi non è solo motore di innovazione e sviluppo, ma anche un ammortizzatore economico-sociale: gli italiani hanno, infatti, dimostrato di premiare le scelte di acquisto che siano in grado di coniugare prezzo e valore, contribuendo ad attenuare gli effetti della contrazione dei consumi dovuta ad un radicale cambiamento nelle abitudini di acquisto". Sulla stessa linea anche le dichiarazioni di Francesco Fontana Giusti, direttore Comunicazione & Immagine Renault Italia: "La Marca Dacia ha contribuito al successo del low cost nel settore automobilistico confermandosi, nel 2011, come unica e migliore interprete della "filosofia low cost" applicata al mondo dell'auto. Low cost non vuol dire Low Price, vuol dire il prezzo giusto per il massimo della qualità: Dacia è esattamente questo. La scelta intelligente per chi cerca la sostanza e non solo l'apparenza. Per questo Dacia non ha fatto che crescere negli anni (oggi abbiamo quasi una quota di mercato del 3% a privati) in un mercato in continuo calo. Un'equazione vincente: un prodotto di alta qualità ad un ottimo prezzo, comunicato e venduto in modo semplice da una Rete motivata". Tra i bestseller Dacia troviamo il Suv Duster che, in vendita da maggio 2010, si è classificato nel 2011 come il secondo Suv più venduto in Italia, con oltre 19.600 unità. Contribuisce al risultato anche l'ottima performance della berlina due volumi Sandero, cuore della gamma Dacia, e della sua versione Urban Suv Stepway. Dacia, con 25.875 immatricolazioni nel 2011, ha fatto registrare una crescita del 15,3% conquistando una quota di mercato dell'1,5% e quest'anno potrà contare su una gamma più ampia con l'arrivo di tre nuovi modelli: la monovolume 5 e 7 posti Lodgy, Dokker, un multispazio 5 posti per uso misto (privato e professionale) e Dokker Van, dedicata agli utilizzi commerciali.
(Fonte: www.repubblica.it - 19/6/2012)

venerdì 29 giugno 2012

Lancia: allo studio una Thema Coupé?


Secondo alcune indiscrezioni, Lancia potrebbe essere interessata alla realizzazione di una variante coupé della Thema. La piattaforma sarebbe la stessa della Chrysler 300C, che già equipaggia la Thema berlina e dalla quale è già stata derivata la Dodge Challenger, la coupé che ha riportato alla luce la denominazione divenuta famosa negli anni '70. Secondo i rumor riportati da "autoblog.nl", e non ancora confermati da nessuna fonte ufficiale, la vettura potrebbe mantenere un design simile a quello dell’attuale 300C, modificando alcune linee e rendendole più sportive così da armonizzarsi meglio con il design a tre porte della possibile derivata della Thema. Tutte queste indiscrezioni sono puramente dei rumor, ma la vettura potrebbe risultare interessante dal punto di vista sia del design, sia produttivo. Nell’eventualità in cui approdasse in America, infatti, il nuovo modello potrebbe affrontare la Cadillac CTS Coupé, vettura dalle forme muscolose e con linee tese come quelle della 300C.
(Fonte: www.autoblog.nl - 12/6/2012)

giovedì 28 giugno 2012

Sfida Italia-Germania anche per i camion: Fiat pronta a "soffiare" Navistar a VW?


Un’azienda ormai globalizzata e tra le poche al mondo capaci di lanciare una sfida allo strapotere dei tedeschi. Sembra essere questo il nuovo identikit di Fiat-Chrysler, almeno per come negli ultimi anni ne sta determinando la fisionomia l’amministratore delegato Sergio Marchionne. Come se, infatti, non fossero già numerose le scelte che stanno sempre più rendendo marginale il mercato italiano ed europeo per un marchio proiettato con forza verso il mondo, è arrivata un ulteriore conferma. In un’intervista a La Tribune, Sergio Marchionne ha manifestato il suo interesse per l’eventuale acquisizione del produttore U.S.A. di camion Navistar, che si trova in difficoltà economiche. “Siamo interessati a stabilire una presenza sul mercato americano”, ha detto il numero uno di Fiat-Chrysler palesando le proprie intenzioni. Una scelta che in un colpo solo confermerebbe le linee di tendenza del marchio italo-statunitense sopra citate. “Innanzitutto – spiega l’economista Giuseppe Berta – sarebbe una conferma che anche Fiat Industrial, il marchio che opera nel settore dei mezzi pesanti e che ha recentemente approvato il piano di fusione con la controllata U.S.A. CNH, punta senza dubbi verso una piena globalizzazione, tra l’altro su un mercato molto attraente come quello statunitense”. Una scelta in continuità con un processo di internazionalizzazione che già vede, ad esempio, il marchio Iveco ben posizionato sul mercato asiatico, a differenza di quanto accade invece per il settore auto. “Questa tendenza alla globalizzazione – aggiunge Berta – è bene ricordare che porta l’impronta, oltre che di Marchionne, anche di John Elkann, che da quando è alla guida di Exor, la holding che sta a capo del Gruppo, ha fatto scendere le proprie partecipazioni non solo in Italia, ma anche in Europa, con il risultato che attualmente le attività del resto del mondo contano per i due terzi del totale”. Ma l’interessamento a Navistar rappresenta a dovere anche la seconda caratteristica saliente dell’attuale era Fiat, quella di baluardo all’espansione prepotente dei marchi tedeschi. Non a caso anche Volkswagen, secondo alcune voci smentite però dal Financial Times Deutschland, sarebbe interessata a una partecipazione in Navistar. Insomma, una sorta di sfida italo-tedesca, che dal mercato europeo si trasferirebbe nelle immense praterie americane solcate dai bisonti della strada statunitensi. “La reazione di Volkswagen – commenta Berta – non solo certifica che Marchionne su questo fronte si sta muovendo bene e con la solita tempestività, ma conferma anche che ormai Fiat rappresenta una sorta di linea di resistenza allo strapotere tedesco, nel senso che nel settore dell’automotive stiamo assistendo a una vera e propria sfida di Fiat contro la Germania”. Una sfida che finora si è apertamente manifestata, ad esempio, in occasione del progetto di vendita del marchio Alfa Romeo, destinato proprio alla VW: un mancato affare che ha inasprito la frizione tra i due gruppi. Un contrasto poi accentuatosi anche a livello europeo, dove Marchionne, in veste di presidente dell’associazione dei costruttori di auto, ha chiesto esplicitamente all’Unione Europea di predisporre un piano di salvataggio dell’industria automobilistica simile a quello attuato negli anni Novanta per l’acciaio e che portò alla riconversione di una parte consistente del settore. “Una proposta – sottolinea Berta – che, neanche a dirlo, è osteggiata dai tedeschi, per i quali ovviamente le cose vanno bene così. Ecco perché – conclude Berta – la vicenda Navistar è l’ulteriore conferma di questa situazione di scontro”.
(Fonte: http://economia.panorama.it - 11/6/2012)

mercoledì 27 giugno 2012

Kelley Blue Book: Dodge Dart auto più "cool"


Kelley Blue Book, sito tra i leader nel settore automobilistico U.S.A., ha pubblicato la classifica delle 10 auto più "cool" in circolazione, ma che costano meno di 18.000 dollari. La graduatoria è il frutto di una ricerca effettuata tra gli automobilisti. Sono tante le case costruttrici al mondo che puntano su vetture piccole e che non costino molto, soprattutto per attirare la clientela più giovane. Questa classifica permette anche di capire quali possano essere considerate delle auto "economiche". In tempi di crisi sono infatti cambiati i parametri di valutazione: se un tempo per basso costo si intendeva una vettura che aveva un prezzo di 10.000 dollari, adesso a meno di 15.000 non si trova quasi nulla. Ci sono attualmente varie auto sul mercato che hanno un prezzo inferiore ai 18.000 dollari, ma questa lista si restringe quando si tratta di valutare le sue caratteristiche estetiche e il "fattore cool". Il giudizio si è concentrato sui veicoli che sono divertenti da guidare e da avere. Al primo posto si è piazzata la Dodge Dart per via dello stile, delle prestazioni e delle funzionalità.
(Fonte: www.kbb.com - 19/6/2012)

martedì 26 giugno 2012

Automotive News: l'alleanza Fiat-Chrysler è "un matrimonio idilliaco"


Automotive News loda il lavoro fatto da Fiat e dall'amministratore delegato Sergio Marchionne. In un editoriale del 25 giugno, il settimanale americano descrive la relazione fra Chrysler e Fiat come un "matrimonio idilliaco". Quando Chrysler era in crisi e lottava per sopravvivere, scrive Automotive News, "Marchionne arrivò ad Auburn Hills, in Michigan, portando talento, soldi, tecnologie e soprattutto un piano". Da allora sono passati tre anni e ad avere problemi è ora la casa automobilistica torinese. "Fiat sta lottando nell'agitato mercato europeo, specialmente quello italiano, mentre la rivitalizzata Chrysler sta generando entrate che stanno tenendo a galla tutto il gruppo. Ora gli italiani temono che il marchio possa diventare un'appendice regionale di Chrysler". Secondo Automotive News, però, la relazione fra Fiat e Chrysler spiegherebbe" il motivo per cui le case produttrici di automobili realizzano partnership globali: si bilanciano i rischi e si ridistribuiscono gli asset in vari mercati".
(Fonte: www.autonews.com - 25/6/2012)

lunedì 25 giugno 2012

Volvo pronta a trattare con Fiat per una joint venture industriale negli U.S.A.


Volvo è alla ricerca di un partner industriale per costruire in joint venture automobili e SUV negli Stati Uniti e Fiat potrebbe essere uno dei candidati. Secondo Bloomberg News, che riporta una dichiarazione del CEO di Volvo, Stefan Jacoby, rilasciata durante un'intervista ad Automotive News, l'azienda svedese (ora controllata dalla cinese Zhejiang Geely) è in trattative con un paio di costruttori per ampliare la capacità produttiva in Nordamerica. Ciò permetterebbe di ridurre, attraverso una cooperazione, i costi della realizzazione da zero di un impianto e le complicazioni relative alla formazione del personale ed alla creazione della rete di fornitori locali. Lo stesso Jacoby svela che una di queste potrebbe essere la Fiat: "Siamo aperti a trattare con tutti - ha detto ad Automotive News - e Fiat è una di queste alternative. Se lo sentite - ha aggiunto - dite a Marchionne di chiamarmi". Al di là della battuta i progetti di Volvo sono molto concreti e ampiamente giustificati dalla necessità di condividere i futuri investimenti. Jacoby ha ricordato, nell'intervista, che "Volvo perde denaro negli Stati Uniti mentre ne guadagna in Europa. Ed è dunque strategico trovare una soluzione per gli U.S.A. a medio termine, entro 5 o 6 anni". L'ipotesi della partnership con Fiat potrebbe riguardare - secondo quanto riporta Bloomberg - l'utilizzazione di impianti Chrysler e, probabilmente, anche la condivisione dei costi di sviluppo di modelli Volvo di fascia medio-bassa e media, dato che la cooperazione con Ford (il Gruppo che controllava Volvo fino al 2010) per l'utilizzo delle piattaforme e dei motori si esaurirà con il contratto in essere. Jacoby ha anche dettagliato i programmi Volvo per la Cina: c'è in arrivo un piccolo suv low cost che verrà realizzato assieme alla Geely Automobile e sta procedendo l'iter (che richiede l'approvazione del Governo centrale) per la costruzione delle nuove fabbriche. "Quella a Chengdu - ha detto il CEO di Volvo - sarà operativa dalla seconda metà del 2013". Il piano della Casa svedese prevede investimenti per 11 miliardi di dollari nei prossimi anni e punta all'aumento delle vendite dalle circa 500 mila unità del 2011 alle 800 mila previste per il 2020.
(Fonte: www.ansa.it - 22/6/2012)

domenica 24 giugno 2012

Termini Imerese (2): Di Risio non si arrende


Scoppia di nuovo il "caso Termini Imerese". L'imprenditore molisano Massimo Di Risio - che ha per primo (nel 2006) lanciato sul mercato un Suv italiano assemblando componenti da tutto il mondo, soprattutto cinesi - è sotto accusa, ma il suo progetto di sfruttare la fabbrica siciliana per realizzare in loco auto di origine asiatica va avanti.
Di Risio, che succede?
"Me lo chiedo anche io. Questo è un Paese dove fare impresa è molto difficile. Dico solo che noi non ci possiamo basare sulle dichiarazioni di un sindacalista: ci dobbiamo basare sui documenti ufficiali, come quello del ministero che ci teneva in gara pur lasciando la possibilità di provare o di tentare altre strade. E quindi noi, sulla scorta di quel documento, abbiamo continuato le trattative".
A che punto sono ora?
"Vanno avanti bene e, soprattutto, nell'ultimo periodo si sono intensificate sia con Chery, che è nostro partner di sempre, sia con un'azienda turca molto solida, che da anni opera nel mondo dell'auto. Si discute per il loro ingresso nel capitale, ma con una quota di minoranza. Devo dire che entrambe le aziende hanno fatto manifestazioni di interesse significative e che la conclusione della trattativa è vicina".
Da quello che si legge non sembrerebbe...
"Noi continuiamo il nostro lavoro e andiamo avanti, ma da un anno e mezzo veniamo massacrati quotidianamente su tutti i fronti e non capiamo perché e chi possa avere interesse a distruggerci. Sinceramente mi chiedo il perché di tutto questo. Noi stiamo semplicemente cercando di spostare la produzione dalla Cina all'Italia, ma da quando abbiamo deciso di realizzare questo progetto abbiamo perso la tranquillità. Insomma, questa è diventata un'operazione veramente difficile, proprio per la difficoltà dei rapporti".
Con il governo?
"No, con tutti coloro che ci girano intorno: dalla stampa, dai sindacalisti, dai politici che a fini elettorali strumentalizzano questa trattativa. Io dico solo che su una vicenda del genere, su Termini Imerese dovremmo avere tutti gli stessi interessi. Credo che questa  sia un'operazione che riguarda non solo la Dr Motor, ma tutto il Paese. Credo proprio che non sia corretto parlare di questa vicenda a fini elettorali".
E sull'inizio della produzione. Si può parlare di date?
"Si è parlato da sempre di un forte dissesto finanziario della DR Motor, del fatto che noi non abbiamo i soldi per questo progetto. In realtà da uno studio e da un'analisi finanziaria di un'azienda esterna è stato provato che noi abbiamo bisogno di appena 15 milioni per ristabilire l'equilibrio finanziario dell'azienda e per concludere l'operazione. E poi guardi: detto con estrema chiarezza, noi fin da subito abbiamo detto di non avere grandi risorse finanziarie, abbiamo dichiarato solo di avere una grande organizzazione, modelli pronti per essere prodotti e una strategia possibile".
Ora quali sono i prossimi passi?
"Noi andiamo per la nostra strada".
Non cambia nulla?
"Assolutamente no. I cinesi ci guardano, la Chery sta per venire a visitare ufficialmente gli stabilimenti e lo stesso discorso vale per i turchi. I tempi per concludere ci sono".
Sul piatto il Governo dice che c'è un accordo di programma che garantisce 350 milioni di investimenti pubblici nell'area industriale, ma non è escluso un ulteriore sforzo finanziario sul modello Serbia. E' vero?
"Non lo so perché sono investimenti che non ci riguardano direttamente. Sono investimenti che riguardano tutta l'area. Ci interessano di riflesso perché si parla di rifare il porto, i trasporti, ma non abbiamo un interesse diretto su quei finanziamenti, assolutamente no. Le agevolazioni sono nell'ordine di 50 milioni, ma a fronte di un investimento di 170 milioni per Termini Imerese. Quello che conta, invece, è il fatto che c'è un'acquisizione dello stabilimento a 1 euro. Ma questo è un discorso relativo, conta solo per chi ci fa auto lì dentro. Chi produce altro comprerebbe solo le mura, è diverso".
Il ministero offrirà lo stabilimento a 17 costruttori. Che ne pensa?
"Dico che nessuno oltre noi può essere interessato a Termini Imerese perché tutte le marche hanno problemi di sovrapproduzione. Tutti hanno stabilimenti che producono troppo. Che interesse possono avere Bmw, Mercedes, Opel o Ford ad aprire una nuova fabbrica in Europa? Nessuno".
E voi?
"Noi siamo l'unico caso di produttore di auto che non ha uno stabilimento, ma che fa fare la produzione a terzi. E quindi oltre alla Dr Motor questo stabilimento non può interessare a nessun altro. Certo è che se la Bmw o un qualsiasi colosso dell'auto dovesse essere interessato allo stabilimento di Termini Imerese noi faremmo, ovviamente, subito un passo indietro. Ma non credo che qualche costruttore si farà avanti. Sono solo meravigliato da tutto questo caos, dopo tanti mesi di lavoro, dopo tanti accordi, ad un passo dalla conclusione scoppia il caso. Io non la vedo così difficile l'operazione. Mi sembra più facile percorrere questa strada tutti insieme, collaborando piuttosto che scontrandoci su ogni cosa".
(Fonte: www.repubblica.it - 21/6/2012)

sabato 23 giugno 2012

Termini Imerese (1): il Governo contatterà 17 Case automobilistiche internazionali


Tra conferme e smentite, il botta e risposta sulla vicenda dello stabilimento Fiat di Termini Imerese continua a tenere col fiato sospeso i vertici del Ministero dello Sviluppo Economico, i sindacati e i diretti interessati, le maestranze. Nella tarda serata di ieri il primo annuncio sull'addio definitivo da parte del ministro Corrado Passera all'ipotesi Dr Motor, dovuta all'impossibilità per Di Risio di risolvere i suoi problemi con le banche e di trovare un partner. Immediata la smentita da parte dell'imprenditore molisano che invece dà conferma dell'interesse mostrato da due gruppi, la Chery e la turca Mermerler, che hanno formalmente inviato una dichiarazione d'intenti.
La risposta di Di Risio - "Sebbene si susseguano negli ultimi giorni e nelle ultime ore voci e notizie che vorrebbero Dr fuori dall'operazione Termini Imerese - si legge in una nota della Dr -, la società non ha ricevuto al momento alcuna comunicazione ufficiale da parte di Invitalia né dal ministero dello Sviluppo Economico. La Dr Motor Company, nonostante le quotidiane attività di disturbo, generate da voci di corridoio piuttosto che da dichiarazioni che sistematicamente non trovano nessun riscontro istituzionale, sta continuando a portare avanti trattative per la ricapitalizzazione della società, attenendosi agli accordi assunti lo scorso 4 giugno presso il Ministero dello Sviluppo Economico".
L'accordo del 4 giugno scorso - Giova ricordare che l'accordo del 4 giugno prendeva atto "che l'azienda Dr Motor S.p.A. non è nelle condizioni di rispettare la scadenza richiesta dal MISE per risolvere i propri problemi finanziari" e quindi "il Ministero dello Sviluppo Economico stabilisce che verranno immediatamente riavviate le procedure per individuare soluzioni industriali per la riconversione del sito di Termini Imerese e che se Dr Motor S.p.A. avrà provveduto alla capitalizzazione richiesta, garantendo il rispetto del piano presentato lo scorso gennaio, dovrà tempestivamente comunicarlo all'advisor Invitalia" e "infine - come si legge ancora nel testo redatto dal ministero - c'è l'impegno da parte del Governo a ricercare una soluzione, con le organizzazioni sindacali ed entro i termini necessari, per la questione relativa ai 640 lavoratori esodati".
Il Ministero cerca nuovi acquirenti - Un'alternativa, tuttavia, il Ministero l'avrebbe tracciata: la ricerca di nuovi acquirenti e nuovi ammortizzatori per gli operai, come è stato annunciato ai sindacati sul piede di guerra. Il Governo contatterà diciassette Case automobilistiche internazionali sperando di trovare qualche interessato invogliato anche dall'offerta di un accordo di programma che assicura 350 milioni di investimenti pubblici nell'area industriale di Termini senza, peraltro, escludere un'ipotesi finanziaria simile a quella introdotta in Serbia per la Fiat.
L'interesse di Chery e Mermerler - Dr intanto incalza e dal canto suo annuncia a breve la visita presso lo stabilimento di Termini Imerese da parte del presidente di Chery International, Zhou Bi Ren, e precisa anche che l'azienda automobilistica cinese "ha già formalizzato, attraverso una manifestazione d'interesse, i propri intenti di voler entrare nel capitale di Dr per l'acquisizione del sito industriale siciliano. Inoltre, nelle ultime ore è giunta un'ulteriore manifestazione d'interesse per l'immissione di equity nel proprio capitale sociale da parte del gruppo imprenditoriale turco Mermerler".
Rinnovo della Cig - Insomma, la situazione resta sul filo del rasoio, anche perché c'è in gioco il futuro di migliaia di operai e di un indotto che ormai langue. In tal senso il ministero convocherà nei prossimi giorni Fim Fiom e Uilm per discutere del rinnovo, per altri dodici mesi, della cassa integrazione dei lavoratori che scadrà a fine anno e delle soluzioni avviate per i 640 esodati.
Poche illusioni - Meglio evitare di farsi troppe illusioni: di fabbriche di automobili in Europa ce ne sono già troppe, rispetto al mercato attuale c'è già capacità produttiva in eccesso per almeno due milioni di unità all'anno. E non dimentichiamoci che sono più di dieci anni, da quando la Toyota si è insediata a Valenciennes in Francia per produrre la Yaris, che di fabbriche in Europa Occidentale non ne nascono più. Dunque, pensare che una qualsiasi Casa automobilistica abbia voglia di accollarsi una struttura come quella di Termini, che oltretutto soffre di una delle peggiori collocazioni geografiche possibili, è pura e semplice utopia.
Unica speranza - Per altro verso, la soluzione sostenuta dalla Dr è irta di ostacoli e di non facile realizzazione, ma resta comunque l'unica speranza: in fondo, le poche decine di milioni che il sistema bancario nega all'imprenditore molisano per far partire il suo ambizioso (troppo?) progetto sono ben poca cosa rispetto ai costi (finanziari e sociali) che il Paese si troverebbe a dover sopportare per gestire la definitiva chiusura della fabbrica siciliana.
(Fonte: www.quattroruote.it - 22/6/2012)

venerdì 22 giugno 2012

WCM, a Pomigliano la medaglia d'argento


Alla fine il premio è arrivato: il Giambattista Vico, lo stabilimento Fiat di Pomigliano, ottiene l'ambita medaglia d'argento WCM per il livello raggiunto sulla qualità, manutenzione, gestione dei costi, logistica e altre caratteristiche del processo industriale. Il professor Hajime Yamashina, guru del World Class Manufacturing, ha dunque rilevato che tutte le voci sono state ampiamente rispettate al fine di elevare lo standard produttivo attraverso la riduzione di sprechi e perdite. Nell'operazione erano ovviamente coinvolti tutti i dipendenti, che riceveranno in busta paga un premio aggiuntivo annuale di 200 euro e hanno così dimostrano di applicare alla lettera le nozioni del "toyotismo". Il riconoscimento rilasciato da Hajime Yamashina potrà essere una sorta di garanzia nel caso l'a.d. Sergio Marchionne riuscisse nel suo dichiarato intento di affittare gli impianti a partner interessati a condividere la produzione di nuovi modelli, tagliando così le spese di industrializzazione.
(Fonte: www.quattroruote.it - 20/6/2012)

giovedì 21 giugno 2012

L'Alfa Romeo 4C arriverà nell'estate 2013?


L’attesissima Alfa Romeo 4C potrebbe essere ufficialmente svelata già nell’estate del 2013, circa 6 mesi prima del Salone di Detroit del gennaio 2014. La rassegna americana era stata indicata come il palcoscenico ideale per un prodotto concepito anche per stregare il mercato a stelle e strisce, nonché per configurarsi come auto simbolo del ritorno Alfa negli States. Il rumor arriva da Autocar e dalle stesse “gole profonde” interpellate dal magazine inglese arriverebbe la conferma che la nuova Giulia, erede della 159, sarà costruita contemporaneamente in due poli di produzione: uno situato in Italia, adibito a soddisfare la domanda del Vecchio Continente, e l’altro negli U.S.A., ideale per abbattere i costi logistici ed incrementare le economie di scala con la Dodge Dart. Quest’ultima, come confermato dallo stesso Sergio Marchionne, potrebbe presto avere una variante ad alte prestazioni, marchiata SRT e spinta dal nuovo 1.8 turbo di FPT: si tratta di un 4 cilindri ad iniezione diretta, interamente costruito in alluminio, che sarà declinato in vari step di potenza e finirà sotto al cofano di molti prodotti del gruppo Fiat-Chrysler tra cui la stessa 4C, dove dovrebbe erogare una potenza prossima ai 300 CV. Una cavalleria più che sufficiente per spingere una vettura il cui peso dovrebbe rimanere ampiamente sotto i 1000 kg grazie all’uso esteso della fibra di carbonio per lo chassis.
(Fonte: www.autocar.co.uk - 10/6/2012)

mercoledì 20 giugno 2012

RAM: la versione diesel prossima al debutto?


Il Ram 1500 a gasolio è in dirittura d'arrivo: secondo quanto rivelato dal sito Allpar, che segue da vicino i marchi del Gruppo Chrysler, esisterebbero già prototipi in fase di collaudo equipaggiati con un motore diesel. L'unità in questione sarebbe il nuovo 3.0 V6 sviluppato dalla ferrarese VM, che sta gradualmente prendendo piede tra i modelli offerti da Fiat-Chrysler. Il sei cilindri, che già equipaggia fra le altre la Lancia Thema e la Jeep Grand Cherokee, potrebbe essere offerto sia in abbinamento alla versione a trazione posteriore sia a quella con quattro ruote motrici del pick-up. Nel suo futuro inoltre, è previsto il compito di sostituire il vecchio 2.8 quattro cilindri - sempre di origine VM - che equipaggia fra le altre la Jeep Wrangler e la Lancia Voyager e che negli anni a venire non sarà più in grado di soddisfare le varie normative anti-inquinamento internazionali. L'attuale generazione della Wrangler non viene offerta con un motore diesel negli Stati Uniti ma, per quanto riguarda la prossima, esiste la possibilità che ci siano importanti ripensamenti in questa direzione.
(Fonte: www.allpar.com - 4/6/2012)

martedì 19 giugno 2012

Marchionne: "Entro il 2016 arriveremo al 100% di Chrysler"


Dopo aver acquisito la maggioranza delle azioni del gruppo Chrysler, il gruppo Fiat continua la scalata verso il controllo totale delle azioni dell’azienda automobilistica americana. Il gruppo del Lingotto, guidato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, a.d. anche di Chrysler, ha confermato in questi giorni questa intenzione: entro il 2016, Fiat raggiungerà il 100% di Chrysler. Il prossimo step dovrebbe arrivre a luglio: il gruppo Fiat potrebbe acquistare una quota della VEBA, il fondo sanitario del sindacato UAW di Chrysler. Non è possibile per Fiat acquistare l’intero pacchetto di quote di VEBA: secondo l’accordo che Fiat e Chrysler realizzarono nel 2009, dal luglio 2012 al luglio 2016, Fiat potrà acquistare una parte del pacchetto di VEBA, per un valore non superiore al 3.32% del 42% in mano al fondo. Fiat però vorrebbe accelerare: come ha dichiarato Marchionne nei giorni scorsi, Fiat vuole monetizzare la propria quota al più presto. Il problema infatti riguarda proprio la moneta: la svalutazione dell’Euro, potrebbe portare un problema molto sgradito ai vertici Fiat: più l’Euro viene deprezzato rispetto al dollaro e più le azioni aumenteranno il valore, aumentando l’esborso di Fiat per l’acquisizione totale di Chrysler. Nelle prossime settimane vedremo se Fiat eserciterà l’opzione sull’acquisto della quota di VEBA.
(Fonte: www.motoeauto.eu - 15/6/2012)

lunedì 18 giugno 2012

Fiat taglia gli investimenti in Europa


Le vendite di auto calano ancora in Europa, Fiat perde terreno rispetto ai concorrenti e Sergio Marchionne annuncia un taglio di 500 milioni degli investimenti previsti per il 2012. I dati resi noti dall'ACEA – l'Associazione dei Costruttori Europei di Automobili – confermano la tendenza negativa in atto dall'inizio dell'anno: nei 27 Paesi UE più i tre dello spazio economico europeo le immatricolazioni nel mese di maggio sono calate a 1,15 milioni di unità (-8,4% sul 2011); nei primi 5 mesi dell'anno la diminuzione è stata del 7,3% a 5,64 milioni. Male Italia e Francia (-14,3% e -16,2% a maggio, rispettivamente) e preoccupa la marcia indietro (-4,8%) della Germania, che fino ad aprile aveva evidenziato un andamento positivo; cresce fra i grandi solo la Gran Bretagna (+7,9%). La congiuntura negativa colpisce soprattutto i costruttori generalisti. Renault, Ford e Opel hanno ceduto tutte più o meno come Fiat, ovvero attorno al 12% (-16% in realtà per i francesi, che si sono salvati grazie alla low cost Dacia); va meglio, come spesso di questi tempi, all'alto di gamma, con un -4% per Bmw e Mercedes e un +4% per Audi. Il vero vincitore è il gruppo coreano Hyundai-Kia, che ha guadagnato il 7% e il 30% rispettivamente con le due marche, dando ragione ai timori espressi dall'Acea sulla aggressività coreana dopo la firma del trattato di libero scambio con la UE. In questo contesto difficile, il gruppo Fiat ha perso ancora quote di mercato: a maggio il Lingotto ha consegnato ai clienti (comprese Chrysler e Jeep) 82.500 vetture, con un calo del 12,1% e una quota del 7,2% (dal 7,5% del 2011); da gennaio a maggio la diminuzione è del 16,6%, con una quota scesa dal 7,4 al 6,7 per cento. Torino paga la contrazione del mercato nazionale, ma anche all'estero cede posizioni: nei primi 5 mesi dell'anno la sua quota al di fuori dell'Italia è diminuita al 3,5% dal 3,8% del 2011. La Borsa ha reagito comunque bene, grazie anche alla giornata positiva per tutti i titoli industriali, e ha spinto le azioni del Lingotto al rialzo del 5,5 per cento. Uno dei fattori alla base delle difficoltà di Fiat è l'invecchiamento della gamma. È un problema che non verrà affrontato tanto presto: Sergio Marchionne ha annunciato in un'intervista all'agenzia Bloomberg che il gruppo taglierà di 500 milioni di euro l'investimento previsto per il 2012 in Europa. La cifra equivale a quasi un trimestre di investimenti di Fiat (senza Chrysler) a livello mondiale: per la precisione, sono stati 600 milioni nel primo trimestre 2012 contro 1 miliardo di euro per l'azienda U.S.A.. Il taglio degli investimenti in Europa riguarda anche le eredi di Bravo e Punto; quest'ultima era prevista per il 2013 ma è destinata a slittare all'anno successivo. «È uno dei progetti che stiamo riconsiderando» ha detto il manager. Marchionne spera di poter condividere la piattaforma con un partner, per poter tagliare i costi. «La minaccia di rallentare la nuova Punto prepara ulteriore cassa integrazione nello stabilimento lucano che ha un modello che sta invecchiando» dice Giorgio Airaudo, coordinatore della Fiom in Piemonte, secondo il quale «Marchionne disinveste in Italia nascondendosi dietro la crisi europea». La strategia Fiat è stata esposta con chiarezza giovedì dal CFO Richard Palmer in una presentazione a Parigi: «Il gruppo si rifiuta di adottare strategie che distruggono valore». Se l'Europa è in perdita il Lingotto guarda Oltretlantico: «Il programma di investimenti in America del Nord e America Latina prosegue inalterato». Marchionne, che era ieri a Madrid per la riunione annuale dell'ACEA, ha illustrato al premier spagnolo Mariano Rajoy investimenti per 500 milioni di euro di Fiat Industrial in Spagna. Per quanto riguarda Chrysler, il top manager ha detto ieri che «è già partita» la lettera per esercitare l'opzione che dà diritto di acquistare dal fondo VEBA (che ha il 41,5% di Chrysler) una quota del 3,32% a un prezzo inferiore ai 200 milioni di euro; già a luglio, dunque, la partecipazione di Fiat nell'azienda americana salirà al 61,8%. Marchionne ha invece detto che nel secondo semestre «non ci saranno novità spettacolari» su un possibile acquisto del 100% di Chrysler. Non stiamo trattando con il VEBA per la loro quota – ha detto il manager, che compie domani 60 anni e ha promesso che staccherà tutti i suoi cellulari.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 16/6/2012)

domenica 17 giugno 2012

Fiat nel mondo: il punto della situazione


Fiat, negli impianti russi della ex Zil, dove avvierà una produzione di Suv, potrebbe avere due "vicini", Renault e Hyundai: lo sostiene il quotidiano Kommersant, citando rappresentanti della Zil – tuttora controllata dal Comune di Mosca – della Sberbank. La settimana scorsa è stato siglato un protocollo d'intesa che consentirà l'utilizzo delle officine ex Zil, che versano ormai in una crisi senza precedenti. Hyundai e Renault, che non hanno ancora firmato accordi con l'azienda russa, potrebbero produrre veicoli commerciali.
Il panorama delle alleanze - L'accordo stretto con Mazda per la produzione di uno spider due posti per i marchi Alfa Romeo e Mazda, da realizzare in Giappone (a Hiroshima) fra tre anni, dimostra la tempestività con cui il Lingotto esplora nuovi segmenti, sfruttando la capacità di cogliere rapidamente tutte le possibilità che offre il mercato. In quest'ottica l'operazione avviata con Chrysler ha fatto da apripista, fornendo le credenziali a Fiat per puntare su nuove joint venture con altre aziende, forte dei risultati raggiunti col marchio americano nel giro di pochi anni. Ma si tratta solo dell'inizio. La sfida che il Gruppo Fiat deve lanciare dovrà essere ancora più coinvolgente: se negli Stati Uniti i giochi sono fatti e sembrano ormai vincenti, la crisi in corso in Europa non concede molti spazi di manovra, per cui chi vuole crescere lo potrà fare solo puntando sui mercati emergenti dell'Est come Russia, India e Cina (in Brasile, invece, Fiat è leader del settore). Ecco, dunque, il panorama dei partner che ha il Lingotto tra America e Cina, passando per l'India e l'Europa. Sono escluse le nazioni dove Fiat ha stabilimenti in proprio, come il Brasile.
Stati Uniti - Dopo aver centrato anche il terzo Performance Event, ovvero la produzione di una vettura, la Dart, accreditata di un consumo medio di 40 miglia per gallone, Fiat oggi detiene il 58,5% di Chrysler. Il resto del pacchetto azionario e nelle mani del fondo sanitario del sindacato americano UAW. Secondo gli accordi sottoscritti a suo tempo, Fiat può esercitare un'opzione per acquistare le quote in tranche del 3,3% fino al 2016.
Cina - Lo sbarco nel paese Orientale ha una data recentissima: Fiat in Cina si chiama GAC Fiat, un acronimo che identifica la joint venture con la Guangzhou che in due soli anni (la società è nata infatti nel marzo del 2010) ha portato all'apertura di 91 concessionarie e 125 saloni di vendita. Ma le ambizioni in Cina sono di ben altra portata e potranno realizzarsi solo dopo l'avvio della produzione della Viaggio – prevista per fine giugno 2012 – nello stabilimento che con Guangzhou Fiat ha costruito a Changsha, nella Provincia di Hunan. Obiettivo dell'azienda è la vendita di 100mila unità nel 2013 della sola Viaggio, a cui si aggiungeranno modelli Jeep entro il 2015.
India - Con l'inaugurazione a Hyderabad (India meridionale) del primo concessionario, parte la realizzazione in India di una rete indipendente per la commercializzazione e distribuzione dei veicoli Fiat che dipende da una società controllata esclusivamente dal Lingotto. L'operazione nasce da una decisione comune di Fiat e del suo partner locale Tata Motors, che continueranno invece a produrre insieme i modelli da immettere sul mercato attraverso la joint venture costituita nel 2006. Tata, dal canto suo, avvierà la produzione dei nuovi Defender in India. Lo sviluppo della nuova rete di concessionari Fiat avverrà in modo progressivo partendo dai 178 della rete Tata affiliati Fiat, già operativi in 129 città, che costituiranno la base per le future aziende. In India, nel moderno impianto di Ranjangaon (Stato di Maharashtra) si producono la Grande Punto e la Linea, oltre che motori diesel e benzina. Secondo Bloomberg, però, la separazione tra Fiat e Tata potrebbe essere il preludio ad un fidanzamento con la Suzuki che, giova ricordarlo, di recente ha siglato accordi col Lingotto per una serie di collaborazioni mirate, tra cui la fornitura di motori Multijet. Intanto sono già pronti quasi trentamila motori Fiat da montare sulla Suv Rio dell'indiana Premier grazie ad un accordo, chiuso tra i vertici delle due aziende, che prevede la fornitura di 28mila propulsori a gasolio 1.3 litri per i prossimi tre anni.
Serbia - La Casa torinese nel 2009 ha creato Fiat Automobili Serbia in joint-venture con lo Stato serbo, che ne detiene il 33%, impegnandosi dal canto suo all'aggiornamento della fabbrica di Kragujevac con un investimento complessivo di circa 700 milioni di euro. Secondo gli accordi, Fiat Automobili Serbia quest'anno occuperà un totale di 2.443 lavoratori. La prima vettura che uscirà dagli stabilimenti serbi sarà la 500L.
Russia - Fiat-Chrysler sbarca anche in Russia in seguito al piano per la costruzione di un nuovo impianto a San Pietroburgo destinato alla produzione di Suv. Lo stabilimento sfornerà circa 120.000 vetture all'anno a fronte di un investimento di 1,1 miliardi di dollari (825 milioni di euro circa). Nell'operazione alla Fiat andrà una quota dell'80% mentre il rimanente 20% verrà destinato alla banca russa Sberbank. L'altra fabbrica coinvolta nell'operazione è nei pressi di Mosca: come accennato all'inizio, qui Fiat potrebbe avere per vicini Renault e Hyundai. Marchionne si augura di costruire la prima Jeep "russa" già l'anno prossimo.
Giappone - L'ultimo protocollo d'intesa risale al 23 maggio ed è con Mazda che, oltre alla produzione della piccola spider su base MX-5, guarda al gruppo Fiat per un'alleanza commerciale che comporterebbe una maggiore presenza internazionale grazie alla ramificata rete di vendita Fiat in Europa e U.S.A. . L'altro accordo è con Suzuki per la produzione di motori quattro cilindri a gasolio Multijet.
Europa - Fiat produce con il Gruppo PSA, in una joint venture al 50%, i veicoli commerciali compatti e medi (l'accordo andrà ad esaurirsi con il termine della produzione degli attuali modelli). Fiat Group Automobiles ha anche una joint con Crédit Agricole per i finanziamenti ai clienti di FGA, Chrysler, Land Rover e Jaguar. In Polonia, Fiat e Ford producono rispettivamente la 500 e la Ka sulla stessa piattaforma. In Turchia, Fiat e Gruppo Koc fabbricano veicoli commerciali leggeri per i marchi Fiat, Citroën e Peugeot. Un altro accordo è tra Fiat e Opel per la costruzione del Doblò e dell'omologo tedesco Combo nello stabilimento Tofas.
(Fonte: www.quattroruote.it - 29/5/2012)

sabato 16 giugno 2012

Interactive Key Award: "fiat.it" batte tutti


Assegnato al gruppo Fiat l'"Interactive Key Award". Il prestigioso riconoscimento è stato attribuito da Interactive Media Key al portale "fiat.it" e al contest online "The J Challenge" del marchio Jeep nelle categorie "trasporto ed energia" e "campagna integrata digitale". Il premio, giunto alla tredicesima edizione, è tra i più ambiti nel panorama nazionale. Il nuovo sito "fiat.it" è stato lanciato lo scorso gennaio e ha riscosso l'apprezzamento dei navigatori per le sue caratteristiche di facilità e di completezza delle informazioni, come sottolineano alla Casa torinese: "E' il primo portale che si guida come un'auto. Infatti, il volante sulla home page aiuta a "passare" da una pagina all'altra e la sua struttura a rivista è ricca di informazioni su tutti i modelli del marchio. Alla base del progetto (realizzato dall'agenzia Domino) la possibilità di arrivare con un solo clic dalla home page ai contenuti utili a ogni tipo di visitatore: dalla configurazione dell'auto alla richiesta di test drive, dall'approfondimento sulle informazioni di un modello alla brochure scaricabile. Il sito è quindi concepito a misura di cliente, una sorta di guida all'acquisto e all'utilizzo di tutti servizi messi a disposizione da Fiat, ben evidenziati nel menu principale. E la funzione di "search by need" (un motore di ricerca che chiede all'utente che cosa desidera da una Fiat in base alle sue necessità: auto a metano, GPL, 4x4...) mostra immediatamente i soli modelli che rispondono alle specifiche esigenze per rendere più veloce la navigazione. Nei primi tre mesi dal lancio le visite sul sito "fiat.it" sono aumentate del 42% e le configurazioni di auto del 45%". Per quanto riguarda invece il marchio Jeep, "The J Challenge" (realizzato dall'agenzia Xister) è stato il primo contest dedicato alla web community europea del brand che ha messo in palio l'avventura sul circuito offroad nel Centro Prove Fiat a Balocco e la possibilità di vincere la nuova Jeep Wrangler Arctic. Un premio andato a chi ha dimostrato di possedere il "J factor" con attività svolte abitualmente sul web e sui principali social network come Facebook, Twitter, Instagram, FourSquare, Google Maps, Tumblr, da segnalare infine che in soli due mesi The J Challenge, grazie alle condivisioni generate sul web, ha totalizzato quasi 80.000 contatti da parte di 35.000 visitatori, con oltre 8.000 partite giocate da più di 3.500 partecipanti che hanno ricevuto 8.000 valutazioni. Il web si dimostra quindi uno strumento indispensabile per le case automobilistiche che grazie a iniziative come queste riescono a entrare in contatto con potenziali clienti altrimenti difficili da attrarre attraverso i tradizionali canali di comunicazione. Consapevoli delle grandi potenzialità della "rete" la case automobilistiche hanno così avviato piattaforme online sempre più sofisticate e iniziative mirate al coinvolgimento di grandi community.
(Fonte: www.repubblica.it - 3/6/2012)

venerdì 15 giugno 2012

Marchionne, i giovani e il futuro dell'auto


L'industria dell'auto scende dal piedistallo e, in un momento di grave crisi economica e di crollo delle immatricolazioni, permette ai giovani di incontrare i suoi massimi vertici. Ne dà l'annuncio Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo Fiat e di quello Chrysler, nonché Presidente dell'ACEA, l'Associazione che rappresenta i costruttori di auto in Europa. Solo una persona però potrà sedersi insieme ai manager delle principali case automobilistiche alla tavola rotonda che si terrà a Bruxelles il 10 ottobre. Il meccanismo di selezione lo descrive l'a.d. in un video. Per candidarsi bisogna inviare un filmato, anche girato con uno smartphone, in cui ci si presenta e si spiega il perché si vorrebbe avere questa possibilità e a quali domande si vorrebbe trovare una risposta. "Crescendo ho avuto l'opportunità di girare e di vivere tra due continenti e diversi Paesi. Questa internazionalità mi ha aiutato ad accumulare esperienza e conoscenze, ma mi ha anche dato la possibilità di vedere come le cose vengono fatte in maniera diversa nel mondo", dice Marchionne, invitando a visitare il sito www.futuremobilitynow.com.
(Fonte: ww.omniauto.it - 1/6/2012)

giovedì 14 giugno 2012

Marchionne e i rami secchi: Chrysler Town & Country e Jeep Compass non avranno eredi


Sergio Marchionne ha recentemente promesso alcuni aggiornamenti ai listini Chrysler e Jeep, entrambi privati di quelle vetture che rappresentano nient’altro che rami secchi e contro cui si era già scagliato per ribadirne l’inutilità. L’amministratore delegato del gruppo Fiat ha infatti rivelato che il Chrysler Town & Country verrà pensionato entro la fine del 2013, lasciando spazio in Nord America al solo Dodge Grand Caravan. Entrambi – così come il Lancia Voyager – saranno poi rimpiazzati da un MPV di taglia inferiore, meno voluminoso, equipaggiato con la piattaforma CUSW di origine Chrysler. Automotive News ipotizza che il nuovo monovolume riproporrà l’impostazione della Mercedes Classe R. Un simile provvedimento riguarda anche la Jeep Compass. Il crossover dell’Ariete abbandonerà i listini nell’agosto 2014 e verrà sostituito da uno fra i numerosi candidati a cui attualmente si sta lavorando, differenti per stile e formula. Marchionne ha infine ufficializzato il prossimo arrivo della Fiat 500 elettrica (“Ciascun esemplare verrà realizzato in perdita”) e della Dodge Dart in allestimento sportivo SRT, per cui resta ancora da stabilire il motore più adatto.
(Fonte: www.autoblog.it - 29/5/2012)

mercoledì 13 giugno 2012

Ralph Gilles: le Chrysler del futuro saranno più aerodinamiche


L’aerodinamica rappresenta un elemento sempre più sostanziale al momento di progettare un’automobile. Per questo motivo le future Chrysler 200 e 300 avranno una carrozzeria più affusolata e curata, i cui tratti saranno figli di un’efficace ricerca aerodinamica. Lo ha precisato Ralph Gilles, designer ed attuale amministratore delegato SRT, secondo cui il team di stilisti trascorrerà in galleria del vento un totale di 200/300 ore; il monte ore dedicato fino agli anni scorsi verrà dunque raddoppiato o addirittura triplicato. Chrysler si preoccuperà inoltre di assumere tecnici ed ingegneri specializzati in fluidodinamica, così da aumentare l’efficacia degli interventi. Gilles ha poi citato l’Audi A7 e la Toyota Avalon quali berline dallo stile aerodinamico e particolarmente curato, elogiando quei dettagli che permettono di incidere sul fluire dell’aria. Il gruppo statunitense modificherà la gestione del suo centro stile, ora composto da due sezioni ed in futuro caratterizzato da una più spiccato sostegno reciproco.
(Fonte: www.autonews.com - 30/5/2012)

martedì 12 giugno 2012

L'invito di Marchionne ai concorrenti: "Venite a produrre nelle nostre fabbriche"


Sergio Marchionne lancia il plant sharing, l'affitto delle fabbriche europee del gruppo per far fronte all'eccesso di capacità produttiva installata. Gli stabilimenti Fiat in Europa, dice il manager di Torino, "sono a disposizione di chi voglia utilizzarli per produrre". Di fronte al calo della domanda nel Vecchio continente e al rischio che "la disintegrazione dell'euro possa far crollare il mercato europeo sotto i 10 milioni di auto vendute" (oggi sono circa 13 milioni), l'ad di Fiat-Chrysler avanza dunque una proposta clamorosa: utilizzare, affittandola, la capacità installata per produrre auto anche di altre marche. La prima ipotesi è quella della Mazda, che ha recentemente annunciato un accordo di produzione industriale con il Lingotto: "Ho detto chiunque - risponde Marchionne - anche altri stranieri, non solo Mazda". La soluzione del plant sharing, della Fiat in affitto, è la strada alternativa a quella che il manager della casa torinese ha provato a battere in questi mesi: il progetto di un piano europeo di incentivi per ridurre la capacità produttiva a livello continentale, "come era accaduto anni fa per la siderurgia". Il riferimento è al gigantesco piano di riduzione produttiva che venne avviato negli anni Ottanta dalla CECA, la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio. L'Europa pagò in quella occasione il prepensionamento di decine di migliaia di dipendenti del settore con un sistema di incentivi alle aziende proporzionale alle tonnellate di acciaio che si impegnavano a non produrre. Si potrebbe applicare oggi quello schema all'auto con un vasto piano di prepensionamenti pagati da Bruxelles? A differenza di quanto accadde per l'acciaio, questa volta i tedeschi ritengono di essere toccati solo marginalmente dalla crisi del settore delle quattro ruote e dunque si oppongono al piano di incentivi. Ecco allora l'idea del plant sharing, già praticato dalla Fiat in Polonia, nello stabilimento che produce contemporaneamente la 500 e la Ford Ka. Marchionne spiega ora che questo potrebbe accadere anche negli stabilimenti italiani. Sarebbe possibile, in sostanza, che a Mirafiori una o più linee venissero affittate alla Mazda, o a qualche altro costruttore, e che altrettanto accadesse a Cassino o Pomigliano. O addirittura, ipotesi più ardita, che venisse affittato uno stabilimento come quello di Termini Imerese, una volta fallito il tentativo di Di Risio. Prepensionamenti, fabbriche in affitto, incentivi europei: tutte strade per evitare o attutire il disastro sociale che potrebbe verificarsi con la drastica decisione di chiudere stabilimenti. In fondo la stessa scelta di Marchionne di provare a produrre a Mirafiori i SUV da vendere negli U.S.A. è una operazione che serve a saturare l'eccesso di capacità produttiva italiana. Secondo i calcoli dell'ACEA, l'associazione dei costruttori europei, la sovracapacità del Vecchio Continente è del 20 per cento. Tradotta in Italia, quella percentuale equivale almeno a un grande stabilimento. Il piano Fabbrica Italia prevedeva infatti per il 2014 il pieno utilizzo degli impianti italiani e la conseguente produzione di 1,4 milioni di auto. Il 20 per cento di quella cifra sono poco meno di 300 mila pezzi, quanti ne produce oggi uno stabilimento come Melfi e quanti ne dovrebbe produrre Pomigliano. Se questi piani di riduzione non avessero successo, o se l'euro non reggesse alla tempesta di questi mesi? "Beh, allora - risponde Marchionne - non sarebbe il problema di uno o due stabilimenti da saturare: la situazione diventerebbe molto più grave".
(Fonte: http://torino.repubblica.it - 10/6/2012)

lunedì 11 giugno 2012

Marchionne a Automobile Magazine: "Ecco i modelli Fiat-Chrysler fino al 2017"


In occasione di una lunga intervista con l’Amministratore Delegato di Fiat S.p.A., Sergio Marchionne, la testata Automobile Magazine è riuscita a stilare una lista delle vetture che nel corso dei prossimi anni la società italiana, insieme a Chrysler Group, sfornerà per il Nord America (molte delle quali arriveranno anche in Europa). Ecco una ricostruzione approssimativa e non certa del futuro delle due aziende.
Partiamo da Fiat: il brand torinese svelerà a breve, negli Stati Uniti, la piccola Abarth 500C, dopo aver introdotto da poco tempo Abarth 500. Proprio sulla citycar compatta di segmento A il marchio punterà molto nel Nuovo Continente, ma anche nel Vecchio: entro pochi mesi sarà disponibile la nuova Fiat 500L, poi sarà la volta di Fiat 500XL, di Fiat 500Z (discendente della concept car Fiat 500 Zagato), di Fiat 500X e di Fiat 500EV, che arriveranno tutte a cavallo tra l’anno 2013 e l’anno 2014. Il management dell’azienda ha deciso cioè di creare una gamma che possa degnamente fare concorrenza alla famiglia Mini, spaziando dal settore ecologico al segmento dei SUV, dal mondo delle coupé alla galassia delle monovolume.
Grande attenzione anche ad Alfa Romeo: nel 2013 arriverà la nuova Alfa Romeo 4C, mentre l’anno successivo saranno svelati Alfa Romeo 4C Spider, Alfa Romeo Giulietta restyling, Alfa Romeo Giulia berlina e station wagon ed il primo SUV Alfa Romeo. Nel 2015 dovrebbe poi arrivare la spider a due posti secchi prodotta in collaborazione con Mazda in Giappone. Rimangono incerte le sorti di Alfa Romeo MiTo e della tanto annunciata ammiraglia di grandi dimensioni.
Per quanto riguarda Chrysler, entro quattro/cinque anni la gamma verrà completamente rinnovata. Si partirà nel 2013 con la nuova generazione di Chrysler 200 (l’attuale, sebbene recente, è solo un modello di transizione) e si proseguirà nel 2015 con la nuova Chrysler Voyager (che diventerà una monovolume un po’ crossover, in un modo simile a Mercedes Classe R), nel 2016 con la nuova Chrysler 100 (hatchback che dovrebbe nascere dallo stesso progetto di Lancia Delta) e nel 2017 con la nuova generazione di Chrysler 300. Non si conosce la sorte di Lancia, che probabilmente sarà strettamente collegata a quella di Chrysler (quindi, i due listini potrebbero essere anche in futuro complementari).
Per quanto riguarda Dodge, nel corso dei prossimi anni arriveranno la nuova Journey (2013) e la nuova Challenger (2014), la nuova Grand Caravan (2015) e la nuova Charger (2016).
Per quanto riguarda invece SRT, nel corso dei prossimi cinque anni verranno messe al mondo la versione sportiva di Dart, di Journey e di Challenger.
Maserati, come abbiamo già detto, sta per far partire un programma di evoluzione netta e profonda della propria gamma: si inizierà a settembre con la nuova generazione di Quattroporte. Nel 2013 arriverà poi la nuova berlina di segmento E Premium, seguita nel 2014 dal SUV nato dalla concept car Kubang. E Maserati GranTurismo/GranCabrio? Le due sportive saranno rinnovate in momenti distinti e separati, tra il 2015 ed il 2017.
La sorte di Jeep? Durante il prossimo anno arriverà la nuova generazione di Jeep Cherokee (che dovrebbe condividere il pianale con il SUV Alfa Romeo), mentre nel 2014 sarà la volta di un SUV compatto nato sullo stesso pianale di Fiat 500X. In seguito arriveranno le nuove Jeep Patriot, Jeep Wrangler, Jeep Grand Wagoneer (nel 2014) e Jeep Grand Cherokee (nel 2016).
Questi sono i progetti di crescita in Nord America delle due aziende. Non si esclude che in Europa i programmi possano prendere pieghe diverse (Chrysler e Dodge non saranno presenti nel mercato nostrano). Restano esclusi da queste indiscrezioni i marchi Ferrari e Abarth e rimangono fuori da questo discorso tutti quei modelli destinati specificatamente alla nostra zona o a parti del pianeta diverse dall’America settentrionale.
(Fonte: www.newsmotori24.it - 6/6/2012)

domenica 10 giugno 2012

10/6/2012: Fiat-Chrysler compie tre anni


Domenica sarà il terzo anniversario dell'unione tra Fiat e Chrysler, avvenuta il 10 giugno 2009. Al momento dell'accordo tra le due aziende automobilistiche, pochi pensavano che potesse durare. "Le due società probabilmente non faranno niente di significativo insieme", commentò lo stesso anno Adam Jonas, analista di Morgan Stanley. Negli ultimi anni, però, l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, ha risollevato il colosso americano dal baratro grazie alla collaborazione con la società di Torino. Il manager ha fatto riguadagnare a Chrysler quote di mercato rispetto ai concorrenti americani e stranieri e ha rimborsato i contribuenti americani riportandola in utile.
(Fonte: www.ilmondo.it - 8/6/2012)

sabato 9 giugno 2012

Italia: per la prima volta è demotorizzazione


Ormai è certo: il parco automobilistico italiano sta calando. I dati dell'UNRAE, l'Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia, confermano che già dal mese di gennaio, secondo le prime risultanze, stiamo assistendo ad una progressiva riduzione del parco circolante dei privati, che nei primi 4 mesi dell'anno si è ridotto di 26.600 unità. "E' una conseguenza - ha commentato il Presidente Jacques Bousquet - degli insostenibili costi di gestione dell'auto che gravano sui bilanci delle famiglie. Inoltre, l'attuale sistema fiscale frena anche il rinnovo dei parchi aziendali". Le percorrenze medie si sono drasticamente ridotte, la mobilità individuale si sta modificando e molti si disfano della propria vettura senza sostituirla con una nuova". I dati UNRAE mostrano che le esportazioni di autovetture targate nuove (Km 0) sono cresciute nei primi 4 mesi del 2012 del 40%, passando dalle 3.500 unità del 2011 alle 5.000 del 2012. Le esportazioni riguardano maggiormente le vetture più recenti (in media 2,9 mesi di anzianità - meno di 90 gg.), segno delle reali difficoltà del mercato interno. Nel 2011, infatti, il 7,5% di tutte le vetture immatricolate Km 0 veniva destinato al mercato estero, mentre in aprile 2012 questa quota è raddoppiata al 15%. "Preso da altre priorità - ha concluso Bousquet - il Governo non riesce ad intervenire con tempestività sul rilancio del settore e dell'economia". Per quanto riguarda la tradizionale analisi dei dati di vendita di auto nuove nel mese di maggio, secondo quanto comunicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le 147.102 vetture immatricolate segnano una riduzione del 14,3% rispetto alle 171.559 di un anno fa. Tale risultato porta così i primi 5 mesi dell'anno ad una flessione del 18,9% e 684.962 vetture targate. Segnali negativi anche dalla raccolta ordini che evidenzia 124.000 contratti in maggio, in flessione di circa il 21% e che porta il cumulato dei primi 5 mesi a 665.000 ordini, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una riduzione - quindi - del portafoglio totale dall'inizio dell'anno di circa 20.000 unità. Sul fronte delle motorizzazioni si è accentuata in maggio la tendenza allo spostamento degli acquisti verso alimentazioni a basso impatto ambientale, a scapito di quelle a benzina e diesel, che scendono rispettivamente del 23,8% e 20,5% nel mese e del 28,5% e 20,7% nel cumulato, come logica conseguenza dell'eccessivo rincaro dei costi dei carburanti. Viceversa, da sottolineare la forte crescita del GPL (+166% in maggio e 108% nei 5 mesi), che si avvicina nel mese alla soglia delle 15.000 unità (14.164 per l'esattezza) con una quota di mercato del 9,6%, a cui si affianca l'incremento del metano (+46%), delle vetture ibride (+50%) e delle elettriche (+56%). Le difficoltà dei consumatori si riflettono ovviamente anche negli acquisti complessivi di autovetture: le immatricolazioni a privati, infatti, hanno registrato in maggio una contrazione del 18,4% con una rappresentatività di appena il 61%. Tali problematiche stanno determinando uno spostamento del mix verso gli acquisti ad uso noleggio, che nel mese hanno raggiunto una quota di oltre il 23% e 3 punti percentuali in più rispetto ad un anno fa. Il mercato dell'usato, infine, ha registrato nel mese di maggio 380.007 passaggi di proprietà, al lordo delle minivolture, in calo del 9,2%, mentre le 1.788.234 vetture trasferite nei 5 mesi, segnano un calo dell'11,6%.
(Fonte: www.ansa.it - 1/6/2012)

venerdì 8 giugno 2012

Terremoto in Emilia (5): al Fiat Industrial Village di Torino il Parmigiano danneggiato


Sono cinque gli appuntamenti con i prodotti agricoli del territorio piemontese e non solo, al Fiat Industrial Village, in Strada Settimo 223, a Torino. A partire da venerdì 8 giugno, per cinque venerdì fino a ottobre, il centro polivalente di Fiat Industrial ospiterà l'evento "Al mercato del Villaggio" con prodotti a chilometri zero, forniti da agricoltori locali. Ogni mese avrà un prodotto "esclusivo": per l'appuntamento di giugno sarà in vendita il Parmigiano Reggiano che proviene dalle zone terremotate. Si tratta di forme di formaggio che hanno subito lievi danneggiamenti nel corso del recente terremoto che ha colpito alcune zone dell'Emilia Romagna e della Lombardia. Saranno in vendita pezzi da circa un chilogrammo, confezionati sottovuoto da una delle cooperative che aderisce al circuito Coldiretti Campagna Amica. Il prezzo di vendita al consumatore sarà solidale e non gravato da ricarichi: il ricavato andrà interamente ai produttori emiliani. L'iniziativa vuole essere una testimonianza della solidarietà di Fiat Industrial verso le popolazioni colpite dal terremoto in Emilia. L'iniziativa, patrocinata dal Comune di Torino, rientra nell'ambito di Campagna Amica, il progetto di Coldiretti Piemonte per avvicinare la città alla campagna attraverso la realizzazione di mercati di prodotti tipici. "Al mercato del Villaggio" saranno presenti oltre 20 aziende agricole da cui i consumatori potranno acquistare frutta e verdura fresca di stagione, salumi e formaggi: di ogni prodotto esposto sarà garantita l'origine e la completa trasparenza sull'etichettatura. I cinque appuntamenti, aperti al pubblico, sono previsti per venerdì 8 giugno dalle 14.00 alle 18.30 e venerdì 6 / 20 luglio, 7 settembre e 5 ottobre dalle 10.30 alle 18.30.
(Fonte: www.liberoquotidiano.it - 6/6/2012)

giovedì 7 giugno 2012

Terremoto in Emilia (4): Ferrari organizza un'asta online per le vittime


E' iniziata oggi sul sito www.ferraristore.com, alle 16 in punto, l'asta benefica voluta dalla Ferrari per raccogliere fondi in favore delle popolazioni dell'Emila colpite dai terremoti delle ultime settimane. Clienti, collezionisti e appassionati potranno dare il loro contributo, come sottolinea il Presidente Luca di Montezemolo nel video-messaggio di apertura dell'asta. «Sono sicuro - dice - di poter contare sulla generosità della grande comunità Ferrari in tutto il mondo, come è accaduto in circostanze simili in passato. Un terribile terremoto ha colpito la nostra terra e le persone a noi vicine e insieme vogliamo aiutare le famiglie delle vittime in questo momento così difficile. Abbiamo organizzato un'asta di oggetti unici ed esclusivi per tutti voi amici e entusiasti sostenitori della Ferrari, vi ringrazio sin da ora». La casa di Maranello ha messa all'asta numerosi pezzi appartenuti ai piloti di Formula1 che hanno vestito il "rosso Ferrari" come Alonso, Massa e anche Giancarlo Fisichella che hanno messo a disposizione tute, caschi e guanti per fornire un aiuto concreto ai cittadini emiliani. Il pezzo forte dell'asta è una 599XX Evo, macchina da 750 Cv, che parte da una quotazione di 1 milione e 350mila euro.  La vettura sarà realizzata appositamente per questo evento con elementi unici, inclusa una targa con le firme del Presidente della Ferrari Luca di Montezemolo e dei piloti della Scuderia Fernando Alonso e Felipe Massa, che consegneranno la vettura a Monza durante il week end del Gran Premio d'Italia a settembre.Per contribuire alla raccolta fondi si potranno anche acquistare gli orologi della scuderia e la stessa Ferrari provvederà a girare il ricavato alle popolazioni in difficoltà. L'asta si chiuderà il 20 giugno.
(Fonte: www.net1news.org - 6/6/2012)

mercoledì 6 giugno 2012

Terremoto in Emilia (3): le iniziative di Fiat Industrial a favore delle popolazioni colpite


In aiuto alle popolazioni che sono state duramente colpite dal terremoto in Emilia, Fiat Industrial ha avviato una serie di interventi straordinari per favorire la ripartenza dei territori e le aziende in difficoltà. In particolare, sotto il coordinamento della Protezione Civile, CNH e Iveco hanno messo a disposizione un’unità di soccorso di emergenza, composta da macchine movimento terra, officine mobili, ricambi, tecnici e operatori. L’unità opera in maniera autonoma e dispone di 12 mezzi movimento terra leggeri (sollevatori telescopici, mini escavatori, mini pale compatte, terne) e pesanti (escavatori, pale gommate) dei marchi New Holland, 5 officine mobili e autocarri Iveco per trasporto macerie e 20 operatori e meccanici, tra personale di CNH e dei concessionari della rete. Inoltre, a rafforzare l’impegno di Fiat Industrial all’interno delle tre aziende del Gruppo, si sta attivando una raccolta fondi tra i dipendenti, per contribuire direttamente al ripristino dei luoghi e delle abitazioni delle comunità colpite dal terremoto in Emilia. Ancora una volta, dice il Lingotto in una nota, Fiat Industrial esprime la propria solidarietà attraverso atti di sostegno concreto. A queste iniziative si aggiungono, infine, alcune agevolazioni per i clienti delle società del Gruppo. Il sostegno è rivolto a tutti i clienti con sede legale o operativa nei Comuni coinvolti dal sisma (103) e presenti nelle liste redatte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per chi possiede già un veicolo o un macchinario è infatti prevista la possibilità di usufruire di un periodo di dilazione dei pagamenti delle rate. Chi invece necessita di un nuovo mezzo potrà acquistare un prodotto con un avvio del pagamento delle rate posticipato di 12 mesi su tutti i modelli Iveco e i mezzi per l’agricoltura CNH. I clienti di macchine movimento terra CNH potranno usufruire del finanziamento a tasso zero sui piani di acquisto triennali.
(Fonte: www3.lastampa.it - 5/6/2012)

martedì 5 giugno 2012

Terremoto in Emilia (2): Magneti Marelli resta a Crevalcore


Nello stabilimento della Magneti Marelli di Crevalcore, "da oggi pomeriggio riparte la produzione sui due turni e da lunedì su tre turni". è quanto afferma la Fim Cisl Bologna che, in una nota, ricostruisce la giornata di ieri dopo che si era diffusa la notizia dello spostamento di alcune linee di produzione a Bari. Solo nel primo pomeriggio di ieri - spiega la nota - "dopo forti pressioni, è stato ottenuto un incontro tra Rsa e la direzione aziendale. Grazie ad una faticosa ma indispensabile opera di mediazione i rappresentanti sindacali Fim Cisl hanno richiesto e ottenuto che all’incontro fosse presente anche la Rsa Fiom che l’azienda voleva escludere dalla trattativa. L’unità di azione della delegazione Rsa - viene aggiunto - è stata decisiva, poichè ha convinto la direzione a modificare la volontà di trasferire le linee a Bari". Così, "pervenuta la dichiarazione di agibilità dai Vigili del Fuoco per tutte le officine (non per la mensa e ufficio CED) dello stabilimento di Crevalcore, da oggi pomeriggio riparte la produzione sui due turni e da lunedì su tre turni". Il sindacato riferendosi alla iniziale scelta della direzione di spostare temporaneamente alcuni macchinari a Bari ha parlato di “un incomprensibile atteggiamento aziendale. La più grande azienda italiana - lamenta la Fim- dovrebbe avere anche un minimo di responsabilità sociale nei confronti del territorio, specie in un momento così delicato”. Sulla stessa linea anche la Fiom. Come spiegato dal segretario bolognese delle tute blu, Giordano Fiorani, ieri, un presidio di lavoratori e delegati si e’ radunato davanti ai cancelli dello stabilimento di Crevalcore per impedire ai camion di caricare i macchinari. Il sindacalista ha denunciato una posizione dell’azienda “allucinante e di una gravità  straordinaria”. E per il futuro promette battaglia nel caso si ripeta il rischio di un trasferimento delle linee. “Noi - ha chiarito Fiorani - non accetteremo che per garantire la produzione si trasferiscano le linee a Bari perché si possono spostare i macchinari a Bologna dove il terremoto non ha provocato danni”.
(Fonte: www.ilrestodelcarlino.it - 31/5/2012)

lunedì 4 giugno 2012

Terremoto in Emilia (1): timori e speranze della "Motor Valley"


Stavolta il rivale non si chiama McLaren. E nemmeno Porsche. Non basterà giocarsela in pista affidandosi ai maghi emiliani dei motori che non hanno uguali. Il triangolo più famoso del mondo automobilistico oggi deve vedersela con un nemico invisibile e molto più insidioso: il terremoto. Che fa tremare le fabbriche, che ha raso al suolo gli stabilimenti di fornitori che rifiniscono motori da centinaia di migliaia di euro l’uno. Basta guardare la carta geografica per rendersene conto: ecco l’epicentro del terremoto. Ad appena 21 chilometri di distanza si trova uno dei tre templi dell’automobilismo italiano: la Lamborghini, con i suoi stabilimenti, i capannoni a Sant’Agata Bolognese. Sì, la marca del Toro che sarà anche di proprietà tedesca, ma è sempre italiana nel cuore. È soltanto l’inizio: a meno di quaranta chilometri, nel cuore di Modena, c’è la Maserati. D’accordo, gli stabilimenti sono in difficoltà, vivono nell’incertezza sul futuro deciso dalla terapia Marchionne, ma pur sempre da qui sono uscite le auto con il Tridente guidate dai mostri sacri della Formula 1. Se fate ancora qualche passo (a 45 chilometri) siete nel Paradiso di tanti automobilisti: Maranello, che ormai non è più neanche il nome di un paese, ma di una leggenda. Infine a San Cesario sul Panaro (40 chilometri dall’epicentro) c’è la Pagani, l’ultima nata, che sforna auto da un milione e mezzo di euro l’una. Del resto a Sant’Agata, Modena e Maranello la botta l’hanno sentita. Eccome. Martedì quando le due scosse sembravano spezzare l’Emilia, tutti gli operai sono usciti in strada, le fabbriche sono state chiuse. Poi subito i tecnici si sono buttati a valutare eventuali danni, perché simboli come il Cavallino Rampante e il Toro non possono permettersi di scontentare i loro clienti. Ma soprattutto, il discorso vale per la Ferrari, c’è di mezzo la Formula 1, una stagione complicata e combattutissima cominciata in salita. “Alla Ferrari non ci sono problemi”, ha assicurato ieri Luca Cordero di Montezemolo. “Comunque gli impianti in molti casi sono stati costruiti di recente: la grande mensa e la nuova carrozzeria hanno appena due anni”, assicura Paolo Vetrella, rappresentante della Fiom alla Ferrari. Quindi tutti al lavoro, incrociando le dita ogni volta che i sismologi avvertono che l’epicentro potrebbe spostarsi. Che ci saranno altre scosse anche molto forti. “Da noi alla Maserati qualche danno lo abbiamo avuto. Ci sono state delle verifiche per essere certi che non ci fossero pericoli”, racconta un ingegnere della casa del Tridente. Comunque sia, ieri di nuovo la fabbrica ha lavorato. Tra entusiasmo e timore. Cancelli aperti anche alla Lamborghini, che pure è a un passo dall’epicentro: nessun danno, almeno evidente. “Però non sappiamo se le piccole fabbriche che riforniscono Lamborghini di pezzi e componenti siano in grado di riprendere la produzione e rispettare le commesse”, spiega Eugenio Martelli della Fiom. Ecco la grande incognita, come ha ammesso lo stesso Montezemolo: “Abbiamo avuto alcuni problemi con i fornitori, ma sono risolvibili”. Già, perché gioielli come la Ferrari 458, la Lamborghini Aventador o la Maserati Gt non nascono soltanto dalle tre fabbriche. Sono prodotto corale di un’intera terra, un lavoro che coinvolge decine di imprese, con una competenza che non ha uguali al mondo. La saldatura dei pezzi dei motori è un lavoro delicato come quello di un chirurgo. E il decimo di secondo in accelerazione che ti fa vincere la concorrenza dipende anche da questo. Pochi, tranne i super appassionati, per esempio conoscono le fonderie Scacchetti. Qui la Ferrari e la Lamborghini mandano i pezzi grezzi del motore e dei telai perché siano rifiniti al decimo di millimetro. Lavorazioni che pochi altri al mondo sanno fare. E la Scacchetti è proprio lì, a San Felice, dove la terra trema più forte. Così già la scossa del 20 maggio ha provocato danni enormi, ha distrutto capannoni, macchine da milioni. Un guaio che ha fatto tremare i polsi anche a Maranello. Che fare? Questa è una storia che dice molto dello spirito emiliano. La Casa del Cavallino Rampante è andata in soccorso alla Scacchetti. Le lavorazioni della Scacchetti sono state ospitate in altre fonderie della zona. Addirittura troveranno posto a Maranello, all’interno del “polo leghe leggere”. “In tempi strettissimi – assicurano alla Ferrari – saranno risistemate da noi le attrezzature su cui gli addetti della Scacchetti potranno continuare a lavorare, in attesa che la loro fabbrica a San Felice sul Panaro torni a funzionare. Così vogliamo garantire l’attività e l’occupazione”. Nel Paradiso dei motori l’hanno capito: contro McLaren e Porsche si scende in pista, ma il terremoto si vince soltanto tutti uniti.
(Fonte: www.ilfattoquotidiano.it - 1/6/2012)

domenica 3 giugno 2012

Luci ed ombre sulle Fiat "americane": Freemont bene, Thema e Voyager no


Uno degli primi effetti dell’acquisizione di Chrysler da parte del Gruppo Fiat è stato la "fusione" tra Lancia e Chrsyler e la realizzazione in Europa di un'unica gamma, venduta come Lancia o come Chrysler nei paesi con guida a destra. Singoli modelli con il marchio Dodge, invece, potranno essere distribuiti con altri marchi in Europa: il primo esempio in tal senso è quello della Fiat Freemont, una Dodge Journey con il brand Fiat. Anche se il mercato non è in un momento felicissimo ed è quindi difficile poter fare confronti, si possono verificare dai dati di vendita i primi risultati dell'operazione voluta da Sergio Marchionne. A giudicare dai numeri, analizzati da Automotive News, qualcosa sta funzionando bene e qualcosa meno.
FREEMONT OK - La Fiat Freemont sta avendo un buon riscontro nelle vendite nonostante la crisi: è stata, infatti, immatricolata nel primo quarto dell'anno in 6.498 esemplari, secondo le informazioni di JATO Dynamics. Se questo trend venisse mantenuto la Freemont potrebbe essere venduta in circa 26.000 esemplari nel 2012. Il valore è inferiore alle 30.000 vetture previste dalle stime annuali, ma si tratta di un risultato non disprezzabile considerando le dimensioni "americane" del modello a 7 posti, che gioca però le sue carte migliore nel prezzo concorrenziale, inferiore anche a quello della precedente Ulysse, e nella versatilità e spaziosità dell'abitacolo. La versione a quattro ruote motrici AWD, poi, potrebbe giocare un ruolo importante nelle esportazioni nei paesi "montani".
THEMA E VOYAGER DELUDONO - Meno felice è la situazione per le due Chrysler rimarchiate Lancia, ossia la Thema, derivata dalla 300, e la grande monovolume Voyager, praticamente identica alla Town & Country. La Thema motorizzata a benzina era sicuramente destinata a non incontrare molti consensi, soprattutto in Italia, anche senza l'introduzione del superbollo. Anche le versioni con motorizzazione a gasolio, tuttavia, non sembrano decollare. Un fattore negativo può essere la natura molto "americana" delle due vetture per forma, dimensioni e soprattutto costi: la percezione di "auto di lusso" in un momento di crisi fa rimandare gli acquisti anche in caso di vetture aziendali - il settore delle auto di lusso ha avuto dall'inizio dell'anno una contrazione di circa il 75% - oppure porta a rivolgersi verso marchi premium consolidati, di norma i brand tedeschi. Il mercato italiano è comunque il principale per Lancia, dove nel 2012 sono state vendute 347 Voyager che si sommano alle 995 vendute in tutta Europa. Per la Thema il risultato è ancora peggiore: solo 208 le vetture consegnate in Italia e le vendite complessive nel resto d'Europa ammontano a 272. Siamo lontani dai valori annui stimati, che erano 10.000 unità per Thema e 11.000 per Voyager (13.000 esemplari di entrambi i modelli da vendere solo in Italia).
LANCIA IN ATTESA DI RILANCIO - Ovviamente il risultato è condizionato dalla crisi economica e dalle misure di austerità, non controbilanciate da incentivi all'acquisto, che hanno causato il noto tracollo delle vendite nel nostro mercato non favorendo di sicuro la vendita di vetture alto di gamma come Thema e Voyager (pur se meno costose di alcune concorrenti). Fuori d'Italia un fattore negativo è anche la scarsa conoscenza dei modelli dovuta ad una politica di lancio molto "prudente", anche per quel che riguarda la presenza sui grandi canali di comunicazione. A questo si sta cercando di rimediare puntando su Internet, a cominciare dai social media, e dalla sponsorizzazione di eventi come i festival cinematografici. Lancia, però, ha ora una gamma completa: si guarda molto al futuro, quando i modelli saranno più moderni e pensati fin dall'origine per i due marchi, sperando anche in un momento più florido per il mercato automobilistico europeo.
(Fonte: www.omniauto.it - 21/5/2012)

sabato 2 giugno 2012

Fiat interromperà le relazioni con l'Iran


Il Gruppo Fiat ha deciso di interrompere i rapporti commerciali con l’Iran nell’ambito delle rinnovate misure restrittive messe in atto dalla comunità internazionale nei confronti della Repubblica islamica. Il motivo del contendere, come si sa, è la presunta applicazione da parte di Teheran delle ricerche sull’energia nucleare in campo militare. Un’eventualità ripetutamente e tenacemente negata dal Paese asiatico. L’annuncio è stato dato dal gruppo attraverso tre note diffuse da Fiat, Fiat Industrial e CNH Global. Saranno interrotte tutte le attività relative a prodotti, componenti o servizi la cui ultima destinazione conosciuta sia l’Iran. «Le vendite a soggetti iraniani concluse negli scorsi anni da società controllate di Fiat - spiega la casa costruttrice - sono peraltro non significative dal punto di vista sia quantitativo, sia qualitativo ed hanno interessato prodotti esclusivamente ad uso civile». La decisione presa dalla holding torinese ha effetto anche su tutte le controllate, compresa la Chrysler. Una scelta vista di buon occhio dai movimenti antinucleare negli Stati Uniti. Citato dal Detroit Free Press, Nathan Carleton, portavoce di United Against Nuclear Iran, ha dichiarato: «La decisione presa da Fiat è un passo nella direzione giusta e mostra l’efficacia della pressione pubblica nei confronti di queste società». Recentemente altre case costruttrici come Peugeot - fresca dell’alleanza con General Motors -, Hyundai e Porsche avevano preso iniziative simili. «Nessun produttore automobilistico dovrebbe fare affari con l’Iran - ha aggiunto Carleton -. La comunità internazionale sta tentando di isolare il Paese islamico ed ogni azienda che lavora con Teheran fornisce all’Iran un appiglio vitale».
(Fonte: www.autoblog.it - 27/5/2012)

venerdì 1 giugno 2012

Maserati: a fine anno la nuova Quattroporte


Passare dalle circa 6.000 auto l'anno odierne a volumi superiori di circa otto volte: il target della Maserati e del suo amministratore delegato Harald Wester sono a dir poco ambiziosi. Il top manager del Tridente ha confermato, nel corso di un'intervista ad Auto Motor und Sport, l'intenzione di raggiungere un volume di 50.000 auto l'anno, sostanzialmente grazie all'introduzione di tre modelli interamente nuovi che arriveranno entro il 2014.
La segmento E - Tra questi, l'auto che forse desta maggior interesse e lascia più spazio al dibattito è la prossima generazione della baby-Quattroporte (in arrivo nel 2014), che Wester vuole vendere in 30.000 unità l'anno. Il dirigente tedesco è convinto che ci sia spazio per volumi così elevati e che l'investimento di un miliardo di euro necessario per permettere alla Maserati l'ormai imminente salto di qualità si rivelerà vincente.
Tante novità per l'ammiraglia - La Quattroporte di prossima generazione sarà lanciata l'anno venturo, dopo la presentazione in anteprima mondiale al Salone di Parigi: più grande dell'attuale, pare avrà una massa inferiore di 150 kg. Tra le novità tecniche vanno segnalate il cambio automatico a otto marce realizzato dalla ZF e la trazione integrale, evidentemente ereditati in virtù della parentela con la Chrysler 300. A conferire carattere e unicità alla Quattroporte, tuttavia, ci penseranno i motori: un nuovo V6 biturbo da circa 450 CV, in grado di consumare il 25-30% in meno rispetto agli odierni V8 aspirati, e un otto cilindri al vertice della gamma, con una potenza superiore ai 500 CV. Per la prima volta, inoltre, ci sarà un inedito V6 turbodiesel.
Anche la SUV nel 2014 - La terza grande novità della Casa modenese sarà naturalmente la sport utility: anticipata dalla concept Kubang al Salone di Francoforte dell'anno scorso, la SUV emiliana nascerà sulla base della Jeep Grand Cherokee, ma avrà naturalmente una sua specifica connotazione per offrire una dinamica di guida degna del marchio che porterà sulla calandra.
(Fonte: www.quattroruote.it - 16/5/2012)