venerdì 30 aprile 2010

Detroit Free Press: la prossima Sebring si chiamerà Nassau


La vettura media di Chrysler che sostituirà la Sebring nel 2012-13 si chiamerà Nassau. Ne è sicuro il Detroit Free Press citando fonti interne che la casa di Aubrun Hills non ha voluto commentare. Il nome, ispirato a quello della capitale delle Bahamas, arcipelago al largo di Florida e Cuba, è lo stesso di un concept che Chrysler ha presentato al NAIAS di Detroit nel 2007, ma le forme dovrebbero essere ben diverse perché quella era quasi una dream car nel quale lo stile non teneva minimamente conto di logiche di fattibilità e industriali, oltre al fatto che si trattava di un’auto a trazione posteriore con motore V8 HEMI da 6,1 litri con 430 CV. La Nassau – o come si chiamerà – avrà invece la trazione anteriore e sarà un modello fondamentale per la Chrysler poiché il segmento di riferimento è quello di maggior volume con le varie Toyota Camry, Honda Accord, Chevrolet Malibu e Ford Fusion, tanto per fare i nomi delle vetture più gettonate, e si assiste all’arrivo di nuovi marchi come Suzuki con la Kizashi e presto anche Volkswagen con una nuova vettura che sarà costruita in Tennessee. Il motivo è presto detto: con la crisi del mercato e la prospettiva di ridurre drasticamente consumi ed emissioni, sempre più clienti stanno scendendo dai SUV per tornare sulle berline di queste dimensioni e non si tratta solo di 50enni, ma si nota persino l’arrivo di clienti giovani. Una berlina media inoltre è indispensabile sui mercati asiatici, soprattutto quello cinese, e anche in Europa dove rappresenta una “volume maker” nelle flotte. La Nassau dunque assume un’importanza fondamentale per far ripartire la Chrysler su solide basi di volumi e profitto, non solo per Auburn Hills, ma per tutto il gruppo Fiat che metterà per questa vettura a disposizione la nuova piattaforma C-Evo destinata anche all’Alfa Romeo Giulia e probabilmente condividerà con Lancia anche la pelle e le strategie commerciali. I motori invece saranno di origine americana, ma rivisti profondamente da Fiat Powertrain con l’impiego della tecnologia MultiAir e forse anche dell’iniezione diretta. Ci saranno il 4 cilindri 2.4 della famiglia World Gas Engine, con una potenza minima di 170 CV e di 190 CV con il MultiAir, e il V6 della nuova famiglia Pentastar con cilindrata di 3,3 o 3,6 litri e potenza compresa tra 250 e 280 CV. Entrambi potrebbero montare in opzione il nuovo cambio a doppia frizione a 6 rapporti progettato per supportare coppie fino a 350 Nm. Una cosa è sicura: la nuova media di Chrysler avrà stile, motori e telaio finalmente all’altezza della situazione e che le consentiranno di posizionarsi in modo diverso e più efficace rispetto alla concorrenza. Sergio Marchionne, durante il NAIAS di Detroit aveva infatti dichiarato: "Se si guarda alla Sebring e la si confronta con la concorrenza, non è dove dovrebbe essere". Voleva dire che è un prodotto che va completamente ripensato e così sarà, a cominciare – così pare – dal nome che, piuttosto che evocare il famoso tracciato della Florida centrale teatro di sfide epiche, farà pensare ai mari caldi dei tropici.
(Fonte: www.freep.com - 28/4/2010)

giovedì 29 aprile 2010

Elkann: Fiat non ha bisogno di nuovi soci nell'auto


Exor, la finanziaria del gruppo Agnelli, scommette sullo scorporo Fiat ed è pronta a nuovi investimenti in un 2010 «iniziato bene». Nessuna intenzione da parte della famiglia di sciogliere l’accomandita Giovanni Agnelli e C., di cui John Elkann diventerà presidente il 14 maggio, nè di ridurre le categorie di azioni della holding del gruppo. Tra i temi centrali dell’assemblea degli azionisti, alla quale assistono numerosi gli studenti del Politecnico di Torino, c’è il futuro della Juventus dopo la decisione di affidare la presidenza ad Andrea Agnelli con l’obiettivo di voltare pagina alla fine di un deludente campionato. Tiene banco anche la Fiat dopo la separazione delle attività industriali da quelle dell’auto. «Manterremo il nostro interesse azionario - spiega Elkann - sia in Fiat sia in Fiat Industrial. È un investimento importante per noi perchè siamo assolutamente convinti delle prospettive delle due società. Vogliamo assicurare, tramite le cariche sociali e la presenza di uomini designati da Exor in entrambi i cda, il buon andamento e il raggiungimento di obiettivi che consideriamo coraggiosi ma realisti». Insomma, «appoggio pieno dell’azionista», dice Elkann e definisce il piano presentato il 21 aprile «ambizioso ma credibile, che fa chiarezza all’orizzonte per i prossimi cinque anni». Ricorda anche «l’impegno forte sulle sue radici, visto che molto di quello che la Fiat farà nei prossimi cinque anni sarà determinato dall’Italia». «L’Auto - afferma Elkann - non ha bisogno di soci. C’è oggi una collaborazione forte con Chrysler ed è quella su cui stiamo lavorando attivamente». Il presidente di Exor e Fiat ribadisce la disponibilità, già espressa con chiarezza un anno e mezzo fa quando si cominciava a ipotizzare lo scorporo dell’auto, a diluire la quota di controllo perchè è meglio «essere azionisti di una grande Fiat o di una Fiat più grande piuttosto che impedire che questo avvenga». Exor, però, non è solo Fiat e l’obiettivo è continuare a investire in nuove attività. «Riteniamo che nel corso dell’anno - dice Elkann agli azionisti - si presenteranno alcune opportunità per investire, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, dove per noi è più facile agire». L’interesse è anche per i Paesi emergenti, Russia, India e Cina, ma è chiaro che «se si presenteranno opportunità in Italia siamo interessati e sapremo coglierla». Intanto rimane aperto il dossier Kbl, la private bank belga: «È un settore che ci piace - spiega l’amministratore delegato di Exor, Carlo Sant’Albano - e avevamo guardato a Fideuram. Kbl è una piattaforma interessante ma ci devono essere le condizioni giuste per investire». Il 2010 per Exor è iniziato bene e le prospettive sono positive. «Ci sono tanti progetti in corso - sottolinea Elkann - e quest’anno la maggior parte delle nostre società sarà in grado di distribuire dividendi, un fatto positivo per noi. In un contesto molto difficile i nostri investimenti hanno avuto esito positivo, Nessuna società del gruppo ha richiesto capitali. Tutte hanno saputo reagire alle difficoltà».
(Fonte: www.lastampa.it - 29/4/2010)

mercoledì 28 aprile 2010

Azienda italiana acquisisce lo stabilimento Alcoa di Modena (telai Ferrari)


Un'operazione industriale assolutamente non fine a se stessa. Un ulteriore potenziamento nella capacità di proporsi al mercato, soprattutto a partner consolidati, senza dimenticare le opportunità che si possono sviluppare e le possibili ricadute - dal punto di vista tecnologico - sul territorio. Un'acquisizione, quella firmata da OMR, che lo rafforza e apre nuove prospettive partendo proprio dall'Italia. Come hanno spiegato i fratelli, Marco (presidente) e Franco Bonometti (vice presidente), il gruppo di Rezzato, tramite la Holding, ha rilevato all'inizio di questo mese la fabbrica di Modena della multinazionale americana Alcoa (80 dipendenti, 40 milioni di ricavi): l'impianto è il fornitore in esclusiva di tutti i telai in alluminio delle auto da strada prodotte dalla Ferrari (circa 6 mila l'anno). «È un passaggio sicuramente molto importante e strategico», hanno sottolineato i fratelli Bonometti evidenziando anche il ruolo, giocato nella partita, dal ministero dello Sviluppo Economico (l'azienda era ambìta da potenziali altri interessati) e dalla Casa di Maranello, con la quale OMR è partner da lunga data. «Apre un nuovo mercato e nuove opportunità», hanno aggiunto spiegando che grazie alle tecnologie utilizzate nell'azienda appena rilevata (già ribattezzata OMR Modena) sarà possibile proporre soluzioni anche ad altre società automobistiche. Inoltre - guardando al territorio bresciano -, con il coinvolgimento del CSMT (Centro Servizi Multisettoriale di Brescia) l'obiettivo è sviluppare ulteriormente le applicazioni nel settore dell'alluminio. IL 2010 del gruppo di Rezzato (dove ha sede la Officine Meccaniche Rezzatesi) si caraterizza, per il momento, anche per un altro «colpo». Sempre nel settore di competenza. Come ha spiegato il presidente Marco Bonometti, quest'anno è stata acquisita un'importante commessa globale dalla Chrysler, del valore che oscilla tra i 40 e i 50 milioni di dollari: riguarda il motore «Fire», che sarà montato sulla «500», ma anche sulle altre vetture del colosso U.S.A. ora alleato della Fiat. «Questo avrà un'importante ricaduta su Brescia e ci consentirà quest'anno di compiere un salto importante», ha sottolineato con orgoglio Marco Bonometti. Un nuovo esercizio all'attacco, dunque, dopo un 2009 chiuso sostanzialmente in linea con il 2008, ricavi consolidati per circa 420 milioni di euro e margini inalterati. Una performance costruita sui risultati ottenuti all'estero (soprattutto in Cina e Brasile; il gruppo è presente anche in India e Marocco), che hanno permesso di compensare la frenata registrata a livello nazionale. E proprio guardando alla presenza all'estero il gruppo OMR rilancia la sua sfida mondiale, senza per questo dimenticare le origini e l'importanza dell'acquisizione realizzata a Modena. «Si sta già lavorando su nuovi modelli, è una grande occasione di crescita che non vogliamo assolutamente perdere», ha concluso Marco Bonometti.
(Fonte: www.bresciaoggi.it - 20/4/2010)

martedì 27 aprile 2010

Fiat 500: foto spia della versione per gli U.S.A.


La Fiat 500 che dovrebbe essere venduta negli Stati Uniti a partire dalla fine di quest’anno è stata scovata. I reporter di Top Speed hanno infatti incrociato due delle auto prodotte dalla casa torinese in giro per le strade di Charlotte, probabilmente nel corso di una serie di test su strada. Le vetture sono caratterizzate da una colorazione temporanea bianca e nera, ma la presenza di queste auto Fiat è un chiaro indizio dello stato avanzato della produzione destinata agli U.S.A. . La 500 sarà la prima vettura dell’azienda italiana ad essere venduta negli Stati Uniti. Le due auto immortalate da queste foto sono praticamente identiche, l’unica differenza visibile è il paraurti anteriore: uno infatti è cromato, mentre l’altro mantiene la colorazione del resto della carrozzeria. Alcune strisce di nastro adesivo coprono qualche elemento non meglio identificato: è possibile che sia un nuovo sensore di parcheggio? Per quanto riguarda il posteriore è ancora evidente l’ampio spazio progettato per ospitare le targhe europee. Questo potrebbe essere ridotto oppure modificato, per renderlo più adatto alle dimensioni delle targhe americane, magari con l’aggiunta di elementi pseudo-aerodinamici ai lati. Una soluzione già implementata sulle Porsche 911. Negli Stati Uniti la Fiat 500 verrà venduta con un motore 1.4 MultiAir da 105cv. Non è ancora certo se la scadenza del 2010 sarà mantenuta, dato che sono passati solo pochi mesi da quando la società amministrata da Sergio Marchionne ha rilevato la Chrysler. Ma vista questa foto si può essere fiduciosi.
(Fonte: www.topspeed.com - 25/4/2010)

lunedì 26 aprile 2010

Gli investimenti di Fiat-Chrysler fino al 2014


Il piano industriale Fiat presentato mercoledì da Sergio Marchionne al Lingotto ha tra i punti chiave l'espansione della gamma prodotti e delle vendite di automobili, che dovrebbero permettere a loro volta un consistente aumento della produzione di veicoli in Italia. Per raggiungere questi obiettivi è previsto un significativo incremento degli investimenti, che per quanto riguarda le quattroruote si concentreranno nella prima metà del periodo (fino al 2012) e contribuiranno a far crescere il debito industriale fino a quasi 6 miliardi di euro alla fine del 2011. Vediamo i numeri principali: 26 miliardi di euro di investimenti complessivi in 5 anni (30 contando anche le spese di ricerca non capitalizzate), ovvero un ritmo da oltre 5 miliardi l'anno. Questo dato si riferisce al gruppo nella sua struttura attuale, ovvero prima dello scorporo di Iveco e Cnh in Fiat Industrial; i 26 miliardi verranno ripartiti in 6,5 per Fiat Industrial e poco meno di 20 per i restanti business, ovvero Fiat Group Automobiles (Fga), Ferrari e Maserati, i motori di Fpt e i componenti. Gli investimenti tra "nuova Fiat" (ovvero senza camion e trattori) e Chrysler saranno di 34,2 miliardi in 5 anni; per dare l'idea dell'ordine di grandezza, il gruppo Volkswagen ha annunciato che investirà 26,6 miliardi di euro in tre anni (2010-12). Fga da sola, con i marchi Fiat, Lancia, Alfa Romeo e i veicoli commerciali di Fiat Professional, dovrebbe spendere 13 miliardi in 5 anni, +50% rispetto ai 9,4 miliardi investiti nei 5 anni tra il 2005 e il 2009. La scaletta temporale prevede per quest'anno 2,2 miliardi, ovvero un ritorno al livello del 2008 dopo il taglio a 1,5 miliardi del 2009 innescato dalla crisi. La netta accelerazione è prevista per l'anno prossimo (3 miliardi) e il 2012 (2,8), in coincidenza con il picco nell'attività di rinnovo della gamma prodotti: quest'ultimo arriverà tra il 2012 (dieci modelli nuovi di cui sei in Europa) e l'anno successivo (undici, di cui otto nel Vecchio continente). Già a fine 2011, però, faranno il loro debutto due modelli fondamentali: la Panda, prodotta a Pomigliano, e la Ypsilon destinata alla Polonia. La sola Panda comporta un investimento, tra prodotto e rinnovo dello stabilimento campano, di 700 milioni di euro; Fiat ha chiesto ai sindacati contropartite in termini di flessibilità, e i negoziati sono già in corso. L'accelerazione degli investimenti su un arco di tempo relativamente breve comporta un impegno consistente dal punto di vista dei finanziamenti. Non a caso il piano prevede che l'indebitamento industriale del gruppo salga fino a raggiungere un picco di poco meno di 6 miliardi di euro a fine 2011; per il 2012 il livello ancora elevato di spesa dovrebbe essere coperto, nei piani, da un netto incremento dei profitti (quasi 1,8 miliardi in più di margine lordo industriale) in coincidenza con la ripresa del mercato europeo dell'auto. Anche per queste esigenze Fiat continua a mantenere un cuscino di liquidità superiore alla media (11,2 miliardi a fine marzo); il livello dovrebbe progressivamente scendere verso un obiettivo di 6 miliardi a partire dal 2011. Sergio Marchionne ha assicurato mercoledì che non serviranno nuovi fondi né per l'auto né per i veicoli pesanti destinati a confluire nella Fiat Industrial. Tutte le cifre elencate finora non comprendono gli investimenti delle joint venture nei Paese emergenti, che dovrebbero dare un contributo decisivo alla crescita dei volumi del gruppo. Tra Russia, India e Cina sono previsti 3,3 miliardi di investimenti in 5 anni, finanziati per oltre il 90% dai partner e con un contributo Fiat limitato alla fornitura di tecnologia. Un altro aspetto delicato – sempre con riferimento a Fiat Auto – è quello delle risorse umane e organizzative necessarie a mettere in atto il piano di investimenti. Negli anni scorsi il Lingotto aveva affidato all'esterno parte della fase di sviluppo (come nel caso di Magna per la Bravo), ma in seguito ha preferito per lo più utilizzare risorse interne. Harald Wester, responsabile della tecnologia (e anche di Alfa Romeo e Maserati), ha ricordato mercoledì che Fiat ha in questi anni ridotto fino a 15 mesi il tempo necessario ad avviare la produzione di un nuovo modello; è probabile che, almeno in un primo tempo, Fiat punti a proseguire su questa strada sfruttando il più possibile l'integrazione con Chrysler. Quest'ultima – la notizia è di ieri – prevede un incremento delle vendite del 20% ad aprile rispetto allo stesso mese del 2009. Sarebbe il primo incremento significativo in percentuale, anche se con un volume di vendite simile a quello di marzo 2010.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 25/4/2010)

venerdì 23 aprile 2010

Tutti i nuovi modelli del gruppo Fiat (per anno e per marchio) fino al 2014


I nuovi modelli del Gruppo Fiat saranno ben 34, dei quali 13 prodotti nell'area Stati Uniti, Messico e Canada; diciassette i restyling previsti da qui al 2014. Ecco, anno per anno, che cosa ci prospetta il piano di Sergio Marchionne per il prossimo quinquennio.
2010 - Quest'anno, oltre al lancio della Giulietta e della Doblò, vedrà il debutto della nuova Jeep Grand Cherokee. Usciranno di scena la Fiat Seicento, la Punto, la Croma, la Multipla, l'Ulysse, la Lancia Phedra, l'Alfa Romeo 147 e la GT. Escono di scena anche Albea e Siena (non commercializzate in Italia).
2011 - Il prossimo anno arriverà la nuova Fiat Panda (ed è previsto il restyling della Linea, commercializzata nel Sud America). In questo periodo è previsto anche il lancio della nuova Lancia Ypsilon. Dagli States, arriverà una Suv inedita su base Dodge Journey commercializzata con il marchio Fiat, più le Chrysler 300C e Grand Voyager completamente rinnovate, vendute da noi con lo scudetto Lancia; saranno rinfrescate le Jeep Wrangler, Patriot e Compass. In Italia, termina la produzione delle Alfa Romeo Brera e Spider.
2012 - È l'anno del primo restyling delle Fiat 500 berlina e cabriolet (e delle corrispondenti sorelle Abarth) e della Qubo. La Fiat andrà negli Stati Uniti con una compatta della stessa categoria della Grande Punto, una entry level del segmento B - cioè la nuova Palio, costruita in Serbia e destinata al mercato sudamericano - e con la Cinquecentona a cinque posti. La versione a sette posti, che debutterà sempre nel corso del 2012, invece, sarà solo per gli automobilisti europei. Sulla piattaforma Compact nascerà una berlina con il marchio Fiat che sarà distribuita anche sui mercati nordamericano, messicano e canadese. Nel 2012 esce di scena la Lancia Musa e debuttano due modelli inediti con i marchi Lancia e Chrysler: una berlina a due volumi, declinata anche in versione station wagon, e una berlina a tre volumi. Previste sempre nel corso di quest'anno le Alfa Romeo Giulia berlina e Sportwagon (destinate anche agli automobilisti americani), insieme a un'inedita sport utility compatta. La MiTo beneficerà di un aggiornamento.
2013 - Nei piani di Marchionne, il 2013 dovrebbe essere l'anno buono per il lancio di una citycar compatta completamente nuova. Esce di scena la Grande Punto e arriva la nuova Punto Evo (anche col marchio Abarth) insieme alla nuova Fiat Bravo, che prende il posto dell'attuale berlina media torinese. La Lancia-Chrysler arriva con una berlina a tre volumi del segmento D e una crossover di analoghe dimensioni. In Casa Alfa Romeo, è la volta della MiTo a cinque porte e della nuova Spider. Le novità del marchio Jeep, infine, comprendono una sport utility compatta e la nuova Cherokee.
2014 - La nuova Fiat Panda, quella del 2011, sarà sottoposta al primo restyling, insieme alla sport utility e alla Doblò Panorama. Aggiornamento pure per la nuova Ypsilon e per la Grand Voyager/Phedra. Durante il 2014 sono previste una rinfrescata alle linee dell'Alfa Romeo Giulietta (e a quel punto sarà pronta per debuttare negli U.S.A.) e la presentazione di una grande Suv "americana" con il marchio del Biscione.
(Fonte: www.quattoruote.it - 21/4/2010)

Sono 34 i nuovi modelli previsti entro il 2014 dal piano Fiat a cui si affiancano 17 restyling. Ecco le principali novità divise per marchio.
FIAT
Citycar - Vettura realizzata sulla base del 'vecchio' progetto Topolino. Arriverà per il 2013 e utilizzerà la piattaforma mini e la nuova generazione di motori bicilindrici TwinAir, anche in variante ibrida.
Nuova Panda - Sarà prodotta nel 2011 e nel 2014 verrà sottoposta a un ulteriore affinamento.
500 (in Italia) Cinquecento (in U.S.A.) - A fine anno arriverà la versione per gli U.S.A. e in autunno sbarcherà in Europa la variante super-economica con il nuovo motore bicilindrico di 900 cc TwinAir. Restyling nel 2012.
Punto Evo - Sarà l'unica variante della famiglia Punto a superare il traguardo del 2012-2013. Nuova versione nel 2013.
Entry Level B - Un'anticipazione della cosiddetta Low cost, si potrà avere con l'imminente lancio in Brasile della Novo Uno, con design simile a una grande Panda.
Linea - La tre volumi, già apprezzata nei mercati in via di sviluppo, subirà un restyling nel 2011.
MPV Compact - L'Idea verrà sostituita con la produzione di una nuova famiglia di piccole monovolume (L0 il nome interno) a 5 e 7 posti. La prima sarà destinata anche al mercato U.S.A. .
Bravo - Nessun cambiamento sostanziale, eccetto per gli aggiornamenti dei motori. In produzione fino a metà del 2013.
Nuova berlina segmento C - Programmata per il 2012-2013, avrà 3 varianti: due volumi hatchback, tre volumi, station wagon.
Nuovo Suv su base Journey - Con l'uscita di scena di Croma, Multipla e Ulysse (tutti a fine 2010) il presidio dell'alto di gamma e del segmento delle grandi monospazio sarà affidato ad un nuovo prodotto di provenienza Chrysler: un Suv a 7 posti che verrà prodotto dal 2011 e subirà un restyling nel 2014.
Multispazio - I due modelli del segmento, il Nuovo Doblò e il Qubo, subiranno un profondo aggiornamento estetico nei prossimi anni: la prima nel 2014, la seconda già nel 2012.
LANCIA
Nuova Ypsilon - Arriverà nel 2011, con una carrozzeria più comoda e 5 porte. Restyling nel 2014.
Musa - Non è prevista per il momento la sua sostituzione. Sarà aggiornata e prodotta fino a tutto il 2012.
Delta - Resterà fino a tutto il 2013, con vari adeguamenti delle motorizzazioni e degli allestimenti.
Nuova berlina segmento C - Basata su meccanica di provenienza Chrysler, verrà declinata dal 2012 in tre varianti: hatchback due volumi (che sostituirà la Delta), wagon e berlina 3 volumi.
Nuova berlina Large - Destinata anche agli U.S.A., arriverà nel 2013. Piattaforma condivisa con la futura Alfa Romeo Giulia.
300C - Berlina di grandi dimensioni, derivata dalla omologa Chrysler. Arriverà nel 2011 e sarà l'ammiraglia del Gruppo.
Grand Voyager - Derivata dalla Mpv americana che sostituirà la monovolume Phedra.
Nuovo crossover segmento D - Arriverà nel 2013 e sarà derivato da un modello Chrysler, probabilmente la Journey.
ALFA ROMEO
MiTo 3 porte - Proseguirà oltre il 2014, con un'importante aggiornamento previsto per il 2012.
MiTo 5 porte - Arriverà nel 2013 e andrà anche in U.S.A. .
Giulietta - Subirà un intervento di aggiornamento nel 2014.
159 - In produzione fino al dicembre 2012.
Nuova Giulia - Destinata anche agli U.S.A., sarà prodotta nel 2012 sulla stessa piattaforma della futura berlina Lancia. Prevista anche come station wagon.
Nuova Spider - Rappresenterà l'anima sportiva del marchio dopo l'uscita di scena di Brera e Spider nel 2011.
Nuovo Suv segmento C - Di questo modello del 2012, derivato da una 4x4 della gamma Chrysler, si sa ancora poco. Condividerà molti elementi con il modello che sostituirà la Jeep Compass.
Nuovo Suv segmento D - Un Suv di fascia alta, derivato probabilmente dalla New Jeep Cherokee, che arriverà dal 2014.
(Fonte: www.ansa.it - 22/4/2010)

giovedì 22 aprile 2010

Commenti positivi della stampa estera al Piano Fiat


FINANCIAL TIMES - «Finalmente» lo scorporo è arrivato: il Financial Times accoglie con toni positivi lo scorporo dell'auto dalle altre attività del gruppo Fiat. Per Sergio Marchionne era «una spina nel fianco» lo status della Fiat come «grande conglomerato» con tante propaggini, scrivono Guy Dinmore e John Reed. Fin da quando era arrivato, nel 2004, aveva parlato di scorporare Fiat Auto dal resto. Adesso, annunciando lo scorporo dei veicoli industriali, «il capo Fiat finalmente sblocca il business dell'auto», titola il Ft. Le due parti del business – ricorda il quotidiano britannico - hanno differenti requisiti di capitale, profili di business e valutazioni implicite sul mercato azionario. E il business dell'auto Fiat incide sul credit rating del resto del gruppo. Per il Financial Times è un momento «spartiacque» nei 111 anni di storia del gruppo torinese. Le due parti ora saranno libere di fare le loro scelte strategiche, «comprese alleanze con altre aziende». Marchionne non ha voluto dire se è ancora alla ricerca di un terzo partner, ma ha presentato un piano «ambizioso» per fare diventare la Fiat «molto più grande» con l'aiuto di Chrysler, il suo partner U.S.A. che – si legge su un altro titolo del Ft – fa rotta verso il break even nel 2010.
THE ECONOMIST - Decisamente positivo anche il giudizio dell'Economist. Sotto il titolo «Let there be two Fiats», il settimanale britannico esprime apprezzamento per i risultati conseguiti da Sergio Marchionne nel risanamento della Chrysler. Un dato che ha sorpreso molti è quello dell'utile operativo di 143 milioni di dollari nel primo trimestre, nota l'Economist, sottolineando anche il calo del debito da 8 miliardi a novembre a 3,8 miliardi. Risultati che hanno rallegrato gli investitori – osserva il settimanale - così come la notizia dell'arrivo di John Elkann alla presidenza di Fiat. «A differenza delle altre grandi dinastie automobilistiche europee - i Peugeot e i Quandt della Bmw - Elkann appare più interessato a sviluppare il valore economico (della Fiat) che a mantenere il controllo familiare». Con lo spin-off dei veicoli industriali, Fiat Auto sarà libera di crescere con fusioni e partnership con altre aziende automobilistiche e di raccogliere capitale. «Inevitabilmente», continua l'Economist, l'attenzione degli investitori rimane concentrata sugli sforzi di Marchionne di ravvivare Chrysler. Nonostante le buone notizie, osserva, rimane un po' di scetticismo. Di fronte alle molte - e «brutali» - sfide che il gruppo ha ancora davanti negli U.S.A., l'Economist conclude: «Seppure alla fine Marchionne dovesse mancare l'obiettivo, Fiat comunque riceverà qualcosa di valore - il marchio Jeep e il rientro a basso costo in Nord America per Fiat e Alfa Romeo attraverso ciò che resta della rete commerciale Chrysler e della sua base manifatturiera. Se ciò sia abbastanza per giustificare lo spin-off di Fiat Industrial è difficile a dirsi».
THE WALL STREET JOURNAL - In un articolo dedicato allo spin-off di Fiat, il Wall Street Journal fa notare che da anni gli investitori e gli analisti andavano dicendo che la struttura a conglomerato rende le azioni Fiat difficili da valutare, scoraggiando l'investimento nell'azienda. Tuttavia, il fatto di tenere i due business insieme «a volte ha aiutato Fiat ad affrontare il calo dei consumi poiché gli introiti stabili delle attività industriali compensavano il calo delle vendite delle auto». Questo legame è emerso anche nel corso dell'ultima crisi economica – osserva il Wsj - , che ha fatto calare le vendite di auto spingendo Fiat e gli altri produttori europei ad affidarsi a incentivi finanziati dal governo per rilanciare le vendite. Il versante Chrysler ha un altro titolo sul Wall Street Journal: «Chrysler registra una perdita di 4 miliardi di dollari da quando è uscita dalla bancarotta», titola il quotidiano statunitense, facendo notare che per la prima volta Marchionne ha rivelato le cifre finanziarie.
THE WASHINGTON POST - Su altri siti dei media Usa prevale l'attenzione per la casa automobilistica americana: «Chrysler ha perso 3,8 miliardi di dollari l'anno scorso dopo la bancarotta ma si aspetta il break even nel 2010», titola il Washington Post.
LES ECHOS - In Francia, Les Echos mette sulla homepage de suo sito il richiamo: «Fiat decide di quotare il suo ramo auto». Alla fine del 2010, recita il sommario, due società distinte saranno quotate alla Borsa di Milano. Il tandem Elkann- Marchionne scinde la Fiat in due «per meglio valorizzare l'automobile» è il titolo all'interno. «Fiat ha risolto il suo dilemma», scrive Guillaume Delacroix, sottolineando che era «un dilemma storico» e chiedendosi alla fine che cosa faranno gli Agnelli: «Azionisti al 30% di Fiat, lo saranno in modo duraturo nelle due nuove entità? Le scommesse sono aperte». L'editoriale di Les Echos, «Il crepuscolo delle dinastie», osserva che ormai tutti i costruttori automobilistici cercano alleanze per fare economie di scala, ma per farlo devono lasciare il controllo. «Evoluzione inevitabile», che però, secondo Philippe Escande, «non suggella la morte delle dinastie automobilistiche». Bill Ford influenza sempre la sorte di Ford, Akio Toyota quella di Toyota e la famiglia Porsche-Piech quella di Volkswagen. «E' il grande paradosso: questo settore aperto al vento del mare aperto ha più che mai bisogno di un'ancora patrimoniale».
LE FIGARO - In evidenza sulla homepage del sito web di Le Figaro: «La folgorante ascesa di John Elkann, del clan Agnelli», un ritratto del nipote di Gianni Agnelli che "ha bruciato le tappe" rispetto al mitico Avvocato.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 22/4/2010)

mercoledì 21 aprile 2010

Fiat Investor Day: Marchionne presenta il piano industriale 2010-2014


Presentato oggi il piano industriale Fiat 2010-2014. Dopo l'introduzione dell'amministratore delegato Sergio Marchionne e la presentazione dei dati del primo trimestre 2010. L'a.d. della Fiat ha illustrato i risultati finanziari del primo trimestre del 2010, che ha visto una perdita contenuta di 21 milioni di euro contro i 411 milioni del primo trimestre del 2009.
Ovazione per Elkann - "Siamo qui per dimostrare quello che possiamo fare nei prossimi cinque anni", ha detto Marchionne spiegando che "la trimestrale è solo il primo passo". Accolto da uno scroscio di applausi il neo presidente della Fiat John Elkann, 34 anni nipote dell'Avvocato, che ha sostituito al timone il dimissionario Luca Cordero di Montezemolo.
La via della ripresa - ll settore auto ha fatto registrare ricavi per 12,9 miliardi di euro, con un incremento del 14% circa sullo stesso periodo dell'anno scorso, nonostante le previsioni per il 2010 non siano affatto rosee. Marchionne, poi, ha fatto un accenno anche alla Chrysler, sostenendo che nel primo trimestre di quest'anno la compagnia americana ha fatto registrare un risultato operativo di 143 milioni di dollari. Marchionne se l'è presa con il giudizio poco lusinghiero di alcuni media americani sulle performance e le prospettive della Chrysler, dicendo che nel business contano i fatti e il risultato dei primi mesi del 2010 parla da solo.
Pioggia di prodotti Chrysler - E sempre a proposito del gruppo americano Marchionne ha aggiunto che nel prossimo trimestre le vendite cresceranno sull'onda dei nuovi prodotti, dalla Grand Cherokee in vendita negli U.S.A. entro l'estate. Entro l'anno, poi, Chrysler aggiornerà o rinnoverà 16 modelli, tra i quali la 300, la Dodge Charge e la Sebring. E ci sarà anche il lancio della Fiat 500 in America.
Ferrari e Maserati - Adesso Sergio Marchionne illustra le strategie per Ferrari e Maserati. "Lanceremo un nuovo modello ogni anno e serie speciali". Nel 2011 arriverà la nuova Scaglietti e la 458 Italia Spider, mentre nel 2012 arriverà l'erede della 599 GTB e la nuova Enzo. Per la California restyling in vista nel 2013.
Una baby Maserati - Il numero uno del Lingotto ha dispensato la prima sorpresa della giornata e l'ha fatto sotto il marchio del Tridente. Oltre ai noti programmi di rinnovamento della Quattroporte, previsti per l'anno prossimo, ha annunciato l'ingresso del marchio nella parte "premium" del segmento E (la categoria della BMW Serie 5 e della Mercedes Classe E), cioè in un livello di prezzo decisamente inferiore a quello in cui oggi si posizionano le macchine del Tridente. Insomma, sarà un modello inedito più piccolo della Quattroporte.
Due sorelle a Modena - La proposta della Maserati in questo nuovo settore di mercato dovrebbe addirittura sdoppiarsi in due modelli o quantomeno in due diverse proposte di carrozzeria. Le nuove proposte, così come il posizionamento della futura Quattroporte - che sarà realizzata sulla piattaforma della Chrysler 300C - contribuiranno nei piani dell'ad di Fiat a espandere la quota di mercato nel settore del lusso dal 3 all'8 per cento.
Cambi a sette marce - La palla a passa ad Alfredo Altavilla numero uno di Fiat Powertrain: "Ci stiamo muovendo per la seconda generazione del MultiAir, con iniezione diretta di benzina, e nell'applicazione MultiAir ai diesel. Il nuovo cambio TCT arriverà anche a sette marce con limite di coppia di 192 Nm e con la possibilità di associare a una delle due trasmissioni un motore elettrico per ricavarne un ibrido. I cambi TCT avranno varianti per funzionare insieme con la trazione integrale". FPT prevede di aumentare le vendite ai clienti esterni, tra cui oggi viene inclusa anche Chrysler, e che comprende tuttora, anche Ford, Peugeot-Citroen, GM e Suzuki, fino al valore di 1,6 miliardi di euro per il 2014, contro i 300 milioni circa di oggi, portando così questa parte del business al 24% dei ricavi totali di Powertrain.
World Class Manufacturing - Stefan Ketter, responsabile del World Class Manufacturing, il programma di miglioramento dei metodi produttivi spiega i benefici ottenuti:" 700 milioni di risparmi dall'implementazione del World Class Manufacturing dal 2006. L'obiettivo per il 2010 era di 500 milioni". ll World Class Manufacturing è un processo produttivo messo in atto dalla Fiat negli ultimi anni in tutti i suoi stabilimenti, mirato a ridurre drasticamente le perdite di efficienza, gli sprechi e a migliorare la qualità. Dopo l'acquisizione del controllo della Chrysler la Fiat ha iniziato a esportare questo metodo anche nelle fabbriche americane.
Meno piattaforme più modelli - Sale sul palco Harald Wester in qualità di capo dell'engineering product development: "Nel 2007 si sono voluti 18 mesi per lo sviluppo della Bravo, per Alfa MiTo e Giulietta 15 mesi, quando 10 anni fa il tempo medio in Fiat era di 22 mesi". I piani prevedono oltre alla riduzione dei tempi di sviluppo, anche un drastico aumento del numero di modelli per piattaforma: si passa dai 1,7 modelli per architettura nel 2006 ai previsti 7,6 del 2014. La percentuale di parti in comune tra modelli con la stessa architettura nel 2006, i tempi della presentazione del precedente piano, ammontavano al 10-15 per cento, oggi sono attorno al 50 per cento e nel 2014, grazie alle sinergie con Chrysler, supereranno il 70 %. Per macchine che non dividono l'archittettura le componenti in comune saranno attorno al 35 per cento. Si realizzaranno oltre un milione di unità su ognuna delle tre principali architetture: mini, small, compact.
Niente pause, il tempo è tiranno - Marchionne sale sul palco e annuncia che il tempo stringe e la pausa prevista è stata annullata. Riassume gli obiettivi di break even annunciato nel 2004 dopo un passivo operativo di quasi un miliardo di euro nel 2003, raggiunti nel 2006 con ampio margine. "Ecco cosa abbiamo fatto e cosa abbiamo fallito. C'è stato un significativo lavoro per riposizionare i brand, Fiat ne ha beneficiato". Su Alfa Romeo ammette che serve ancora lavoro: "Alfa e Lancia restano sostanzialmente sconosciuti fuori dell'Italia". "Abbiamo rafforzato la rete europea dei concessionari chiudendo le lacune nella distribuzione". E poi sottolinea che è stata strategica la decisione di puntare su motori a basse emissioni: "Siamo leader della categoria".
Alfa e Lancia sottotono - I due marchi sono sotto le aspettative, soffrono della dipendenza dal mercato italiano. Gli obiettivi prefissati 5 anni fa per Alfa e Lancia parlavano di 300mila pezzi l'anno per ciascuno da raggiungere nel 2010, ma nel 2009 le vendite hanno registrato rispettivamente 101 e 112mila unità. "La partnership con Chrysler ci dà nuove opportunità, incluso l'accesso a una più efficace distribuzione globale".
Stabilmenti italiani sottoutilizzati - "Gli stabilmenti lavorano al 60% della loro capacità e non è più una media sostenibile".
I pilastri della Fiat - "Nel 2014 il mercato tornerà alla normalità ai tempi precedenti della crisi, con circa 16 milioni di vetture vendute in Europa". Alfa Romeo sarà distribuita in U.S.A., Canada e Messico. Dieci nuovi modelli Fiat saranno lanciati, a cominciare dall'anno prossimo con la nuova Panda. Nel 2013 ci sarà la nuova Punto Evo, nel 2012 il restyling della 500 e della versione cabrio. Multipla, Ulisse e Croma termineranno di essere prodotte alla fine di quest'anno. A sopresa nel 2013 ci sarà una citycar, che riprenderebbe in parte il progetto della "Topolino", ma con contenuti completamente nuovi. E sempre tra le piccole ci sarà nel 2012 una compatta basica che sarà distribuita anche oltreoceano. La monovolume Idea esce di scena: al suo posto (2012) una nuova mutispazio, la "Cinquecentona" anticipata da Quattroruote, in versione 5 e 7 posti. La 5 posti è confermata che anche per gli U.S.A. . La nuova Bravo arriva nel 2013 e avrà da subito una versione due volumi e una station wagon. Viene anticipata nel 2012 da una inedita berlina che, probabilmente sarà commercializzata anche in America. Anche Fiat avrà finalmenta la sua Suv, realizzata sulla base della Dodge Journey e disponibile dal prossimo anno. La Sedici rimarrà in produzione sino a tutto il 2012.
Le nuove Alfa - Nel 2012 la MiTo avrà un restyling e dal 2013 ci sarà il nuovo modello- sarà a cinque porte - fatto sulla piattaforma della nuova Punto (cambia anch'essa nel 2013). Nel 2012 sarà la volta della Giulia (sostituta della 159) realizzata sulla base della Giulietta, disponibile sia in versione berlina sia in quella station wagon. Questo modello sarà venduto anche negli U.S.A. . Nel 2013 sarà sviluppata su di un'achitettura comune Fiat-Chrysler un'Alfa spider. E ancora nel 2012 debuterrà una Suv media e due anni dopo una Suv grande, entrambe prodotte negli U.S.A. . E sempre nel 2014 la Giulietta aggiornata sbarcherà in America. Infine, le attuali Brera e Spider smetteranno la loro corsa nel 2011. La nuova Spider Alfa, programmata per il 2013 su piattaforma Chrysler, potrebbe essere la prima Alfa a essere prodotta negli impianti canadesi di Chrysler, a Brampton, Ontario.
Lancia-Chrysler - L'anno prossimo sarà pronta la nuova Ypsilon. L'attuale Delta sarà prodotta fino al 2013, ma già nel 2012 ci sarà un nuovo modello prodotto da Chrysler disponibile in versione berlina cinque e quattro porte e station wagon. E ancora dal 2013 è prevista un'altra berlina di dimensioni più grandi pensata anche per gli U.S.A. e realizzata su di un'achitettura Fiat. L'anno prossimo la nuova Chrysler 300C sarà venduta in Italia con il marchio Lancia così come la Voyager. L'arrivo della Grand Voyager mette fine alla carriera della Phedra. Infine nel 2013 nascerà una crossover grande sempre su base Chrysler .
Spin-off a maggio - Dopo tante indiscrezioni è arrivata la conferma definitiva. Lo scorporo ci sarà e inizierà tra un mese. Si procederà in questo modo con la nascita di due gruppi: il primo includerà: Fiat group automobiles, Chrysler (per la percentuale di cui Fiat dispone oggi), Ferrari, Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau e FPT passenger e commercial vehicles. Il secondo gruppo sarà quello industriale, che comprende CNH, Iveco e FPT industrial and marine (motori industriali e marini).
Quella salvezza chiamata Chrysler - "Senza la Chrysler temo che dovrei ammettere che saremmo stati destinati a essere un player regionale e marginale per il resto della nostra vita". Così Sergio Marchionne ancora una volta benedice l'alleanza.
Sui sindacati - "Si è scritto di tutto sui sindacati americani, persino che si sarebbero impossessati dell'industria americana. Ho trattato con quelli della UAW per quindici mesi e non posso ripetere in questo contesto educato alcune delle frasi che ci siamo detti, per via del linguaggio usato, ma vi posso assicurare che una volta raggiunto l'accordo, non ho più avuto una singola obiezione o ritrattazione. Non pretendo di portare in Europa il modo americano di ragionare, ma l'apertura mentale, la disponibilità ad accettare sfide e cambiamenti là è impressionante. Non ci sarà alcuna "Fabbrica Italia" (il piano per rafforzare la produzione nel nostro paese) senza cambiamenti di mentalità da parte di tutti". L'obiettivo di "Fabbrica Italia" è di incrementare gradualmente i volumi di produzione di auto negli impianti italiani sino a 1.400.000 unità entro il 2014, vale a dire più del doppio di quelle prodotte nel 2009.
(Fonte: www.quattroruote.it - 20/4/2010)

martedì 20 aprile 2010

Montezemolo lascia il timone di Fiat: John Elkann nuovo presidente


Luca di Montezemolo lascia la presidenza della Fiat. L'annuncio è stato dato oggi nella conferenza stampa improvvisamente convocata dai vertici del Lingotto. Dopo sette anni, Montezemolo lascia il timone a John Elkann che ha seguito da vicepresidente la rinascita dell'azienda di Torino. Montezemolo rimarrà nel cda e manterrà la carica di presidente della Ferrari. Con l'annuncio di oggi inizierà così la seconda fase del rilancio Fiat. La fase della completa internazionalizzazione, della fusione con Chrysler. Domani Sergio Marchionne illustrerà infatti agli analisti il piano dei prodotti 2010-2014, prima conseguenza concreta dell'alleanza americana. Piano, ha assicurato Montezemolo, "estremamente ambizioso, importante e decisivo", e in grado di aprire "una pagina nuova nella storia della Fiat". John Elkann lo ha ringraziato "a nome mio e della famiglia". Mentre il presidente uscente della Fiat ha assicurato che continuerà a fare l'imprenditore: "Non scendo in politica, ho intenzione di continuare a fare il mio lavoro in Ferrari. Ho una grande avventura imprenditoriale che mi affascina molto". Montezemolo aveva assunto la carica di presidente nelle ore difficili che avevano seguito la scomparsa di Umberto Agnelli. Era stato l'uomo indicato dalla famiglia per evitare di consegnare la presidenza della Fiat all'allora ad Giuseppe Morchio. Nelle stesse ore, dopo il rifiuto dello stesso Morchio di rimanere in Fiat, Sergio Marchionne, su proposta di Gianluigi Gabetti, assumeva il ruolo di amministratore delegato. Con il nuovo vertice un'azienda che stava attraversando un momento drammatico è così riuscita a risalire la china. Montezemolo parla infatti della "fine di una fase di traghettamento", e di aver preso una decisione che lo lascia "sereno, contento e sollevato". L'uscita di Montezemolo era nell'aria fin da quando hanno cominciato a diffondersi le prime ipotesi di scorporo del settore auto dal resto del gruppo. In una Fiat senza auto lo stesso ruolo della famiglia sembra destinato a modificarsi e una figura di garanzia come quella di Montezemolo sarebbe comunque stata messa in discussione. Assumendo la carica a 33 anni, John Elkann diventa il più giovane presidente nella storia del Lingotto. Tra venti giorni Elkann sarà chiamato anche a guidare l'accomandita della famiglia Agnelli. Il titolo in Borsa ha chiuso guadagnando il 9 per cento, scambiato il 10 per cento del capitale.
(Fonte: www.repubblica.it - 20/4/2010)

lunedì 19 aprile 2010

Ecco i Marchionne-boys alla conquista dell'America


L’aveva già fatto alla Fiat e poi alla Case New Holland, la controllata americana che produce trattori e mezzi per il movimento terra. E lo sta attuando con una cura ancora più energica alla Chrysler, per dimostrare di meritare quella definizione di «nuovo principe di Detroit» che gli ha attribuito il Financial Times. Sergio Marchionne sta applicando un metodo che si basa sulla riorganizzazione della squadra e contemporaneamente sugli interventi sul prodotto, per arrivare rapidamente agli obiettivi fissati ed essere realmente competitivi. Non a caso, in un recente incontro svoltosi a New York, l’amministratore delegato del gruppo Fiat ha ribadito che, per fare in modo che un’azienda come la Chrysler possa sopravvivere a tempi duri e turbolenti, «occorre adottare un’idea di cambiamento costante e creativo». E per sottolineare l’importanza di mettere rapidamente in campo tutte le risorse disponibili Marchionne ha citato i versi di uno dei brani del suo cantante preferito, Bruce Springsteen, che in Thunder Road recita: «We got one last chance to make it real». L’ultima occasione di trasformare e risanare la Chrysler è dunque nelle mani della «band» creata da Marchionne, un gruppo di manager di primo e secondo livello molto preparati e soprattutto molto motivati, che il top manager ha fatto debuttare spesso senza prove (lo dimostra la rotazione che c’è stata dopo la presentazione del primo piano di salvataggio) e che ha finito per rodare e mettere a punto negli spostamenti tra un’«esibizione» e l’altra. Solisti, ottime spalle, voci nuove e talenti collaudati che si sono trovati probabilmente a gestire un tipo di operatività a cui nessuno (o quasi) a Torino era abituato; e che ha sicuramente proiettato il gruppo Fiat in una vera dimensione internazionale del management prima ancora di esserlo a livello competitivo sul piano industriale e commerciale. Le lentezze nell’integrazione delle culture, la necessità di armonizzare le piattaforme di lavoro, le comprensibili gelosie tra reparti di aziende diverse non solo geograficamente, lo smantellamento di rapporti privilegiati con i fornitori del posto e, non ultima, la difficoltà di dialogare con le amministrazioni locali e i sindacati sono stati problemi spesso insormontabili, quando due grandi case automobilistiche si sono unite (lo sa bene la Daimler dopo la disastrosa unione proprio con la Chrysler). Marchionne ha privilegiato, nella scelta della sua squadra, la ricerca di capacità di gestione di queste tematiche, meglio se con budget ridotti all’essenziale. Siamo lontani anni luce da quella Fiat che privilegiava e favoriva lo sviluppo solo al proprio interno, in ambito esclusivamente torinese. Agli antipodi rispetto a una situazione che vide un alto dirigente esaltare la bellezza di «sentir parlare piemontese» in una fabbrica appena costruita in India, il cui direttore non sapeva però una parola d’inglese. Collocando idealmente su una mappa del mondo le bandierine della nazionalità di donne e uomini di questa squadra, della loro formazione universitaria e post-universitaria e delle loro precedenti esperienze di lavoro, si scopre che la Fiat odierna è davvero globale. E questo aspetto è uno dei più promettenti non solo per il salvataggio della Chrysler ma anche per la crescita del gruppo nei prossimi anni.
Il vicepresidente esecutivo e chief technology officer Harald Wester, per esempio, è nato in Germania 52 anni fa e ha iniziato la sua carriera alla Volkswagen, per passare poi all’Audi (sua la gestione del progetto A2, un modello rivoluzionario) e approdare infine alla Ferrari. Wester, che è in Fiat dal 2004, si divide fra Torino e Auburn Hills come responsabile di tutta la struttura tecnica del gruppo. È anche amministratore delegato di Alfa Romeo, Maserati e Abarth. Lo si trova spesso a Belo Horizonte, nello stato brasiliano di Betim, in quanto il centro di ricerca e sviluppo della Fiat Automoveis sta assumendo un ruolo più importante nel processo di delocalizzazione della progettazione e della costruzione dei prototipi. Nel programma di collaborazione Fiat-Chrysler, Wester sta gestendo la progettazione in comune dei nuovi modelli e sta coordinando l’aggiornamento di quelli esistenti (per esempio la Fiat 500) alle norme tecniche sulla sicurezza e sulle emissioni negli Stati Uniti.
Nome tedesco ma origine brasiliana per Stefan Ketter, che è stato chiamato da Marchionne a guidare l’area manufacturing in sostituzione di Antonio Bene. Da Ketter, che alcuni quotidiani americani hanno definito il «manufacturing czar» per ciò che ha già fatto per aumentare produttività e qualità negli stabilimenti della Chrysler, dipendono dunque tutte le scelte sulla fabbricazione delle piattaforme, compresa quella di localizzare la produzione, all’interno dello stesso paese, in uno stabilimento rispetto a un altro, oppure di scegliere per i nuovi progetti una nazione rispetto a un’altra. Pure Ketter vanta un’esperienza nel gruppo Volkswagen. Dopo un primo periodo alla Bmw è stato quality and engineering director in Brasile e poi negli U.S.A. alla Volkswagen of America. Ha 51 anni e si è laureato in ingegneria meccanica a Monaco.
A fianco di Alfredo Altavilla, l’amministratore delegato della Fiat Powertrain Technologies, che è stato con Marchionne uno degli artefici dell’accordo con il governo Obama per il salvataggio della Chrysler, un altro manager proveniente dalla Fiat Powertrain si sta distinguendo in questo momento all’interno dell’alleanza Fiat-Chrysler, è Daniele Chiari, recentemente chiamato alla Fiat per ricoprire la carica di vicepresident con il compito di sovrintendere alle pianificazioni congiunte di auto e motori. Chiari sta realizzando i progetti di adeguamento delle gamme motori Chrysler alle tecnologie Fiat (compreso il MultiAir) e parallelamente sta programmando l’utilizzazione per i modelli Fiat, Alfa e Lancia dei propulsori di origine U.S.A., come i V6 della gamma Pentastar.
Il lavoro di Ketter e di Chiari coinvolge, oggi più che mai, le attività di Gianni Coda, amministratore delegato Fiat Group Purchasing, con la gravosa responsabilità degli acquisti per tutte le aziende dell’alleanza. Coda gode della fiducia di Marchionne in una posizione molto delicata, anche perché la Fiat ai fornitori ha demandato negli ultimi anni molte responsabilità nella progettazione dei sottosistemi e il mantenimento degli standard di qualità. Coda è laureato in ingegneria meccanica ed è uno dei più anziani dal punto di vista aziendale, essendo in Fiat dal 1979. Il suo compito, relativamente alla Chrysler, è migliorare il settore acquisti attraverso l’attivazione delle massime sinergie assieme alla Fiat.
Un nome relativamente nuovo nella squadra di Marchionne è quello di Silvia Vernetti, laureata nel 1988 in informatica all’Universitat Politécnica de Catalunya a Barcellona, che ha assunto la responsabilità del business development e che dovrà estendere il suo orizzonte certamente oltre il Michigan. Durante il negoziato con la task force di Barack Obama, i rappresentanti della Chrysler e i creditori, era stata proprio Silvia Vernetti, assieme all’avvocato Roberto Russo (general counsel Fiat S.p.A., membro del group executive council), a Giorgio Fossati (responsabile general affairs ed esperto di proprietà industriale) e a Massimiliano Chiara (senior manager del team di financial risk management della Pricewaterhouse Coopers), ad affrontare nell’arco di soli 30 giorni un interminabile elenco di problemi. E ora a Vernetti potrebbe toccare il compito, stimolante ma al tempo stesso molto complesso, di gestire i nuovi contratti con i partner locali, con le altre aziende che già collaborano (Tata, Ford, Suzuki) e quelle che certamente arriveranno.
Le attività internazionali dell’alleanza Fiat-Chrysler sono già una delle aree in cui è impegnato un altro degli «oriundi» della squadra di Marchionne, Cledorvino Belini, attualmente responsabile delle attività in Brasile e nel resto del Sud America. Nato in Brasile, Belini è un elemento decisivo nei programmi di sviluppo Fiat, anche in funzione delle sue notevoli capacità manageriali. In Brasile dipendono infatti da lui i 12 mila occupati Fiat dello stabilimento Fiasa di Betim, i 1.300 dell’Iveco, i 3.300 della Case New Holland, i 2.700 della Ftp, i 6.800 della Magneti Marelli, i 2.800 della Teksid e i 6.100 della Comau.
Altra voce solista nella formazione che servirà a realizzare i piani Chrysler e Fiat è quella di Laura Soave, nuovo responsabile per il Nord America del marchio Fiat. Laureata alla Detroit Mercy, l’università cattolica gesuita del Michigan, Soave proviene da importanti esperienze nell’ambito della Ford e della Volkswagen of America e avrà, già dai prossimi mesi, l’incarico di gestire il ritorno del marchio Fiat attraverso la Cinquecento (sarà scritto così e non in cifre) negli U.S.A., in Canada e in Messico. Compito non semplice, anche perché di fatto questo sarà il primo modello della gestione Marchionne che gli americani potranno acquistare.
Altro manager Chrysler sotto pressione in questo momento è Fred Diaz, capo della nuova divisione Ram che è stata dedicata ai pick-up (fra i modelli Chrysler più apprezzati negli U.S.A.) e alla futura gamma di veicoli commerciali, che saranno costruiti su base Fiat Ducato e Iveco Daily.
Compito gravoso spetta a Mauro Pino, prelevato in Sicilia e trasferito a Toledo, nello stato dell’Ohio. Pino era il responsabile dello stabilimento di Termini Imerese e, forse per una sua precedente esperienza negli U.S.A., è stato scelto per dirigere le due linee di fabbricazione Jeep. Gli incarichi di Pino includono da subito l’incremento della produttività in questi stabilimenti. Ma a lungo termine, visti i programmi per produrre le fuoristrada americane in Russia e in altri mercati dell’area Bric, Cina compresa, potrebbero comportare anche il taglio di forza lavoro.
(Fonte: www.panorama.it - 19/4/2010)

venerdì 16 aprile 2010

Warburton (Bernstein Research): Chrysler potrebbe non sopravvivere così com'è oggi


Le "lacrime, il sudore e il sangue" versati da Sergio Marchionne per il salvare dalla bancarotta il Gruppo Chrysler potrebbero non bastare. A dirlo è stato Max Warburton, analista della Bernstein Research, che, come si legge su Automotive News, ha scritto un dettagliato rapporto finanziario riservato agli investitori Fiat in cui si evince molto scetticismo sulla "politica" di Torino. Secondo l'esperto, il Gruppo americano "così com'è" potrebbe non farcela a tornare in utile come stabiliscono i piani dell'azienda. "Gli investitori hanno il diritto di sapere come sarebbe la strategia dell'amministratore delegato del Lingotto se non riuscirà a mantenere il Gruppo Chrysler così com'è", ha spiegato Warburton. "Un'adeguata strategia d'uscita ci sembra essere quella di lasciare la produzione di Chrysler, Ram e Jeep negli Stati Uniti", ma per essere sicuri di questo occorre aspettare mercoledì 21 aprile, quando a Torino Marchionne illustrerà agli investitori e alla stampa il Piano Strategico di Fiat 2010-2014. Finora Sergio Marchionne ed il suo team hanno cercato di mantenere fissi i costi nelle aree di business strategiche e questo, secondo l'analista, permetterà a Chrysler di chiudere i primi quettro mesi del 2010 in positivo. Sull'andamento durante l'altra parte dell'anno, invece, Warburton è cauto perché ci sono molte sfide da affrontare: lo sviluppo dei modelli Chrysler è attualmente congelato e rallentato dal lancio di Fiat in America; il portafoglio prodotti è limitato e c'è una sinergia "molto limitata" tra il Gruppo italiano e quello americano. Il rapporto di Warburton vede anche come "non realistico" l'obiettivo di Marchionne di raggiungere il 14% del mercato entro il 2014. Alla fine di marzo, per i primi quattro mesi dell'anno, la quota di Chrysler negli U.S.A. è stata pari al 9,2% e per il 2010 il Gruppo dovrebbe raggiungere - secondo i piani del Lingotto - l'11,2%. Target ambiziosi, per lo specialista, considerando anche l'andamento del mercato dell'auto nuova negli U.S.A., ancora in ripresa.
(Fonte: www.autonews.com - 16/4/2010)

giovedì 15 aprile 2010

Accordo Chrysler-NASA sulle tecnologie avanzate


Tre anni di alleanza per condividere tecnologie avanzate in diverse aree di interesse comune. E' l'accordo siglato fra Chrysler Group e NASA, che consentirà ai due soggetti di attingere alle esplorazioni spaziali e alle tecnologie automotive attuali e a quelle emergenti. Dopodiché le conoscenze condivise verranno utilizzate per le rispettive attività. Si andrà dall'ingegneria dei materiali, alla robotica, ai sistemi radar, alle batterie ed altri mezzi di conservazione dell'energia. Il tutto con team di progettazione assegnati a tecnologie diverse, ciascuno dei quali comprende un tecnico esperto di Chrysler Group e di NASA. Chrysler Group ha una lunga tradizione di collaborazione con la NASA per promuovere l'impegno americano nello spazio. Nel 1961 la casa americana produsse i razzi Redstone per il Mercury Project che portò il primo americano nello spazio. E portano la firma di Chrysler anche i booster che spinsero le prime due navicelle spaziali Apollo nell'orbita terrestre, compresa la prima missione umana nel 1968.
(Fonte: www.nasa.gov - 13/4/2010)

mercoledì 14 aprile 2010

Indiscrezioni sul piano strategico Fiat


Mancano solo sette giorni alla presentazione del piano strategico quinquennale della nuova Fiat. Il 21 aprile, al Lingotto, Sergio Marchionne illustrerà le sue strategie per riuscire a raggiungere l'ambizioso obiettivo di produrre, insieme al Gruppo Chrysler, fra i 5,5 e i 6 milioni di veicoli nel 2014. Nel 2009, Fiat Group ne ha venduti 2,3, Chrysler 1,3. Via via che la data fatidica si avvicina si moltiplicano le indiscrezioni. "Automotive News" ha provato a mettere insieme quel che si sa fino a oggi.
Obiettivo mondo - Un'espansione di questa portata non può certo passare solo per l'Europa e gli U.S.A. . Negli ultimi tempi, Marchionne ha stretto alleanze in tutto il mondo: oltre che con Chrysler, con Sollers in Russia, Guangzhou in Cina e Zastava in Serbia. Inoltre il Gruppo Fiat punta a incrementare ulteriormente la sua quota di mercato in Brasile - dal 2009 primo mercato per il Lingotto - e pensa anche a un'utilitaria low cost per l'India.
La 500ona - Per quanto riguarda i modelli, sono in arrivo novità succose anche per l'Italia, quasi tutte frutto dell'allenza con Chrysler. Innanzitutto arriverà la cosiddetta "500ona", vale a dire una piccola monovolume con le sembianze della 500: nella versione a cinque posti sostituirà l'Idea e in quella a sette prenderà il posto della Multipla. Quella a cinque posti sarà probabilmente venduta anche in America, con il marchio Fiat.
Gamma Alfa - Per l'Alfa Romeo Marchionne ha in serbo un piano di rilancio piuttosto ampio, che dovrebbe portare alla costituzione di una gamma quasi completa la cui componente medio-alta sarà basata sui modelli Chrysler. Infatti, ad eccezione di una crossover compatta, che dovrebbe nascere su base Giulietta, le altre Alfa - l'erede della 159, sia in versione berlina sia station wagon, una crossover grande, nonché la sostituta della 169 - nasceranno in cooperazione con Chrysler in America e da lì saranno importate in Europa e in altri mercati.
Piccole Lancia, grandi Chrysler - Cambiamenti, invece, sui piani Lancia. Stando ad "Automotive News", il 21 aprile Olivier François, responsabile di Lancia e Chrysler, annuncerà una nuova distrubuzione dei due marchi sui vari mercati. Sembrava che il logo Lancia dovesse sopravvivere praticamente soltanto in Italia, mentre nel resto dell'Europa sui modelli congiunti Lancia-Chrysler lo scudetto italiano avrebbe lasciato il passo allo stemma alato americano. Invece, pare che ora il badge Lancia apparirà ovunque sui modelli più piccoli - Ypsilon, Musa, Delta - mentre quello Chrysler sarà riservato alle vetture derivate dalla Sebring e dalla grande 300C, nonché alla monovolume Voyager. L'Italia e il Regno Unito costituiranno le eccezioni alla regola: da noi saranno tutte Lancia, Oltremanica tutte Chrysler.
MultiAir diesel - All'assemblea del 21 aprile, il Gruppo Fiat farà anche un altro annuncio, probabilmente il più importante a livello tecnico da parte di un'azienda che ha scritto diverse pagine della storia dei motori diesel: la tecnologia MultiAir sarà applicata anche ai motori a gasolio. Grazie al sistema di attuazione elettroidraulica delle valvole, Fiat dovrebbe riuscire ad abbassare le emissioni di NOx e dunque a raggiungere l'omologazione Euro 6 senza fare ricorso ad additivi, come fanno alcune Case tedesche, per esempio la Mercedes con il BlueTec.
(Fonte: www.autonews.com - 14/4/2010)

martedì 13 aprile 2010

Marchionne: la prossima fusione riguarderà una Casa francese. Prove tecniche di un matrimonio Fiat-PSA?


In un’intervista rilasciata ad Automotive News, Sergio Marchionne ha detto che “la prossima fusione riguarderà probabilmente una Casa francese. Hanno già provato con Mitsubishi e, ora, cercheranno un altro partner”. Ovviamente, l’amministratore delegato di Fiat si riferiva al Gruppo PSA Peugeot Citroen che, nei mesi scorsi, aveva avviato trattative con Mitsubishi, poi incomprensibilmente naufragate. Le parole di Marchionne sono state interpretate come un personale interessamento alla questione per un’ipotetica alleanza tra Fiat e PSA che, come disse lo stesso capo del Lingotto qualche tempo fa, sarebbe un matrimonio perfetto anche per la lunga collaborazione tra i due costruttori nel campo dei veicoli commerciali. Infatti, Marchionne ha ribadito la necessità di produrre almeno 5 milioni di veicoli all’anno per poter ancora competere nel mercato automobilistico mondiale. Un’alleanza tra Fiat, Chrysler e PSA porterebbe alla creazione di un mega Gruppo da oltre 6 milioni di veicoli annui. Infatti, nel 2009 Fiat ha venduto 2 milioni di veicoli, Chrysler ne ha prodotti 1,3 milioni, mentre PSA ha immatricolato circa 3,2 milioni di veicoli tra Peugeot e Citroen. Resterebbe comunque da chiarire il ruolo di BMW, con cui il Gruppo transalpino ha in essere rapporti di collaborazione per i motori. Ma l’allenza tra Renault e Mercedes siglata nei giorni scorsi, accelererà i tempi nella ricerca di un nuovo partner commerciale per PSA.
(Fonte: www.autonews.com - 13/4/2010)

lunedì 12 aprile 2010

Marchionne: Fiat al 35% di Chrysler entro due anni


"Entro i prossimi 24 mesi" Fiat raggiungerà gli obiettivi che si è fissata per poter salire al 35% di Chrysler. Così l'a.d. del Lingotto, Sergio Marchionne, in occasione della presentazione della nuova Alfa Romeo Giulietta al Quirinale e a Palazzo Chigi, insieme al presidente Luca Cordero di Montezemolo, al vicepresidente John Elkann e all'a.d. di Alfa Romeo, Harald Jakob Wester. La nuova vettura sarà commercializzata in Italia a partire dal mese di maggio e progressivamente in tutti i mercati europei. Il manager fa quindi una piccola panoramica sullo scenario internazionale dell'auto. L'accordo siglato tra il gruppo Daimler AG e Renault viene definito come "un passo nella direzione giusta" del consolidamento. "Se poi i dettagli dell'accordo sono tali da avere quel tipo di alleanze che veramente produce quei risultati sia strategici sia operativi, è da vedersi - precisa -. Sono coinvolte due personalità molto forti, ma un'alleanza internazionale tra francesi e tedeschi non è tanto facile". Alla domanda su nuove ipotesi di fusione, Marchionne si limita a ribattere che in movimento c'è "forse un altro gruppo francese. Ci ha già provato con Mitsubishi, ci proverà con qualcun altro". Tornando all'Italia, Marchionne "spera" che la Giulietta, l'ultima nata in casa Alfa Romeo, non sarà l'ultima produzione italiana del marchio del Biscione.
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 12/4/2010)

venerdì 9 aprile 2010

Marchionne su spin-off dell'auto, Renault-Nissan-Daimler e Alfa Romeo


L'Alfa Romeo è l'asso che Fiat ha per le mani, mentre sull'ipotesi di spin-off dell'auto l'AD del Lingotto, Sergio Marchionne, ha ribadito di attendere il 21 di aprile, quando sarà presentato il piano industriale pluriennale del gruppo. Parlando a margine del forum organizzato da Confidustria a Parma, il numero uno di Fiat si è così espresso: "Spin-off dell'auto? Aspettiamo il 21 aprile e vediamo". Riguardo all'accordo industriale siglato fra Daimler e Renault-Nissan, Marchionne sottolinea che "è l'inizio del processo di consolidamento delle attività. Ci sono delle cose che aiuteranno sia l'una che l'altra società. Questa è la prima di parecchie mosse. L'abbiamo fatto noi con la Chrysler l'anno scorso, lo stanno facendo loro e ce ne saranno altre. La cosa importante è che Fiat si sia mossa prima e l'abbia fatto in una maniera intelligente per posizionarsi". Il manager non appare sorpreso dalla partnership, "ce l'aspettavamo che sarebbero venuti a fare concorrenza sulle piccole: la Renault e la Nissan sono già presenti sul mercato". Nessun timore per il futuro delle auto Alfa Romeo. "Non credo, ma con Alfa lasciateci tempo. L'Alfa è l'asso che abbiamo per le mani, cerchiamo di giocarcelo bene".
(Fonte: http://it.reuters.com - 9/4/2010)

giovedì 8 aprile 2010

Quando Parigi e Stoccarda si ispirano a Torino


Passano solo pochi minuti dalla stretta di mano tra Dieter Zetsche e Carlos Ghosn, ovvero il baffuto cowboy di Germania (per i suoi trascorsi in sella a Chrysler) e il Napoleone dell’auto, e i blog americani si scatenano in una gara sulla battuta più velenosa da dedicare all’accordo franco-nippo-tedesco. Memori delle nozze finite male tra Daimler e l’americana Chrysler, casa automobilistica affidata ora alle cure italiane, i blogger U.S.A. mettono in guardia Ghosn e, di riflesso, Renault e Nissan: «Goodbye Renault-Nissan», sottolinea ironicamente un sito, mentre un altro sottolinea che «Daimler è capace soltanto di succhiare agli altri ciò di cui non dispone». E ancora: «Daimler riuscirà a uccidere Renault e Nissan nel tempo necessario a dire: “Siete morti”». Toccherà al cowboy Zetsche, che continua a sostenere di aver lasciato un pezzo di cuore ad Auburn Hills, dimostrare il contrario. E lo stesso dovrà fare Sergio Marchionne, o più amichevolmente Sergioou, come tutto lo chiamano negli U.S.A., dal capo del sindacato a quello dei concessionari (ma non i suoi manager italiani che lavorano nel Michigan), che si è preso in carico il rilancio di Chrysler e il suo sviluppo in sinergia con Fiat. Fatto sta che a differenza di Marchionne, il cosiddetto uomo solo al comando, Zetsche e Ghosn sono due galli nello stesso pollaio. Riusciranno ad andare d’accordo? Se finirà come tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sulla politica economica europea, i blogger americani si faranno sicuramente due risate. Le scommesse sono aperte. E pensare che Dieter e Sergio avrebbero potuto brindare con del buon vino piemontese se, due anni fa, fosse andato in porto l’accordo tra Mercedes-Benz e Fiat che avrebbe portato a Cassino la produzione delle nuove Classe A e B della casa con la Stella. Intesa sfumata dopo una serie di blitz tedeschi nella fabbrica italiana non perché insoddisfatti della qualità del lavoro, anzi. «A scoraggiare i vertici di Stoccarda - ricorda una fonte - il timore di andare incontro a costi maggiori a causa delle prevedibili interferenze dei sindacati. A questo bisogna aggiungere le perplessità suscitate in Germania di affidare a una linea di montaggio italiana la produzione di due loro modelli», dimenticando probabilmente gli incidenti di percorso a cui Mercedes-Benz è andata incontro tempo fa. «Parliamoci chiaro - ha detto ieri Ghosn a Bruxelles - le nostre aziende, per sopravvivere, devono essere presenti ovunque sul mercato, dalla low cost in India all’auto di lusso in Europa. Ma da sole non ce la fanno». E l’unico modo per mantenersi vive sul mercato, spiega, è andare verso la condivisione di tecnologia per consolidare la produzione. Frase già sentita, il copyright è italiano.
(Fonte: www.ilgiornale.it - 8/4/2010)

mercoledì 7 aprile 2010

Gli analisti: l'accordo Renault-Nissan-Daimler avrà un impatto limitato su Fiat-Chrysler


Renault, Nissan e Daimler hanno annunciato l'accordo che prevede uno scambio azionario e una cooperazione strategica nel settore motori e sviluppo veicoli. "Dal punto di vista del prodotto avremo una Smart e una Twingo un po' più efficenti dal punto di vista dei costi", dice un analista di una primaria banca italiana. "Non credo che questo cambi molto lo scenario competitivo, soprattutto in Italia, che rimane il primo mercato di Fiat in Europa". Secondo un altro, sarebbe stato "positivo se un'intesa di questo tipo l'avesse fatta Fiat. Ma non è successo. La conseguenza dell'accordo sarà che avremo una Mercedes più forte sui segmenti tradizionali di Fiat". "Il gruppo italiano ha già un partner forte nell'alto di gamma che è Chrysler", aggiunge. "Non penso che una mossa del genere potrebbe generare una risposta di Fiat sul fronte accordi o integrazioni. La priorità del gruppo di Torino oggi è quella di risollevare il partner U.S.A.", dice il primo analista. L'ipotesi con PSA "rimane, nonostante Fiat oggi sia occupata con Chrysler. Ma se ci fosse un'integrazione tra i due gruppi saremmo di fronte a un accordo di portata decisamente maggiore rispetto all'operazione annunciata in questi giorni. Si tratterebbe di un'intesa in grado di cambiare lo scenario del mercato europeo, un po' come sarebbe stato con Opel".
(Fonte: http://it.reuters.com - 7/4/2010)

martedì 6 aprile 2010

Manley (Jeep) conferma: le Jeep verranno costruite anche in Russia


Oramai manca solo l'annuncio ufficiale. Le Jeep, auto tra le più rappresentative del panorama automobilistico americano, verranno costruite anche in Russia dalla Sollers. È quanto riferisce Automotive News citando una "chiacchierata" con il numero uno della Casa, Michael Manley, avvenuta al Salone dell'auto di New York. La notizia non è del tutto nuova e nei piani del gruppo Fiat-Chrysler c'è l'intenzione di costruire in Russia circa 150.000 Jeep l'anno su un totale di 500.000 vetture che la Sollers “metterà insieme” per conto della Fiat. Inizialmente l'alleanza prevede solo l'assemblaggio, già a partire da quest'anno, della Patriot, della Liberty, della Wrangler e della Grand Cherokee, ma in futuro le Suv e le fuoristrada della Jeep verranno interamente costruite in terra russa. Ad Automotive News un portavoce della Fiat ha confermato che, in futuro, i modelli del gruppo italo-americano costruiti in Russia dovrebbero essere nove e non solo del marchio Jeep. Alla base delle scelte della Fiat, l'idea che le Jeep potrebbero piacere particolarmente alla nuova classe emergente che in Russia ha fatto fortuna negli ultimi anni e che ama particolarmente i Suv non solo perché sono un forte status symbol, ma anche perché si adattano bene alle malconce strade dell'Europa dell'Est. L'espansione della Jeep in Russia fa parte del piano della Chrysler di raddoppiare le vendite in tutto il mondo da 400.000 a 800.000 vetture entro il 2014.
(Fonte: www.autonews.com - 5/4/2010)

lunedì 5 aprile 2010

Continua l' "Effetto-Marchionne" nel mondo dell'auto: accordo in vista tra Renault-Nissan e Daimler


Renault-Nissan e Daimler annunceranno mercoledì 7 aprile un nuovo accordo di collaborazione che potrebbe prevedere non solo la condivisione di tecnologia e piattaforme, ma persino uno scambio azionario che coinvolgerebbe tutte e tre le case. Lo annuncia l’agenzia Reuters citando fonti interne alla Renault. Al momento Renault possiede il 44,3% di Nissan mentre quest’ultima possiede il 15% della casa francese che, di fatto, controlla il gruppo franco-nipponico il cui patrimonio più interessante per Daimler sarebbe costituito dalla piattaforma B Global con i relativi motori. Una definizione che abbraccia dalla Clio alla Juke, dai nuovi 3 cilindri 1.2 della Micra fino all’1,6 litri turbo ad iniezione diretta da 190 CV. Secondo la Reuters il presidente dell’Alleanza Renault-Nissan, Carlos Ghosn, ha già convocato per domani un incontro straordinario del top management nel corso del quale deliberare gli ultimi dettagli sulla struttura e l’entità della collaborazione da un punto di vista industriale e azionario. Il giorno successivo dovrebbe seguire l’annuncio congiunto con il gruppo tedesco guidato da Dieter Zetsche. Secondo le stesse fonti citate dall’agenzia, l’iniziale scambio azionario avrà un’entità inferiore a quella che lega Renault a Nissan e viceversa. Se così davvero fosse, assisteremmo alla nascita di un grande gruppo nippo-europeo in grado di competere – e in alcuni casi di dominare – nei cinque continenti in tutti i segmenti di mercato avendo a disposizione tutte le tecnologie per affrontare il futuro della mobilità. Resta da vedere quale sarà il tipo di conduzione e chi avrà la leadership della nuova alleanza. Per sapere come andrà a finire o, meglio, ad iniziare, occorrerà aspettare solo due giorni.
(Fonte: www.omniauto.it - 5/4/2010)

venerdì 2 aprile 2010

Fiat conferma: la nuova Panda nascerà a Pomigliano


Giù il velo: ora è ufficiale. La prossima Panda verrà prodotta nello stabilimento di Pomigliano d'Arco. "Nell'ambito del previsto programma di investimenti del Gruppo per complessivi 8 miliardi - spiegano alla Fiat - sarà realizzato un radicale intervento di ristrutturazione dello stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d'Arco per predisporre gli impianti alla produzione della futura Panda, di cui è prevista l'uscita sul mercato nel secondo semestre del 2011". "Con un investimento di circa 700 milioni di euro - concluduno alla Fiat - lo stabilimento disporrà delle più moderne soluzioni tecnologiche e dovrà raggiungere risultati di eccellenza diventando un World Class Plant. I nuovi impianti, all'avanguardia per innovazione tecnica, avranno una impostazione che consente una alta flessibilità e quindi una naturale predisposizione alla produzione di futuri modelli. Questo allungherà nel tempo il ciclo di vita tecnologica degli impianti . Elevata sarà l'attenzione dedicata all'organizzazione della produzione, secondo i principi del World Class Manufacturing e del World Class Logistics, per poter sfruttare al massimo le potenzialità dello stabilimento".
(Fonte: www.repubblica.it - 1/4/2010)

giovedì 1 aprile 2010

Pesce d'aprile 2010: Fiat Cinquecento Rubicon


Perde la denominazione in cifre e guadagna il nome di una famosa Jeep Wrangler. E' la Fiat Cinquecento Rubicon, concept presentata questo pomeriggio nel corso di un incontro a margine del Salone di New York. 1 Aprile 2010 L'unica immagine disponibile mostra le curiose forme della prima Fiat 500 che sbarca negli USA, pronta a coniugare la voglia americana di una rude offroad con l'impellente necessità di sfruttare il downsizing dell'alleanza strategica Fiat-Chrysler. Con qualcosa di Jeep e molto di Fiat 500, la Cinquecento Rubicon sfrutta l'eclettico pianale della Fiat Panda (4x4) per assumere le vesti di un'inedita fuoristrada estrema da "passaggi difficili". Il massiccio fascione paracolpi anteriore e posteriore, la griglia a feritoie verticali e persino la configurazione "open air" della zona posteriore fanno di questa Cinquecento Rubicon un'autentica piccola Jeep Wrangler, di origini italiane e di ambizioni internazionali. Per la micro-fuoristrada italo- americana è già facile prevedere un roseo futuro fra gli appassionati d'oltreoceano di guida su terreni sterrati e sabbiosi. Nonostante l'aspetto da vettura rustica ed "ecologicamente scorretta", la nuova Fiat Cinquecento Rubicon vanta già al debutto due motori dell'ultima generazione di casa Fiat, vale a dire il 1.4 Multiair Turbo da 170 CV (quello dell'Alfa Giulietta) e il 2.0 Multijet 16v, con 135 CV e filtro DPF della Fiat Sedici. Gli interni seguono lo spirito e il design della 500 nostrana, ma i materiali e le finiture sono state adattate all'uso estremo di questo tipo di veicoli, compreso l'utilizzo di fibre hi-tech altamente resistenti e lavabili con facilità. Anche il sistema di analisi dei dati di guida e di consumo viene declinato nella nuova tipologia "eco:Drive fool 4x4", in grado di registrare e valutare a posteriori le prestazioni nella guida in fuoristrada. Ancora incerti i tempi di produzione, sebbene nelle intenzioni della Casa ci sia l'intenzione di commercializzarla entro i prossimi due anni.
(Fonte: www.omniauto.it - 1/4/2010)