Le prime parole di Marchionne al termine del colloquio con il premier Monti, a cui ha partecipato anche il presidente John Elkann, sono state incoraggianti: un incontro "perfetto", ha infatti esclamato l'amministratore delegato della Fiat. Resta l'incognita su cosa effettivamente si siano detti i tre, in un giorno, tra l'altro, in cui tutti gli stabilimenti Fiat erano chiusi, tra cassa integrazione (Melfi e Mirafiori) e sciopero delle bisarche (Pomigliano, Cassino e Sevel). A chi gli ha chiesto di rilasciare un commento, Monti ha risposto con un secco e determinato "no".
Gli argomenti - Molti comunque gli argomenti sul tavolo, come si è potuto intuire sin dai giorni scorsi: dall'impegno in termini di impianti e investimenti della Fiat in Italia, soprattutto dopo le voci di spostamenti con le relative smentite, fino alle novità nella trattativa con le parti sociali sul mercato del lavoro, con in testa i problemi dell'articolo 18. Marchionne, preceduto dalla scorta su una Maserati Quattroporte, ha fatto il suo ingresso a Palazzo Chigi al volante della nuova Panda che sta ottenendo lusinghieri risultati in termini di vendite su tutti i mercati, entrando nella top ten delle dieci vetture più richieste (quasi 16mila vetture nel solo mese di febbraio). Una scelta che non ha lasciato indifferenti i sindacati, che hanno commentato con entusiasmo – come Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm Campania – l'iniziativa dell'amministratore della Fiat.
L'audizione del ministro Fornero al Senato - Non più tardi di giovedì il ministro Fornero, in un'audizione in Senato, spiegava che "il Governo ha avuto dalla Fiat rassicurazioni sul mantenimento dell'attuale piano di investimenti e sulla permanenza in Italia". "In ogni caso non spetta al Governo dire alle imprese cosa devono o non devono fare. Non spetta al Governo aiutare le imprese a tirare avanti magari galleggiando", ha precisato Fornero. Il leader della Cgil, Susanna Camusso, non ha mancato di far sentire la sua voce: "Chiediamo al governo che la Fiat investa in Italia, che faccia dei modelli per essere concorrenziale sul mercato europeo, non consideri l'Italia la ruota di scorta delle produzioni degli altri Paesi". Questo anche alla luce dei dati non confortanti sulle immatricolazioni Fiat in Europa, che si sono ridotte del 16,5% a febbraio.
I precedenti - Non è la prima volta che i vertici della Fiat incontrano il Governo: l'ultimo appuntamento di questo tipo risale a 13 mesi fa, con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Un altro alla vigilia del Natale del 2009, quando Marchionne - subito dopo l'acquisizione di parte della Chrysler - presentò un piano per i due anni successivi con la proposta di portare la Panda a Pomigliano. Un anno fa si è parlato invece di Fabbrica Italia, che avrebbe fatto salire la produzione in Italia a 1,25 milioni di vetture con un incremento delle esportazioni. Piani sconvolti dalla crisi: nel 2011 dagli impianti italiani sono uscite circa 500mila vetture, con una tendenza verso il basso dovuta a una serie di fattori negativi concomitanti tra cui hanno giocato un ruolo non secondario la fine degli incentivi, la sovrapproduzione europea e lo sbarco in massa dei coreani. E lo sciopero delle bisarche sta facendo il resto.
Gli argomenti - Molti comunque gli argomenti sul tavolo, come si è potuto intuire sin dai giorni scorsi: dall'impegno in termini di impianti e investimenti della Fiat in Italia, soprattutto dopo le voci di spostamenti con le relative smentite, fino alle novità nella trattativa con le parti sociali sul mercato del lavoro, con in testa i problemi dell'articolo 18. Marchionne, preceduto dalla scorta su una Maserati Quattroporte, ha fatto il suo ingresso a Palazzo Chigi al volante della nuova Panda che sta ottenendo lusinghieri risultati in termini di vendite su tutti i mercati, entrando nella top ten delle dieci vetture più richieste (quasi 16mila vetture nel solo mese di febbraio). Una scelta che non ha lasciato indifferenti i sindacati, che hanno commentato con entusiasmo – come Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm Campania – l'iniziativa dell'amministratore della Fiat.
L'audizione del ministro Fornero al Senato - Non più tardi di giovedì il ministro Fornero, in un'audizione in Senato, spiegava che "il Governo ha avuto dalla Fiat rassicurazioni sul mantenimento dell'attuale piano di investimenti e sulla permanenza in Italia". "In ogni caso non spetta al Governo dire alle imprese cosa devono o non devono fare. Non spetta al Governo aiutare le imprese a tirare avanti magari galleggiando", ha precisato Fornero. Il leader della Cgil, Susanna Camusso, non ha mancato di far sentire la sua voce: "Chiediamo al governo che la Fiat investa in Italia, che faccia dei modelli per essere concorrenziale sul mercato europeo, non consideri l'Italia la ruota di scorta delle produzioni degli altri Paesi". Questo anche alla luce dei dati non confortanti sulle immatricolazioni Fiat in Europa, che si sono ridotte del 16,5% a febbraio.
I precedenti - Non è la prima volta che i vertici della Fiat incontrano il Governo: l'ultimo appuntamento di questo tipo risale a 13 mesi fa, con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Un altro alla vigilia del Natale del 2009, quando Marchionne - subito dopo l'acquisizione di parte della Chrysler - presentò un piano per i due anni successivi con la proposta di portare la Panda a Pomigliano. Un anno fa si è parlato invece di Fabbrica Italia, che avrebbe fatto salire la produzione in Italia a 1,25 milioni di vetture con un incremento delle esportazioni. Piani sconvolti dalla crisi: nel 2011 dagli impianti italiani sono uscite circa 500mila vetture, con una tendenza verso il basso dovuta a una serie di fattori negativi concomitanti tra cui hanno giocato un ruolo non secondario la fine degli incentivi, la sovrapproduzione europea e lo sbarco in massa dei coreani. E lo sciopero delle bisarche sta facendo il resto.
(Fonte: www.quattroruote.it - 16/3/2012)
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