Charlie Sheen è il bad boy di Hollywood per eccellenza: erede di una famiglia di attori (ricorderete il padre Martin in Apocalypse now di Coppola), gran connoisseur di droghe varie, amante dell'alcol e orgoglioso cliente di signorine dalla dubbia moralità e dalle indubbie forme, è riuscito a farsi cacciare dalla più popolare sitcom americana ("One and a half man") per la sua patologica tendenza a piantar grane e per la "way of life" non propriamente monastica. Il testimonial pubblicitario più improbabile, si direbbe. Eppure la Fiat l'ha scelto come protagonista di uno spot americano per la 500 Abarth che è l'apotetosi del "politically uncorrect". L'auto sgomma per la villona, affollata di procaci ragazze, fa i "doughnut", sprinta fino a fermarsi fra stridii di gomme. E la prima cosa che si vede scendere dall'auto è la caviglia di Sheen, cinta dal braccialetto elettronico che negli States è affibbiato a molti condannati agli arresti domiciliari (gli "house arrest" a cui fa riferimento l'attore). Roba forte, insomma, forse troppo. Infatti c'è un retroscena: il commercial, mostrato per la prima volta a una riunione di concessionari Fiat degli U.S.A., sarebbe dovuto andare in onda il mese scorso durante il Super Bowl di football, ma poi qualcuno a Detroit ha ritenuto che fosse troppo provocatorio per un evento così nazional-popolare e ha preferito usare un altro spot, quello con la modella Catrinel Menghia adorata da un nerd. La stessa Menghia, peraltro, che nello spot contestato accoglie Charlie Sheen sceso dalla 500...
(Fonte: www.quattroruote.it - 2/3/2012)
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