sabato 31 marzo 2012

Fiat Viaggio: ecco la Dodge Dart "Made in China" (anche per l'Europa?)


Sbarcherà in Cina fra meno di un mese e si chiamerà Fiat Viaggio. È una berlina costruita sulla piattaforma della Dodge Dart, da cui deriveranno altri due modelli per l'Europa. Verrà prodotta con il partner Guangzhou Automobile Group e la sua architettura è totalmente italiana (la C-Wide, la stessa della Giulietta). Nel nome scelto c'è la «missione» della vettura: sarà questa quella del vero «viaggio» del Made in Italy automobilistico in Cina e nel continente asiatico (dove Torino è già presente con il lusso di Ferrari e Maserati). Accantonate le strategie di alleanze e fusioni, Fiat-Chrysler è concentrata sui progetti concreti. Il Lingotto, con Auburn Hills, ha raggiunto la taglia necessaria per poter giocare un ruolo attivo nel consolidamento del settore. E mentre procedono i piani per la Russia - confermata la costruzione di un impianto per la produzione di 120 mila Suv vicino a San Pietroburgo, investimento da 1,1 miliardi di dollari in alleanza con Sberbank - affronta il mercato cinese, il primo nel mondo, producendo sul posto questa berlina a tre volumi in un sito che ha la capacità di 350 mila veicoli l'anno. La Cina «in proprio» è un altro tassello (come la Russia) dell'integrazione Fiat-Chrysler. Integrazione che continua a provocare tensioni e polemiche in Italia, ma continua in parallelo a essere celebrata negli U.S.A. . Nuova puntata domenica, in un lungo servizio dedicato al gruppo e a Sergio Marchionne da 60 minutes. Ai microfoni della trasmissione della Cbs, registrata tra Torino e Detroit, l'amministratore delegato il cui look è definito «più da regista che da manager dell'industria dell'auto, della quale è invece una star», ripercorre i tre anni del salvataggio riuscito, dice Marchionne, «grazie all'impegno dei lavoratori: la strada è stata lunga, ma ora la paura dai volti delle persone è scomparsa». E riconosce Steve Rattner, lo «zar» della task force voluta da Barack Obama per il bailout delle case U.S.A.: «Senza Marchionne Chrysler sarebbe stata probabilmente liquidata». Anche in Italia l'alleanza marcia. La cassa integrazione straordinaria chiesta per Mirafiori segna, come già fu per Pomigliano, l'avvio del processo di ristrutturazione della fabbrica. Un investimento di un miliardo di euro per produrre dal 2013, sulla piattaforma small, piccoli Suv a marchio Fiat e Jeep destinati a sostituire la Fiat Sedici e lanciare il brand americano nel segmento dei Suv compatti. Il problema di tutti i costruttori rimane l'Europa. Marchionne, da presidente di turno dell'ACEA, l'associazione continentale, ha suonato l'allarme convinto che non ci siano altre soluzioni se non ristrutturare profondamente le fabbriche. Il settore affronta una sovracapacità produttiva del 20-30%: la vera ragione per cui nessun generalista guadagna nel Vecchio continente. L'esperienza U.S.A. ha invece dimostrato che, riducendo la capacità degli stabilimenti, le industrie sono tornate a produrre profitti e occupazione.
(Fonte: http://motori.corriere.it - 28/3/2012)

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