venerdì 17 dicembre 2010
Nominato il cda di Fiat Industrial: arrivano Bombassei, Liberatore, Milone, Padoa-Schioppa, Perissinotto e Zhao
Conto alla rovescia per il debutto di Fiat Industrial. Oggi c’è la stipula dell’atto di scissione, i cui effetti giuridici decorreranno dal primo gennaio, il 3 gennaio la data prevista per l’inizio delle negoziazioni in Borsa del titolo. Nel frattempo, Fiat ha nominato il cda della nuova società (che include Iveco, Cnh e una parte di Powertrain): un board caratterizzato da sei consiglieri indipendenti e una forte internazionalizzazione, che diverrà operativo con effetto dalla data di efficacia della scissione ed avrà scadenza in concomitanza dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio d’esercizio 2011. Il presidente del nuovo consiglio è Sergio Marchionne, l’ad di Fiat-Chrysler. Al suo fianco siedono John Elkann, il presidente di Fiat Group, e Gianni Coda, ad e direttore generale di Fiat Group Purchasing con la responsabilità degli acquisti di tutto il Gruppo Fiat. Quindi gli indipendenti (secondo i requisiti previsti dal Codice di Autodisciplina delle società quotate) Alberto Bombassei, Robert Liberatore, Libero Milone, Tommaso Padoa-Schioppa, Giovanni Perissinotto e John Zhao. Quest’ultimo, cinese, è il vicepresidente della Legend Holding, che controlla Lenovo, il colosso informatico che ha acquisito la divisione Personal Computer di Ibm. Zhao (un master in Business administration della Kellogg School of Management presso la Northwestern University, e un doppio master in Fisica e Ingegneria elettronica della Northern Illinois University) è anche fondatore e ceo di Hony Capital, una delle prime società di private equity cinese. In precedenza, ha operato come venture capitalist nella Silicon Valley e ha ricoperto le cariche di presidente e ceo di diverse società dell’It-tech. Alberto Bombassei è presidente e ad di Brembo ed è consigliere di Italcementi, Atlantia, Pirelli & C., Cioccolella, Nuovo Trasporto Viaggiatori. È inoltre vicepresidente di Confindustria, con delega per le relazioni industriali, affari sociali e previdenza. In passato è stato presidente di Federmeccanica, del Gruppo Anfia Componenti e vicepresidente dell’Ancma. Tommaso Padoa-Schioppa, economista, bocconiano (più master al Mit di Boston) è stato ministro dell’Economia nel governo Prodi II. In precedenza è stato direttore generale per l’Economia e la Finanza dell’Unione Europea, vicedirettore generale di Bankitalia, presidente della Consob. E ancora, dopo l’incarico ministeriale, è stato presidente del Comitato monetario e finanziario internazionale dell’Fmi, membro del comitato esecutivo della Bce. Oggi è advisor per le questioni economiche del premier greco George Papandreou, oltre che presidente del Notre Europe (l’istituto di studi europei fondato da Jacques Delors). Giovanni Perissinotto è amministratore delegato del Gruppo Generali, presidente del Consiglio di sorveglianza di Generali Investments, membro del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, amministratore di diverse società del Gruppo Generali (fra cui Banca Generali, di cui è presidente) e non appartenenti al Gruppo quali Pirelli & C. Libero Milone, una carriera in Deloitte&Touche (è stato presidente di Deloitte Italia), è presidente della società di risorse umane Jobnet. È inoltre presidente onorario di Protiviti (Italia), il gruppo multinazionale che si occupa di consulenza direzionale e presidente dell’organismo di vigilanza della Weather Investments, nonché membro dell’Audit Committee del World Food Program. Infine Robert Liberatore. Ha lavorato dieci anni al Congresso degli Stati Uniti, in Chrysler (è anche stato consulente della casa di Detroit nei primi mesi 2010 per gli affari Istituzionali). È membro dell’ente pubblico americano Gmf (German Marshall Fund); amministratore del National Democratic Institute e dell’Atlantic Council, del Federal City Council, nonché presidente del cda di Faith and Politics Institute. Intanto, sempre ieri, la questione del contratto Fiat e dell’eventuale uscita della newco per Mirafiori da Confindustria è stata al centro del direttivo dell’associazione degli industriali, che oggi, con la consulta dei presidenti, dovrebbe dare una risposta «di sistema». Diversi imprenditori avrebbero espresso «preoccupazione» e, sostenendo la linea tenuta dal presidente Emma Marcegaglia, chiederebbero al Lingotto di «scoprire le carte». Sul punto Marcegaglia potrebbe incontrare di nuovo Marchionne martedì prossimo.
(Fonte: www.lastampa.it - 16/12/2012)
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