Sergio Marchionne punta a Wall Street. La quotazione di Fiat Chrysler Automobiles ci sarà, è stato detto più volte: il problema resta quando. Il numero uno della società automobilistica nata dopo che Fiat è salita al 100% di Chrysler Group si sbilancia sulla tempistica: "La data che internamente abbiamo in mente è il primo ottobre", ha detto da Sterling Heights, stabilimento di assemblaggio che doveva chiudere nel 2010 e dove ora sono invece state assunte 800 persone. Ma Marchionne non ha fretta. "Non stiamo correndo contro il tempo, se l'Ipo slitterà di 30, 60 o 90 giorni non sarà un problema", ha detto. La quotazione a New York darà a FCA maggiore accesso al mercato di capitali americano, fondamentale in un momento in cui la società si avvia a presentare un nuovo piano industriale (atteso a maggio) e a ridefinire la strategia della società, quasi cinque anni dopo che Chrysler è uscita dall'amministrazione controllata, anche con l'aiuto di Fiat. Che non ci fosse urgenza di quotarsi a Wall Street Marchionne lo aveva detto anche al Salone dell'Auto di Detroit, a gennaio. "La data del primo ottobre è un sogno, mi dicono che c'è ancora molto da fare, ma se non sarà il primo ottobre sarà il primo novembre o il primo dicembre", aveva spiegato il numero uno di FCA. Nel frattempo, Marchionne punta a rafforzare Chrysler negli Stati Uniti. Venerdì l'amministratore delegato ha annunciato l'assunzione di 800 persone nello stabilimento di assemblaggio di Sterling Heights, in Michigan, che nel 2010 aveva rischiato la chiusura dopo l'uscita della società dall'amministrazione controllata a giugno 2009. I nuovi posti di lavoro serviranno a potenziare la produzione del modello 2015 della Chrysler 200 (in totale i dipendenti saranno quasi 2.800, più del doppio rispetto al 2009). "Rivitalizzare lo stabilimento di Sterling Heights è un chiaro segno di quanto è arrivata lontano Chrysler, grzie al coraggio e alla resistenza delle nostre persone", ha detto Marchionne, durante un evento allo stabilimento, a cui hanno partecipato anche Bob King, presidente del maggiore sindacato del settore auto United Auto Workers, i vertici dello stabilimento e i dipendenti.
(Fonte: http://america24.com - 15/3/2014)
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