Una visita-lampo. Inattesa. Poco dopo le 9.30 di ieri, l’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, è atterrato con l’elicottero aziendale nello stabilimento Sata di San Nicola di Melfi, dove gli operai stanno svolgendo la formazione in vista della produzione della nuova Jeep Renegade. Nessuno in Basilicata era al corrente della visita del manager, che nel giro di un paio d’ore ha visionato gli impianti, incontrato i dirigenti dello stabilimento ed anche gli operai. «La visita lampo è nel suo stile - commenta la segreteria regionale della Fismic-: quello stile che a noi piace. Melfi si sta preparando ad una grande sfida che si giocherà soprattutto sull’efficienza e sulla la qualità dei nuovi prodotti. Da metà luglio partirà la produzione della Jeep ed a seguire in autunno della 500X, un mercato nuovo per Fiat tutto da conquistare e sul quale il gruppo ha puntato per il rilancio degli stabilimenti italiani ed in particolare del nostro territorio industriale. Riteniamo che la sua presenza - dice ancora la Fismic - stia a significare la grande attenzione del gruppo in questo fase di rilancio». Marchionne ha visitato lo stabilimento salutando i lavoratori e soffermandosi nell’area dedicata alla Jeep, senza tralasciare un passaggio sulle linee della Grande Punto. «L’ad di Fiat - dice Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uilm - ha potuto verificare l’operatività dei lavoratori dello stabilimento e ha capito che di noi lucani si può fidare. L’obiettivo comune è quello di rilanciare la fabbrica e il marchio». Il segretario della Fiom-Cgil lucana, Emanuele De Nicola mette pepe sul tema: «Quello che ci preme è la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali rispetto anche alle dichiarazioni fatte a Ginevra, secondo le quali la Jeep sarà prodotta anche in Brasile e in Cina. È necessario un tavolo con parti e istituzioni per dare le vere certezza su Melfi. Bisogna pensare a un terzo modello che tra qualche mese vada a sostituire la Grande Punto, altrimenti c'è il rischio che le produzioni non bastino per Melfi. Si dovrebbero poi fare verifiche sul taglio delle pause e sul peggioramento delle condizioni di lavoro. E poi - aggiunge - c'è la formazione, che deve essere fatta da tutti, per evitare che qualcuno prima o poi venga tagliato fuori». «La visita di Marchionne a Melfi è un fatto significativo ma è anche normale che un amministratore delegato visiti le sue fabbriche», interviene il segretario reggente della Fim-Cisl Basilicata, Leonardo Burmo. « A Melfi - prosegue - si sta facendo un buon lavoro per accogliere le nuove produzioni e con l’avvio della formazione si entra nella fase operativa in vista della messa in produzione della Jeep a metà luglio». Sulle preoccupazioni espresse da alcune sigle sindacali per un rischio esuberi Burmo è tassativo: «Noi stiamo ai fatti e i fatti ci dicono che c'è un progetto industriale serio che è nelle condizioni di saturare la capacità produttiva della Sata». «Quanto avvenuto oggi a Melfi, è senza ombra di dubbio un evento che assume un grande valore a conferma degli investimenti che hanno rivoluzionato il sito produttivo della Sata». È quanto fanno sapere il segretario generale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi ed il segretario regionale lucano dell’Ugl metalmeccanici, Giuseppe Giordano secondo i quali, «la Basilicata deve comprendere che si è aperta una nuova pagina che consentirà alla fabbrica di ripartire».
(Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it - 8/3/2014)
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