Il Salone di Ginevra ha nuovamente ospitato il tradizionale incontro tra Sergio Marchionne, numero uno del Gruppo FCA, e i giornalisti. Ecco cos'ha risposto il manager italo-canadese alle domande dei cronisti.
Avete presentato la Jeep Renegade a Melfi, previsioni produttive? Saturerà la fabbrica con la 500X?
I due modelli riempiranno lo stabilimento, sono modelli complessi rispetto alla Punto, quindi richiedono un impegno molto più ampio e stiamo già producendo da mesi. L'inizio ufficiale è per il 14 luglio.
Sono uscite indiscrezioni sull'accordo con la Mazda: non farete più l'Alfa Spider?
L'accordo con Mazda è per produrre un veicolo simile al loro, ma il brand sarà deciso a suo tempo, quindi nessuno ha detto che era per forza Alfa Romeo: può darsi di si o di no, lo diremo quando siamo pronti. Il progetto va avanti a livello industriale. Il lancio previsto per fine 2015.
Cosa sarà del debito Chrysler nel 2015?
Abbiamo la possibilità di distribuire fino al 50% di utile netto, grazie a questo abbiamo chiuso anche l'acquisto della quota Veba, quindi la capacità di distribuire dividendi da Chrysler a Fiat c'è. La cosa più importante è che si possono sfruttare le risorse del Gruppo: la Jeep viene prodotta in una fabbrica Fiat, per esempio, ma lo sviluppo sarà pagato da Chrysler e non da Fiat. Queste relazioni di co-sviluppo sono essenziali per la crescita del gruppo; la cassa della Chrysler è solo un asset, ci sono anche le risorse di Fiat da utilizzare. Jeep potrà costruire nella fabbrica Fiat in Brasile e in Cina, tutte cose che pagherà Chrysler ed è tutto normale all'interno degli accordi con chi ha finanziato gli americani. Non c'è urgenza di chiamare il debito, lo faremo in base alle condizioni di mercato.
Il mercato europeo, la guerra dei prezzi, la leggera ripresa: pareri?
C'è un leggero miglioramento e si è stabilizzato ma non è cambiato niente di fondamentale, sono aumentati i volumi nei primi due mesi, ma sappiamo che non è una crescita organica su tutti i mercati nazionali e non riguarda in massima parte i privati. Per questo la crisi c'è ancora, ma almeno non sta peggiorando.
Il Centro Ricerche Fiat lavora sull'elettrico?
Non ne voglio parlare, disastro finanziario e basta, proseguiremo con i motori tradizionali, è solo una roba d'immagine per ora.
Qualche anno fa lei aveva detto che la ripresa del mercato italiano sarebbe partita nel 2016. Gli scenari sono migliorati per voi, la previsione è ancora valida?
Il problema in Italia è la mancanza di capacità di consumare del cliente privato. Gli italiani non hanno benessere finanziario, noi possiamo contribuire facendo ripartire la macchina industriale ma producendo modelli destinati al mondo, non solo nel nostro mercato. Se non ragioniamo così noi non potremmo mai contribuire alla ripresa del Paese, la cosa importante è tenere la testa bassa e andare avanti, senza pensare al 2015 o al 2016. Di sicuro non quest'anno.
In che modo la crisi in Crimea potrebbe incidere sui piani in Russia?
Potrebbe impattare nel senso che se persiste potremmo non fare qualcosa di importante in Russia nei prossimi 12 mesi. Non ho risposte né un progetto pronto oggi, abbiamo ancora alternative da valutare.
I concorrenti parlano del plug-in, cosa ne pensa?
Metà del 2016 ce l'avremo negli Stati Uniti.
Con le nuove piattaforme condivise si faranno modelli di nicchia che fanno guadagnare, lei è d'accordo?
Sarebbe una idea brillante se uno riuscisse a contenere i costi di sviluppo, ma per noi è un costo enorme. Il mass-market è ancora basato su volumi, non sono convinto che quell'approccio sia vincente. Magari tra 10 anni, ma per ora non ci conterei molto, se non in ambito Premium.
Quando inizierete a guadagnare con Renegade e 500X?
Dal primo giorno! Dal 14 luglio, alla consegna del primo esemplare. L'affare è immediato, sono modelli importantissimi per tutto il mondo. La 500X andrà anche in U.S.A. insieme alla Renegade, ci aspettiamo molto da questi modelli anche come guadagno.
Problemi in Sud America, i target sono raggiungibili?
Ci aspettiamo che il Brasile mantenga almeno il livello di redditività nel 2013, il mercato non è in perfette condizioni anche a causa del cambio della valuta. La strategia del nuovo stabilimento è stata pensata bene nel 2009 e sarà essenziale quando partirà la produzione a inizio 2015 con la Jeep Renegade. E' impossibile importare in Europa causa dogane, dobbiamo utilizzare tutte le fabbriche del gruppo per ottenere i migliori risultati. Nel 2016 produrremo anche in Cina allo stesso modo la Jeep. In Brasile abbiamo il più grande stabilimento di auto del mondo (Betim), la differenza di redditività è tale che anche se l'anno cala ci va sempre meglio rispetto alla concorrenza, è una sicurezza che ci garantisce. Lo sviluppo della fascia alta del mercato è iniziato anni fa e ora il mercato ci dà ragione. Nel 2017, primo anno di piena produzione di Pernabuco, torneremo a profitti in doppia cifra.
Fiat è generalista, modelli freschi Panda e 500, estenderete la gamma?
Ne riparleremo a maggio a Detroit con il piano industriale Fiat, Olivier per ora non può parlare.
Belle Suv, belle crossover, è una moda che proseguirà?
Con i marchi giusti sì. La complessità di gestione dei nostri marchi sarà spiegata a maggio, dobbiamo essere bravi a non confondere i marchi rispetto ai mercati. Il lavoro fatto su Maserati, la nuova strategia dell'Alfa, sono cose che non dipendono dal mercato di massa. 500X e Jeep Renegade condividono l'architettura, ma hanno capacità molto diverse per scelte tecniche precise e per mantenere disciplina e identità, è essenziale conservare queste cose per non inquinare il Dna dei brand. Jeep è l'esempio lampante.
Come giudicate il cambio di governo, quali benefici per FCA?
Non voglio parlare della opportunità del cambio, siamo filo-governativi in maniera assoluta. Se possiamo appoggiamo chiunque sia al governo, il Paese deve riacquisire credibilità internazionale e stabilità.
FCA debutta a Ginevra, è soddisfatto?
Sono molto più che soddisfatto, quello che ha visto sugli stand, considerando quando sono arrivato nel 2004, è impressionante. Oggi ci rendiamo conto che FCA riesce a occupare tutti gli spazi per essere rispettato a livello globale. Ne è esempio il successo mondiale di Maserati, sono segnali fondamentali. È rimasto il tassello di presentare di nuovo un'Alfa Romeo degna della sua storia, stiamo lavorando silenziosamente e ne parleremo in una maniera visibile nel 2015. Elkann: sono orgoglioso di vedere FCA per la prima volta a un Salone, poter appartenere al Gruppo mi rende fiero, abbiamo un enorme potenziale.
Tre anni fa si parlava di integrare Chrysler e Lancia. Ci saranno modelli Chrysler in Europa?
La risposta è si, ma ne parleremo a maggio. Per ora non posso dirle altro.
Che cosa ne pensa dell'accordo PSA-Dongfeng in relazione all'Europa?
Nel breve termine non cambierà nulla in Europa, l'accordo serve a dare stabilità finanziaria a PSA, gli auguro tutto il bene possibile. C'è una sovracapacità produttiva in Europa, il problema resta.
Avete presentato la Jeep Renegade a Melfi, previsioni produttive? Saturerà la fabbrica con la 500X?
I due modelli riempiranno lo stabilimento, sono modelli complessi rispetto alla Punto, quindi richiedono un impegno molto più ampio e stiamo già producendo da mesi. L'inizio ufficiale è per il 14 luglio.
Sono uscite indiscrezioni sull'accordo con la Mazda: non farete più l'Alfa Spider?
L'accordo con Mazda è per produrre un veicolo simile al loro, ma il brand sarà deciso a suo tempo, quindi nessuno ha detto che era per forza Alfa Romeo: può darsi di si o di no, lo diremo quando siamo pronti. Il progetto va avanti a livello industriale. Il lancio previsto per fine 2015.
Cosa sarà del debito Chrysler nel 2015?
Abbiamo la possibilità di distribuire fino al 50% di utile netto, grazie a questo abbiamo chiuso anche l'acquisto della quota Veba, quindi la capacità di distribuire dividendi da Chrysler a Fiat c'è. La cosa più importante è che si possono sfruttare le risorse del Gruppo: la Jeep viene prodotta in una fabbrica Fiat, per esempio, ma lo sviluppo sarà pagato da Chrysler e non da Fiat. Queste relazioni di co-sviluppo sono essenziali per la crescita del gruppo; la cassa della Chrysler è solo un asset, ci sono anche le risorse di Fiat da utilizzare. Jeep potrà costruire nella fabbrica Fiat in Brasile e in Cina, tutte cose che pagherà Chrysler ed è tutto normale all'interno degli accordi con chi ha finanziato gli americani. Non c'è urgenza di chiamare il debito, lo faremo in base alle condizioni di mercato.
Il mercato europeo, la guerra dei prezzi, la leggera ripresa: pareri?
C'è un leggero miglioramento e si è stabilizzato ma non è cambiato niente di fondamentale, sono aumentati i volumi nei primi due mesi, ma sappiamo che non è una crescita organica su tutti i mercati nazionali e non riguarda in massima parte i privati. Per questo la crisi c'è ancora, ma almeno non sta peggiorando.
Il Centro Ricerche Fiat lavora sull'elettrico?
Non ne voglio parlare, disastro finanziario e basta, proseguiremo con i motori tradizionali, è solo una roba d'immagine per ora.
Qualche anno fa lei aveva detto che la ripresa del mercato italiano sarebbe partita nel 2016. Gli scenari sono migliorati per voi, la previsione è ancora valida?
Il problema in Italia è la mancanza di capacità di consumare del cliente privato. Gli italiani non hanno benessere finanziario, noi possiamo contribuire facendo ripartire la macchina industriale ma producendo modelli destinati al mondo, non solo nel nostro mercato. Se non ragioniamo così noi non potremmo mai contribuire alla ripresa del Paese, la cosa importante è tenere la testa bassa e andare avanti, senza pensare al 2015 o al 2016. Di sicuro non quest'anno.
In che modo la crisi in Crimea potrebbe incidere sui piani in Russia?
Potrebbe impattare nel senso che se persiste potremmo non fare qualcosa di importante in Russia nei prossimi 12 mesi. Non ho risposte né un progetto pronto oggi, abbiamo ancora alternative da valutare.
I concorrenti parlano del plug-in, cosa ne pensa?
Metà del 2016 ce l'avremo negli Stati Uniti.
Con le nuove piattaforme condivise si faranno modelli di nicchia che fanno guadagnare, lei è d'accordo?
Sarebbe una idea brillante se uno riuscisse a contenere i costi di sviluppo, ma per noi è un costo enorme. Il mass-market è ancora basato su volumi, non sono convinto che quell'approccio sia vincente. Magari tra 10 anni, ma per ora non ci conterei molto, se non in ambito Premium.
Quando inizierete a guadagnare con Renegade e 500X?
Dal primo giorno! Dal 14 luglio, alla consegna del primo esemplare. L'affare è immediato, sono modelli importantissimi per tutto il mondo. La 500X andrà anche in U.S.A. insieme alla Renegade, ci aspettiamo molto da questi modelli anche come guadagno.
Problemi in Sud America, i target sono raggiungibili?
Ci aspettiamo che il Brasile mantenga almeno il livello di redditività nel 2013, il mercato non è in perfette condizioni anche a causa del cambio della valuta. La strategia del nuovo stabilimento è stata pensata bene nel 2009 e sarà essenziale quando partirà la produzione a inizio 2015 con la Jeep Renegade. E' impossibile importare in Europa causa dogane, dobbiamo utilizzare tutte le fabbriche del gruppo per ottenere i migliori risultati. Nel 2016 produrremo anche in Cina allo stesso modo la Jeep. In Brasile abbiamo il più grande stabilimento di auto del mondo (Betim), la differenza di redditività è tale che anche se l'anno cala ci va sempre meglio rispetto alla concorrenza, è una sicurezza che ci garantisce. Lo sviluppo della fascia alta del mercato è iniziato anni fa e ora il mercato ci dà ragione. Nel 2017, primo anno di piena produzione di Pernabuco, torneremo a profitti in doppia cifra.
Fiat è generalista, modelli freschi Panda e 500, estenderete la gamma?
Ne riparleremo a maggio a Detroit con il piano industriale Fiat, Olivier per ora non può parlare.
Belle Suv, belle crossover, è una moda che proseguirà?
Con i marchi giusti sì. La complessità di gestione dei nostri marchi sarà spiegata a maggio, dobbiamo essere bravi a non confondere i marchi rispetto ai mercati. Il lavoro fatto su Maserati, la nuova strategia dell'Alfa, sono cose che non dipendono dal mercato di massa. 500X e Jeep Renegade condividono l'architettura, ma hanno capacità molto diverse per scelte tecniche precise e per mantenere disciplina e identità, è essenziale conservare queste cose per non inquinare il Dna dei brand. Jeep è l'esempio lampante.
Come giudicate il cambio di governo, quali benefici per FCA?
Non voglio parlare della opportunità del cambio, siamo filo-governativi in maniera assoluta. Se possiamo appoggiamo chiunque sia al governo, il Paese deve riacquisire credibilità internazionale e stabilità.
FCA debutta a Ginevra, è soddisfatto?
Sono molto più che soddisfatto, quello che ha visto sugli stand, considerando quando sono arrivato nel 2004, è impressionante. Oggi ci rendiamo conto che FCA riesce a occupare tutti gli spazi per essere rispettato a livello globale. Ne è esempio il successo mondiale di Maserati, sono segnali fondamentali. È rimasto il tassello di presentare di nuovo un'Alfa Romeo degna della sua storia, stiamo lavorando silenziosamente e ne parleremo in una maniera visibile nel 2015. Elkann: sono orgoglioso di vedere FCA per la prima volta a un Salone, poter appartenere al Gruppo mi rende fiero, abbiamo un enorme potenziale.
Tre anni fa si parlava di integrare Chrysler e Lancia. Ci saranno modelli Chrysler in Europa?
La risposta è si, ma ne parleremo a maggio. Per ora non posso dirle altro.
Che cosa ne pensa dell'accordo PSA-Dongfeng in relazione all'Europa?
Nel breve termine non cambierà nulla in Europa, l'accordo serve a dare stabilità finanziaria a PSA, gli auguro tutto il bene possibile. C'è una sovracapacità produttiva in Europa, il problema resta.
(Fonte: www.quattroruote.it - 4/3/2014)
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