martedì 11 febbraio 2014

FCA da record negli U.S.A.: 3 marchi fra i 5 che crescono di più


L’evento è piccolo ma significativo. Uno di quegli avvenimenti “numerici” che non capitano mai, ma quando capitano ti fanno capire di botto come cambia il mondo. Ma bando alle ciance e veniamo alla notizia: a gennaio fra i primi cinque marchi automobilistici che hanno registrato il maggior aumento delle vendite ce ne sono ben tre italiani o legati all’industria italiana attraverso Fiat Chrysler Automobiles. Il bello è che non stiamo parlando del mercato italiano (117.802 vetture vendute a gennaio) ma di quello americano (1.011.187). La classifica americana parla da sola. Maserati è al primo posto con una impennata delle vendite del 230% rispetto al gennaio 2013. Jeep è terza con una crescita del 38% e Fiat è quinta con un +29%. A suo modo, senza esagerare nel trionfalismo perché le cifre assolute sono relativamente piccole, si tratta di un bel battesimo del fuoco per il neonato gruppo FCA. Il cui dominio fra i “best sellers” U.S.A. del mese è inframmezzato dall’ottimo risultato della Lincoln (marchio premium di Ford) con un notevole +43% e dal +31% della prestigiosa Jaguar (società britannica controllata da alcuni anni dagli indiani di Tata). Va sottolineato che i numeri in gioco sono relativamente piccoli. Maserati cresce a tre cifre percentuali, è vero, ma a gennaio ha venduto “solo” 567 pezzi. L’impennata si spiega con le modestissime 167 vetture del Tridente distribuite a gennaio 2013, quando non erano ancora disponibili le nuove Quattroporte e Ghibli assemblate in quel di Grugliasco. Anche i numeri Fiat sono poca cosa rispetto alle dimensioni del mercato U.S.A.: circa 2.493 “500”, 10 in meno rispetto al gennaio 2013, e 700 “500L”. Queste vetture, italiane come passaporto ma costruite in Serbia, fanno la differenza e consentono al Lingotto di agguantare la quinta posizione fra i marchi più brillanti sul mercato U.S.A. . Diverso invece il discorso sulla Jeep che offre numeri di tutto rispetto. Il marchio icona dell’auto “Made in U.S.A.” ha piazzato ben 41.910 pezzi nel gennaio 2014 contro i 30.318 dello stesso mese di un anno fa. Merito soprattutto della nuova Cherokee (che a marzo sarà presentata a Ginevra nella versione europea) che per il terzo mese consecutivo ha superato quota 10.000 nelle vendite. Il boom Jeep è figlio anche di un effetto statistico: a gennaio 2013 furono vendute solo 2.000 Liberty, modello rimpiazzato dalla Cherokee. Jeep, infine, è stata trainata anche dalla spinta che sembra inarrestabile di Grand Cherokee (12.207 pezzi venduti) e Wrangler (9.553). Cifre che devono aver messo d’ottimo umore Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA, che recentemente a Detroit ha detto di voler anticipare al 2014 l’obiettivo di un milione di vendite mondiali per il marchio Jeep finora fissato per il 2015. L’anno scorso Jeep, pur crescendo, si è fermata a quota 732.000 vetture vendute contro le 701.000 del 2012. Ma l’anno scorso Jeep non ha potuto contare su Cherokee, se non da novembre, e non ha potuto contabilizzare neanche la nuova mini Jeep “Made in Italy” che dall’ormai imminente estate sarà fabbricata in Italia, nello stabilimento lucano di Melfi. Fonti sindacali indicano un obiettivo di produzione 2014 fissato fra le 30 e le 50 mila vetture. Le somme globali di Jeep si tireranno fra un anno ma per ora Marchionne – e anche chi ha a cuore il futuro dell’industria italiana – può già godersi la strepitosa classifica del mercato americano. Un risultato impensabile fino a poco tempo fa.
(Fonte: http://motori.ilmessaggero.it - 5/2/2014)

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