E' stata appena premiata a Parigi come la più bella auto europea nata nel 2013. Ma per l'Alfa Romeo 4C, la due posti da 60.000 mila Euro ultimo gioiello dell'ingegneria italiana del gruppo Fiat-Chrysler, ora arriva un'altra buona notizia: la produzione 2014 sarà aumentata e, dal 2015, se la domanda resterà alta, potrebbe superare quota 5.000 pezzi annui veleggiando verso il raddoppio rispetto alle prime stime. Se i nuovi obiettivi di produzione sono ancora ufficiosi, sono certi invece gli effetti positivi sull'occupazione del successo della 4C. A Modena, nello stabilimento Maserati dove l'ultima Alfa viene assemblata assieme ai coupé del Tridente, nelle prossime settimane saranno aggiunti oltre 100 nuovi posti di lavoro ai 600 attuali. Posti al momento destinati ad altrettanti cassaintegrati del gruppo Fiat richiamati dalle fabbriche di Mirafiori, Cassino e Melfi per periodi individuali di sei mesi. E' la prima volta nella storia della mitica fabbrica emiliana che viene istituito un secondo turno. Come previsto da un accordo firmato con i sindacati modenesi, la turnazione riguarderà solo gli addetti al modello Alfa anche se la riorganizzazione della fabbrica emiliana comporterà un leggero aumento della cadenza di produzione delle Maserati che passeranno da 18 a 19 pezzi al giorno. La produzione della 4C, invece, dovrebbe aumentare a una ventina di vetture giornaliere, un centinaio o poco più a settimana. I numeri precisi restano riservati per due ragioni. La prima è tecnica: la nuova organizzazione del lavoro prevede un orario di sette ore e mezzo per turno (alle quali si aggiungerà la mezz'ora di pausa mensa) mentre oggi il turno unico Maserati è di 8 ore, dunque si prevede una fase di assestamento. La seconda ragione è più complessa: Fiat-Chrysler ha esplicitamente sottolineato ai sindacati di voler mantenere un profilo di estrema prudenza sulla 4C. «Il marchio Alfa Romeo è poi in una fase molto delicata e vogliono capire se l'ottima risposta del mercato mondiale durerà - spiega William Manfredini della Uilm di Modena - L'impiego di manodopera non locale per ora va bene anche perché diamo una mano a lavoratori in cassaintegrazione. Fra qualche mese rifaremo il punto sperando che questi nuovi posti di lavoro ancora “provvisori” diventino stabili». A leggere in filigrana la prudenza dei dirigenti dello stabilimento Maserati di Modena si intravedono questioni complesse. Non è ancora stata scelta ufficialmente, ad esempio, la rete commerciale che distribuirà la 4C in America. In passato, si era parlato di affidarne le vendite alla settantina di concessionari U.S.A. della Maserati che ormai raccolgono fino a 1.500 ordini al mese per le berline Ghibli e Quattroporte. Ma anche i 210 concessionari americani di Fiat, o almeno i più brillanti fra loro, vorrebbero fregiarsi del marchio Alfa Romeo e di una coupé che già fa sognare gli americani facoltosi appassionati di guida sportiva. La questione è rimasta in sospeso in attesa che tagliasse il traguardo l'acquisto del 100% di Chrysler da parte di Fiat. E il marketing Alfa è rimasto privo di indicazioni precise per completare il dossier dello sbarco della 4C in America nel quadro del ritorno delle berline Alfa Romeo sul mercato statunitense, previsto per il 2015-2016 ma in data ancora imprecisata. Finora, stando ai "vecchi" documenti ufficiali, a regime le 4C dovevano essere distribuite così: 1.500 pezzi annui a Europa, Golfo Arabico e Africa, 1.200 al Nordamerica e 800 al resto del mondo. Ma ora è possibile che gli equilibri distributivi cambino anche perché è stato superato l'ostacolo tecnico che finora impediva di ipotizzare una maggiore produzione: la disponibilità limitata delle scocche in carbonio. Com'è noto la 4C pesa pochissimo (meno di 850 chili) anche perché il suo telaio è interamente in fibra di carbonio. Un materiale avanzatissimo ma “difficile” da assemblare. L'Alfa ha potuto istituire il secondo turno della 4C perché il costruttore delle scocche, il gruppo Adler che le fabbrica ad Airola, un piccolo centro in provincia di Benevento, è riuscita ad industrializzare un processo di lavoro che fino a qualche mese fa era artigianale e fatto esclusivamente a mano. «E' vero - conferma Paolo Scudieri, titolare della Adler - Meno di un anno fa abbiamo aperto la fabbrica con 150 dipendenti . Dopo la fase di rodaggio riuscivamo a produrre solo 7 scocche al giorno. Poi, anche grazie ai fondi della Regione Campania e alla collaborazione degli inglesi della AmberComposite, abbiamo trovato il sistema per aumentare la produzione venendo incontro alla forte domanda registrata per la 4C. Stiamo assumendo altre 80 persone, anch'esse in gran parte cassaintegrati campani del gruppo Fiat». Ma le 80 nuove assunzioni di Airola sono provvisorie o a tempo indeterminato? «Sono posti fissi - risponde Scudieri - Anche perché se già oggi forniamo componenti in fibra anche a Ferrari e Maserati penso che in futuro aumenteremo il livello di collaborazione con il marchio Alfa. Ma non posso dire di più». Chiaro il riferimento alla produzione in Italia dei prossimi modelli dell'Alfa Romeo che Sergio Marchionne, l'amministratore delegato della neonata Fiat Chrysler Automobiles, dovrebbe annunciare a maggio. Un progetto al quale la Adler, un gruppo sconosciuto al grande pubblico ma che può contare su ben 58 stabilimenti in tutto il mondo, sta già lavorando. Chiaro il segnale per gli alfisti: il “dopo 4C” è già iniziato.
(Fonte: http://motori.ilmessaggero.it - 9/2/2014)
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