lunedì 10 febbraio 2014

Marchionne: «In U.S.A. ristrutturazione OK, salvaguarderemo l'integrità dei marchi»


Archiviata la 48esima edizione del Super Bowl, in cui ha mandato in onda tre spot, il gruppo Fiat Chrysler Automobiles si prepara a voltare pagina. La pubblicità dedicata alla nuova Chrysler 200 con protagonista la rock star Bob Dylan chiude infatti un cerchio iniziato con lo spot che nel 2011 aveva visto protagonista il rapper Eminem. Allora, ha spiegato il numero uno del gruppo automobilistico Sergio Marchionne ai microfoni della stazione radio WJR, il messaggio era il riflesso del processo di ricostruzione che era appena iniziato, quando l'America e il settore auto stavano tentando di risollevarsi dalla peggiore crisi dalla Grande Depressione degli anni '30. Lo spot di ieri è «la celebrazione del fatto che quella ricostruzione è completata» e «del lavoro fatto da uomini e donne in tutti i gruppi auto di Detroit, non sono il nostro». Dicendosi «incredibilmente orgoglioso di quanto abbiamo raggiunto», dei «chilometri di passi avanti fatti», il manager italo canadese ha dichiarato che ora «dobbiamo voltare pagina». L'obiettivo per il gruppo nato dalla fusione tra Fiat e la controllata Chrysler è «affrontare la sfida globale con cui tutti facciamo i conti» consapevoli del fatto che «la competizione è sempre più dura». E così il tema raccontato dal video con protagonista Eminem - il cui claim era «Imported from Detroit», importato da Detroit - giunge a «una conclusione naturale» con lo spot «America import» con Dylan. «Abbiamo spiegato in termini chiari che il settore auto americano è tornato» in salute. «Ora ci possiamo muovere in un mondo diverso, con un differente insieme di opportunità» all'orizzonte e forti dei risultati compiuti, ha continuato Marchionne, pronto a «sfruttare a livello internazionale quanto fatto per portare quanto di meglio possiamo fare in giro per il mondo». Consapevole del bagaglio che Fiat e Chrysler portano con sè nel diventare un unico gruppo - Fiat Chrysler Automobiles (FCA) - il numero uno Sergio Marchionne torna a ribadire che «le radici storiche», «le persone e i marchi che i due gruppi rappresentano» non devono essere intaccate. Dagli stessi microfoni, quelli della stazione radio WJR, da cui al Salone dell'auto di Detroit, in Michigan, aveva ricordato «il fenomenale bagaglio di esperienze» che Fiat, 115 anni, e Chrysler, 90 anni, portano con sè, il manager italo-canadese ha spiegato che la vera sfida «è mantenere Chrysler tanto americana quanto lo è sempre stata». Il rischio, anzi «la cosa peggiore che potremmo fare», è «diluire quell'eredità statunitense». Così come i marchi americani di FCA verranno preservati, così verrà fatto per quelli italiani, ha promesso Marchionne. Ricordando lo spot da 90 con protagonista la Maserati Ghibli andato in onda ieri durante il Super Bowl, Marchionne ha precisato che «il marchio Maserati è italiano quanto la pizza, è impossibile prelevare il carattere d'italianità di quel brand. Non lo vogliamo fare». Anche se FCA assume una portata sempre più internazionale, «dobbiamo ricordare chi siamo», ha continuato il manager dicendo che «non possiamo diluire la natura dei marchi» del gruppo. Essi «portano con sè una quantità fenomenale di storia, conoscenza ed esperienza e una natura peculiare dei veicoli stessi». Marchionne vuole essere certo che «ogni auto che produciamo sia fedele alla sua eredità». In questo contesto, il manager ha dichiarato che il Grand Cherokee e il Wrangler «continueranno ad essere costruiti esclusivamente negli Stati Uniti. Credo che essi rappresentino il meglio che di ciò che il marchio Jeep e la manifattura americana possano offrire». «Per noi è stato un mese fenomenale». Con queste parole l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, ha commentato i dati di vendita di gennaio del gruppo di Detroit, che ha messo a segno un +8% (migliore gennaio dal 2008) contro le stime degli analisti ferme a un +5,4%. Per il manager italo-canadese, le immatricolazioni di Chrysler sono state «migliori di quanto avessimo originariamente previsto». Marchionne è stato intervistato da Paul W. Smith nel corso di una trasmissione di WJR, stazione radio di Detroit, Michigan.
(Fonte: http://motori.ilmessaggero.it - 5/2/2014)

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