domenica 7 luglio 2013

Così l'Italia rischia la demotorizzazione


Chi l'avrebbe mai detto: gli italiani comprano più biciclette che automobili. La notizia ha dell'incredibile ma è tutta vera. Sarà che la crisi ha impoverito i portafogli e fatto schizzare alle stelle il costo del carburante, sarà che i progetti di cicloturismo impazzano da mesi sul web e nelle strade delle città, ma fatto sta che per la prima volta nella storia recente del nostro Paese il parco auto circolante si contrae e le vendite di biciclette superano quelle di auto. Una ricerca condotta a livello europeo dalla società di consulenza d'azienda globale AlixPartners, solo il 16% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni è ormai realmente interessato all'acquisto di un'auto e, parallelamente, si diffondono modalità di trasporto alternative, più "eco-friendly ed economiche". In questa caduta libera, però, non siamo soli. Negli ultimi 12 anni (dal 2000 al 2012) i principali Paesi europei, ad eccezione della Germania (+16%), hanno registrato una drammatica riduzione nella produzione di vetture: Francia (-37%), Spagna (-34%), Gran Bretagna (-13%), Italia (-62%) e Belgio (-50%). Secondo lo studio, in Italia si stanno registrando segnali di una incipiente demotorizzazione, ovvero una contrazione del parco auto circolanti, con impatti negativi evidenti su tutta la filiera. Nel 2012 per la prima volta il saldo tra nuove immatricolazioni e radiazioni è stato negativo (-38.000 veicoli), mentre nei precedenti anni era sempre stato positivo: nel 2011 + 345.000, nel 2010 +304.000 e addirittura nel 2006 +564.000. Nonostante ciò, nel nostro Paese la concentrazione di vetture per abitante resta tra le più alte d'Europa, 608 ogni mille abitanti contro una media europea di 497. L'analisi evidenzia anche, come alla base di questa inversione di tendenza, ci siano principalmente tre fattori percepiti in tutta Europa. In primis quello economico; i crescenti costi per la gestione dell'auto, l'aumento della pressione fiscale e la limitata capacità di spesa delle famiglie determinata dal duro impatto della recessione hanno determinato un crollo delle vendite e un atteggiamento meno positivo verso il possesso del bene automobile e più propenso al rinvio della sostituzione della propria vecchia auto. In particolare, i costi annui per il mantenimento delle quattro ruote sono cresciuti mediamente in tutta Europa del 4,5% (da 3.278 a 3.425 euro), così come quelli del carburante (+16%). Contestualmente altre scelte connesse alla tutela e alla sensibilità ambientale hanno portato ad aumentare le aree a traffico limitato con conseguente boom delle vendite di biciclette, crescita delle piste ciclabili e sviluppo di forme di mobilità alternativa come car pooling e car sharing. Nel giro di pochi anni, le vendite di velocipedi hanno superato quelle di auto (nel 2012 1,6 milioni contro 1,4), sebbene il nostro Paese mantenga una delle percentuali più basse di concentrazione per abitante di due ruote non a motore: 440 ogni mille abitanti, contro 1.010 dei Paesi Bassi e 900 della Germania, anche se meglio di Francia (370) e Gran Bretagna (290). In Italia solo il 5% delle persone considera la bici il proprio principale mezzo di trasporto. I dati attestano tuttavia che le famiglie italiane stanno riducendo l'utilizzo dell'auto, dalle 5,1 volte in media a settimana del 2010 alle 4,4 del 2012, privilegiando altre modalità di trasporto più economiche ed "eco-friendly".
(Fonte: www.repubblica.it - 27/6/2013)

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