lunedì 3 dicembre 2012

Marchionne-Veba: il dossier entra nel vivo


Sergio Marchionne può (quasi) chiudere il dossier del riassetto di Fiat Industrial, dopo il sì del comitato di amministratori Cnh al rilancio FI, anche se è difficile che l'operazione possa andare in porto entro la fine dell'anno, come era l'obiettivo iniziale. Il manager potrà comunque concentrarsi sulle prossime scadenze. In cima alla lista c'è dossier della partecipazione Fiat in Chrysler: è il più significativo e vedrà in poco più di un mese tre eventi importanti. In primo luogo, entro fine anno potrebbe arrivare (anche se non è certo) la sentenza del tribunale del Delaware sul prezzo dell'opzione che Fiat ha per comprare dal fondo Veba una quota del 3,32%; l'opzione è stata esercitata a luglio ma poiché le due parti non erano d'accordo sul meccanismo di calcolo del prezzo, il Lingotto ha portato la questione in tribunale. Torino ha offerto 140 milioni di dollari, il Veba ne ha chiesti 342. Il verdetto arbitrale peserà poi sulle altre opzioni dello stesso tipo – quattro in tutto – che Fiat potrà esercitare dal 1° gennaio 2013 e poi ogni sei mesi. Sempre dal 1° gennaio del prossimo anno scatterà invece il diritto per il Veba di chiedere alla Chrysler di far registrare dei suoi titoli (quelli in mano allo stesso Veba) in vista di un'eventuale quotazione in Borsa. Nel caso la domanda fosse presentata, Chrysler dovrà chiedere alla Sec tale registrazione e adoperarsi perché venga concessa al più presto. La formalità è il primo passo verso la quotazione, che anche nel migliore dei casi non potrebbe arrivare (mercati permettendo) prima dell'autunno. L'eventuale Ipo di Chrysler potrebbe essere per il Veba – il fondo di assistenza gestito dai sindacati, che controlla il 41,5% di Chrysler – un modo alternativo per monetizzare la propria quota rispetto alla vendita a Fiat. Un'altra possibilità è la cessione in blocco a Fiat, che presuppone una contrattazione inevitabilmente dura e che ha di fronte un altro ostacolo: le condizioni finanziarie non brillanti della parte europea di Fiat. A favore di una soluzione in tempi non lunghissimi giocano in effetti i vincoli finanziari di entrambe le parti: Fiat rischia di pagare un prezzo più elevato man mano che passa il tempo – e al Lingotto farebbe comodo poter fare subito i passo decisivo verso la fusione; il Veba deve massimizzare gli introiti per pagare le prestazioni agli assistiti e diversificare gli investimenti, attualmente concentrati su Chrysler. Un'altra operazione di peso dovrebbe andare in porto nei prossimi mesi: è lo sbarco in Russia, per il quale la lettera d'intenti con Sberbank, firmata ormai nove mesi fa, non ha ancora partorito un accordo definitivo. Tornando a Fiat Industrial, siamo sicuri che la fusione con Cnh sarà l'ultima operazione straordinaria? Non dimentichiamo che tra i fattori che hanno indotto Fiat Industrial a proporre le nozze c'è anche la volontà di facilitare «la possibilità del Gruppo di perseguire opportunità strategiche utilizzando azioni». E più volte gli analisti hanno scritto, nei mesi scorsi, che Iveco deve decidere se crescere con acquisizioni o cercare un partner con le spalle larghe.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 22/11/2012)

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