giovedì 8 novembre 2012

Elezioni presidenziali U.S.A.: il successo di Obama e le conseguenze per l'auto


Nelle scorse ore, i cittadini americani hanno confermato Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti. Il secondo mandato del candidato democratico potrebbe tradursi in una serie di significative novità per l'industria automobilistica americana e per l'evoluzione del mercato statunitense delle quattro ruote. Dalla Casa Bianca sono attesi interventi in favore dell'auto elettrica, della riduzione delle emissioni e dell'incremento della sicurezza dei veicoli.
L'apporto determinante dell'auto - Il Presidente che ha scommesso 85 miliardi di dollari nel risanamento della General Motors e della Chrysler ha raccolto, in termini elettorali, moltissimo di quanto seminato negli anni scorsi nel settore dell'auto: la conquista dell'Ohio e del Michigan, di fatto, è stata possibile soprattutto per i salvataggi dei due grandi gruppi di Detroit, che proprio da quelle parti hanno il 65% delle loro fabbriche statunitensi.
L'"autogol" repubblicano - Romney, al contrario, ha giocato male lo spauracchio della delocalizzazione della produzione Jeep in Cina, causando una rapida risposta ufficiale da parte dello stesso Sergio Marchionne, che ha approfittato della smentita per comunicare l'aggiunta di un nuovo turno nella fabbrica di Toledo (Ohio) e la conseguente assunzione di 1.100 nuovi operai, dando così indirettamente una ulteriore spinta alla causa di Obama.
Primo passo: i nuovi limiti C.A.F.E. - È ancora presto per dire con esattezza come si muoverà l'amministrazione democratica nei confronti dell'auto durante i prossimi quattro anni, ma esistono già indicazioni concrete in merito. Innanzi tutto, pare molto probabile la ratifica della proposta sui nuovi limiti C.A.F.E. (Company Average Fuel Emission), che vogliono portare i consumi medi delle Case automobilistiche a 54,5 miglia per gallone entro il 2025.
Un milione di elettriche su strada - Negli anni scorsi Obama aveva fissato l'obiettivo di avere un milione di auto elettriche sulle strade americane entro il 2015. I suoi sostenitori da un lato e i Costruttori dall'altro sperano che il Presidente si muova effettivamente per incentivare la realizzazione di questo piano, nonostante le forti critiche da parte repubblicana per i 528 milioni di dollari erogati negli anni scorsi dal Dipartimento dell'Energia in favore di aziende andate in alcuni casi incontro alla bancarotta.
Il programma ATVM - Una seconda manovra in favore delle auto elettriche potrebbe essere la ripresa del programma ATVM (Advanced Technology Vehicles Manufacturing), per cui ci sono a disposizione fondi da 25 miliardi di dollari, destinati allo sviluppo e alla produzione di auto ecosostenibili e componenti ad alto contenuto di tecnologia. Questi fondi erano stati "congelati" proprio dopo le critiche dei repubblicani, ma è molto probabile secondo gli analisti che possano tornare a disposizione dell'iniziativa.
Sicurezza: retrocamera sì, retrocamera no - Per finire, va valutato il destino della norma proposta dall'NHTSA, in vista di un'entrata in vigore prevista per il 2014, che vuole rendere obbligatorio l'utilizzo della telecamera posteriore sulle auto di nuova fabbricazione. L'idea, frutto di un progetto per ridurre il numero di bambini investiti in retromarcia, è stata accantonata dopo che i rappresentanti delle Case automobilistiche hanno fatto presente che l'adozione della telecamera avrebbe portato a un innalzamento dei listini nell'ordine dei 200 dollari. Secondo le stime, con l'entrata in vigore della norma, si potrebbero salvare tra le 200 e le 240 vite l'anno.
(Fonte: www.quattroruote.it - 7/11/2012)

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