Gian Maria Gros Pietro promuove la scommessa Fiat di puntare sulla produzione di alta gamma. Il paese deve sostenerla, dice l'economista torinese. "Quello che Fiat ha annunciato di fare è una grossa scommessa, non solo per Fiat-Chrysler, ma anche per l'Italia e per Torino. - Ha detto Gros Pietro in un convegno sull'automotive a Torino a cui ha partecipato anche il vicesegretario Pd Enrico Letta oltre ai segretari torinesi di Fiom Fim e Uilm, Federico Bellono, Claudio Chiarle e Maurizio Peverati - L'idea di essere capaci di staccarsi dai modelli a basso margine e nei quali la domanda non cresce, per spostarsi sui marchi premium come Maserati e Alfa Romeo, investendo un sacco di soldi, in Europa e in Italia, è una scommessa su cui il Paese deve puntare". "Lo dico non da consigliere Fiat - ha precisato Gros Pietro - ma da professore di economia industriale". Gros Pietro ricordando lo scetticismo di Goldman Sachs sulle prospettive del Lingotto ha affermato che gli analisti si sono già sbagliati altre volte sul conto del gruppo torinese. La Goldman Sachs, ha riferito Gros Pietro, "dice che Fiat non va bene perché continuerà a perdere in Europa e queste perdite provocheranno un drenaggio di risorse nel gruppo, in più gli investimenti programmati in Europa e in Italia assorbiranno 3 miliardi di Euro", investimenti che mettono a rischio il progetto del Lingotto di acquistare le quote Chrysler in mano a Veba. All'analisi di Goldman Sachs, Gros Pietro ha replicato con i fatti del recente passato. Gli analisti avevano già dato per fallita la Fiat nel 2003 "e invece si è salvata e si erano anche sbagliati anche quando sostenevano che 'questi fessacchiotti' di Torino" non fossero in grado di rimettere in sesto Chrysler dopo che anche la Daimler aveva fallito. Due previsioni mancate "e in genere non c'è due senza tre", ha concluso Gros Pietro.
(Fonte: www.asca.it - 19/11/2012)
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