Da giorni negli U.S.A. ci si chiede se lo spot della Chrysler durante il Super Bowl sia stato un "endorsement" ad Obama. Sergio Marchionne sorride, ma continua a negare. Non ha invece nascosto il suo fortissimo appoggio a Mario Monti: "E' lui la persona giusta in Italia, oppure si torna all'era delle caverne". Il numero uno di Fiat e Chrysler è venuto ad ascoltare il premier a Washington, al Peterson Institute for International Economics, uno dei più prestigiosi think-tank U.S.A. dove Monti ha tenuto una lezione su dove stanno andando l'Italia e l'Europa, davanti a una platea di accademici e di esponenti del mondo delle imprese. Presente in sala anche l'ad di Eni, Paolo Scaroni. Marchionne è arrivato quando Monti già stava parlando. Ha ascoltato con molta attenzione e al termine non ha nascosto il suo entusiasmo, esortando il governo ad andare avanti senza tentennamenti sulla strada intrapresa, nonostante le resistenze di molti: "L'Italia sta finalmente portando avanti alcune riforme che attendiamo da una vita". Per questo Monti "va appoggiato in tutte le maniere possibili", perché riforme come quelle legate alle liberalizzazioni o al mercato del lavoro per l'ad di Fiat-Chrysler "sono l'unica strada" che il Paese ha davanti per aspirare a una vera e propria svolta, a un vero cambiamento. "L'Italia – ha spiegato – deve fare delle scelte molto precise e semplici se vuole stare seduta al tavolo assieme agli altri Paesi più competitivi. E se molliamo ora sul fronte delle riforme – avverte Marchionne – ci giochiamo la credibilità fin qui riconquistata". Sì perché per l'imprenditore dell'auto amico di Obama, che opera su entrambe le sponde dell'Oceano, da quando c'è il professore a capo del governo "l'immagine dell'Italia è totalmente cambiata. Il Paese ha un'altra faccia". E lo sanno bene gli italiani che operano all'estero. "Monti è la persona giusta – ha spiegato – per quella sensazione di tranquillità che da, per quella sensazione di avere in mano il mestiere". E' la sensazione che stanno avendo gli americani durante questa missione Oltreoceano di Monti: "Più il premier si muove in questa direzione, più si accelera sulla strada delle riforme e più acquistiamo credibilità", insiste Marchionne. E, forse, più aumentano le possibilità che Fiat resti in Italia. "La stabilità del sistema politico è una cosa che interessa una multinazionale come Fiat", assicura Marchionne, negando – qui sì – di aver mai minacciato di andare via dall'Italia: "Noi siamo gli unici a fare auto in Italia e per continuare a farlo ci devono essere le condizioni adeguate per incoraggiare la permanenza di un'azienda in Italia". E il fatto che ora ci sia Monti – assicura – "è un passo enorme per noi e per il Paese".
(Fonte: www.blitzquotidiano.it - 10/2/2012)
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