Pubblicità per le macchine? Ma per favore! Non si chiama un icona come Clint Eastwood per promuovere macchine. E tra l'altro uno come lui non avrebbe mai accettato di prestarsi per dei 'commercials'. Il messaggio politico era perfettamente calcolato. In più, non c'è dubbio che l'Agenzia o quantomeno i consulenti della Comunicazione di Chrysler-Fiat sono più che bravi. Qualcuno ha avuto l'idea, quella veramente geniale, di proporre Mr. Eastwood come testimonial. Ed il risultato è andato al di là di qualsiasi previsione. Un messaggio ottimista, ma con i piedi per terra. Senza utopie e voli pindarici, ma dalla serie "rimbocchiamoci le maniche". Quello che una popolazione in difficoltà e spaventata per il futuro ha bisogno di sentire. Lo spot è stato mandato in onda durante il Super Bowl, l'evento mediatico più seguito dai cittadini americani (una audience che si aggira sui 100 milioni di persone). Eastwood con il suo volto scavato e la sua voce roca dice testualmente: "Detroit ci sta dimostrando che ce la si può fare. E quello che è vero per loro è vero per tutti noi", "La gente non ha lavoro e soffre - prosegue l'attore-regista - e tutti si chiedono cosa si può fare per riprendersi. E tutti noi siamo spaventati: perché questo non è un gioco. La gente di Detroit ne sa qualcosa. Aveva perso quasi tutto. Ma ci siamo rimessi al lavoro insieme: e adesso Motor City è tornata a combattere". E poi l'affondo finale: "Questo non è un Paese che può essere messo al tappeto solo con un pugno, è l'intervallo, America, e il nostro secondo tempo sta appena per iniziare". Forse un tantino retorico, ma perfetto: soprattutto letto da uno come lui, uno che con quella faccia, con quella voce e con quella storia non può certo vendere sogni, ma solo realtà. Lo spot ha destato subito le più varie reazioni. Alcuni non hanno gradito il messaggio politico, anche perché molti lo hanno identificato con un aperto sostegno al Presidente Obama e a una sua rielezione (il secondo tempo ancora da giocare). Marchionne ha smentito subito: "Zero politica, il messaggio è universale e neutrale", ma è difficile non pensare che lui stesso, la Chrysler ed i cittadini di Detroit non siano grati ad Obama che, grazie al maxiprestito concesso a Marchionne, ha salvato una parte importante dell'industria automobilistica americana dalla bancarotta. D'altro canto Eastwood è da sempre un repubblicano convinto (è stato anche sindaco di Carmel, California) e non ha mai dimostrato grande simpatia per Obama. Comunque non c'è dubbio che lo spot abbia funzionato, al di là di Obama, per restituire fiducia e voglia di combattere al popolo americano. C'è anche da dire che questo spot è parente di quello Fiat già usato sia in U.S.A., sempre per Chrysler, che in Italia ("Questa è l'Italia che piace"). Ma se quello era politicamente più rozzo e polemico, questo - grazie al grande Clint - è semplicemente perfetto.
(Fonte: www.primissima.it - 7/2/2012)
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