sabato 7 gennaio 2012

Uno sguardo oltralpe (1): Francia, vietato licenziare e delocalizzare


Ristrutturare un’azienda e licenziare i dipendenti senza un vero fondamento economico può essere vietato dai giudici: è successo a tre società francesi (Sodimédical, Ethicon e Viveo, le prime due produttrici di materiale per il settore sanitario, la terza di software), come racconta "Le Figaro". Chiudere reparti o intere fabbriche per delocalizzare la produzione nei paesi emergenti non è possibile: quelli che i francesi chiamano «licenziamenti borsistici», cioè provocati dalla pressione degli azionisti e da interessi esclusivamente finanziari, potrebbero così essere più severamente controllati. A patto che le sentenze superino l’esame della Cassazione, previsto nei prossimi mesi. In un passato non troppo lontano, i ricorsi dei sindacati contro i piani di ristrutturazione potevano al massimo raggiungere un obiettivo: trovare un giudice che li dichiarasse senza causa reale o seria. In questo modo, i dipendenti potevano ottenere compensazioni finanziarie più consistenti, ma il posto di lavoro era comunque perso. Le tre sentenze emesse a Troyes, Parigi e Nanterre sono di natura diversa: le ristrutturazioni, in assenza di giustificazioni economiche, sono state dichiarate nulle. E in questo modo i lavoratori possono chiedere di essere reintegrati nel loro posto di lavoro ai Prud’hommes (eletti da imprenditori e dipendenti, svolgono funzioni simili ai pretori del lavoro). Questi verdetti, scrive "Le Figaro", hanno creato scompiglio nel mondo giuridico. Per alcuni, infatti, si tratta di vere norme anti-delocalizzazioni, poiché solo una giustificata crisi economica potrebbe lasciar passare le ristrutturazioni. Ma gli avvocati delle aziende, naturalmente, minacciano: rendere possibili i licenziamenti solo quando i conti sono in rosso può costar caro ai lavoratori, perché le ristrutturazioni saranno più ampie e le indennità versate ai licenziati meno ragguardevoli. Spetta adesso alla Cassazione pronunciarsi su questa interpretazione più favorevole ai dipendenti delle leggi sui licenziamenti.
(Fonte: www.repubblica.it - 22/11/2011)

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