giovedì 13 gennaio 2011

Analogie e differenze tra i sindacati dell'auto in Italia e U.S.A.


Il matrimonio tra la Fiat e la Chrysler porta una rivoluzione anche nei rapporti sindacali: le organizzazioni italiane dovranno parlare sempre di più coi colleghi di Oltreoceano e avviare una salda collaborazione con la Uaw, la confederazione statunitense dei lavoratori dell'auto. Ma cosa unisce e cosa divide le nostre Fim, Fiom e Uilm dalle unions americane? "Generalmente, i sindacati negli Stati Uniti hanno un ruolo molto limitato nel determinare le scelte strategiche delle imprese. Hanno un ruolo importante, invece almeno, in quei (pochi) settori dove i sindacati ancora sono presenti, come ad esempio il settore dell'auto, soprattutto a livello operativo cioè per la determinazione delle condizioni di lavoro, salari, benefici che sono stabiliti da accordi contrattuali". Così Mario Macis, giovane docente di Economia delle Risorse Umane alla Johns Hopkins University a Baltimora e Washington (è Assistant Professor di Economics ), descrive il sindacato americano da Denver, dove si trova per lavoro. "La differenza più importante rispetto al caso italiano, e che salta agli occhi a chiunque osservi le ultime vicende di casa Fiat - aggiunge Macis - è che negli U.S.A. le regole per la rappresentanza sindacale in azienda sono molto chiare e generalmente condivise e rispettate. Il risultato è che mentre la Fiat deve negoziare con molte sigle sindacali (per di più spesso in disaccordo fra di loro), le compagnie automobilistiche americane hanno di fronte un singolo interlocutore, la Uaw". E "avere di fronte un interlocutore chiaro e legittimato ha dei vantaggi - sottolinea Macis, in America da diversi anni, dopo la laurea alla Bocconi - sia in fase di contrattazione, sia nella fase successiva di implementazione degli accordi, che richiede la collaborazione e cooperazione continua dei lavoratori". "Infatti, la Uaw - prosegue Macis - non solo ha il diritto di rappresentare gli interessi dei lavoratori, ma ha il dovere di garantire all'azienda il rispetto degli impegni presi. Ciò avviene perché negli Stati Uniti, quando un sindacato vince le elezioni in uno stabilimento, acquisisce essenzialmente il monopolio della rappresentanza fino alle elezioni successive, e questa regola di base è compresa e accettata da tutti". Una prassi certamente non diffusa nel nostro territorio nazionale." Al contrario, laddove le regole della rappresentanza non esistono o non sono condivise, come è il caso dell'Italia - spiega Macis - si verificano casi come quello di Mirafiori, in cui regna l'incertezza e in cui sono a rischio investimenti importanti e il lavoro e le vite di migliaia di persone". Ma ci sono anche pesanti conseguenze indirette." Quanti sono infatti gli imprenditori, italiani e stranieri - chiede il professore - che rinunciano ad investire in Italia per paura di finire in un pantano simile? Quando non è chiaro chi sia legittimato a rappresentare i lavoratori nei negoziati, quando una minoranza di lavoratori può scioperare anche dopo che un accordo è stato siglato, mettendo a repentaglio gli investimenti fatti - conclude Macis - non ci si deve stupire se gli imprenditori preferiscono produrre altrove" .
(Fonte: www.adnkronos.com - 10/1/2010)

1 commento:

  1. Questo articolo è un'ottima risposta alla lettera degli 46 professori economisti. Viviamo in un villaggio globale dove ci è richiesto di pensare come cittadini del mondo. In questa nuova realtà economica senza confini il focus deve essere l'interazione tra il "locale" ed il "globale".

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