venerdì 14 gennaio 2011

NYT e WSJ: Chrysler risorge con Fiat, i necrologi erano prematuri


Chrysler risorge. Contro ogni pronostico delle case automobilistiche rivali, «la più travagliata e la più piccola» delle Big Three si sta tirando su. «I necrologi erano prematuri», scrive il New York Times, ricordando che un anno fa si scommetteva su quanto sarebbe ancora durata. Invece, Chrysler sta guadagnando terreno grazie a un’offensiva di modelli nuovi, «in gran parte prodotti in collaborazione con Fiat». E il gruppo torinese aumenta automaticamente la sua quota in Chrysler dal 20% al 25%, avendo raggiunto il primo traguardo previsto dall’accordo di partnership benedetto dal governo U.S.A. . L’exploit di Sergio Marchionne, Ceo di Chrysler e Fiat, è sotto i riflettori dell’Auto Show di Detroit e della stampa americana. «Non mi hanno ancora chiesto "Sarà qui l’anno prossimo"? », scherza Marchionne. Dopo avere stabilizzato le vendite l’anno scorso, nota il Nyt, Chrysler è nel mezzo di «un blitz di prodotti” che secondo i dirigenti dell’azienda e gli analisti industriali dovrebbe aiutarla a rimborsare i prestiti governativi e a riemergere quest’anno come società quotata. Il Nyt sottolinea che finora la strada è stata difficile per Chrysler, che ha tardato a riprendersi rispetto a General Motors e Ford, ma l’aggiunta di modelli nuovi e rinnovati ha contribuito a fare aumentare le vendite di Chrysler negli Stati Uniti del 16% nel 2010. “Ora, per la prima volta da parecchi anni, l’azienda appare in posizione per guadagnare quote di mercato”. A Detroit, Chrysler ha svelato la nuova versione della sua berlina “ammiraglia”, la Chrysler 300. I nuovi sviluppi della partnership con Fiat hanno un titolo a parte sul Nyt: «La quota di Fiat in Chrysler sale al 25%», dopo che la casa italiana ha raggiunto uno dei tre traguardi fissati nell’accordo. Fiat ha ottenuto “automaticamente “ il 5% in più dopo che Chrysler ha avuto dal governo U.S.A. il via libera per cominciare a produrre un motore a quattro cilindri per la nuova Fiat 500, a bassi consumi. Fiat potrà salire al 35% fabbricando un veicolo Chrysler basato sulla tecnologia Fiat capace di fare almeno 40 miglia per gallone e vendendo modelli Chrysler attraverso la rete internazionale Fiat di dealer. Il produttore italiano potrà ottenere la maggioranza acquistando ulteriori partecipazioni dopo avere rimborsato i prestiti governativi. «Marchionne - ricorda il Nyt - ha detto la scorsa settimana che spera di ripagare i prestiti e arrivare al 51% nel corso del 2011, prima di un’Ipo nella seconda metà dell’anno». Il manager lunedì ha rassicurato i contribuenti che riavranno i soldi investiti in Chrysler. E ha precisato che Chrysler sarebbe stata in utile nel 2010 se non fosse stato per il pagamento degli interessi. Intanto «Ford progetta di assumere più di 7mila lavoratori», titola ancora il New York Times da Detroit. Nei prossimi due anni, la casa automobilistica conta di reclutare 4.000 lavoratori a ore e 750 salariati quest’anno e altri 2.500 lavoratori a ore nel 2012. Le assunzioni riflettono l’ottimismo delle previsioni per i prossimi anni per il settore automobilistico, dopo un triste 2009 e un 2010 di “modesto miglioramento”. I nuovi posti aumenterebbero del 15% la forza lavoro di Ford, “una piccola frazione dei posti eliminati negli ultimi anni”. Ford occupa circa 42mila lavoratori negli impianti U.S.A., contro i 103mila di una decina d’anni fa. Le vendite di Ford sono salite del 15% nel 2010 e la sua quota di mercato è aumentata per il secondo anno consecutivo. Con le nuove assunzioni, Ford avrebbe lo stesso numero di lavoratori a ore negli U.S.A. che General Motors, che pure ha fatto drastici tagli e ora ha 53mila lavoratori. Ford e General Motors hanno detto la scorsa settimana che si aspettano quest’anno un aumento complessivo delle vendite nel settore i 13,5 milioni di veicoli.
Anche il Wall Street Journal mette in risalto il ritorno in forze di Chrysler. «Solo un anno fa, Marchionne passava innumerevoli ore a difendere il suo piano, che alcuni osservatori consideravano improbabilmente ambizioso... ». Ora a Detroit è in mostra una Chrysler «molto più sicura di sé». «Il rimbalzo di Chrysler – anche se ancora esitante – è una svolta significativa», osserva il Wsj, che ricorda come due anni fa, Chrysler e General Motors siano rimaste in piedi solo grazie ai salvataggi del governo. «Oggi i produttori U.S.A. stanno inscenando un rilancio sensazionale». La ripresa di Detroit, tuttavia, «non sarà completa finché Chrysler non svolterà» e, secondo il Wsj, Chrysler ha ancora parecchia strada da fare. L’azienda fa soldi in termini operativi, ma per il 2010 registrerà una perdita netta. Un problema, nota il Wsj, è rappresentato dal ribasso delle vendite ai consumatori. L’aumento delle vendite di Chrysler l’anno scorso, infatti, è stato in gran parte trainato dalle vendite a clienti come le agenzie di autonoleggio, in genere meno redditizie rispetto alle vendite a singoli consumatori. «Quest’anno sarà cruciale».
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 11/1/2011)

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