Fiat accetterà che la Fiom-Cgil nomini dei suoi rappresentanti nella fabbriche del gruppo. La decisione del Lingotto - comunicata alla Fiom per lettera - arriva dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 23 luglio scorso che aveva dichiarato illegittima quella parte dell’articolo 19 delle legge 300 - lo Statuto dei lavoratori - che consente la rappresentanza solo ai sindacati firmatari dei con tratti. E la Fiom non ha firmato il contratto di gruppo. Ma la Fiat ribadisce anche che senza legge sulla rappresentanza si mette a rischio il suo impegno industriale. Scrive: «In ogni caso, come peraltro suggerito anche dalla Corte Costituzionale, un intervento legislativo è ineludibile: la certezza del diritto in una materia così delicata come quella della rappresentanza sindacale e dell’esigibilità dei contratti è una condicio sine qua non per la continuità stessa dell’impegno industriale di Fiat in Italia». La decisione di consentire la nomina di Rsa la Fiat l’ha presa per varie ragioni. Spiega: «In questo modo l’azienda intende rispondere in maniera definitiva ad ogni ulteriore strumentale polemica in relazione all’applicazione della decisione della Suprema Corte. Peraltro questa fissa, come ovvio, un principio di carattere generale – la titolarità dei diritti di cui all’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori alle organizzazioni sindacali che abbiano partecipato alle trattative per la sottoscrizione dei contratti applicati in azienda– la cui riferibilità alla Fiom nella concreta situazione Fiat è più che dubbia. Allo scenario delineato dal Lingotto reagisce Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic: «La situazione è molto grave. Il governo Letta sta dimostrando una assoluta inettitudine per affrontare i problemi reali del Paese e in particolare dell’industria manifatturiera». E aggiunge: «Rischiamo la completa delocalizzazione non solo della Fiat ma di tutti i gruppi industriali rimasti nel Paese senza quadro di riferimento certo per il sistema di relazioni industriali». Polemico con la Fiat, invece, il segretario Uilm, Rocco Palombella: «Per noi gli investimenti vanno rispettati, non possono essere subordinati a un intervento legislativo pur importante e necessario. Per gli investimenti c’è stata con la Fiat una fase di confronto molto sofferta. Chiediamo il rispetto degli impegni assunti dall’azienda in Italia».
(Fonte: www.lastampa.it - 2/9/2013)
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