martedì 4 settembre 2012

Marchionne e il rebus Fiat Punto


La nuova Fiat Punto slitta al 2015? Considerando che le manca ancora un nuovo pianale, è molto probabile. L’agenzia di stampa Radiocor del gruppo Sole 24 ore ha parlato la settimana scorsa di questo rinvio, riportando voci anonime del settore che addossavano la scelta alla crisi perdurante del mercato europeo. La Fiat giustamente non commenta, per rispondere il prossimo 31 ottobre in occasione della presentazione dei conti del terzo trimestre, sempre che sia in grado per quella data. Nella realtà, la motivazione del possibile rinvio della Punto causa crisi non sta in piedi. L’amministratore delegato di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne ha usato questo argomento fino a circa un anno fa per giustificare lo stop a diversi nuovi prodotti, investendo primariamente sulla acquisizione-integrazione della Chrysler mentre la crisi in Europa diventava più grave e più lunga del previsto. Da tempo, però, non ne parla più: si è reso conto che è un non-argomento, visto alcune previsioni nere fino al 2020. Il rebus nuova Punto comincia più o meno nel secondo semestre del 2010, quando si pensa al modello da commercializzare nel 2013 secondo i piani. Il design è pronto già per l’estate dell’anno seguente, raccontano dall’interno del gruppo, ma l’auto non è competitiva, come dicono i (loro) tecnici: il pianale del modello precedente, finanziato e condiviso insieme alla Opel grazie al matrimonio del 2000 con GM, non va più bene. Né, dopo il divorzio con gli americani, si può sviluppare una base meccanica in solitudine, perché sarebbe un bagno di sangue. Nel frattempo Quattoruote scrive di un design bocciato per la Punto. Insomma, altro che crisi dei mercati: essere o non essere, questo è il problema. Marchionne, che non è Amleto, sta cercando il partner giusto per condividere gli oneri, ammettendo anche pubblicamente da alcuni mesi che questo è il suo problema principale di prodotto. Ha bussato quasi certamente da Suzuki, da Mazda, con cui però ha firmato una lettera d’intenti per la spider Alfa e ora non si possono escludere colpi di teatro con più diretti concorrenti, perché alla fine conta solo il business. Per dire, un pianale Ford o Opel sotto una Punto non farebbe certo più “scandalo” della spider Alfa costruita a Hiroshima. Trovato il pianale, se e quando, la nuova Punto dovrebbe avere bisogno di circa due anni per essere commercializzata. Fatti due conti con un calendario alla mano, il 2015 sembra piuttosto realistico. Radiocor ha poi riportato dalle sue anonime fonti che la fabbrica italiana più a rischio di chiusura del gruppo Fiat possa essere Cassino. Non viene fornita una motivazione, ma in effetti : 1) a Cassino Fiat non investe più da diversi anni e questo è un buon motivo, a differenza di Pomigliano, per disfarsene. Inoltre, e questo è un altro argomento chiave, a Cassino si produce il segmento C del gruppo, lo stesso che ormai viene prodotto anche negli Stati Uniti (la Dodge Dart su base Giulietta) e presto anche in Cina. Quanto converrà tenere Cassino? 2) Melfi può essere a rischio per gli stessi motivi di Cassino: la Fiat non ha rinnovato da tempo le linee, dove si produce il segmento B, ma non ci vorrebbe molto a spostare la nuova Punto altrove, per esempio a Pomigliano, aggiungendo una linea e servendosi degli stessi fornitori che sono in zona. E poi c’è sempre da riempire Mirafiori, monumento nazionale incedibile come la Fontana di Trevi. O no?
(Fonte: http://blog.ilmanifesto.it/autocritica - 27/8/2012)

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