martedì 25 settembre 2012

Marchionne: "Alfa Romeo non è in vendita"


Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Chrysler, stamani davanti all’assemblea degli industriali di Torino ha respinto gli attacchi e smontato molte delle accuse che gli sono state rivolte in questi giorni, con parole durissime a proposito della ventilata cessione di Alfa Romeo al Gruppo Volkswagen. “A quelli tra voi che sono sul libro paga di Wolfsburg, chiedo gentilmente di ribadire ai vostri proprietari tedeschi un concetto semplice e chiaro: l’Alfa Romeo non è in vendita,” ha dichiarato Marchionne, che ha rincarato la dose con un “Ho pensato di ripeterlo in piemontese per rendere efficace il senso di quello che intendo: ‘Monsu’ Piech, lassa perde, va cantè ‘nt n’autra curt’” (Signor Piech, lascia perdere, vai a cantare in un’altra corte)”. “Per raccontarvi tutta la storia – ha aggiunto Marchionne – sembra che Piech abbia detto che non hanno fretta e che per ora Fiat non è ancora abbastanza malconcia. Quando lo sarà, allora lui si prenderà l’Alfa” [v. nostro post del 23/4/2012, ndr]. “Le spacconate dei tedeschi non mi sorprendono. Quello che trovo stupefacente è che noi, in questo Paese, abbiamo perso ogni barlume di orgoglio nazionale”. Marchionne ha poi risposto alle accuse di non aver favorito l’insediamento di altri costruttori in Italia. “Negli ultimi 8 anni e mezzo ho cercato costantemente, in ogni modo, di coinvolgere un partner nelle nostre attività in Italia, non ho avuto successo. Dichiaro il mio completo fallimento. Non c’è nessuno che voglia accollarsi anche una sola delle zavorre italiane,” ha detto Marchionne. Che ha aperto a un possibile stabilimento VW in Italia: ”Do loro il benvenuto come produttori in questo Paese e farò tutto il possibile per facilitare il loro ingresso”.
(Fonte: www.crisalidepress.it - 24/9/2012)

1 commento:

  1. Per distanza dal paese delle mie origini leggo spesso i siti dei giornali italiani, essendo all'estero. Però constato che quello che sentono gli Italiani per i propri connazionali o per i propri prodotti non lo si incontra in un'altra nazione industriale. Alla questione del perché del folle amore per tutto NON-italiano mi posso solo rispondere con l'idea vaga che mi viene in mente: il profondo senso d'inferiorità in confronto con gli altri - specie verso i Tedeschi o verso i Francesi.
    Non mi interessa il calcio e non sono il tipo di un nazionalismo insistente. Ma esistono per vari motivi buone ragioni per essere molto orgoglioso di essere Italiano - senza supremazia contro altri!
    Dal nostro impatto culturale (storia romana, pax romana - base di giurisprudenza internazionale, fognature, acquedotti, contabilità, cucina, automobilismo oltre a Ferrari ma specie nella tecnologia (si usa altra tecnologia che il common rail?), moda, pelletteria, etc etc.
    Mi fermo qui, perché penso di aver spiegato l'idea in base al mio ragionamento. Però solo un Italiano la pensa così male dell'Italia, come quello che per sentirsi Italiano deve acquistare all'estero e negare il proprio paese! Posso solo invitare ad emigrare, così fate posto agli Italiani all'estero con tanta voglia di viverci!
    Un gran in bocca al lupo per l'Italia - sono in tanti che zitti zitti ci invidiano - e non solo per la cucina!

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