martedì 18 giugno 2013

L'arcivescovo Nosiglia in visita a Grugliasco: "Il cuore di Fiat resti a Torino"


"Ho chiesto di fare ogni sforzo per mantenere il cuore torinese di Fiat". Così l'arcivescovo Cesare Nosiglia al termine della visita di ieri alla Maserati di Grugliasco. Nosiglia si è detto "ammirato per la scelta di Fiat di investire in un momento difficile come questo". La visita dell'arcivescovo arriva in un momento cruciale nella storia del rapporto tra la città e Fiat: nell'imminenza di una fusione con Chrysler che suscita al contempo speranze e timori. La speranza che il successo americano possa dare una mano agli insediamenti torinesi. E il timore che la fusione diventi l'occasione per trasferire oltreoceano il baricentro del nuovo gruppo automobilistico. Accompagnato nella visita da John Elkann e Sergio Marchionne, Cesare Nosiglia si fa interprete di ambedue questi stati d'animo dei torinesi "in un momento particolarmente difficile per l'economia cittadina". L'arcivescovo visita lo stabilimento perché, spiega, "il giorno dell'inaugurazione ero impegnato a Roma e non avevo potuto essere nello stabilimento. Non volevo però rinunciare a dare un segnale di presenza e di attenzione per un settore produttivo tanto importante per il nostro territorio, per la capacità dell'azienda di affrontare la trasformazione e per l'occupazione che è riuscita a mantenere e a creare". Naturalmente il giro tra le linee è servito anche a scambiare opinioni sul futuro di Fiat in Italia. John Elkann e Sergio Marchionne ha ripetuto al vescovo che "l'intenzione dell'azienda è quella di non chiudere alcun stabilimento in Italia". Quando ci sarà dunque un futuro per le produzioni di Mirafiori? "Ho fatto molte volte questa domanda - spiega Nosiglia - perché è chiaro che, per quanto molto importante sia l'investimento fatto a Grugliasco, è dalle prospettive di Mirafiori che dipendono le sorti dell'industria automobilistica della città. Ma devo dire - aggiunge il vescovo - che in tutte le occasioni sia Elkann che Marchionne hanno ripetuto che Mirafiori ha un futuro e che i tempi del nuovo investimento dipendono dalle condizioni di mercato. Non c'è la discussione sul se fare quell'investimento ma su quale sia il momento migliore per farlo". Poi, inevitabilmente, il confronto è andato sul futuro del quartier generale di Fiat-Chrysler. Anche qui la risposta è stata quella ufficiale: "Fiat è un'azienda globale con molte sedi in tutto il mondo". Ma il vescovo ha insistito: "Possiamo dire, un po' per scherzo, che anche le auto in qualche modo hanno un cuore. Io chiedo che anche in futuro non venga meno il cuore torinese della Fiat". Un appello importante alla vigilia delle scelte del Lingotto sulla fisionomia della nuova società. Fuori dai cancelli della Maserati di Grugliasco era stata indetta dalla Fiom una manifestazione per chiedere che l'azienda assuma gli ultimi cento dipendenti ancora in cassa integrazione: "E' inaccettabile - ha detto il segretario della Fiom torinese, Federico Bellono - che oggi lavorino in Maserati 1.200 persone e che dei 1.000 ex dipendenti della Bertone un centinaio siano ancora fuori dalla fabbrica". In occasione della visita di ieri pomeriggio i vertici di Fiat hanno garantito al vescovo che man mano che aumenterà la produzione, verranno riassorbiti tutti gli ex dipendenti dello stabilimento.
(Fonte: http://torino.repubblica.it - 14/6/2013)

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