mercoledì 10 aprile 2013

Marchionne agli azionisti Fiat: "Target raggiunti, fusione con Chrysler inevitabile"


«Negli ultimi mesi in Europa sono esplose molte delle contraddizioni che avevamo previsto e segnalato da tempo. Diversi costruttori sono entrati in crisi profonda e hanno annunciato licenziamenti e chiusure di stabilimenti. Ma noi no: noi manterremo l’occupazione». Così, con malcelato orgoglio, il presidente di Fiat, John Elkann, ha oggi aperto i lavori dell’assemblea del gruppo, convocata per approvare i conti 2012. L’amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha a sua volta sottolineato che il gruppo lo scorso anno ha chiuso con il più alto risultato della gestione ordinaria nei suoi 114 anni di vita. «Fiat-Chrysler è oggi un gruppo forte, in crescita e attento alla sostenibilità - ha detto ancora Elkann - Quando parlo della forza di Fiat-Chrysler mi riferisco ai suoi numeri: nel 2012 i ricavi hanno sfiorato gli 84 miliardi di euro, l’utile della gestione ordinaria ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro. Abbiamo venduto più di 4 milioni di automobili e veicoli commerciali». Nessun dividendo agli azionisti, ma, come ha spiegato il manager italo-canadese, «per mantenere un’elevata liquidità». Certo, la situazione nel Vecchio Continente continua a essere pesantissima e Marchionne non lo nasconde. «Nel mercato europeo rimangono significativi livelli di incertezza. A fine aprile, quando pubblicheremo i dati del secondo trimestre - ha spiegato l’ad - aggiorneremo i target 2013 per le varie aree geografiche». Poi ha spiegato che le condizioni dei mercati dell’America del Nord, dell’America Latina e dell’Asia «continuano a supportare le nostre proiezioni, mentre per il mercato europeo rimangono significativi livelli di incertezza». Il Lingotto confida che le attività auto in Europa nel 2015-2016 arriveranno al pareggio operativo. Ma, per quanto riguarda l’Italia, resta oggi un problema di governabilità. «La certezza di gestione del Paese è essenziale per gestire qualsiasi realtà industriale - ha ricordato il manager - Spero che si faccia in fretta a fare un governo per ridare all’Italia, anche a livello internazionale, quella credibilità necessaria per andare avanti». Marchionne mette le mani avanti. «Prevedo che il mercato sia in ulteriore calo in Italia, sta peggiorando di giorno in giorno. Per la prima volta non riesco a vedere il fondo. Se qualcuno mi avesse detto che nel 2013 saremmo arrivati a 1,3 milioni di auto non gli avrei mai creduto. La cosa buona è che Fiat ha la forza finanziaria e operativa per potere gestire questo calo». Fiat, ha precisato Marchionne, avrebbe potuto «chiudere uno o più stabilimenti in Italia», ma ha cercato un punto di equilibrio tra logiche industriali e responsabilità sociale: questa è la ragione per cui alla via più facile abbiamo preferito quella del coraggio e della responsabilità». C’è poi il capitolo della fusione fra Fiat e Chrysler. «E’ inevitabile - ha detto Marchionne - ma non vedo la soluzione entro il trimestre. Spero che entro la fine dell’anno avremo più certezze su come raggiungerla». L’ad si è spinto a fare qualche previsione. «Abbiamo più del 50% di probabilità di chiudere l’operazione entro giugno 2014, quando farò dieci anni di Fiat. Scommetterei che è così, ma io non scommetto». In vista dell’acquisizione delle quote Chrysler e della fusione, Fiat dovrà rafforzare il capitale nel medio-lungo periodo. «Stiamo analizzando come fare - ha aggiunto Marchionne - abbiamo tantissime alternative ma è prematuro parlarne adesso. L’aumento di capitale non è sul nostro tavolo, non è necessario visto l’ammontare della liquidità. Fiat e Chrysler hanno ancora tantissimo da fare per assicurarci di arrivare alla fine di questo progetto e assicurarci di sistemare il gruppo una volta per tutte in modo chiaro». Nel frattempo Fiat, che ha ancora in pancia il 2,8% di Fiat Industrial, potrebbe quanto prima metterlo sul mercato. «E’ un asset - ha detto Marchionne durante la conferenza stampa - che potrebbe essere liberato, è la quota più liquida del gruppo». L’ultima battuta è su Maurizio Crozza. «Confermo di averlo incontrato - ha detto il manager con il maglioncino nero, spesso nel mirino del comico genovese - E’ una persona estremamente piacevole, abbiamo parlato di tutto. Non condivido l’imitazione che fa di me, gli ho consigliato di migliorarla, imita gli altri molto meglio».
(Fonte: www.lastampa.it - 9/3/2013)

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