Secondo gli ultimi rumors rilanciati dal sito "wardsauto.com", l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, e quello di Audi, Rupert Stadler, starebbero per chiudere una transazione significativa nel breve periodo. Al centro delle trattative ci sarebbero cessioni da parte del gruppo Fiat ad Audi. In particolare, si starebbe valutando la vendita di Alfa Romeo insieme alla fabbrica di Pomigliano o, in alternativa, di Magneti Marelli. Nel primo caso Fiat potrebbe incassare una cifra di circa 2,5 miliardi di euro, mentre nel secondo più di 1,5 miliardi. L’obiettivo della transazione per Marchionne sarebbe quello di ottenere le risorse necessarie per arrivare all’agognato 100% di Chrysler prima che la corte del Delaware si pronunci o prima che il Veba (il sindacato americano) riesca nell’intento di quotare Chrysler. Il tribunale americano è stato chiamato in causa quando tra Fiat e i sindacati americani non si è raggiunto un accordo sul prezzo delle azioni Chrysler in mano a questi ultimi che il Lingotto ha diritto di comprare. Risolvere ogni controversia con un acquisto per cassa che eviti decisioni sfavorevoli dei giudici o che annulli il rischio di quotazione con conseguente rialzo dei prezzi (per comprendere il rischio basta guardare un qualsiasi grafico di un indice azionario americano alle stelle per l’eccesso di liquidità) consentirebbe a Fiat di chiudere, con un indubbio successo, la “partita-Chrysler” una volta per tutte. L’acquisizione sposterebbe definitivamente il baricentro del nuovo gruppo verso il Nord-America, posizionandolo in un mercato estremamente più vivo di quello agonizzante che c’è in Europa, con le auto vendute in calo drammatico e una competizione feroce che vede i governi, come quello francese, aiutare materialmente le aziende di casa in difficoltà. Marchionne ha smentito più volte la cessione di Alfa Romeo, annunciando a più riprese un rilancio in grande stile che però non è mai avvenuto. Per questo stesso fatto i rumors di cessione, nonostante le ripetute smentite, non sono mai finiti; nel mercato auto sono evidenti le potenzialità enormi di un marchio che gode ancora oggi di un fascino e di una reputazione unici tra i consumatori, che associano al “biscione” anche gli aspetti migliori dell’italianità in termini di eleganza e prestazioni (Ferrari, Lamborghini e Maserati, dopotutto, sono “italiane”). Allo stesso modo sono evidenti le potenzialità, davvero enormi, che il marchio potrebbe avere se gestito diversamente, con investimenti importanti e una rete commerciale diffusa. Il gruppo Volkswagen, tramite Audi, sarebbe quanto di meglio per fare in modo che il marchio Alfa possa annullare la differenza, oggi molto importante, tra potenzialità e realtà attuale. Per quanto la cessione di Alfa possa consentire a Fiat un incasso da capogiro e la desiderata riduzione di capacità produttiva in Italia, Marchionne non sembra però intenzionato a premere il grilletto della cessione. I motivi che normalmente spiegano questa decisione sono che la vendita di Alfa sarebbe difficilmente sostenibile in termini di immagine e nei rapporti coi sindacati. È molto più probabile, però, che i motivi siano di natura industriale e, soprattutto, competitiva. Con la cessione di Alfa a un gruppo come Volkswagen, Fiat creerebbe un concorrente assai temibile anche in Italia e in Europa; molto meglio tenersi il marchio, anche se del tutto depotenziato, piuttosto che questa eventualità. Nella genesi di un rumor che ormai si presenta puntuale da almento tre anni, nonostante le smentite, concorrono quindi una serie di considerazioni di buon senso: l’esigenza di cassa di Fiat per completare l’acquisizione di Chrysler, un marchio con grandi potenzialità ma sottoutilizzato e infine la volontà del gruppo Volkswagen, ben testimoniata dalla recente acquisizione di Ducati, di aggiungere al proprio portafoglio un marchio che possa essere sportivo e premium insieme con quel tocco italiano che non solo non guasta, ma che conferisce al tutto un fascino particolare. La cessione di Magneti Marelli potrebbe però consentire al gruppo Fiat di raggiungere comunque l’obiettivo Chrysler ma, evidentemente, non avrebbe lo stesso impatto dirompente sul mercato. Rimane sullo sfondo, però, un’altra questione non secondaria. L’altra "questione" è l’interesse industriale dell’Italia. Se Audi/Volkswagen garantisse il pieno utilizzo di un impianto, magari in una regione dall’economia particolarmente depressa, in un settore che ancora oggi impiega uomini a migliaia e magari una presenza in termini di ricerca e sviluppo (il design?), l’interesse industriale dell’Italia sarebbe evidente. Se qualcuno si facesse carico di questo interesse (sindacati, politici, informazione) si potrebbe immaginare un futuro migliore per Alfa a tutto vantaggio dell’Italia. Fiat vuole con tutte le forze Chrysler, la quotazione a New York come mercato primario e sta facendo fare gli investimenti alla stessa Chrysler. Tra Audi/Volkswagen e Fiat qual è il gruppo “italiano”, a parte una tradizione ormai passata? Probabilmente nessuno dei due, e quindi la valutazione si dovrebbe spostare su un piano molto più pratico, dove le domande giuste sono quelle su chi investe di più e meglio sul suolo italiano.
(Fonte: http://wardsauto.com - 28/3/2013)
... Ma basta con queste chiacchiere !!! l'Alfa deve stare Italiana, punto.
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