“Alfa Romeo ha un’ottima storia e quindi una buona reputazione (togliendo l’inaffidabilità, chiaramente). Ma il nostro è un marchio così carico di passione e personalità che non avremo particolari problemi per il rilancio negli U.S.A.”.
A dirlo è Sergio Marchionne, amministratore delegeato del gruppo Fiat-Chrysler, da tempo sotto i riflettori in Italia e nel mondo per aver salvato il gruppo Chrysler dall’orlo del fallimento ed aver, secondo molti, trascurato l’ala italiana del gruppo. Quello dell’Alfa Romeo è un rilancio che si è fatto attendere per parecchio tempo a suon di continui rimandi, tanto che persino ora nessuno ci crede sul serio finché la prima vettura del Biscione non toccherà terra statunitense.
“L’Alfa Romeo 4C, che abbiamo esposto qui in versione definitiva, sarà l’inizio di questo nostro rilancio nella seconda metà dell’anno. Abbiamo aspettato perché dopo aver introdotto il primo modello se ne deve portare immediatamente un secondo.”
Il riferimento alla futura Giulia, seppur non confermato, appare evidente. La berlina dovrebbe essere il prossimo modello. Tuttavia una domanda sorge spontanea: come mai si decide tutto il piano di un marchio in base agli Stati Uniti? Dopotutto l’Alfa Romeo è europea...
“Il motivo è che gli Stati Uniti saranno il nostro mercato più importante. Lì vogliamo andare a contrastare l’import tedesco. Inoltre dovevamo aspettare che Chrysler fosse finalmente in una situazione stabile: senza di essa non potremmo attuare il rilancio di Alfa negli U.S.A. in quanto gli investimenti per la rete di distribuzione sarebbero troppo elevati. Prevediamo di rappresentare il marchio in tutto il Paese con oltre 200 concessionari.”
Quando Fiat e Chrysler si sono alleate nel 2009, quest’ultima era sull’orlo del fallimento. Oggi Fiat come sta rispetto alla Chrysler di qualche anno fa?
“Fiat oggi è in una situazione più grave di quella in cui era Chrysler, e questo perché se Obama ha dato un grande aiuto nel rilancio di grandi aziende, la stesso cosa non la si può dire dello Stato italiano. Non siamo gli unici a essere sfortunati, sia chiaro, ma secondo me si stanno sottovalutando le conseguenze sociali che stanno causando e causeranno la crisi e l’austerità, specialmente in Italia dove oltretutto c’è anche il problema di una popolazione che non sa scegliere il suo leader.”
Le recenti Lancia sono stati dei veri e propri flop commerciali in Europa perché troppo simili alle vetture americane da cui derivano. Come si pensa di reagire in futuro a questa situazione?
“Audi vende la A6 con successo sia una America che in Europa, stessa cosa la BMW con la Serie 5. Questa è la dimostrazione che un solo prodotto uguale per tutti può mettere d’accordo entrambe le parti. Ora si tratta solo di trovare il giusto punto d’incontro tra i gusti e le normative europee e quelle statunitensi.”
A dirlo è Sergio Marchionne, amministratore delegeato del gruppo Fiat-Chrysler, da tempo sotto i riflettori in Italia e nel mondo per aver salvato il gruppo Chrysler dall’orlo del fallimento ed aver, secondo molti, trascurato l’ala italiana del gruppo. Quello dell’Alfa Romeo è un rilancio che si è fatto attendere per parecchio tempo a suon di continui rimandi, tanto che persino ora nessuno ci crede sul serio finché la prima vettura del Biscione non toccherà terra statunitense.
“L’Alfa Romeo 4C, che abbiamo esposto qui in versione definitiva, sarà l’inizio di questo nostro rilancio nella seconda metà dell’anno. Abbiamo aspettato perché dopo aver introdotto il primo modello se ne deve portare immediatamente un secondo.”
Il riferimento alla futura Giulia, seppur non confermato, appare evidente. La berlina dovrebbe essere il prossimo modello. Tuttavia una domanda sorge spontanea: come mai si decide tutto il piano di un marchio in base agli Stati Uniti? Dopotutto l’Alfa Romeo è europea...
“Il motivo è che gli Stati Uniti saranno il nostro mercato più importante. Lì vogliamo andare a contrastare l’import tedesco. Inoltre dovevamo aspettare che Chrysler fosse finalmente in una situazione stabile: senza di essa non potremmo attuare il rilancio di Alfa negli U.S.A. in quanto gli investimenti per la rete di distribuzione sarebbero troppo elevati. Prevediamo di rappresentare il marchio in tutto il Paese con oltre 200 concessionari.”
Quando Fiat e Chrysler si sono alleate nel 2009, quest’ultima era sull’orlo del fallimento. Oggi Fiat come sta rispetto alla Chrysler di qualche anno fa?
“Fiat oggi è in una situazione più grave di quella in cui era Chrysler, e questo perché se Obama ha dato un grande aiuto nel rilancio di grandi aziende, la stesso cosa non la si può dire dello Stato italiano. Non siamo gli unici a essere sfortunati, sia chiaro, ma secondo me si stanno sottovalutando le conseguenze sociali che stanno causando e causeranno la crisi e l’austerità, specialmente in Italia dove oltretutto c’è anche il problema di una popolazione che non sa scegliere il suo leader.”
Le recenti Lancia sono stati dei veri e propri flop commerciali in Europa perché troppo simili alle vetture americane da cui derivano. Come si pensa di reagire in futuro a questa situazione?
“Audi vende la A6 con successo sia una America che in Europa, stessa cosa la BMW con la Serie 5. Questa è la dimostrazione che un solo prodotto uguale per tutti può mettere d’accordo entrambe le parti. Ora si tratta solo di trovare il giusto punto d’incontro tra i gusti e le normative europee e quelle statunitensi.”
(Fonte: www.tio.ch - 6/3/2013)
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