venerdì 29 marzo 2013

Jeep in Russia: è la volta buona?


Gli stabilimenti della TagAz di Taganrog, sul mare di Azov, al posto del discusso Greenfield a San Pietroburgo per costruire Jeep in Russia. E' questa la proposta avanzata dal governo russo e dal partner Sberbank alla Fiat-Chrysler, a fronte delle difficoltà che sembrano ormai aver fatto naufragare l'idea della costruzione - con il sostegno finanziario di Sberbank, appunto - di un impianto ex novo nella capitale degli zar. Lo riporta il quotidiano Kommersant e lo confermano ad Agi fonti vicine ai negoziati in Russia. Secondo le stessi fonti, il gruppo italiano ha valutato come troppo ingente l'investimento a San Pietroburgo e sta cercando, in alternativa, un accordo per l'ammodernamento della TagAz. In tal modo - spiega Kommersant - il governo russo otterrebbe allo stesso tempo di salvare una fabbrica sull'orlo del fallimento e offrire alla casa automobilistica torinese un sito produttivo. Il nome dell'azienda di Tagaron, città natale di Cechov, era uscito già a marzo 2011, dopo il fallimento della joint-venture con Sollers, quando Fiat aveva presentato il suo piano industriale al governo russo per la produzione di 300.000 auto, entro il 2014. Già partner della coreana Hyundai, la Tagaz - aveva fatto notare, allora, al quotidiano Vedomosti una fonte del ministero dello sviluppo economico - ha tutte ha tutte le attrezzature necessarie al progetto della Fiat ed è logisticamente adatta a ricevere componentistica dall'Italia. "Chrysler è pronta a presentare ordini alla nostra impresa per fuoristrada Jeep Grand Cherokee. Un accordo in questo senso è stato raggiunto durante un incontro il 12 febbraio tra dirigenti dell'azienda e la regione", aveva già anticipato la settimana scorsa un rappresentante della TagAz, che attualmente sforna oltre ai suoi modelli anche vetture Vortex, BYD, Hyundai. Sembra, invece, mancare poco all'annuncio dell'accordo col comune di Mosca e Sberbank per l'assemblaggio di modelli Fiat nella fabbrica della Zil, la mitica casa automobilista che forniva le vetture per la nomenklatura sovietica, e che sta ristrutturando le proprie linee poco fuori la capitale russa. A sbloccare l'impasse avrebbe contribuito la visita a Roma, a dicembre, del vice ministro dell'Industria e del Commercio russo, Alexei Rakhmanov. Allo stabilimento Zil, poco fuori Mosca, verranno inviati veicoli semi assemblati, come il Ducato, prodotti nell'impianto di Sevel in Val di Sangro, dove Fiat lavora in joint-venture con PSA Peugeot Citroen. Ancora non è chiaro il numero di vetture che verranno prodotte.
(Fonte: www.repubblica.it - 18/3/2013)

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