mercoledì 4 luglio 2012

Marchionne: la sovracapacità produttiva in Italia risolta con l'export verso gli U.S.A.


Fiat può risolvere il problema della sovracapacità produttiva in Italia esportando un maggior numero di automobili negli Stati Uniti. A ribadirlo è stato l'amministratore delegato Sergio Marchionne a margine della presentazione del nuovo Iveco Stralis a Torino. Marchionne ha rivelato che la strategia "export oriented" potrebbe coinvolgere tre stabilimenti italiani, ma Fiat ha bisogno di una maggiore collaborazione da parte della forza lavoro per assicurarsi una produzione più regolare e affidabile. "Ho bisogno di stabilità e flessibilità del lavoro", ha ricordato Marchionne. Il Lingotto, che ha ottenuto l'accesso al mercato statunitense grazie all'acquisizione di Chrysler Group LLC, ha siglato un accordo con alcuni sindacati, ma deve ancora affrontare l'opposizione della Fiom alle richieste sulle nuove condizioni di lavoro. Contestualmente il mercato automobilistico europeo continua a registrare una contrazione, in particolare nei segmenti di riferimento per Fiat (A e B). Gli ultimi dati di vendita negativi provenienti dalla Francia e dalla Spagna, due dei cinque mercati europei principali, hanno registrato a giugno un calo rispettivamente dello 0,9% e del 12%. In Italia Marchionne ha anticipato un nuovo crollo superiore al 10%. La maggior parte, se non tutti, i costruttori europei stanno perdendo soldi in Europa e i loro impianti stanno funzionando ben al di sotto della capacità (75-85%) necessaria per raggiungere il break-even. Fiat, in particolare, sta gestendo i propri stabilimenti ad un tasso di utilizzo inferiore al 60%. Dopo aver già chiuso lo stabilimento siciliano di Termini Imerese, Marchionne guarda all'esportazione verso gli Stati Uniti come alternativa alla chiusura di un altro dei cinque stabilimenti italiani. Fiat ha in programma di esportare un nuovo Suv per il brand Jeep dallo stabilimento di Mirafiori a Torino e una berlina di lusso per il marchio Maserati dalla fabbrica di Grugliasco. Marchionne ha aggiunto che la Casa torinese potrebbe anche utilizzare lo stabilimento di Cassino per produrre modelli destinati all'esportazione perché l'impianto laziale è stato attrezzato per costruire modelli su una piattaforma facilmente adattabile ai gusti e agli standard degli Stati Uniti. Fiat ha fatto il suo ritorno negli Stati Uniti l'anno scorso con il brand Fiat e il modello 500. Nel 2013 aggiungerà alla gamma proposta nel Paese nordamericano un secondo modello, la 500L prodotta in Serbia. Marchionne ha ribadito l'obiettivo di avere circa 200 concessionari statunitensi per il marchio Fiat nei prossimi 12 mesi e ha riconosciuto che i dealer non sono ancora redditizi a causa di un'offerta limitata ad un solo modello, ma la 500L potrebbe consentire un miglioramento. Un ulteriore incentivo per i concessionari Fiat negli U.S.A. potrebbe essere rappresentato dal ritorno sul mercato nordamericano della Alfa Romeo previsto, dopo una serie di ritardi, nel 2013. Marchionne ha confermato la sua opinione sul potenziale globale del brand del Biscione ed ha infine riconosciuto come la svalutazione dell'euro nei confronti del dollaro potrebbe fornire un sostegno alla strategia di esportazione verso gli Stati Uniti. Il top-manager ha concluso prevedendo una persistente debolezza della moneta unica.
(Fonte: http://borsaitaliana.it - 2/7/2012)

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