lunedì 2 luglio 2012

Cina: inaugurato lo stabilimento Fiat-GAC di Changsha. Al via la produzione della Viaggio


Fiat riaccende i motori in Cina. Cinque anni dopo il divorzio da Nanjing Automotive Corporation, la società automobilistica con cui il gruppo italiano aveva prodotto per diverso tempo la Palio per il mercato cinese, Fiat torna a costruire un proprio veicolo oltre la Grande Muraglia. «Abbiamo delle colpe perché siamo stati assenti tanto tempo da questo grande mercato – ha ammesso Sergio Marchionne presentando la Viaggio, la vettura che sarà prodotta nel nuovo stabilimento di Changsha realizzato in joint venture con Guangzhou Automobile Group (Gac) –. La liquidazione dell'alleanza con i nostri vecchi soci ha richiesto tanto tempo e tante energie, e così dopo abbiamo faticato a trovare la strada giusta per ripartire. Ora avremo molto lavoro da fare». Il primo sbarco in Cina fallì per una ragione molto semplice: la Palio, e poi la cugina a tre volumi Siena, erano auto inadeguate per il pubblico locale. Questa volta, garantisce l'amministratore delegato di Fiat, l'operazione avrà successo «perché oggi la Viaggio è la vettura tecnologicamente più avanzata nel suo segmento di mercato e piacerà sicuramente ai consumatori cinesi». Copia modificata della Dodge Dart, appena commercializzata sul mercato statunitense, la Viaggio è una berlina di classe media la cui piattaforma deriva da quella dell'Alfa Romeo Giulietta ed equipaggiata con un motore turbo benzina da 1.400 centimetri cubici; la sua clientela potenziale è rappresentata dalle giovani famiglie cinesi all'acquisto della loro prima auto e sensibili al fascino dei marchi europei. Il suo prezzo si aggirerà intorno a 130mila yuan (poco più di 16mila euro), in linea con quello dei concorrenti domestici e stranieri. «Il nome stesso della vettura (la traduzione cinese di Viaggio significa "volare alto", ndr) esprime metaforicamente le nostre ambizioni sul mercato cinese» ha osservato Marchionne. Ambizioni e progetti che, potenzialmente, vanno anche oltre i confini del Celeste Impero. «La Viaggio potrà essere esportata ovunque, anche in Europa». Una possibilità accennata già qualche mese fa, ma significativa: se ciò dovesse accadere, infatti, Fiat sarebbe una delle prime case automobilistiche straniere a esportare sui mercati maturi delle vetture interamente made in China. Una delle ipotesi fatte nei mesi scorsi era di esportare la Viaggio verso l'Europa in sostituzione dell'attuale Bravo. La nuova avventura cinese di Fiat prevede un'altra novità: il marchio l'Alfa Romeo. «Le strategie del gruppo prevedono un rilancio del marchio Alfa Romeo, e questo rilancio si giocherà prima negli Stati Uniti e poi in Cina» ha annunciato Marchionne, senza però chiarire se le auto del Biscione destinate al mercato cinese saranno prodotte localmente: «Stiamo valutando diverse opzioni». Nel nuovo stabilimento di Changsha lo spazio per l'Alfa Romeo, o per altri modelli da aggiungere alla Viaggio, ci sarebbe anche. La fabbrica aperta dalla Fiat in joint venture paritetica con Gac tramite un investimento complessivo di 5 miliardi di yuan (circa 630 milioni di euro al cambio odierno), infatti, ha un'estensione di quasi 300mila metri quadrati; ha una capacità produttiva di 140mila vetture l'anno, destinata a salire a 250mila entro un paio d'anni; impiega 1.800 dipendenti che a regime diventeranno 3mila; ed è in grado di produrre 4 modelli su 2 diverse piattaforme. In un'intervista ad «Automotive News» ad aprile Jack Cheng, general manager di Gac Fiat, aveva detto che l'obiettivo è di vendere 200mila vetture l'anno nel 2014. Lo stabilimento è stato costruito a tempo di record (un anno e mezzo) ed è frutto di un repentino e inatteso cambio di programma. Gli accordi originari tra i due gruppi, infatti, prevedevano la costruzione del nuovo polo automobilistico a Canton, sede storica di Gac. Ma il Governo dell'Hunan, desideroso si accelerare lo sviluppo e la modernizzazione di Changsha (il capoluogo della Provincia), ha fatto alla joint venture italo-cinese e agli 8 grandi fornitori che l'hanno seguita fin qui una di quelle classiche offerte che non si possono rifiutare. Così, grazie a un robusto e convincente pacchetto d'incentivi, i destini della Viaggio e delle prossime autovetture made in China targate Fiat-Gac hanno finito per legarsi a doppio filo alla terra che diede i natali a Mao Tse-tung. Marchionne ha confermato ieri che Fiat salirà a giorni al 61,8% di Chrysler, esercitando l'opzione per rilevare parte della quota (3,32%) del fondo Veba.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 29/6/2012)

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