Richard Hilgert, analista Morningstar, premia l’operazione finanziaria portata avanti da Fiat su Chrysler, confermando la stima del prezzo obiettivo del titolo a 14 euro per azione e la raccomandazione di buy sullo stesso. Il merito riconosciuto al management del Lingotto è quello di aver aggiunto valore al titolo, grazie al controllo di Chrysler, attraverso un investimento minimo. Se, infatti, consideriamo l’EBITDA stimato di Chrysler per il 2011 e assumiamo, in maniera molto prudente, un rapporto Book Value/EBITDA pari a 3 otterremo, sottraendo i debiti a lungo termini ed aggiungendo la liquidità di cassa, un valutazione della società americana pari a 11 miliardi di dollari. Fiat, al momento, ha pagato 1,8 miliardi di dollari per il 52% di Chrysler e, in seguito al lancio negli U.S.A. del modello 40 mpg (numero di miglia percorse per gallone di carburante) potrà ottenere senza alcun esborso di denaro un ulteriore 5% nel capitale sociale. In questo modo la Casa italiana avrà aggiunto un valore di 3,5 euro per azione pagandone solamente 1. Il mercato, però, non ha ancora scontato il valore aggiunto creato da questa operazione, né tantomeno i vantaggi economici, in termini di economie di scala e maggior diversificazione di prodotto e geografica, garantiti dalla combinazione con Chrysler. Per queste ragioni Morningstar attribuisce al titolo Fiat S.p.A. il rating massimo di cinque stelle, considerandolo ancora fortemente sottovalutato dal mercato. L’attuale valutazione del prezzo obiettivo dell'analista resta molto prudente. Tiene in considerazione il pagamento di un extra-prezzo per il 20% del capitale detenuto dal sindacato attraverso il fondo pensione VEBA e assume che la domanda di nuovi veicoli in Europa, per il 2011, rimarrà debole per tutto il primo semestre. L'analista ipotizza che questa debolezza venga parzialmente compensata dalla crescita sul mercato brasiliano e che i vantaggi dell’integrazione con Chrysler, in termini di miglioramento della leva operativa (ovvero della riduzione dell’incidenza dei costi operativi sul fatturato), inizieranno a dare i loro frutti dal 2012. Nei prossimi tre anni, infatti, stima un miglioramento dell’Ebitda margin (il rapporto tra l’utile netto prima degli interessi, tasse, deprezzamenti e ammortamenti, sui ricavi totali) dall’8% del 2010 al 13% del 2013. Relativamente alla crescita del fatturato, la stima dell’1,4% per il 2011 riflette la sua scarsa esposizione sui mercati emergenti, che invece hanno tenuto a galla le maggiori case automobilistiche in questi anni in cui la domanda dai Paesi occidentali è stata molto debole. Nel lungo periodo, comunque, l'analista prevede una crescita dei ricavi di vendita del 6%, anche grazie alla maggior diversificazione geografica garantita dall’integrazione con la casa di Detroit.
(Fonte: www.morningstar.it - 9/6/2011)
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