mercoledì 8 giugno 2011

Fiat al 100% di Chrysler (e niente ipo) entro il 2012: fantascienza?


La questione della sede del gruppo Fiat-Chrysler «non è sul tavolo», l'impegno della Fiat in Italia «è chiaro» e il dialogo con il Governo canadese e Veba in merito agli assetti proprietari del gruppo resta aperto. Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, sceglie il palcoscenico della festa dell'Arma dei Carabinieri a Torino, dove ieri ha partecipato con il presidente della Fiat, John Elkann, e il presidente d'onore di Exor, Gianluigi Gabetti, per ribadire tre punti fermi della strategia del Lingotto. Partendo dalla questione legata alla sede del gruppo che – ha voluto chiarire – non è all'ordine del giorno, ma «da risolvere nel futuro». Anche perché, ha proseguito il manager, ora ci sono altre priorità: «è importante partire con l'integrazione industriale e commerciale, cercare di fare una squadra che riesca a gestire il tutto». Proprio su questi temi – ha spiegato Marchionne che entro la settimana avrà un incontro con il neo sindaco di Torino Piero Fassino – in Fiat si sta lavorando. L'ad, che sabato ha chiesto al Paese di cambiare atteggiamento e di smetterla con gli insulti, ha poi ribadito l'impegno della Fiat in Italia: «non abbiamo cambiato idea, stiamo cercando di fare il nostro meglio». Quindi il manager ha aggiornato lo stato dei colloqui con il Governo canadese e Veba che potrebbero accelerare la "scalata" di Fiat oltreoceano. Entro la fine dell'anno l'azionariato di Chrysler dovrebbe infatti vedere Torino al 57 o 59%, il fondo Veba gestito dai sindacati Uaw il 41% ed eventualmente il Canada all'1,5% se non avrà ancora venduto a Fiat, oltre ad ottenere gratuitamente il 5% del capitale. Per centrare l'obiettivo del «pieno controllo» i colloqui sono in pieno svolgimento. Sui tempi dell'acquisizione dell'1,7% detenuto in Chrysler dal governo canadese per la quale il Lingotto ha offerto 125 milioni di dollari l'ad ha spiegato che «dipende se accetteranno l'offerta. Noi l'abbiamo fatta». Diverso il capitolo Veba. «Il dialogo è sempre stato aperto, perchè abbiamo discusso anche l'aumento di capitale quando abbiamo acquistato il 16% di Chrysler» ha spiegato Marchionne in merito alla posizione del fondo pensionistico-sanitario dei lavoratori Chrysler. «C'è un discorso che va avanti da mesi, - ha poi aggiunto - in particolare per quanto riguarda la posizione di azionista che hanno in Chrysler. Noi non siamo obbligati ad acquistare niente. Abbiamo il diritto, dalla seconda metà del 2012, ad acquistare una porzione del loro interesse. Quindi, da adesso fino ad allora non abbiamo nè diritto nè nient'altro». Contestualmente, ha voluto precisare l'ad, «loro non possono costringere la società a fare l'Ipo fino al 2013. Quindi, abbiamo un grandissimo spazio davanti che, ovviamente, è pieno di opportunità e rischi per tutti». Infine, l'amministratore delegato di Fiat ha escluso che il gruppo Fiat abbia allo studio un aumento di capitale: «Sono giochi di fantascienza e di questi non parlo» ha chiosato, indicando che «anche l'ipo è tecnicamente un aumento di capitale».
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 7/6/2011)

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