Due anni fa l'America che segue le notizie di economia - e quando si tratta di automobili, non sono pochi - guardava con scetticismo l'arrivo di un manager molto diverso dal solito alla guida di Chrysler, icona di Detroit sull'orlo della sparizione. Oggi quel manager viene salutato come l'uomo che ha salvato Chrysler e incassa la visita e le lodi del presidente Barack Obama, venerdì scorso alla fabbrica Jeep di Toledo in Ohio. E adesso per Sergio Marchionne è arrivato anche un elogio da Newsweek, uno dei grandi settimanali d'informazione U.S.A., che lo saluta come "l'uomo del miracolo". Immancabile il riferimento all'inizio agli abiti di Marchionne "noto perché porta l'uniforme, golf nero d'inverno e polo nere d'estate". Seguito dal ricordo di come due anni fa era "apparso alla sede vicino a Detroit per parlare a uno staff demoralizzato" che lo aveva accolto con poche speranze. In fondo era "un italo-canadese vestito in maglione che fumava come una ciminiera, venuto in missione a salvare un'azienda che bruciava un miliardo di dollari al mese e tutti davano per persa". E adesso invece "Chrysler è un improbabile punto brillante in un'economia americana in difficoltà. Non solo cresce come vendite più in fretta dei rivali, ma ha ripagato i 7,6 miliardi di prestiti dai governi di U.S.A. e Canada prima del previsto. E così la visita di Obama ha avuto il sapore di un giro della vittoria dopo una salvataggio e fusione con Fiat che sembravano una mossa disperata". Marchionne, non è una sorpresa, è contento: "Quando Obama parla di Chrysler è la pubblicità più a buon mercato che c'è". Non male insomma per un dirigente che "non è un nome noto al grande pubblico" e che ha bisogno di una guida fonetica per non farsi massacrare la pronuncia dagli americani poco abituati alle vocali mediterranee. Newsweek istruisce i lettori che si dice "Mar-key-OWN-ee", però poi osserva che, nome esotico a parte, il ceo di Chrysler è uno normale, un "car guy": un tizio che fa automobili, uno come tanti a Detroit che "per prima cosa ha eliminato l'ufficio di lusso dell'amministratore delegato per scegliersi una stanza come tutti, in mezzo agli altri". Certo Marchionne rimane una mosca bianca nelle stanze del potere americano, "un laureato in filosofia con un intelletto ad ampio raggio e l'aria di chi starebbe bene in un college o in un caffè sui boulevard". Ma non è detto che sia un problema: anzi, secondo l'ex governatore del Michigan Jennifer Granholm, Marchionne, golf e polo nere a parte, "è una ventata di colore in un mondo grigio".
(Fonte: www.newsweek.com - 5/6/2011)
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