giovedì 23 giugno 2011

Bob King (UAW) a Torino per la nascita del sindacato Fiat-Chrysler


"Non ci sono leader, dobbiamo lavorare insieme". Bok King numero uno dell'UAW, il sindacato dell'auto statunitense che attraverso il fondo previdenziale Veba controlla il 41,5% di Chrysler, mette le mani avanti: la neonata rete internazionale dei sindacati metalmeccanici Fiat-Chrysler, costituita oggi a Torino al termine di una due giorni di lavori all'OIL, (l'Organizzazione Internazionale del Lavoro) agirà globalmente per allargare l'area dei diritti sindacali nel mondo del Lingotto (Fiat, Fiat Industrial e Chrysler, appunto), 200 stabilimenti e 230mila dipendenti, senza maestri né discepoli. Sulla Fiom non si sbilancia: "Il network - dice il leader sindacale statunitense ammirato persino da Marchionne - aiuterà tutti a fare meglio il proprio lavoro". Tra i primi banchi di prova il World Class Manufacturing, il sistema globalizzato di produzione introdotto dalla Fiat. "Possiamo fare passi avanti - dice King - sia sul piano delle condizioni di lavoro, che dei salari, che della competitività delle aziende". Ciò che può essere ottenuto nei singoli paesi, spiega, può contagiare attraverso la rete anche gli altri. Al summit torinese hanno partecipato i leader nazionali della Fiom (Enzo Masini), della Fim (Bruno Vitali) e della Uilm (Rocco Palombella e Eros Panicali), e i rappresentanti di vari stabilimenti europei. La riunione ha stabilito, oltre alla costituzione della rete che sarà guidata da Paolo Caucci (Uilm) - e che curiosamente, vede sedere accanto al pragmatico King, il leader della Fiom Maurizio Landini oltre che Vitali, Panicali e un rappresentante brasiliano -, l'invio di una richiesta formale alla Fiat perché si apra un tavolo per il raggiungimento di un accordo quadro internazionale, sul modello di quanto gia' realizzato in una quindicina di multinazionali, e nell'auto da Volkswagen, da Psa e da Renault. ''Considerateci partner a pieno titolo - scrivono nella lettera in inglese i sindacati -: abbiamo sempre dimostrato responsabilità quando ciò è successo e abbiamo lavorato costruttivamente sia per le società che per i nostri iscritti". Prossimo passo sarà quello della costituzione e del riconoscimento del World Workers Council, un consiglio mondiale (ristretto) dei delegati del gruppo a cui il Lingotto potrà far riferimento. "Il modello del consiglio europeo dei delegati è un grande modello", osserva King. E se la Fiat dovesse spostare il suo quartier generale a Detroit, King getta acqua sul fuoco: "Il consiglio dei delegati continuerà a riunirsi a Torino", assicura. "Una discussione sorprendentemente efficace", sintetizza Vitali. "Abbiamo dato un segnale forte nella direzione di lavorare tutti insieme". Ma il tavolo, pur capace di avvicinare i sindacati italiani da mesi in polemica anche aspra, non appiana ogni differenza: "E' emerso un quadro diverso - avverte Masini - tra chi da tempo conosce la Fiat, come tutti i sindacati europei, e che sottolinea aspetti di preoccupazione, e il sindacato degli Stati Uniti che ha aiutato il management Fiat ad oggi molto impegnato nel processo di salvataggio della Chrysler e non conosce il volto molto gerarchico e molto decisionista. Di scarso coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori" .
(Fonte: www.asca.it - 22/6/2011)

Nessun commento:

Posta un commento