mercoledì 9 marzo 2011

Marchionne: per ridurre le emissioni non c'è una soluzione regina


Non c’è solo il futuro americano della Fiat nel discorso tenuto dall’amministratore delegato del marchio torinese, Sergio Marchionne, durante la recente audizione presso le commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera. L’alleanza con Chrysler è uno dei principali argomenti nell'agenda di Marchionne, così come il destino degli stabilimenti italiani del Lingotto e gli accordi con i sindacati, ma il numero uno della Fiat ha dedicato un capitolo del suo intervento anche alla mobilità sostenibile. «Per quanto riguarda il tipo di tecnologia su cui puntare, non credo che esista un’unica soluzione in grado di risolvere da sola i problemi dell’ambiente», ha spiegato Marchionne. Aggiungendo che «se si vuole davvero iniziare da subito a ridurre i livelli di emissioni, soprattutto nei centri urbani, è molto più utile sfruttare le tecnologie in modo combinato». La strategia del Lingotto, diversamente da altre case come Renault e Toyota che stanno investendo sull’auto elettrica o ibrida, è concentrarsi sul metano e sul cosiddetto “downsizing” dei motori. Marchionne, difatti, ha ricordato il primato italiano nei veicoli a metano, che a sua volta potrebbe portare a una crescente diffusione del biometano generato da fonti rinnovabili e quindi sempre più ecologico. Poi ha elencato i recenti sviluppi dei propulsori, dal diesel Common Rail (-20% circa di emissioni rispetto ai motori equivalenti a benzina) fino al TwinAir, il motore bicilindrico lanciato sulla 500 che può abbassare le emissioni di CO2 fino a 92 grammi/km in media, passando per il sistema MultiAir introdotto nel 2009. Nessun cenno, invece, alla mobilità elettrica; le tecnologie prospettate da Marchionne sono quelle già disponibili (Fiat sta puntando sul metano da moltissimi anni e offre diversi modelli a doppia alimentazione). Fiat ha preferito una strategia d’attesa durante la crisi economica mondiale, ritardando il debutto di nuovi modelli e concentrandosi sul risanamento aziendale, oltre che sull’accordo con Chrysler. Altri costruttori si sono mostrati più dinamici, rinnovando maggiormente l’offerta di veicoli e guardando al futuro dell’auto ecologica. Ma è ovvio che per rispondere ai problemi più urgenti, che vedono l’Italia sforare continuamente i limiti europei nella concentrazione di polveri sottili a Milano e in altri centri urbani, occorre un programma più coordinato tra case automobilistiche, istituzioni e aziende di trasporto pubblico locale. Perché, secondo Fiat, l’elettrico sarà una realtà diffusa non prima di 15-20 anni: l’inquinamento sta crescendo e non si può aspettare così a lungo per ridurre le emissioni delle automobili.
(Fonte: http://energia24club.it - 17/2/2011)

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