Sul futuro dello stabilimento Fiat di Mirafiori, che dovrebbe essere la sede di produzione dell'alto di gamma Alfa Romeo, si attendono indicazioni aggiuntive su tempi e modelli nel mese di settembre, in concomitanza degli incontri per il rinnovo della cassa integrazione in deroga. Lo dicono fonti sindacali, aggiungendo che su ammontare e tempi degli investimenti potrebbe avere un ruolo l'esito della trattativa con Veba per l'acquisto da parte di Fiat della sua partecipazione in Chrysler. Intanto l'a.d. Sergio Marchionne, ai primi di luglio, ha detto che in mancanza di chiarezza sulle rappresentanze sindacali potrebbe decidere che l'alto di gamma Alfa Romeo si faccia all'estero. La Consulta nelle scorse settimane ha accolto un ricorso della Fiom sull'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, che escludeva di fatto la Fiom dalle rappresentanze aziendali. Marchionne ha chiesto che il governo faccia chiarezza con una nuova legge. "Fa parte del suo stile nelle trattative: fino all'ultimo preferisce lasciarsi aperte tutte le possibilità", dice una fonte sindacale in merito all'incertezza sul destino del marchio Alfa Romeo. "Ma non penso sia in discussione una cessione di Alfa a Volkswagen o cose simili", aggiunge. "Mirafiori dovrebbe partire, ma come è da vedere. Bisogna vedere quali saranno le risorse disponibili una volta chiuse le trattative con Veba". Una seconda fonte sindacale conferma aggiungendo che "dovrebbe arrivare qualche indicazione sul futuro di Mirafiori con l'incontro sindacale di settembre", che sarà convocato per l'estensione della cassa integrazione straoridnaria. "Si attendono indicazioni su tempi e modelli". Il consiglio dei ministri ha approvato il rifinanziamento della cassa integrazione straordinaria per 500 milioni di euro. A metà aprile Fiat ha firmato un nuovo accordo sulla cassa integrazione per riorganizzazione che si esaurisce a settembre, per realizzare alcuni lavori sull'edificio. Oltre l'alto di gamma Alfa Romeo, si attende che a Mirafiori venga realizzato il Suv Maserati. Fiat "potrebbe considerare una partenza a scartamento ridotto o più aggressiva, in funzione di quale sarà l'esborso per la partecipazione di Veba in Chrysler", dice la prima fonte, sui possibili investimenti per lo stabilimento torinese. "A breve incontreremo l'azienda per il rinnovo della cassa, in quell'occasione Fiat potrebbe dare qualche indicazione sul futuro dello stabilimento", dice il segretario della Fim di Torino, Claudio Chiarle. "C'è allarme non c'è dubbio", dice il segretario provinciale della Fiom Federico Bellono. "Mancano indicazioni in positivo o negativo e consideriamo che i tempi di progettazione e realizzazione di un nuovo modello sono di 12-18 mesi". Fiat, che sta trattando con Veba per acquistare il suo 41,5% di Chrysler, punta a un'intesa extragiudiziale per evitare tempi troppo lunghi. Il gruppo, a inizio luglio, ha annunciato la volontà di esercitare l'opzione per acquistare un 3,3% del capitale per 254,7 milioni di dollari, operazione di fatto bloccata a causa del contenzioso in essere tra le parti. Sulla prima opzione, a luglio 2012, Fiat ha offerto 139,7 milioni di dollari, mentre il sindacato Uaw, che controlla Veba, ha chiesto 342 milioni. Proseguono intanto le procedure per un'Ipo di Chrysler, che però farebbe salire i costi che deve sostenere Fiat per salire al 100% e fondersi con il gruppo U.S.A.. Fiat-Chrysler a fine giugno aveva 21 miliardi di liquidità, ma Marchionne ha detto in diverse occasioni che intende mantenere la disponibilità elevata come assicurazione contro il rischio di crisi e anche le agenzie di rating considerano positiva l'elevata liquidità del gruppo.
(Fonte: http://borsaitaliana.it - 29/8/2013)
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