Arriva a sorpresa dall’Emilia la prima, piccola ma significativa conferma del progetto di Sergio Marchionne di sviluppare l’industria automobilistica italiana attraverso le esportazioni verso gli Stati Uniti. Per soddisfare la maggiore domanda di propulsori diesel per le Jeep prodotte in U.S.A., stanno per essere annunciate circa 300 assunzioni di giovani ingegneri, tecnici e operai dalla VM Motori, società emiliana con 1.100 dipendenti, famosa per aver progettato il primo turbo-diesel per l’Alfa Romeo e oggi controllata paritariamente da Fiat e GM. Le assunzioni riguardano la fabbrica di Cento, in provincia di Ferrara, non lontano dallo stabilimento Ferrari di Maranello. I nuovi posti di lavoro sono intrecciati al boom della Chrysler che nei primi quattro mesi 2012 ha venduto in U.S.A. il 33,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Poiché i motori VM (fra i quali l’Ra630, tre litri a sei cilindri) sono già montati sui modelli Jeep Grand Cherokee, Jeep Wrangler prodotti in U.S.A. e Lancia Voyager e Thema assemblate in Canada, Marchionne ha chiesto alla VM di aumentare in tempi rapidi il numero dei motori «Made in Emilia» destinati alle fabbriche americane. Le consegne passeranno gradualmente dagli attuali 150 motori al giorno a circa 350-400 a partire dalla fine del 2012. La richiesta targata Detroit non è dovuta solo all’avvio a novembre del terzo turno di produzione notturna presso lo stabilimento di Jefferson North che assembla la Grand Cherokee. In realtà VM sarebbe coinvolta in un vero e proprio salto di qualità di Fiat-Chrysler in America. Marchionne infatti ha messo in cantiere per il 2013 un ambizioso tentativo di lanciare la tecnologia diesel negli Stati Uniti. Il pacchetto di assunzioni VM è supportato dalla Regione Emilia-Romagna. «La VM avrà a disposizione circa 7 mila euro di fondi europei per la formazione di ogni tecnico giovane che assumerà - dice Patrizio Bianchi, assessore regionale a scuola e formazione - Questi soldi si aggiungono agli sconti contributivi statali previsti per i nuovi apprendisti». Al di là delle ricadute locali, la VM potrebbe diventare la nuova frontiera dei piani produttivi di Marchionne per la Fiat e per l’Italia. Non più di un paio di mesi fa l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler aveva dichiarato al Corriere della Sera che due stabilimenti italiani potrebbero essere chiusi in futuro se non dovesse avere successo il piano di esportare auto italiane verso gli U.S.A. . Il caso VM non scioglie tutti i nodi di questo scenario poiché la fabbrica emiliana copre una nicchia di produzione ad alto valore (la società spende in ricerca circa il 13% del suo fatturato), ma certamente lo rende meno aleatorio.
(Fonte: www.ilmattino.it - 6/5/2012)
Nessun commento:
Posta un commento