sabato 14 aprile 2012

Suzuki batte VW sull'utilizzo della sigla GTI: divorzio più vicino? La telenovela continua...


Volkswagen non può opporsi alla registrazione del marchio comunitario Swift GTi richiesta dalla Suzuki. Lo ha stabilito il Tribunale dell'Unione Europea che ha confermato quanto già era stato deciso dall'Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) in quanto "non sussiste il rischio di confusione tra tale marchio e i marchi anteriori GTI detenuti dalla Volkswagen". In una nota diffusa da Lussemburgo, il Tribunale della Unione Europea ricorda che il regolamento sul marchio comunitario (...) consente al titolare di un marchio anteriore di opporsi alla registrazione di un marchio richiesto quando, a causa della sua identità o della sua somiglianza col marchio anteriore e a causa dell'identità o della somiglianza dei prodotti per i quali i due marchi sono stati richiesti, sussiste un rischio di confusione per il pubblico del territorio nel quale il marchio anteriore è tutelato. Per costante giurisprudenza, il rischio di confusione sussiste quando il pubblico potrebbe credere che i prodotti in questione provengono dalla stessa impresa o, eventualmente, da imprese economicamente collegate. Nell'ottobre 2003 - si legge nel comunicato - il costruttore di automobili giapponese Suzuki aveva chiesto all'UAMI di registrare come marchio comunitario il segno verbale Swift GTi per autoveicoli, i loro pezzi ed accessori. La Volkswagen è titolare del marchio denominativo tedesco GTI e del marchio internazionale GTI - il quale produce effetti, tra l'altro, in Svezia, nel Benelux, in Francia, in Italia e in Austria - per autoveicoli e i loro pezzi. La Volkswagen si è opposta alla domanda della Suzuki adducendo che esiste il rischio di confusione. L'UAMI ha respinto tale opposizione, ritenendo che non esistesse il rischio di confusione. Infatti, qualsiasi somiglianza di tali marchi alla luce della combinazione delle lettere "GTI", intuitivamente percepita come riferentesi a talune caratteristiche tecniche di un'autovettura o del suo motore, sarebbe ampiamente, o addirittura completamente, controbilanciata dal nome di fantasia del modello Swift figurante nella parte iniziale del marchio richiesto. Con la sentenza di data odierna, il Tribunale conferma tale disamina e respinge il ricorso proposto dalla Volkswagen contro la decisione dell'UAMI, ritenendo che abbia giustamente ritenuto che il consumatore medio in Svezia, nel Benelux, in Germania, in Francia, in Italia e in Austria non riterrebbe che tutti i veicoli, pezzi ed accessori provengano da uno stesso costruttore sulla mera base della combinazione delle tre lettere "GTI", motivo per cui il rischio di confusione andava escluso.
(Fonte: www.ansa.it - 21/3/2012)

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