«In cinque anni abbiamo fatto crescere il valore di Exor del 400%, un aumento pari a dieci volte quello dell'indice Ftse Mib della Borsa di Milano». John Elkann - presidente di Exor - ha tutti i motivi per essere soddisfatto quando elenca, aprendo l'assemblea dei soci, gli eventi principali dei cinque anni trascorsi da quando la holding quotata della famiglia Agnelli (di cui la G. Agnelli & C. controlla il 51,4% del capitale) è nata dalla fusione di Ifi e Ifil. «Abbiamo semplificato il nostro portafoglio, vendendo investimenti piccoli come Alpitour e valorizzando i più rilevanti come Intesa Sanpaolo o Sgs; Fiat ha visto lo spinoff dei capital goods, che ha portato alla creazione di Cnh Industrial, e l'alleanza con Chrysler». L'assemblea ordinaria Exor, che si è tenuta allo stabilimento Maserati di Grugliasco, ha approvato i conti 2013, la relazione sulla remunerazione e ha autorizzato un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie; Exor ha già in portafoglio quasi il 10% del capitale, per un controvalore (ai prezzi attuali) di circa 750 milioni di euro. A cinque anni dalla nascita Exor è ora più ricca, ha consolidato la posizione di Fiat (con Chrysler) e di Cnh Industrial senza sborsare un euro, ha incassato la maxiplusvalenza di Sgs e si ritrova ora con una liquidità lorda di due miliardi e mezzo di euro. Cosa farne? Per ora i fondi sono stati investiti «con l'obiettivo di salvaguardare il capitale», con un rendimento che «nel 2013 è stato pari all'1,9%». A parte il buy back, per il quale è stata rinnovata l'autorizzazione ma che «non è conveniente ai prezzi attuali», all'orizzonte restano «uno/due grandi investimenti», anche se «non abbiamo fretta». Ecco l'identikit dei potenziali obiettivi: «Potrebbero essere aziende con radici europee o americane, ma globali; più probabilmente nel settore dei servizi, che richiede un minor impiego di capitali rispetto a Fiat o a Cnh Industrial». Non è escluso un aumento della quota nella società editrice del britannico "The Economist", che finora ha dato più di una soddisfazione: «è una delle poche aziende di media che sta andando molto bene nonostante la crisi: ha aumentato i profitti da quando siamo entrati noi e anche il dividendo, che assicura un rendimento superiore al 6 per cento». Gli altri investimenti di Exor, a cominciare da Fiat, non hanno secondo Elkann bisogno del sostegno dell'azionista. I piani di Fiat "sono considerati finanziabili con l'attuale struttura del capitale"; "i target sono credibiili e il piano non è velleitario. Per realizzarlo non c'è bisogno di un terzo partner", ha detto Elkann rispondendo alla domanda su una possibile alleanza di Fiat Chrysler in Asia. Parlando da uno stabilimento del gruppo Fiat, il presidente del gruppo ha approfittato per rilanciare i progetti del Lingotto nel nostro Paese: "La componente italiana di Fca è importante e ha potenzialità di sviluppo prima inimmaginabili se non avessimo costruito un grande gruppo con Chrysler". Anche Rcs, in cui Fiat ha una quota del 20,55%, "non necessità di nuovi capitali". Quanto alla polemica con Diego Della Valle, il presidente Exor ha detto che "Della Valle è uomo pratico che guarda al sodo: ha visto che il valore del suo investimento è salito rispetto all'aumento di capitale, e credo si sia messo l'anima in pace". Il presidente Exor ha detto di vedere positivamente l'investimento in Rcs da parte di Urbano Cairo. Niente mezzi freschi, infine, neppure per la Juventus. Elkann ricorda con soddisfazione che "è dagli anni 30 che non vinceva tre scudetti di fila" ma chiarisce che la squadra dovrà ritentare l'assalto europeo con i mezzi che ha ora: "La volontà di avere una rosa di giocatori al top si deve conciliare con i vincoli di bilancio". Elkann ha aggiunto che "i casi di Atletico Madrid e Borussia Dortmund dimostrano che i soldi non sempre fanno la differenza. La capacità organizzativa, la grinta e anche la fortuna aiutano". La Juventus, del resto, "ha in Europa uno degli organici più importanti". E il prossimo calciomercato? "Se ne parlerà dopo i mondiali". «In cinque anni abbiamo fatto crescere il valore di Exor del 400%, un aumento pari a dieci volte quello dell'indice Ftse Mib della Borsa di Milano». John Elkann - presidente di Exor - ha ripercorso con soddisfazione, aprendo l'assemblea dei soci, i cinque anni trascorsi da quando la holding quotata della famiglia Agnelli è nata dalla fusione di Ifi e Ifil. Exor (di cui la G. Agnelli & C. controlla il 51,4% del capitale), ha vissuto cinque anni molto intensi: «Abbiamo semplificato il nostro portafoglio, vendendo investimenti piccoli come Alpitour e valorizzando i più rilevanti come Intesa Sanpaolo o Sgs; Fiat ha visto lo spinoff dei capital goods, che ha portato alla creazione di Cnh Industrial, e l'alleanza con Chrysler». Dal punto di vista societario, ha aggiunto Elkann, Exor ha semplificato il capitale - con la conversione delle azioni di risparmio e privilegiate in ordinarie - e ridotto i costi di funzionamento. In più la Juventus ha vinto 3 scudetti: «Era dagli anni 30 che non vinceva tre campionati di fila!». L'assemblea ordinaria Exor, che si tiene allo stabilimento Maserati di Grugliasco, è convocata per approvare i conti 2013, la relazione sulla remunerazione e per autorizzare un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie; Exor ha già in portafoglio quasi il 10% del capitale, per un controvalore (ai prezzi attuali) di circa 750 milioni di euro. Nel corso dell'assemblea, Elkann ha risposto a una serie di domande di azionisti, analisti e anche studenti dall'Università di Torino. A una domanda sulla gestione dell'elevata liquidità (2,5 miliardi di euro), ha risposto che i fondi sono stati investiti «con l'obiettivo di salvaguardare il capitale», con un rendimento che «nel 2013 è stato pari all'1,9%». Il presidente ha difeso l'investimento nell'Economist: «È piccolo sul totale, e la società è fra le poche nel settore dei media che sta andando bene». Quanto ai Paesi emergenti, «è meglio - ha detto - investire sulla Cina tramite la presenza di Fiat che non acquistare direttamente». Ribadita infine la disponibilità a fornire nuove risorse ai piani di sviluppo di Fiat, piani che però «sono considerati finanziabili con l'attuale struttura del capitale».
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 22/5/2014)
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