lunedì 1 ottobre 2012

Marchionne a tutto campo a Parigi 2012


Al Salone di Parigi 2012, Sergio Marchionne incontra i giornalisti al primo piano del padiglione 1. Ecco, punto per punto, che cos'ha detto il numero uno del Gruppo Fiat-Chrysler.
U.S.A. - Marchionne chiarisce subito che il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, "non mi ha dato assolutamente nulla: ci hanno prestato sette miliardi di dollari che abbiamo restituito con gli interessi. Delle tre Case di Detroit siamo gli unici a non avere pendenza con lo Stato. Facessero tutti come noi..."
Fabbrica Italia - Per Marchionne, "Fabbrica Italia era un piano morto un anno fa". Il comunicato di pochi giorni fa è arrivato perché "i giornali lo hanno ritirato fuori".
Fiat - "L'importante oggi è guardare a Fiat nel suo insieme, che è molto diverso da otto anni fa. Restiamo una realtà non più solo europea, ma comunque lascerò in Italia tutto quello che sarà possibile lasciare". Sulla paventata opzione di chiudere degli stabilimenti, Marchionne ribadisce che "Faremo tutto il possibile per non chiudere".
Governo - L'incontro con il governo è stato positivo, ha detto l'ad del Gruppo Fiat: "Abbiamo condiviso i problemi e non abbiamo chiesto fondi".
Europa - "L'Europa ha un grosso problema e non è possibile risolverlo solo con gli investimenti. Come imprenditori dobbiamo capire quando è il momento di investire. Non voglio rischiare di mettere a repentaglio il futuro dell'azienda. La Fiat deve essere libera di investire quando e come vuole". "Uno dei grandissimi rischi che corre l'industria europea è di ritrovarsi un'industria americana forte dopo la crisi del 2008-2009 e in grado di esportare molto meglio". "Non ci sarà Monti da solo a creare le condizioni monetarie migliori per favorire le esportazioni europee, ci vuole l'altro Mario [Draghi, ndr], che finora ha lavorato molto bene".
Lavoratori - "Come gestiamo i rapporti con i nostri lavoratori è un'eccezione a livello mondiale. Non ho mai visto obblighi simili, ve lo dice uno che gira il mondo dalla mattina alla sera. Abbiamo appena siglato un contratto in Canada, è stato difficile, ma siamo giunti a una conclusione".
Italia - "Negli ultimi otto anni e mezzo ho provato a portare Costruttori stranieri in Italia, ma tutti hanno paura a investire qui". "Se andiamo a creare un iperstruttura di regole, alcune incerte, diventa tutto più difficile", afferma Marchionne, riferendosi a una recente sentenza su Pomigliano che "non ha aiutato l'immagine della Fiat a livello internazionale".
Mario Monti - Sul presidente del consiglio, Marchionne esprime un parere positivo "perché si è assunto la responsabilità di rilanciare la competitività dell'Italia e di ridurre il gap con gli altri".
Chrysler - "La fusione con la Chrysler è un atto dovuto. Mi sono spaccato in quattro andando su e giù, come un ascensore... È ora di portare a termine questo lavoro".
Investimenti - A chi incalza con l'argomento degli investimenti, Marchionne risponde così: "Non ci sono le condizioni. Un concorrente ha investito un miliardo per un nuovo modello e non ne sta ricavando niente. Fai tre o quattro cose così e ti trovi ricoperto di debiti". "L'Europa ha perso tre milioni di auto in quattro anni. C'è chi sta peggio di noi, ma non sono contento. Ci stiamo facendo tutti male. Non è un problema dell'Italia o della Francia o della Germania, è un problema Europeo. O parliamo di un'Europa che pensa al futuro economico comune o non ne parliamo per niente".
L'ipotesi - Senza la Chrysler, che cosa sarebbe la Fiat? "Avremmo patito le pene dell'inferno - risponde Marchionne - in Europa e non avremmo diviso Fiat Industrial da noi, perché non avremmo potuto".
Confindustria - Su Confindustria, infine, il numero uno del Gruppo Fiat conferma che "l'atteggiamento non è cambiato, quindi un nostro rientro sarebbe difficilmente spiegabile". "Sono contento di come sto adesso... non mi manca Confindustria. Abbiamo un ottimo rapporto con l'Unione industriali per ragioni storiche, ma non ci manca tutto il rito di Confindustria".
Questione Corea - "Non commento le decisioni del governo francese, ma sono sempre stato contrario all'accordo commerciale con la Corea, era qualcosa che non si doveva fare".
Mercato - A settembre, Marchionne prevede un altro calo nell'ordine del 20%: "Abbiamo risposto come avrebbe fatto qualsiasi imprenditore, aspettando condizioni più chiare per investire. Se queste condizioni non dovessero arrivare, rimetteremo in discussione tutto". "Il mercato italiano chiuderà il 2012 con meno di 1,4 milioni di auto vendute".
(Fonte: www.quattroruote.it - 27/9/2012)

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