Fuori dai garage tutte le auto italiane e dentro Audi, Bmw e perfino qualche Volvo. E' questa, ad occhio, la prima mossa del Governo Monti che per motivi d'immagine ora cerca di recuperare il terreno perduto usando, ove possibile, vetture nazionali. Solo che, più che un parco auto auto, quello dei ministeri e della Presidenza del Consiglio sembra un padiglione di un salone di auto d'epoca. Si sono riviste, infatti, Fiat Croma della prima serie, Alfa Romeo 166, addirittura Lancia K e Dedra: macchine fuori produzione da anni e che a questo punto pongono anche problemi di sicurezza. Certo, la Presidenza del Consiglio ha ancora a disposizione una Maserati Quattroporte blindata (mai usata da Berlusconi che gli ha sempre preferito la sua Audi A8) ma, viste le recenti polemiche scoppiate per l'acquisto di 19 Maserati Quattroporte da parte del ministero della Difesa, Monti deve aver deciso di lasciarla in garage. In realtà la questione auto blu è seria e - immagine a parte - il nuovo Presidente del Consiglio ha una bella gatta da pelare: la prima sezione del Tar del Lazio ha infatti appena accettato il ricorso del Codacons sul decreto della Presidenza del Consiglio del 3 agosto 2011, che puntava a razionalizzare le auto blu ma escludeva dalle limitazioni tutte le Regioni e gli enti locali. Il Tar ha infatti spiegato che "la limitazione all'uso delle auto blu - segnatamente per quanto concerne Regioni ed Enti Locali - non solo non trova fondamento nella norma primaria in pretesa attuazione della quale il Decreto presidenziale è stato emanato, ma neppure rivela profili di ragionevolezza e logicità con immediatezza apprezzabili, atteso il considerevole onere riveniente per le finanze pubbliche dall'utilizzo di mezzi di servizio proprio con riferimento a tali soggetti". Così ora il Presidente del Consiglio deve, fra le mille cose da fare, anche rivedere il decreto presidenziale in oggetto per stabilire chi potrà usare le auto blu. E da qui potrebbe arrivare un bel risparmio perché, secondo il Codacons, in Italia le auto blu costano ai cittadini 4 miliardi di euro all'anno.
(Fonte: www.repubblica.it - 19/11/2011)
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