Sono passati quasi due anni e mezzo da quando la Fiat di Sergio Marchionne non è riuscita a mettere le mani sulla Opel, tolta all’ultimo minuto dal tavolo delle trattative dalla casa madre Gm. Opel e Fiat hanno continuato le loro vite parallele ma sempre più divergenti, tanto per rovesciare l’ossimoro delle convergenze parallele di Aldo Moro. Lo dicono i numeri e le scelte del management. Le vendite delle Opel crescono, a dispetto della crisi dei mercati e della crisi del marchio sull’orlo della cessione (prima che dall’America arrivassero soldi freschi), perché la Opel ha continuato a investire su nuovi prodotti. Azzeccandoli tutti: dalla nuova Astra (segmento C, chiave in Europa) alla originale Meriva, fin su all’Insignia, ammiraglia che al terzo anno dal lancio continua a salire in un segmento dominato da Audi, Mercedes e Bmw. In Italia, la Opel nei primi 9 mesi dell’anno ha aumentato la quota, passando dal 6,3% del 2010 al 6,6%; in Europa, il gruppo Gm (Opel più Chevrolet) ha chiuso il primo semestre con un +1,7%. Nella top ten d’Europa, Opel ha saldamente presenti la Corsa e l’Astra. La Fiat ha scelto una strada opposta a quella dei tedeschi, rinviando i nuovi modelli e spostando gli investimenti sulla scalata alla Chrysler (operazione magistrale). Pagando però pegno sui mercati. In Italia, Fiat da sola nei primi nove mesi dell’anno è scesa di quota, passando dal 23,4% del 2010 al 20,8%; in Europa, il gruppo ha chiuso il primo semestre a -14,7%, danno ridotto dal clamoroso +48% dell’Alfa Romeo che ha compensato il -19,2% di Fiat. L’amministratore delegato Sergio Marchionne insiste nel posticipare il lancio di altri prodotti (in questo momento delle Alfa Romeo), privilegiando una strategia finanziaria (Riserve in casa per affrontare meglio la prossima recessione? Evitare di impegnarsi la Ferrari?). Ma fino a quando potrà permettersi di perdere pezzi di mercato, e probabilmente la fiducia di alcuni suoi uomini in prima linea sul mercato, per mancanza di nuovi modelli? Non è un caso che parlando di vendite, Roberto Matteucci, amministratore delegato di Opel Italia, la veda così: “La penso all’opposto di Marchionne. Un portafoglio pieno di nuovi prodotti fa passare la buriana”. Magari è po’ ottimista di questi tempi, ma almeno da due anni ha ragione lui.
(Fonte: http://blog.ilmanifesto.it/autocritica - 11/10/2011)
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