domenica 27 novembre 2011

Alessandro Antonini in Leo Burnett come Global Creative Director per Fiat-Chrysler


«La comunicazione è la lifeline, la linea della vita che lega la marca al pubblico, tagliarla in tempi di crisi è un po' come smettere di nutrire un malato perché è improduttivo. E' invece proprio in tempi di crisi che bisogna intensificare gli sforzi perché il malato si riprenda. Il che non significa necessariamente spendere di più in comunicazione ma spendere meglio ed in modo innovativo». Le parole di Alessandro Antonini richiamano lo spirito di Leo Burnett, il padre fondatore della storica e omonima agenzia pubblicitaria di cui ora fa parte come e quindi per le marche Jeep, Chrysler e Dodge. Leo Burnett, nel pieno della grande depressione americana, il 5 agosto del 1935 a Chicago ebbe il coraggio di scommettere insieme a otto soci proprio sulla comunicazione; oggi Leo Burnett è una tra le agenzie pubblicitarie più importanti del mondo. Dal 2002 fa parte della multinazionale Publics Groupe. Conta 400 professionisti in Italia, e ha come principali clienti Philip Morris International, Fiat, Chrysler, Procter & Gamble, Iveco, ING Direct, Montblanc, Lindt, Star, Breil, Piaggio, Grana Padano, Kellogg's, Alfa Romeo, Miroglio, Pirelli e Maserati, Ministero dei Trasporti, Manutencoop, Alfa Romeo "Giulietta", Iveco, Lindt, Avis (Associazione volontari italiani sangue), Pringles e Frescobaldi. Simbolo famoso dell'Agenzia sono da sempre le mele rosse che l'unica segretaria di Leo Burnett disponeva sulla scrivania in un bel cesto per ravvivare l'ambiente e per offrirle, gesto sorprendente in tempi di grande crisi. E le mele rosse sono sempre lì, all'ingresso di tutti gli uffici Leo Burnett del mondo, anche oggi un invito a scommettere in tempi di difficoltà economiche, come è nelle intenzioni di Alessandro Antonini, seguendo la nuova filosofia che guida il network nel mondo. «Essere una Humankind Company, il che significa mettere al centro del business le persone e il loro comportamento reale e soprattutto significa ri-orientare il nostro modo di concepire e fare comunicazione - spiega Antonini - Viviamo nella "people-era" e quindi tutte le grandi aziende, se vogliono avere successo, devono identificare un proposito preciso, e avere come fine ultimo proprio quello di trasformare e migliorare qualitativamente la vita delle persone». Come? «Dobbiamo produrre non solo "ads" ma anche "acts"- sintetizza Antonini - Un act è un gesto, un'idea o un'esperienza in grado di trasformare il modo in cui le persone pensano, sentono e agiscono». Alessandro Antonini, 48 anni, romano di nascita e milanese professionalmente avrà come sede di destinazione è Torino dove c'è Marco Gucciardi, Direttore Creativo su Fiat. «Ho passato gli ultimi 5 anni a Dubai in JWT come Regional Creative Director su HSBC e lavoravo con l'HQ di Londra su progetti globali. Ma sono anche un Burnettiano "recidivo"; avevo già lavorato per il Gruppo Fiat, sono l'Art Director di "Buonaseera", per intenderci"». Il taglio internazionale fa il resto del curriculum di un creativo di rispetto, perché nel portafoglio di brand con cui Antonini ha lavorato si contano anche Volvo, Johson&Johnson, National Bank of Kuwait, The Times. Nella sua storia professionale vanta premi nazionali e internazionali, dal Dubai Lynx a Cannes. «Bisogna tenere presente le esigenze sempre in movimento del pubblico e questo non significa appiattirsi sulle ricerche di mercato - così il creativo prende le distanze dai soli numeri e cifre - Le ricerche fotografano l'esistente, la responsabilità della comunicazione è creare ciò che non esiste ancora. Ed è anche importante trovare l'equilibrio fra comunicazione locale e quella globale. Le marche che hanno trovato questa formula sono oggi le marche di maggior successo».
(Fonte: http://job24.ilsole24ore.com - 4/11/2011)

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