Esulta, Luca Cordero di Montezemolo, nel presentare i dati della Ferrari al consiglio di amministrazione. Il giocattolino di casa Agnelli, infatti, di cui è presidente, macina utili come una locomotiva e dimostra uno stato di grazia che la Fiat si sogna. Nessun nuovo numero è stato annunicato da Montezemolo rispetto a quanto comunicato con la trimestrale Fiat (fatturato record a 1,6 miliardi, utile ordinario di 212 milioni, cassa per 669 milioni). Eppure nel raffronto i numeri del Cavallino non cessano di stupire. Innanzitutto il debito. Ferrari ha annunciato di avere in cassa liquidità per 669 milioni di euro alimentato da un flusso di 240 milioni di euro. Un dato notevole che rende ancor più critica la situazione della Fiat i cui debiti nell'ultimo trimestre sono cresciuti inaspettatamente. A conti fatti, la Fiat, da sola, ha debiti per 4 miliardi di euro, contro i 2 miliardi della Chrysler e la posizione attiva di Ferrari. Certo la Fiat non può permettersi il lusso di consegnare le proprie vetture a una media di 310mila euro l'una, ma appare strepitoso il valore intrinseco che incorpora la Ferrari rispetto a quello deprimente della casa madre. Se venisse quotata, la casa di Maranello che vanta un utile operativo di 330 milioni di euro, potrebbe valere in Borsa almeno 3,5 miliardi di euro. Tutto il Lingotto a Piazza Affari vale solo 5,5 miliardi di euro. Valori che potrebbero incrementare, con l'apertura dei mercati asiatici e con la personalizzazione delle auto. Gli U.S.A. (inclusi Canada e CSA) con un +14,5% raggiungono le 1.436 vetture consegnate. La Grande Cina (Cina, Taiwan e Hong Kong) supera le 500 vetture raggiungendo quota 542, posizionandosi ormai stabilmente come secondo mercato mondiale per la Ferrari. Bene l'Europa con la Germania a 503 vetture (+15,1%) e la Gran Bretagna che aumenta addirittura del 21% con 384 vetture consegnate.
(Fonte: www.repubblica.it - 7/11/2011)
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