Fiat Auto ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e ”ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto” in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani. Lo si apprende da fonti sindacali. Nel frattempo Sergio Marchionne ha parlato a Londra di consolidamento, futuro e politica: “Fiat e Chrysler quest’anno venderanno un totale di 4,2 milioni di auto, dato destinato a salire a circa 6 milioni entro il 2014′, ha detto l’ad nel corso della conferenza annuale Cbi, confermando gli obiettivi nonostante il calo di vendite di auto in Europa. L’amministratore delegato del Lingotto ha aggiunto di attendersi un consolidamento ulteriore nell’industria automobilistica. “Siamo destinati a vedere l’eliminazione dei player marginali, in prospettiva”, ha affermato Marchionne. “Credo che arriveremo ad avere appena 5-6 player, il cui successo sarà fondato su un’architettura condivisa, a livello globale”. Marchionne, alla guida di Fiat dal 2004, punta a trasformare il Lingotto in un player globale proprio attraverso Chrysler di cui Fiat controlla il 53,5% del capitale. L’obiettivo è di raggiungere quota 100 miliardi di ricavi combinati al 2014, pari a circa il doppio delle attese di ricavi 2011 di circa 58 miliardi per il gruppo. L’ad italocanadese si è anche detto ottimista per il nuovo governo di tecnici italiano guidato da Mario Monti. “L’Italia ha l’opportunità di una vita per abbracciare il cambiamento. Credo che l’Italia sia sulla strada della ripresa”.
IL TESTO DELLA LETTERA FIAT - “In vista di un riassetto e di una armonizzazione delle discipline contrattuali collettive aziendali e territoriali che si sono succedute nel tempo e nell’ottica di renderle coerenti e compatibili con condizioni di competitività ed efficienza vi comunichiamo il recesso a far data dal 1 gennaio 2012 da tutti i contratti applicati nel gruppo Fiat e da tutti gli altri contratti e accordi collettivi aziendali e territoriali vigenti, compresi quelli che comprendono una clausola di rinnovo alla scadenza – per i quali la presente vale anche come espressa disdetta – nonché da ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto”. “Al riguardo riportiamo a titolo esemplificativo ma non esaustivo, in calce alla presente, gli estremi delle principali intese sopra citate. Saranno promossi incontri finalizzati a valutare le conseguenze del recesso ed eventualmente alla predisposizione di nuove intese collettive aventi ad oggetto le tematiche sindacali e del lavoro di rilievo aziendale con l’obiettivo di assicurare trattamenti individuali complessivamente analoghi o migliorativi rispetto alle precedenti normative”.
LA RISPOSTA DELLA FIOM - “Estendere l’accordo di Pomigliano a tutti i 72mila lavoratori del gruppo Fiat non vuol dire solo estendere un brutto accordo, ma porta a modificare la natura stessa della organizzazione sindacale: si passa infatti a una fase di sindacato aziendale e corporativo”. Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che ha concluso a Torino l’assemblea regionale dei metalmeccanici Cgil.
LA FIM-CISL “PRENDE ATTO DELLA SCELTA” - E’ necessario avviare subito il negoziato per un contratto unico per i gruppi Fiat e Fiat Industrial. E’ quanto chiedono i coordinamenti Fim dei due gruppi del Lingotto che ”prendendo atto della scelta della Fiat di uscire da Confindustria e dal contratto dei Ccnl metalmeccanici, ritengono vada avviato in tempi brevi un negoziato per definire un unico contratto Fiat per tutti i lavoratori dei due gruppi”. Secondo la Fim-Cisl ”in tal modo diverrà possibile superare le disparità di trattamenti salariali e normativi storicamente presenti, ma che si sono anche generati a seguito degli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Si dovrà avere perciò un’unica e più alta paga base per tutti i lavoratori Fiat, con regole e condizioni contrattuali comuni. Nel nuovo contratto dovranno essere anche regolate le questioni poste dalla Fiat come condizione per realizzare il Progetto Fabbrica Italia”.
(Fonte: www.quotidianopiemontese.it - 21/11/2011)
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