mercoledì 14 settembre 2011

Marchionne "a tutto campo" al Salone di Francoforte


"I tedeschi stanno cercando di imitare, in una maniera molto goffa, quello che stiamo facendo noi". Così l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se fosse preoccupato della concorrenza nel segmento delle vetture piccole dei costruttori tedeschi, primo fra tutti Volkswagen che a Francoforte presenta la Up. "Ma che preoccupato. Andiamo avanti, cerchiamo di vendere le vetture", ha aggiunto facendo il punto sulla situazione dell'azienda e su quella del Paese. In merito a Fiat-Chrysler "i target per il 2011 sono confermati", nonostante 2011 e 2012 siano "anni difficili". Per il dirigente: "L'integrazione tra le due aziende, è prefetta. Va benissimo". E a chi gli chiede se le due case automobilistiche diventeranno una società sola il prossimo anno, ha risposto: "Non lo so, eventualmente ci arriveremo, non c'è urgenza". Al momento "non è in corso alcun negoziato con il fondo Veba sulla quota, pari al 41,5%, che detiene in Chrysler. Con questi mercati non è il momento giusto", ha sottolineato Marchionne. L'amministratore delegato del gruppo torninese ha poi parlato della manovra economica presentata dal Governo. "Quello che ci serviva ci è stato dato - ha detto, aggiungendo che - "il mondo sta guardando" all'Italia, per cui "bisogna fare le cose in modo molto serio". "La cosa importante è essere totalmente credibili a livello internazionale". Marchionne ritiene anche che le nuove norme sui contratti aziendali 1 ridaranno "certezze, non solo alla Fiat ma a tutti quelli che vogliono investire in Italia". "Abbiamo la certezza di poter gestire gli stabilimenti, che era la cosa importante per la Fiat. Quello che serviva ci è stato dato, non solo a noi - ha insistito - ma a tutti gli industriali". A proposito delle critiche dei sindacati, Marchionne ha sottolineato: "Il provvedimento è di una chiarezza bestiale: se la maggioranza dei lavoratori è d'accordo la proposta va avanti". "La mossa fatta dal ministro Sacconi con l'articolo 8 - dunque - è importantissima" e "ha risolto tantissimi problemi". Per i modelli da produrre 2 a Mirafiori "nessuna decisione è stata presa, stiamo analizzando la situazione", ha ribadito Marchionne, che non ha escluso neppure la possibilità che siano prodotti, come previsto dall'accordo con i sindacati, i suv Alfa e Jeep. "Entro qualche settimana decideremo", ha aggiunto, per poi concludere: "Mirafiori sta bene, lasciatela stare in pace". Intanto in un altro stabilimento, quello di Pomigliano, 3 è in via di definizione la visita del presidente Giorgio Napolitano. "Stiamo definendo la data per organizzare la visita. Dovrebbe essere intorno al 3 novembre, quando inizierà la produzione". "L'importante - per Marchionne - è che la macchina sta partendo". Su un possibile rafforzamento dei rapporti con i giapponesi della Suzuki (con cui Fiat-Chrysler ha già un accordo legato ai motori diesel) per aumentare la presenza del gruppo in India e Cina, Marchionne ha risposto: "Parliamo con Suzuki e con chiunque altro voglia condividere con noi i costi dello sviluppo, ma non stiamo lavorando adesso sulle stesse piattaforme, c'è uno scambio di informazioni". All'ad è stato chiesto anche se Fiat e Chrysler cerchino insieme un nuovo partner: "Eventualmente succederà - la risposta - ma non è una cosa immediata. Si devono formare dei grandi gruppi automobilistici. Non parliamone adesso, è un discorso nel medio-lungo termine". Rispetto ai tempi di lancio di una possibile strategia in Russia, Marchionne non ha fatto precisazioni: "In Russia continuiamo a lavorare. I colloqui con il governo russo vanno benissimo".
(Fonte: www.repubblica.it - 13/9/2011)

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